G. Ippolito Pederzolli - Da Custoza a Lissa

-7hc nobilo c superba è l' indirizzo del munlcjpio di Genova) bisogna pur cof.lchiudere, che il governo non ebbe nemmeno la precauzione di mettersi l~ masd•Pra. - Ma ,e questo governo che si oppone aHo s:'"1 .. ('io del pac ·c, che imbriglia i capi d eU' esercito. che a;~ fama i corpi volontari, che compromette l'onore d' Italia ~h i è egli·? Forse il gabinetto Ricasoli1 No: Y Italia sa quali furono gli sforzi del barone per spingere a un'azione piu audace: senza di lui non si sarebbe forse neppure occupato il Veneto: ce lo avrebbe consegnalo gcn tilmente la Francia. Quale è adunque qaesta forza ribelle misteriosa e onnipotente, che la vince sul voto unanime della nazione, sul voto dell' esercito, sul voto del ministero, sull' onore del paese? È il governo della monarchia: - che importava ad essa ' della maestà calpestala della nazione, dapoichè l'Austria aveva ceduto alla Francia un:altra foglia del carcioffo a lei destinato? Che importava al governo della monarchia dell' ira dol paese? Il governo della monarchia sapeva che la Venezia era sua, e poco gli caleva del resto: pen~a forse la meritrice, che il pane che mangia è comperato al prezzo della sua infamia? È questo un fatto cosi eloquen le, una lezione così severa, che l'Italia sarebbe indegna del nome ùi nazione civile se non comprendesse e l' uno e ì' altra. Da una parte sta unanime il paese, l'esercito, il ministero che vuole arditamente un·azione seria, vigorosa: dall' altra il goYcrno delln mon :n·c !Ji~ che Ynolc srcnderc a p'1 t li:

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