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Questa storiografia collegata alle lotte ed ai problemi storici e

attuali del movimento operaio, inserita al centro della maggiore

espressione e più completa del capitalismo italiano, ha elaborato

una serie di ipotesi di ricerca e di lavoro politico, ha conseguito,

una serie di risultati scientifici:

a)

Smentisce innanzi tutto

gli

storici del cosidetto decollo e

della industrializzazione italiana, non solo per quanto attiene al–

l'inizio di questo decollo ma anche ai modi e ai tempi del suo

sviluppo.

La

fabbrica capitalistica nel senso classico del termine è

qualitativamente presente su area nazionale dagli inizi almeno degli

anni '80 e quantitativamente concentrata in alcune aree di sviluppo'

che satellizzano e sottomettono colonie interne di territorio e di

settore. Vanno progressivamente scomparendo le

«

zone franche »

e da questo momento

il

risorgimento del capitalismo industriale

unifica l'economia e la vita del paese alle programmate esigenze

del suo sviluppo. Il presente fascicolo porta a proposito dati irre–

futabili per quanto riguarda e la concentrazione e il grado di mec–

canizzazione nei settori pilota della tipografia, edilizia, cappelleria,

manifattura, meccanica, metallurgia e per quanto riguarda la logica

capitalistica che presiede all'aggravarsi di dete;minati sottosviluppi

e del formarsene di nuovi anteriormente sconosciuti.

b)

Irride inoltre alla pretesa dei cosidetti storici «ottimisti» ·

di inficiare, con la scoperta di nuove fonti e con un riutilizzo d~

quelle già conosciute,

i

risultati, cui era giunta la storiografia del

movimento operaio da Marx in poi, sui costi umani, razziali e

sociali pagati dalla classe operaia alle esigenze della accumulazione

primitiva e successiva dello sviluppo industriale.

Ebbene non solo non vengono smentiti i risultati e le ipotesi

di lavoro già acquisiti, ma questa indagine sistematica su alcuni

settori della fabbrica e della classe operaia italiana porta dati nuovi

ancor più « pessimistici » su/l'aggravamento della condizione operaia

negli « ergastoli meccanici», sul « genocidio pacifico» di intere

generazioni e di intere popolazioni operaie, sulla comparsa di nuo–

ve malattie sociali e da sfruttamento, perpetrati dal regime del

capitalismo industriale. Questo non risulta incrementato dalla coscien–

za

«

nazionale » e dagli sforzi « patriottici » dei

«

pionieri

»

del

padronato italiano, come i loro storici di corte vogliono far crede–

re;

non

è

incrementato nemmeno primieramente dallo storno di

investimenti da un settore produttivo a un altro, ma soprattutto

dal plusvalore estorto al proletariato italiano dentro e fuori la fab–

brica, al sottoproletariato e ai lavoratori dei settori satellizzati e

V

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