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M/.;SJC.·1

che

i

yari enti

ed

istitu i:ioni COll·

tinuan o a

prop

inar ci senza posa,

con uno

:

r.do

dcgao di

n11glior

c:msa.

Se

il

teatro

liric o

è

soltanto vivo

11clle sue opere pi1'1 rappr..:~cnta–

ti,·e. che

è

qu an to dire

nd

suo i

~1

:f

1

~Ì;:~i

i:

;:~l~h~u~~ro

~ei ;:

.

polavori

deguam.::nte attorniano,

non si vede pcrchè, in attesa di

temJ>i migUori, esso

non

debba

lirmtars i alla rapprcscntazion1.: di

tali opere ancora proficue , cse-

tit~ut1.

~~~fiin~::;t!~'

~o~:

rc~i

:!~s~~rf:,'"~~n

1::~;ri~;~~I

l

:

pertorio a q_uanto contiene

di più

:~~t:

/

1

r~ù

:~~;c

::fa·ur:,

0

v;~r~

ulquanto drastico e radicale . :\I.a

110 1

crediamo

che sia

giunto

Il

momento

di

eliminare dal teatro

lirico tulL1. la c·<mgcrie della pro–

duzione scn:r,a patria e senza pa-.

ternit à, che, n<:I pac!-e del

md o–

•dr:nnma, riempie:

i

s1.."C0

1i oon la

sua

\'OC-C

più

clic alt ro professio–

nale ; e non

è

che mesti ere, non

è

che • routine ,

lii

ie ncrazioni

.di

oomposi ton abitunti

a

pensar,..

la musica in tcnn ine di melo–

<lrnnuna . Noi crediamo

che :-ia

giunto

il

momento

di

far g iusti –

zia di tutt o il passivo lasciatoci

in eredità dal passat o, ~oprnt utto

prO!>simo,

c-omé'a

su

a \'Olta il

pm••

sato pro ssimo

fe-re

giusti1.ia

del–

l'inutil e peso

tramandato gli dal

passato remoto. C'è una differcn•

ua,

è

,·ero,

ed

è

quest a che

il

Sette

e

l'Ottoce nto, scartando

la pro–

duzione

deteriore

del ~ssa

to,

via via potettero

sost itmrla

con

la

produzione contemporanea;

la

qMI

cosa

non può fare il Nove–

cento inoltrato , il Novecento, per

intenderci, novecentista,

che tea–

tro lirico quasi non possiede. Ma

St:

ciò

fosse -

è

o,•vio -

il

pro–

blema si risoh'erebbe

da sè me–

desimo. L'importante

sta per l'ap–

punt o

ue:1

creare 11ttorno al • vuo–

to •

te:\trale del nostro

tempo,

alt~

poc11e

opere

contemporanee

.che in quel vuoto eroicamente re-

s istono agli assalti degli

impr<..-–

sari e degli organizzatori

in i;e•

nère di spettacoli

lirici,

un • pie–

no •

cli

opere del passato , che non

sia

tuttavia mera riempit ura.

Sappiamo beue come una p.utc

1~

1

cf~~~?li~rgd~°fztiri~ar~:b~~

prcdilig,..rc proprio epici teatro

di

:.ccondo e tcn'ordine

che noi vor–

remmo

tolto dall a circolazione.

Ma non sarà

più

giusto a55erire

im·cct

che

tale

pubblico,

per

ignoranza

sua o dei suoi

• edu–

catori •• che

è

poi

la stessa

cosa,

crede

in buona fede di

amare

i

grandi maestri

e

i

grandi modelli

d<'ll'opcra , che non di rado iguo–

ra, attra\'erso

le

loro degcn('ri

fi–

liazioni

e, se

si

preferisce, at–

tra\'erso

le

loro

semplific azio11

volgar i1.zatrici ? Verdi attr :wcrso

Ponchiel li,

\Vagucr

attra\'cr so

Zandonai, Mozart attra,·erso \\' ol(

Ferrar i ? Con che non si pretende

interdir e

tl'un

tra tto,

e

111

modo

assoluto,

l'•

accesso

al

teatro,,

q_uali persone • estranee

ai la,·o–

n,

di ripulitura , eh cui andiamo

parlando,

ad autori

come questi

cd alt ri a loro

simili. Ma,

e<::rt o,

· ron\·crrà

limi tarne grada tamente

la

rnppresc11taz1_one al mi11imo

possibile :

cliè et

sembra

piì1

sa•

lutar e attingere

l'arte alle pure

fonti

originarie , che

11011

ai

tor–

bidi serbatoi

<li

ratt(l lta, cni <'S~:t

è

giunta <lopo

deviazioni e

inqui –

namenti d'ogni genere.

L UIGI Cot.ACICCH I

La .stngiont 11/fici(!-l

t all'Adria•

,10,

-ini:::iatasi il

5

dicembre

H}14,

si

è

co11clilsa domenica

6

maggio

con l'csec11zfo11t del

Roi David di

Honeggcr diretto da Previla li, No–

no.sta11tc le non

poche

diffi coltà

dd

momento, quali soprnttutto

la

,nancanza di "msica

(di

cui alla

tiostra nota dtl num ero di no.-e,,._

brt di

Mercurio) e

di uua proficua

afft ue11za di dirtttori

e ilittrJ,

r eH

dall' Atta Ita lia e dnll'estuo,

es.sa

.si

è

s11oltacon relativa regola rità,

a11d1t se tnhmlta si .sia110 do~Jute