

1 s
MAIC
Direzione Generale della Statistica,
Statistica degli
scioperi
avvenuti nelhndustria e ne/l'agricoltura dura;1te gli anni dal 1884_
'!1
1891,
Roma, Tip. Naz. G. Bcrtero 1892, p. 14. Rilevatane
la
rcm!'ta.
ongme
e
la
dipendenza ideale dall'antico
«
compagnonnage ••
la
pubbliawone
!cntava
di
illustrare
i
meccanismi che davano vita alla cosl ~ctta .
«
feder9:2-1one
i.:
«
Di
questa specie
di
Fedcrazi~ne, che non ~a solenmt~ di ~tatutl, fann'!
parte le società riconosciute. V1 sono pure SOC.letànon !tconosou tc, le quali
sono semplici società
di
mutuo
~~-
Non
essendovi .
una rapp~es~tanz a
generale della federazione,.
conviene spiegare
come
abbia
luog<?
~
rtcono–
scimento delle singole soaetà. Quando una nuova se ne cosutwsce, essa
viene annunziata mediante una circolare, con annesso statuto, a tutte le altre
esistenti. Queste gradiscono l'annunzio se lo statuto
~
conforme a quello
comunemente adottato, soprattutto se la nuova società ha fatte sue le norme
consuete circa la misura dei salari, e ciò basta perché la nuova società sia
riconosciuta». L'accenno
al
salario
è
significativo
per
il
nostro discorso!
176
Non ci
è
stato possibile appurare quando, comunque dalle fonti da
noi consultate dopo il
1860
non ne compare più traccia.
177 MAJC,
Ufficio del Lavoro,
Le
organiuazioni di lavoratori
cit., p. 72.
111 MAI C,
Direzione Generale della Statistica,
Statistica degli scioperi
ult. cit., pp.
15-6.
La pubblicazione si diffondeva sull'organizzazione rile–
vando l'azione da questa condotta per la difesa dei salari, contro l'immissione
nelle fabbriche di apprendisti e soprattutto la sua solidarietà nella lotta:
«
CiasaIIla società fissa una tariffa dei salari, secondo le condizioni dei lu~
ghi. I cappellai lavorano generalmente a cottimo; perciò le tariffe stabili–
scono
il
prezzo di fattura di ciascuna forma, qualità e grandezza di cappelli.
Nessun socio può lavorare a prezzi minori; n~ i soci debbono tollerare che
nella fabbrica
in
cui sono occupati, entrino degli operai che non siano
soci
ancor essi della Società locale o di una società riconosciuta. Se
il
principale
ammette un operaio che non appartenga ad una società riconosciuta, gli
operai
soci
devono abbandonar e la fabbrica.
Se
non l'abbandonano, sono
cancellati dai ruoli della società. Coloro che lasciano la fabbrica ricevono
dalla Società un'indennità (la quale a Roma per esempio
è
di
L.
2 al giorno)
per tutto
il
tempo che dura lo sciopero. Affinché non avvenga che operai
non soci entrino nelle fabbriche dove lavorano operai soci, le società hanno
organizzato un appropriato sistema di 'Carte di Riconoscimento' . [ ...] Mo–
tivo di sciopero non
è
soltanto la violazione della tariffa. Un articolo dello
Statuto [si riferiva al regolamento-tipo di quelle società] dice:
1
Tutti
i
padroni che abbiano
10
lavoranti, non potranno tenere più di un appren–
dista; quei lavoranti che permettessero la trasgressione a tale ordinanza senza
avvertirne la società, incorrono nella multa di
lire
5
'.
La
società, quando -
sappia che ogni 10 lavoranti vi
è
più di un
apprendista, si adopera
affinché
il
padrone licenzi
gli
apprendisti in numero eccedente; se
il
principale non
aderisce, l'assemblea generale può ordinare lo sciopero. Un apprendista
però
è
tollerato in tutte le fabbriche, anche se
gli
operai sieno meno di dicci.
[, ..) Non vi
è
un fondo comune per
gli
scioperi. E poiché
il
fondo che
aascuna società accumula, dedotti
i
sussidi
per
malattia e quelli
ai
lavoranti
di passaggio dall'ammontare dei contributi in caso di sciopero sarebbe presto
esaurito, la società che si trova in bisogno si rivolge con circolare alle con–
sorelle perché ve~g~no in suo aiuto. Non hanno le società un obbligo giu–
r~d1co
~
sovverurs1
r~~rocamente, ma nessuna società, che possa farlo,
nrusa di dare un sussidio ». Parlando delle prime organizzazioni di resi–
sten~a
in
Italia, sia
,il
Loria che
il
Brocchi citavano,
per
l'anno
1875
(signi–
~cauvo.
J?Cf.
Monza
in
senso assolutamente negativo) le società dei cappellai
m undici città: A.
LoRIA,
Il movimento operaio
-
Origini, forme, svilNppo,
Pal~rmo, Remo Sandron
cd.
1993, p. 216; R.
Baoccm,
L'orga11iwuio11,di
resistenza
,n
Italia,
Macerata, Ltb. Ed. Marchigiana
1907,
p.
XIX.
232
Biblioteca Gino Bianco