Edoardo Bollazzi - Della filosofia religiosa di Giuseppe Mazzini

DELLA FILOSOlrlt\ J{ELIGlOSA D I QIUSBlPPE. MAZ:ZlNl ~ULA"\"0 T i p, G nrbn g nati t C o l ombo Corso Genovn, ; 188 1-

E. BOLLAZZI DELLA FILOSOFIA RELIGIOSA D[ QIUSRPPK MAZZINI '·\ l ~~ MILA\'0 'Tip. Garbagnn ti e Colon~bo Corso Cenova, l ISSI·

Gua rdando al complesso dei principi ch e costi· t uiscono, d irei qua-i, l'edifi cio della dottrina di Gi useppe Mazzini, noi res tiamo stupi t i della se· vera a rmonia che v i domina; della proporzione giustiss ima ch e ogn i parte h a nel gran tutto; della •lisposizion e log ica, corret ta, che alla formazione dell'immen sa uni tà acl ogni frazione è toccata; del· l'assenza d' ogni cosa che avrebbe pot uto guast11rne la purezza; del concor3o di t utto ciò che a raggiungere la perfezione era necessario. Ponendoci a contempla re quell' edificio, noi ci meravigliamo sopratu t to pensando alla mente dell'architetto che seppe concepirlo, e un senso di ris petto, di venerazione e d'amor e invade l ' animo nostro, e ci uonduce ad un esame att en to, per pot ere, dopo aver osser vato ecl ammirato l ' insieme, conoscere più perfetLamente i particol ari , la s t rut - tura e la base dell'edificio stesso, affine di apprez·

4 zarne in ultimo vieppiù l'imponente, inappuntabile armonia. E come ogni edifizio ha duopo d'un fondamento su cui riposare la propria mole, così ogni sistema, ogni dottrina han d'uopo d'un principio filosofico c;he loro serva di base; ed è appunto la filosofia di Giuseppe M:azzini, base e fondamento di tutto il sno sistema socia le, che noi abbiam preso ad esaminare in queste pagine, per poi veder e in seguito c :>me il suo concetto politico sia in perfetta rela- ~ione con essa; come logicamente e necessariamente c Jrrispouda alla. base che lo sostiene, e sulla quale deve svilupparsi ed ampliarsi. Ma innanzi porci a questo esame è necessario pure che noi analizziamo il cuore dell'uomo, da cui quell'idea è uscita, che vediamo e f'lentiamo il fuoco d'amore che dentro vi ardeva per tutta quanta l'umanità; il desiderio febbrile di convertir in azione quell'amore, di dedicar tutto sè stesso alla attuazione di tal cosa, che potesse essere di van· taggio efficace e durevole a tutti quanti i suoi simili, a qualunque nazione o razza appartengano. E quando avrem fatto ciò, e ci saremo immedesimati coll'animo di Lui, e avrem scalùato il nostro cuore alla fiamma d'amore clte viveva n el suo; <)Uando infine avrem pur tentato di far , penetrare nella nostra mente nno sprazzo dell'immensa luce di cui il suo genio sfolgorava; allora poniamoci a quell:esame, e trasportiamoci con Lui Helle alte regioni ·dell' intelligenza, nelle quali andò costituendosi la sua filo sofia. Aquila del mondo intellettuale, :M azzini s'inn alzò fin sulle più eccelse cime del pensiero, e di l à si pose a considerare la vita passata dell'urna-

