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come metodo precipuo della lotta di classe in questi

anni,

che non

solo si è rovesciata nell'intervento contro le contraddizioni e le

istituzioni del capitale, ma che si è rinnovata anche a livello del

modo di concepire e di usare

il

marxismo.

Questo, che per oltre venti anni era stato prevalentemente, a

livello teorico, un metodo per la interpretazione delle espressioni

politiche e ideali, che era stato cioè, suo malgrado, quello che

Croce diceva che fosse; grazie ai riflessi a livello della sovrastrut–

tura delle nuove lotte di massa e del lavoro di ricerca di questa

generazione della pratica sociale, ritorna faticosamente ad essere,

come all'origine, scienza conoscitiva del reale e scienza del suo

ribaltamento.

È

nata quindi anche una nuova generazione storica

-

di cui

questo fascicolo di

«

Classe » rappresenta forse la manifestazione

collettiva più importante

-,

che usa il marxismo, e in questo caso

la storiografia del movimento operaio, in modo diverso, metodo–

logicamente e politicamente più ricco, che non le generazioni che

l'hanno preceduta.

A monte ci sono certamente le intuizioni e il lavoro antici4

patore, nella ricerca e nella organizzazione della ricerca, di alcuni

studiosi che hanno portato a sviluppo, sotto lo stimolo delle nuove

realtà politiche e sociali, motivi impliciti,

11111

allora rimasti tali,

nella impostazione della prima iniziativa collettiva della storiografia

del movimento operaio di questo dopoguerra, rappresentata dalla

rivista

«

Movimento Operaio».

Ma questo salto metodologico e politico che richiede un modo

nuovo di militare, un modo nuovo di capire, un modo nuovo di

utilizzare gli strumenti del lavoro nel sociale storico e effettuale ,

non può concepirsi e non può spiegarsi senza gli sconvolgimenti

strutturali avvenuti nella società italiana, senza la presenza di de–

terminati contenuti e di determinate metodologie nelle lotte operaie,

senza la passione sociale delle nuove generazioni del marxismo. Non

può concepirsi nemmeno, con l'articolazione dalla fabbrica alla so–

cietà al territorio alla organizzazione storica, al di fuori di quel

nodo centrale delle contraddizioni del capitalismo italiano e del

movimento operaio italiano, che è Milano; non solo per quello che

ha rappresentato questa città come culla del capitalismo, della

classe operaia e del movimento operaio in Italia, ma anche per

quello che significa oggi nell'arco completo e del suo ventaglio di

sfruttamento e delle risposte di massa, spontanee e organizzate.

IV

Biblioteca Gino Bianco