G. Ippolito Pederzolli - Da Custoza a Lissa

-8c la monarchia la vince su LuLii: la espressione tlcl !)Otere di un individuo c di una famiglia pesa più che H potere dell'intern. Italia: l'uno \ince i milioni. Dove è adunt1ue questo equilibrio tanto vantato dei poteri ùei sistemi costituzionali·? . ·Passiamo a una breve c succosa esposizione dei fatti: vediamo se noi affermiamo il vero: noli come sono a tutti , basterà accennarli: vi sono dci nomi e delle date, che tlicono .più di interi volumi: sono questi nomi c queste date che .noi evochiamo, ed é la Iora logica ine::>orabile che noi opponiamo aHa logica del poco scrviuoramc, che cercherà, con improvvìso voltafaccia, lenire . il ~so delle colpe del governo monarchico, non potenHole giustificare. La infelice c·ampagna dalla quale usciamo colle ossa peste~ c colla faccia livitla di sangue c di vergogna) va considera~ ta per maggior chiarczz11 nel suo insieme, e nei suoi episodi, nella sua sintesi, c nella ~ma analisi. È allora che noi vedremo scaturire due fatti della più alla gra - Yità, e che bastano da soli a condannare inapellabilrnente il vero, il solo autore della tragedia, alla quale assistettero trecento miia uomini in mezzo al fumo c al fuoco delle battaglie, e venti milioni di c1lladini , nelle cento ilaliche citta ! Osservando con uno sguarùo sintetico' l'insieme, il complesso della campagna, vediamo tutti essere fatalmen te, inesorabilmente.condotto da un genio malefico, da una mano ghiacciala che prima ancora dello ::;<·oppi•J delli.l guerra aYCYa fun~ c delcnniu;.l.tu le nw~~e ,

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