5 nità; i sen timen t i e le tendenze che 1\ tocompagnarono in ogni tempo nel suo terrestre pellegrinaO'gio ; i bisogni mor ali che prevalsero sempre in "'essa e che, soffoca ti o vin ti uua volta, ritor - naron o a far sentire poi aurora la loro imper iosa domanda di soddisfac imento; si mise, insomma, a studiare tu tti quei caratteri e queg li elementi che dal loro continuo ripete rsi, succedersi, svolger si e trasformarsi, possono venir considerati come essenziali ert iner ent i alla umana na tura , e quindi eterni, fi n ch'essa duri. Ma a diffe r enza di molti altri fil osofi che intraprendono un siffatto esame colla pura e fredda ragione, e collo scopo di sali re alla scoper ta del vero per sè stesso, senza la brama i rresist ibile eli accingersi a farlo trionfare nella sfer a del monel o reale, anche col sacrificio di sè ; - Mazzin i, dotato di t anto t esoro d'amore univer sale, e animato dal desiderio vivissimo di r dnderlo at tivo in ogni modo e con tutti i mezzi, cacciò il suo sguardo fulmineo su tutti i popoli che abi tarono la terra ; passò i n rassegna le generazioni che coll' opera loro concorsero a formare l~ storia "del mondo ; le i n ter - rogò; strappò loro i segreti della loro esistenza; le fece palpitar e all' unisono coi batti ti febbrili del suo cuore; e dopo d'averne esaminate le a;~ioni, le aspirazioni e le fedi; dopo d 'averle, infin~ , t u tte costret te a rispondere alle inchieste che, colla sua voce tremante d 'amore , loro moveva; dopo d\ :.ver inteso qua li erano i sentiment i propri a ciascuna eli esse, quali , invece, i comuni a t u tte - mise a confronto questi ultimi con quelli che nel sno p~opri o cuore predominavano : la coscienza, com'Ei drce, dell'Dmani tà, colla coscienza dell 'individuo,

e venne a-l accertarsi di quali el ementi l ' umana n atura si costituisce, elementi che possono e de - vono, anzi, t rasformar i e migliorar sempre, ma n on distruggersi mai; concludendo coll'affermare eh in essi appunto stava una gran parte di quel vero, da Lui ansiosamente ri cercato . Ma quindi si presentava il gran problema, che ha pur sempre affaticato la mente dell'uomo, fin dal suo primo apparir sulla terra, i l gran problema dell' 01igine della vita , il mistero dell' essere, racchiusu nelle dimande: Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? che in tutti i tempi l a umani tiL ha mos e a sè stessa, e a cui sempre, in un modo più o meno vicino al vero, ha tentato r i spondere. Il problema è fatidico, solenne . Migliaia di intell igenze elette e di cuori generosi si sono tormentati ed hanno sofferto per cercarne la soluzione. Molti han disperato, prima che la luce potesse fars i in es i ; altri, dinanzi alle supreme di fficoltà, che ad ottener quella l uce bisognava superare, vi hanno senz'altro rinunciat o, rassegnan - dosi a prender e la vi ta com'è, colle sue sensazioni , i suoi piaceri e l e sue pene : altri ancora soccombetterv sotto i l peso che li oppriment , sotto l 'angoscill. che l i consumava, non I otendo calmare, nè soffocare, nè spegnere i l fuo co, che la sete della ver i tà alimentava perennemente in essi. Lo spettacolo della natura in mezzo alla qual e l 'uomo vi ve; c1ell ' un ivèrso, che lo ci rconda colle :sue bellezze; dell'i nfinito, che lo rapisce coi suoi misteri e colla sua incomprensi bil i tà; fu cagione di terrore agli un i, di conforto agli al tri . I primi, davanti alle immensità inconcepibili del creat o, ·vedevano scomparir totalmente l'uomo, che per

7 -essi diventava un povero impercettibile atomo unicamente, le cui t.zioni non possono avere nè senso nè valore, in questo grande t ramestio di -forze, che Universo ha nome. Entusiasmati delle ·splendidezze 0he tutt' intorno acl essi trovavano, ·cadevano in preda, se buoni ed amanti, ad un pro· fondo dolore, al pensiero che così poco valore avesse l 'uomo al cospetto eli quelle; o si cullavano, se t iepidi od egois t i, in un placido scet ticismo, e nel tranquillo godimento dei beni, che offre la terra. I secondi, invece, guardavano alla terra come a sede eli lavoro· e le bellezze offerte dalla natura le consideravano come stimolo a più fare, ad arl'icchire più sempre il pa trimonio di sapere ed opere, che gli individui privilegiat i d i genio e di virtù consegnano alle generazioni, perchè que3te lo trasmettano, onde venga accresciu to, alle generazioni future. Per Mazzini la contempl azione dell 'universo non fe ce che accrescere l a sua fede in una missione dell'umanità, in un fine alla sua vita terrena, a cui già l'esame della storia l 'avea condotto. Innalzandosi al di sopra d ' ogni min~ziosità anu.litica, e abbracciando d'un solo sguardo tutto quanto il cammino percorso dalle razze umane, il quadro sin t etico dei loro sviluppi e dei loro perfezionamenti, Egli trovò che una gran l egge, invisibile, ma fatale e irresistibile, governava l'umanità nel suo svolgersi e moltiplicarsi SLllla terra; una legge che le imponeva di avanzarsi più sem· pre verso un fine, che le è ignoto, ma in dinzione del quale, come l'ago calami tato che tiene costantemente volta la sua punta ad un dato _segno

