

1911
cazione, amministrazione e diffusione di un giornale di quella sorta
è
cosa
difficilissima, perché le sue forze sono assorbite dalle collezioni e dalle ri–
viste che ora ha sulle braccia. Credo che il meglio sarebbe pubblicare
l'Uni–
tà
come ora si pubblica la
Voce:
facendone un ente autonomo. Fra
qualche anno si potrà trattare con un editore, e magari con lo stesso La–
terza. Anche la
Critica
io la misi al mondo e l'allevai per quattro anni,
curandone l'amministrazione; e quando la rivista era un organismo vitale,
la detti al Laterza perché ne svolgesse meglio la vita. Del resto, il Laterza
mi ha detto di voler essere tra i sottoscrittori, come sarei io e altri amici.
Per quale ragione tenete tanto a farla uscire in decembre? Non sarebbe
meglio aspettare la soluzione della guerra di Tripoli? Ora il pubblico
è
tutto
preso dalle vicende della guerra; e non solo non farebbe attenzione al nuo–
vo giornale, ma forse sentirebbe come una stonatura la ripresa della que–
stione meridionale. A guerra finita, verrà il periodo della calma e della me–
ditazione, e del rendimento dei conti, e del bilancio per l'avvenire.
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