G. Ippolito Pederzolli - Da Custoza a Lissa

- 9 il numero delle battaglie, il giorno e le condli. ioni òef· la pace. Questa forza latente, questa mano ghiacciata, questo genio malefico è il goveeno della monarchia, ehe entrato in campagna, coll'idea prccon~etta di farsi tosto cedere il Veneto, (l'Austria lo arrcbbe ceduto '· anche die lro una seonfitta, come lo fece ùopo una vittoria) aveva.. per cosi dire, calcolato il nL1rnero delle cartucce che dovevano abbrucc.iarsi, risoluta ad accettare la pace appena offerta. L.. allro di tali fatti, che risulta dai diversi e sanguinosi episodi della campagna, è l'assoluta inscipienza dei generali della monarchia, c la grettezza stitica dell'organizzazione dell'esercito e della flotta. Il primo di tali fatti riguarda la volontà, il secondo la capadtà: nella volonta, o nelle intezioni, come meglio piace; H governo della monarchia ~i mostrò e~ goisla sino al ribrezzo, vigliacco Hno aU'abiezione: di fronle alla capacità si mostrò così diseredato d' ingegno, d'aver saputo far ridere l'c3tcro, anche sulle sanguinose giornale di Cnstoza e Lissa. Vigliaccheria ed impotenza, ecco i due estremi della condotta della monarchia nella recente camp3:gna. Basta soffermarsi anche leggermente ad analizzare di volo Ja genesi il principio, lo svolgimento e la fine della guerra, per convincersene senza esitazione. Lo spirito d'altronde con cui la monarchia si gettava nella guerra, fu fatto manifesto dallo sciagurato contegno del governo verso i volontari_, rappresentanti l ' elemento na.~ionale. c :"J i ignora l'ayversione biliosa,

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==