G. Ippolito Pederzolli - Da Custoza a Lissa

-Gprr scuotere la frcùùezza del re e comprometterlo, matgraùo la minaccia a lui fatta: Sirel La corona d'Italia pesa più che quella del Piemonte, la monarchia inceppò, incatenò i movimenti di Cialdini, di Garibaldi, della flotta: sul fuoco dell'entusiasmo essa gettò r acqua della infingardaggine, della diffidenza, della inerzia: mentre 1'esercito arde d' impazienza di gettar~i sull'lstria c sul Trentino, h monarchia con orùini! contrordini, esitazioni lo costringe a fare una passeggiata militare umiliante attraverso alle città dòve non esistono austriaci: il quadrilatero rimane incolume, Venezia non è attaccata, l'Istria non si tocca, la flotta si manda ad impadronirsi d'un' Isola fortissima e inutile, e Medici entra nel Tronlino alla vigilia dell' armistizio ; dal 24 Giugno all' armistizio si aveva un mese di a~ionc libera c vigorosa , e questo mese fu impiegato a baLLere la testa di ponte di Borgoforte; e aù impaclroniesi delle ac~ que di Lissa. Li ozi eli Capua e la diffidenza del senato di Cartagine rovinarono Annibale: gli ozi di Ferrara o la diffidenza della monarchia rovmarono all' estero l'onoro d'Italia. L' unanimita della 8tampa italiana, nel qualificare di colpevole o di infame il procedere del gorerno è un fatto di gravo importanza: quanùo gli organi più temperati del paese giungono a parlare di tradimento di viltà di inettezza, e a condannare con robuste pro.. Leste il sistema; quando i municipi conservatori giun. gono a. fare delle intimazioni al re, che un' intimazio·

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==