Edoardo Bollazzi - Della filosofia religiosa di Giuseppe Mazzini

7 -essi diventava un povero impercettibile atomo unicamente, le cui t.zioni non possono avere nè senso nè valore, in questo grande t ramestio di -forze, che Universo ha nome. Entusiasmati delle ·splendidezze 0he tutt' intorno acl essi trovavano, ·cadevano in preda, se buoni ed amanti, ad un pro· fondo dolore, al pensiero che così poco valore avesse l 'uomo al cospetto eli quelle; o si cullavano, se t iepidi od egois t i, in un placido scet ticismo, e nel tranquillo godimento dei beni, che offre la terra. I secondi, invece, guardavano alla terra come a sede eli lavoro· e le bellezze offerte dalla natura le consideravano come stimolo a più fare, ad arl'icchire più sempre il pa trimonio di sapere ed opere, che gli individui privilegiat i d i genio e di virtù consegnano alle generazioni, perchè que3te lo trasmettano, onde venga accresciu to, alle generazioni future. Per Mazzini la contempl azione dell 'universo non fe ce che accrescere l a sua fede in una missione dell'umanità, in un fine alla sua vita terrena, a cui già l'esame della storia l 'avea condotto. Innalzandosi al di sopra d ' ogni min~ziosità anu.litica, e abbracciando d'un solo sguardo tutto quanto il cammino percorso dalle razze umane, il quadro sin t etico dei loro sviluppi e dei loro perfezionamenti, Egli trovò che una gran l egge, invisibile, ma fatale e irresistibile, governava l'umanità nel suo svolgersi e moltiplicarsi SLllla terra; una legge che le imponeva di avanzarsi più sem· pre verso un fine, che le è ignoto, ma in dinzione del quale, come l'ago calami tato che tiene costantemente volta la sua punta ad un dato _segno

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