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Le

Muse

L

E T T E

R

E

UN ANNO DI LETTERATURA

Compito di 'queste note

i:

dar

conto ai lettori dell'Alta Ital ia dei

priucipali eventi kttcrari ,•erifi–

calisi fra noi in un anuo di sepa–

razi one ; e può

CS.<;<'TC,

per

i

kll'?ri

di

qua , occasione a un

bilancio.

Come non ricordare sub ito, allo–

ra, Alberto Morayia? Non fosse

altro per ripeterne

il

nome, dopo

tanto che una sciocca misura di

polizia lo

avc ,1a

costretto a camuf –

farsi sotto

il

11om<',

che

non na –

scondeva niente, di

I

Pseudo

>;

ma invero non solo per

ciò,

chè

in quest 'ann o egli

è

stato attivo

come non mai, e presente alle di-

5ettssioni letterarie con tre libri.

!Jci quali uno,

il

più bello,

Ago–

stiuo,

bench~ non

~i

fosse potuto

ft_-Censireprima della liberazione,

usd nei primi mesi

del

1944, e

già duuquc lo presumiam o noto

ai lett ori

del

Nord esimendoci rlal

parlarne (cosl dicas i di un bel

li–

bro di Gianna Manzìni,

Forte co–

me

1111

lcoue,

uscit o insieme) ; ~rc–

ve romanzo, che felicemente npi–

glia modi e toni dcglì

hldiffere11ti

e

di

hn.11:r-,io dì malato ,

riallac–

ciandos i, pur fra sbandam enti

sgar bati, alla vena pil't dolente

dello scrittore . 1

racconti che

1o

banno seguito,

L'ep idemia

(Ro–

ma, Documento,

1944).

si

riallac •

ciano

i11vece

agli scherzi snrre~–

Ji.<;tidei

Sog11i del pigro:

che già

allora per il )loravia

fu

un modo

di decantare il troppo veristico e

umauo della sua. ispirazione, però

conse rvandone quanto bast a a

comprome tter e

il

giuoco. Vien di

Il infatti il fiato grosso,

1'acredi-

uc,

che

impediSC? llO

agl i scheni

del

Moravia

di risolversi nel

cli–

ma

disin teressa to e aereo che vor–

n.:blx!ro; e ne nasce qualche c~a,

J>(•gg io

che

sg raziato,

meccamco.

Qn:mto

al

teno

libro,

anz.i

libret–

to

Lq

sperau:a

(Roma, Docmnen–

to:

J<J.M),

è

una

divagazione

fra

seria,

seriosa

e

paradossale

sul co-

11J1rnismo,

il cui compito sarebbe

offrire nn:i •

speranza •,

cioè uu

mito, in

sostitu zione

del

mito e

della speranz.1. crist ian a. La tesi,

nd

suoi limit i, piace; ma, dob–

biamo dirlo? Per il

~lorav ia,

que–

sti sono umori e fantasie

cxtrava–

ganti; il loro valore

~i

esaurisce

nel gust o di

rng10narh .

Così,

ap–

punto perdi~

ha

indosso

un

vesti–

to

che

11011

gli si attag lia, accat1e

a taluno di pavoueggian· isi; ~·

allo spettaco lo

indulg e

solo chi.

dietro quella vanità occasional e,

conosce la dive rsa

serietà

della.

persona .

Ilei

libro

anche,

accanto all'A –

gosti110, /11troduzio-ne

aL graii

:•iaggio

di

Alessandro

Bom~auti

(Roma,

Tumminelli,

i944)

i

am–

pio racconto, a cui segue uno più

bre\·c e

antico,

di cui

è

protag· .•–

nis ta lo

stesso

Pierino,

il

fanciul –

lo tipo, còlto nelle sue tipiche

· esperienz e

di tutti

i

giorni . 1 d111:

raccouli son pubblicati insien~c,

a dimostrare

la

fedeltà

dello

scr it–

tore . ai propri temi;

1M.a

sottoli–

nean o altrettant o bene le

differcn•

;,;e,segno del cammino compiuto.

J.a prima differenza

è

nei mod:

costrutt ivi : condotti

i

racconti

più antich i a

modo

di

bozzetti

Ottocen to, benchè col gusto di un .

bozzetto , a

forza

di pedanteria

nell 'anali si, contraffatto a

pasti–

clie;

condotte invece già le

Pr os.:

del Yolnme

1939

a1l'msegna

del

Proust, sllmosi sc:tvi che P,icrino