8 dell'orizzonte, una forza prepotente, imperiosa, fatale la sospingeva del continuo, senza soste nè pose. Dal suo esame sintetico della storia Egli ':luindi dedusse che la necessità di progresso è· innata nell'umanità, così come la capacità di con- !:eguirlo ; e progresso chiamò .l a gran legge che governò il mondo fin dal suo . principio, e lo go - vernerà finchè esista. E da questa sua J eduzione Egli , respingendo conseguentemente tutte le teoriche dei fatali sti e degli stazionaristi, proclam& essere quella legge eterna; ammise l' esistenza d'nn fine alla vita, così individuale come sociale, e bandì , primo, quel grande principio di filosofia, che la Yita è missione, che tut to quello che esiste, esiste per qualche cosa, per uno scopo determinato. Di qui ht necessità di agire; di agire e far sì che quella l egge si compia in tutta la sua am- })i ezza; di agire a far sì che tutti gli ostacoli che si frappGngono al suo svolgimento vengano ri.. mossi ; di agire affinchè tutta la potenza eli perfezionamento esistente nell'umani tà venga sviluppata ecl appli cata.; eli agire, infine, onde affrettare il giorno in eu i l 'umanità., raggiunt o il grado di perfezione n ecessaria, si innalzi alla contemplazione del fine, a cui ora t ende, senza conoscerlo. Di qui l'ostracismo scagl iato contro t utto qnanto tenta incatenar l 'umana natura nel suo cammino e nel suo sviluppo ; di qui la g uerra bandita a tutti i poteri, a tut ti .,.li ordini, a tutt e le ist it uzioni che, sia per n~tura che per necessità, tentano d'impedire l 'applicazione della l egge di progresso e di moto dell'umani tà ; di qui l a sua. credenza religiosa nel Do'Ge?·e, che a ciascun uomo

9' incombe di lottare per un tal scopo, di operare per esso, ognuno secondo le proprie forze ed i propri lilezzi. Di qui ancora jl suo predicaree combattere contro ogni dottrina od ogni sistema che tendano ad addormentar l 'uomo e le sue fac~ltà· di quì infine l ' inalberamento del suo vessillo c~l motto: Pensie1·o e cl Azione, il quale si eleva all'altezza di un grido religioso, e racchiude tutto quanto un principio, un concetto filosoficO' e morale in sè stesso. Abbiamo detto di un g rido religioso, e non a caso. La filosofia di :Mazzini deriva appunto da uu sentimento religioso profondo, da una. credenza in un supremo fattore della vita, causa prima, intelligente e r egolat rice di tutto gu anto l' universo. La forma dell'Ente ei non s'immagina n emmeno di concepi rla; ma ei sente la sua potenza e il suo influsso in tutto ciò che esiste; nel suo petto come nella storia dell'umani tà; nella sfera piccolissima che ora le serve di stanza e che noi chiamiamo terra, come negli spazi interminabili in cui milioni di mondi rifnlgono e s'aggirano nel - l'armonia più splendida e meravigliosa. Nella storia dell ' umanità ei vide ehe in ogni tempo i popoli sentirono il bisogno di elevare la propria anima all'adorazione di tal cosa che fosse· all'infuori della loro cerchia materiale e di natura superiore; ei vide che quel bisogno o sentimento, chiamato poi religiose-, andò sempre più trasfor-· ma.ndosi e purificandosi mano mano che l 'umani tà s'avanzava d'un grado sulla scala del perfezionamento ; e cha un popolo fu sempre maggiormentegrande e poten te, quanto più profondamente era. in lui radi cato e vivo il sentimento religioso.

