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R I N A S C I T A

Carlo Levi è un pittore difficile da capire, con l 'aria che

tira in giro; e. i l fatto è che la mostra è davvero stra–

ordinaria. Un vero « sasso di balestra » in mezzo a tanti

vestitini nuovi e sofisticati. Cosa ha a che fare infat t i

questo mondo, con tanti chilometri di tele, lamiere

cromate, scacchettini colorati, buchi nucleari, ecc.?

Nessuno si sottrae, al fascino, alla presenza di questa

sala, quelli che gridano allo scandalo e fuggono inorri–

di t i , e quelli che ne intendono i l significato. Sono le

vedove di Calabria e di Lucania, i tracomatosi, i mala–

r ici , i contadini contorti dalle fatiche come tronchi di

ulivo, sono i loro abiti a lutto; sgradevole presenza! Ma

una presenza con la quale s'hanno da fare i conti, nella

vita e nell'arte.

Carlo Levi ha riempito zeppa la sala (oltre quaranta

quadri dove ce ne stavano appena venti) e ne viene fuo–

r i un racconto simile al

Cristo si è fermato ad Ebolì.

Ma

forse più potente e libero, perchè quell'amore doloroso

sembra acquistare una coscienza nuova. Questi vol t i

sembrano aver rotto quella immobilità dolente e fatali–

stica, e si fanno guardare in un modo nuovo, come una

nuova forza o una temibile arme.

Essendo Carlo Levi forse l'artista italiano più lontano

dal formalismo, di necessità la critica alla sua opera

deve riprendere i toni dei tempi passati ed essere es–

senzialmente critica dei contenuti. I l suo progresso for–

male è intimamente connesso con i l suo progresso uma–

no e noi pensiamo che se egli farà ancora un passo nel–

la conoscenza di questa umani tà che egli ama, e saprà

coglierla attraverso i suoi aspetti tìpici, nella sua real tà

moderna tutta intiera, di lotta oltre che di dolore, di gri–

do oltre che di silenzio, avrà risposto a quel che oggi

l'uomo chiede all'arte.

C'è un altro artista i n questa mostra che parla della

realtà, con un accento altamente fantastico e appassio–

nato: l'americano Ben Shahn, che in questi ul t imi tem–

pi sembra voler tradire sè stesso e l'arte, e cercare i l

quieto vivere nell'evasione. Se questo ci può addolorare,

resta tuttavìa la sua opera passata a dar segno di una

voce libera e forte, voce autentica del popolo americano

nella storia dell'arte moderna democratica. Finché i l

legame con la vita del popolo americano è vivo in Ben

Shahn, persino le concessioni di gusto al surrealismo,

alla metafisica, alla letteratura e alla caricatura, ven–

gono riassorbite nel l 'uni tà espressiva, e hanno i l senso

di caratteristiche spiegabili come necessarie. I l

,

le–

game tra Ben Shahn e la migliore letteratura ameri–

cana, dal grande Walt Witman, a Dreiser, al Faulkner

migliore è evidente. C'è ancora questa America amara

e viva? C'è ancora, anche se più nascosta e stanca e

preoccupata e impaurita, proprio come i l genio addor–

mentato di Ben Shahn.

Un altro artista non « indifferente » ci appare Francis

Bacon, inglese. Sebbene si rivolga piuttosto a una spe–

cie dì sentimento ossessivo dì alcuni strumenti del mon–

do moderno, con una sorta di masochistica obiettività;

la cabina di vetroflex, i l telefono, i l microfono, lo

stridore, i l grido, ìl massacro.'

Resterebbe da dire delle opere esposte nei padiglioni

della Polonia, della Romania, della Cecoslovacchia e

di questi padiglioni parleremo a parte, non potendo un

discorso critico limitarsi al giudizio su questa o quella

opera, ma implicando un ragionamento sul valore sto–

rico dell'istanza realistica, sul suo rapporto con le tra–

dizioni nazionali dei vari paesi. Quel che ci preme rile–

vare subito è l'evidenza del fatto che una nuova realtà

storica libera la cultura da tutta una serie di ricerche

estetistiche passive e coloniali e pone i problemi della

cultura in modo nuovo e nella loro essenza.

Let tere al Diret tore

Dice che si può escludere

Gentilissimo Direttore,

leggo nel numero 8-94954 di

Rinascita

la seguente

frase: * ... i l prof. Carrelli [del quale non si esclude

che abbia partecipato all'assalto di casa Croce)...».

Le comunico che può escludere che io abbia parte–

cipato a tale assalto.

Distinti saluti.

O . C A R R E L L I

« Un certo » Pesenti

^

Signor Direttore,

ai sensi dell'art. 8 della vigente legge sulla stampa.

La invito a pubblicare integralmente quanto segue :

I l numero 8-9 della rivista

Rinascita,

da Lei diretta,

contiene i n diversi punti (e soprattutto nell'articolo

che inizia a pag. 600) notìzie ed apprezzamenti asso–

lutamente infondati sul quotidiano che ho l'onore di

dirigere. In modo particolare v i si legge che i l .Resto

del Carlino

sarebbe stato « accaparrato » da un certo

Pesenti, proprietario di cementifìci; sempre nel corso

dello stesso articolo, si legge che lo stesso Pesenti

avrebbe una specie di comproprietà del

Resto del Car–

lino

con la società « Eridania ». Tal i notizie sono false

e sono già state ripetutamente smentite, tanto dal mio

giornale, quanto da al t r i che già le avevano i n prece–

denza raccolte e che sono stati costretti à pubblicare

precise rettifiche. Ugualmente falsa, per grave difetto,

è la tiratura di 85 mi la copie che Ella attribuisce al

Resto del Carlino.

Con riserva di ogni azione penale e civile, Le ripeto

formale invito a pubblicare quanto sopra nel prossimo

numero 10 della Sua rivista.

VI TTORIO ZINCONE

t

i

Diffusione e vendita di « Momento Sera »

On. Togliatti,

la rivista da Lei diretta,

Rinascita,

nel n. 8 -

9

a

pag. 608, si occupa' anche di Realino Carboni. Sono a

pregarLa, per ragioni di onestà, di voler accertare se è

vero che Realino Carboni è stato per l 'Autorità giudi–

ziaria e l'Editoria italiana i l solo caso dì colui che ha

voluto far rivedere i n un pubblico dibattimento tutta

la sua vita e da quel dibattimento ne venne fuori una

condanna dei vari diffamatori.

Presso i l Tribunale di Roma Ella potrà sempre tro–

vare i documenti prodotti e che stanno a dimostrare

alla luce del sole con quali mezzi personali Realino Car–

boni potè rilevare le attività dell'ex

Popolo dì Roma.

Per quanto poi riguarda la diffusione e vendita di

Momento Sera,

Ella ha un mezzo validissimo ed

.

onesto,

quello della Commissione interna della Società edito–

riale italiana, composta dì appartenenti al Partito comu–

nista italiano. Non lo dimentichi, onorevole, ne avrà

una bella sorpresa.

Come vede Realino Carboni non domanda molto: l'ac–

certamento della verità facile a tut t i , specie alla Sua

persona. Una volta accertata la verità sulle circostanze

di cui sopra, non credo che una persona onesta come Lei

pòssa rifiutarsi di rettificare su

Rinascita

i fatti diver–

samente da come Lei l i ha esposti.

In attesa La ringrazio e saluto molto distintamente.

RENATO GUTTUSO

REAT I NO CARBONI