G. Ippolito Pederzolli - Da Custoza a Lissa

h Trebbia, del Transimcno, (li Canne non vinsero Ro· n1a 1:opubblìcana: a un duce vinto os~ a no opponcra un altro, e il caxallo di. Annibale, che aveva percosso colla sua zampa tutti i campi d' Italia, fu vi::;lo fuggire sanguinoso più tardi sui campt di Zama. Fn colpa di pessima organizzazione delle armato'? No: nn pugno di ciaHruni parigin i, senza org1nizzazione, scnzél fucili, senza scarpe Yinso a Jemappes lo ;lrnrate ùel dispotismo. Di chi dunque la colpa ~? Lasciamo per Dio una ' 'olLa per sempre in dispartù le roticonze e le ~ezze parole, o parliamo con franchezza: wolli vedono, molti intuiscono molli sentono qua"i istintivamente la verità, eppure cercano di ingannare so stessi e ui nascondersi la ~toria: cer li idoli non si vogliouo spezzare: sono iùoli di fango, eppure si vogliono tenere sulli altari: destano il riso la nausea o H disprezzo, eppure- si tollerano, non sappiamo se per codardia, 1 o per calcolo~ come Luigi XVI che fu tenuto per ùue-" anni nell'anticamera del carnefice di Parigi, e andò al patibolo, passando trionfante lJOChi mesi innanzi per la piazza eli Marte_, acclamalo salvatore della Francia, si vuole oggidi costringere l'Italia a trascinare ai suoi piedi un cadavere che pute e la inciampa. Di chi adunque la: colpa?. - Della monarchia. Fu la tiwnarchia, che soddisfatta dell'augusto regalo dr.I- }a Venezia, tentò con mano di ghiaccio di arrestare l'impeto irrompente della. nazione che correva alh ri~ross:-t 1li Cnstoza. M:-~lgrado gli sforzi eli Ilira.~.olL

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