10 Nel suo cuore egli t rovò una fiamma d' amore che avrebbe voluto spandere l a sua luce su t utto quanto vive quaggiù ; ed uua aspirazione al bene e all'ideale, che la natura cieca non possiede G non può quindi comunicare. Sulla terra rinvenne mille bellezze che misero a tumulto l animo suo d'arbista e v i r iversarono entro tale un fiume di poesia, che non avrebbe più potu to esaurirsi , s'anche l a sua vita avesse durato mill'anni. In seno all' universo poi scoperse tali meraviglie e il dominio costante e provvido di tali l eggi , che furono per lui la miglior prova dell 'esistenza del legislatore, quand'anche Egli si sottragga alla nostm vista e alle nostre ricerch e e si celi - · nei misteri dell'infinito - ad ogni nostra indagine, ad ogni sfor zo per in travvederlo o concepirlo. Così il grande problema dell"essere non ha più per Mazzini nè terrori nè sgomenti ; ei lo guarda in faccia. (:olla calma e serenità dell'uomo che, sicuro di avere afferrata la veri tà, si accinge ad un lavoro continuo, affine di procunule il trionfo. Il principio filosofico da lui stabilito, ch e la vita, cioè, è mission e e cammino verso una meta designata da chi è stato l 'aut ore primo della vita, e ch e tutte le facoltà dell' umana natura devono dir igersi ver so quella meta; creandogli l a neces· sità di far sì che la società sia costituita in guisa tale da poter maggiormente aiu tare gl ' individui ad eserci tare tutte le potenze che sono in l oro, lo portò a considerare qual 'è il sistema di ass.ociazi.one civile in cui le facoltil. dell ' uomo possano maggiormente e più perfd ttamente svilupparsi ; a stabilire infine qual forma di reggimento politico

11 possa viemmeglio guidare i popoli alla perfezione e concedere una più larga applicazione della legga di Progresso. Ed egli, il pensatore profondo, il filosofo umanitario, dichiara essere la forma repubblicana quella che meglio corrisponde al fine, quella che ha più virtù in sè stessa di sviluppare le facoltà dell'uomo individuale e sociale; e colla feèle e costan.za di apostolo s'acci n o-e allora a far in modo che quella forma di governo s' impianti nella società, non perch'ei si curi della forma per sè stessa, ma sibbene perchè ruercè e sa sola può venir accelerato il cammino verso la scoperta del Fine, mercè essa sola può venir totalmente applicata la legge, che guida i destini dell'umanità. , Così da un grande principio filosofico Mazzini deduce il suo concetto politico; concetto che, come vedemmo, ha pur la sua radice in una profonda credenza religiosa, e alla. r ealizza.zione del quale egli affermò dover ogni uomo dedicarsi con tutte le sue forze, sotto pena di rendere inu tile il pe· riodo d'esistenza, che è chiamato a compir sulla terra. Dallo stùdio dE>lla natura umana n el passato e nel presente, ei trovò altresì come tutte le sventure più gravi che afflissero l'umanità dipesero sempre da una falsa applicazione delle capacità che l'uomo possiede, o dal letargo in cui esse son lasciate a giacere. Bisognava dunque trovare una :filosofia che servi sse eli guida all'uomo in quel - l'applicazione, e di stimolo se mai accennasse ad addormentarsi ; una filo~ofia che avesse virtù di suscitare tutte le potenze che sono i n lui, e poi di dirigerle verso una meta prefissa; .una filosofia

