Vita fraterna - anno I - n. 8 - 15 agosto 1917

262 VITA FRATERNA mavano i suoi « voli ingiustificati di fantasia ». Ma Ayrton sapeva invece che quei voli erano reali, lo sapeva con altrettanta certezza nei momenti in cui ascoltava sorridendo gli attacchi dei suoi sapienti colleghi, come ora in cui si appoggiava tranquillamente e senza subire opposizioni alla sua propria invetriata. Ed era in questa specie di « visione » iÌt questa attitudine a « librarsi » eh' egli si avvicinava di più a sua moglie. Margaret sarebbe stata soffocat3: da uno scienziato privo di e visione > - non era archeologa - la sua vita. era nel presente, non nel passato. Ma John, in forza della sua qualità « vitale », la faceva spesso vibrare nel fare le sue descrizioni di epoc~e da lungo seppellite, - quando, con un misto affascinante di scienziato e di veggente, mostrava, come solo un grande storice può fare il filo di continuità che collega un'epoca coll'altra, aggiungendo alle ricchezze del presente tutto ciò che può spiegarle e corroborarle coll'evoluzione del passato. Questa era la sua visione ed il suo mondo ed egli Io dominava in modo maestro. Margaret, sensibile com'era ad ogni realtà, non provava difficoltà a parteciparvi calorosamente. Non poteva_ portargli cognizioni tecniche e però, il vederla infiammarsi, era per Ayrton il segno più sicuro di essere riuscito e fare ciò che desiderava, come pure, il vederla rimanere insensibile, era per lui il segno più certo di -aver sbagliato. Sul piano più profondo del suo lavoro, il piano vitale - Ayrton si era abituato da tempo ad impiegare sua moglie come il critico più sicuro. Una volta, infatti, le aveva detto r~dendo eh' essa era il suo e barometro », in quanto egH sapeva subito per mezzo suo su qual piano egli lavorava. Margaret, dapprima, aveva sorriso di piacere a questo confronto, ma poi il suo viso si era presto rannuvolato ed aveva detto un po' melanconicamente: « Oh, John, come vorrei che tu pure mi servissi di barometro ! > . Quel discorso tornava ora in mente ad Ayrton mentre, appoggiato alla finestra, ricordava le molte volte che sua moglie era stata lì pure vicino a lui, partecipando alle sue visioni. Sì, era vero - Margaret entrava nel suo mondo e lo arricchiva, ma egli non poteva ugualmente entrare in quello di lei. E però non· poteva dirsi onestamente. che questa incapacità derivasse da malvolere o da vero e proprio egoismo sia segreto che palese per parte sua. Aveva sofferto. più volte di questa incapacità nel vedere sua moglie ritrarsi entro silenzi ch'egli avrebbe voluto indarno penetrare. Gli sembrava di perderla in quei momenti - aveva come il senso terribile che lo spirito di lei gli sfuggisse e lo lasciasse con una pura om- .,,. Biblioteca Gino Bianco . I

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