12 che, mentre insegnerebbe all'uomo che la vita non è ricerca del piacere nè soddisfacimento delle sensazioni, lo inducesse pure a non isprezzare la terra, a non concentrarsi in un' inerte contemplazione della natura, ma a considerarla come il suo campo di lavoro insieme a' suoi fratelli, a beneficio dei quali egli dovrebbe consacrar tutto sè stesso. La vita è missione, o non è che il risultato eli fenomeni ciechi, prodotti da forze parimenti cie· che, e destinati a sperdersi per sempre un giorno sotto l'impero d'altri fenomeni, che opreranno a danno dei primi. Dalla soluzione di questo elilemma dipendeva tutto l' avvenire filosofico per Mazzin i; ed egli, come vedemmo, dalle aspirazioni del suo animo, dalla storia dell' umanit't, dallo spettacolo della natura, fu portato ad atfermar la prima parte del dilemma e ad escludere la seconda; e allora la base della sua dottrina era trovata; tutto il resto non deveva essere che una conseguenza, un logico risultato . Dedicare tutta la sua esistenza alla predicazione di quella dottrina e all'azione che per essa gli veniYa comandata; suscitare tutte le facoltà de' suoi fratelli di patria acl incarnare la legge di progresso; incitarli ad unirsi a lui affine di creare in mezzo alla loro nazione quella Associazione R epubblicana, che solo sarebbe capace di condurre all'applicazione di quella legge ; combattere per questo scopo fino all' ultimo di sua vita; soffrire patimenti d'ogni guisa; essere calunniato, frainteso, maledetto piuttosto che rinunciare all'ideale dell'anima sua, alla. verità che dopo lunghi -severi studi e meditazioni era apparsa alla sua mente: ecco la missione della sua

13 vita, ecqo l ' incarnazione fatta da Mazzini della propria filosofia, c.he, se la vita non è opera del caso, ma com'egli fermamente credeva, esce da un essere intelligente sovrannaturale, padre supremo dell' umanità, s'innalzerà un giorno al di sopra di tutte le scuole filosofiche es isten t i, e vincendo lo scet ti cismo che si è oggi insinuato, avvelenan · doli nei cuori, e struggendo l 'anarchia morale e il ~ateriali mo pratico di cui è fatta preda l'o· dierna società, conforterà in una associazione di pensieri, d' opere e d' aspirazioni i popoli della terra; spargerà sul cuore dell' uomo il balsamo d'una calma soave e cl' una deliberazione t ranquilla e serena, ma solenne, che lo farà guardar con un sorriso alla morte, mentre aumenterà pur in lui l'attaccamento e l ' affetto alla vita; e lo conforterà nei dolori e Belle angoscie, che per l'individuo non scompariranno mai dalla terra, col pensiero di saper consacrata la sua esistenza ad un l avoro prezioso ed utile alla intera società. In. uno scritto eli Giuseppe l\fazzini su l Fausto di Goethe, Egli, dopo d'aver accennato ai dolori ed ai pericoli in cui il Genio si t rova immerso quando vive isolato, e non ha un affetto predo - minante a cui ri~olgere t u tte le sue potenze di mente e eli cuore, sì che spesse volte non gli ri · mane altra scelta che tra il vizio e l a mor te, cos ì prosegue: «Ma v 'ha un a ffetto puro quanto l'amor figli ale, vasto quanto l ' universo, sublime quan to il pensiero di Dio, che nell ' ente in cui vive occupa tutti gli istanti, commove ogni fibra santifica ogni pensiero ; un affetto, che, fonda t~ sull e leggi eterne della na t ura e riproducendosi sotto mille forme, può bas tare a una intera esi-

14 stenza. E potrà logorare o distruggere a,nch'esso l'uomo dove non sia soddisfatto; potrà sovente piombarlo dalle immagini rosate della speranza all' agonia del dolore, dall' Eden all' inferno; ma nel dolore vivrà un pensiero, che afforzerà l'anima contro i colpi della fortuna, e un sentimento di nobile orgoglio farà parer men duro il soccom· bere. - Questo è l' affetto che può solo salvar l'anime della tempra di Fausto dal regno di Me· :fistofele. » Ma quel che Mazzini disse pel genio, è anche pel comune di tutti gli altri uomini. Guai a colui che non ha un affetto a cui dedicare la propria esistenza, l' opere proprie ed i propri pensieri. La :filosofia soltanto potrà salvarlo che ha per fon· damento il Do1:e1·e e er guida l 'amore dell'urna·· nità ; quell'amore, cioè, che Mazzini giustamente affermava essere il solù, " che possa salvar l'a. nime dt lla temp1·a di Fausto dal regno di Me- (ìsto(ìle. , Eoo.Hwo Bor. J.A ZY.;r.

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