Vita fraterna - anno I - n. 8 - 15 agosto 1917

VITA FRATERNA 261 sera, quando erano regolarmente se pur senza etichetta in casa per i loro amici, inglesi, tedeschi, italiani, professsionisti e buon numero di a'ristocratici si riunivano libefmente nel piccolo appartamento della via Monte Tarpeo. Ed è bene notare che non solo nè unicamente la notorietà di John come scienziato aveva radunato loro d'intorno quel1' interessante circolo, e neppure le poche buone presentazioni ch'egli e Margaret' avevano portato con sè venendo a Roma per la prima volta. Giacchè, in Italia, le presentazioni non rappresentano quella tal cosa bastante a tutto come in Inghilterra. Vi procureranno, è vero, delle cortesie iniziali, ma se i loro detentori si dimostrano noiosi, non si sorpasserà mai il primo stadio della · conoscenza. La monotonia è un peccato imperdonabile per un latino e, chi ha questa reputazione, a meno che non occupi una posizione ufficiale, verrà gradualmente messo in disparte, benchè la grazia colla quale ciò avviene possa nascondere a molti il fatto. Ed anche il mondo ufficiale non può esimersi da queste leggi non scritte, giacchè lo stato di ufficialità può essere altrettanto efficace nell'aprire che nel chiudere le porte. In Italia è la personalità che C(?ntasoprattutto - e ~ola apre le porte della vera intimità presso gl' italiani. E solo perchè gli Ayrton avevano soddisfatto ciascuno a modo suo a quel requisito, - godevano del circolo che si· riuniva ora intorno ad essi a Roma. Ma da che questo circolo, per qualsiasi causa si era radunato loro d'intorno, Ayrton non si era più fatto scrupoli di coscienza riguardo l'alloggio che aveva scelto nel vecchio piuttosto che nel nuovo quartiere di Roma, il quale· ultimo· sarebbe stato preferito da Margaret. Si alzò ora dalla scrivania, come faceva spesso lavorando e, accostandosi alla finestra, vi si fermò a guardare giù sulla scena che aveva per lui tanto · significato. Cosi, -appoggiato com'era alla vetrata, qualcosa della !qualità dell'uomo, tanto fisica che morale, si rivelava chiaramente. Alto e di spalle larghe per natura, Ayrton, per le sue molte ore di lavoro a tavolino, aveva pure preso un poco della posa sedentaria. Qualcosa della sua inconvenzionalità appariva dalla barba folta e fortemente appuntita che portava a dispetto dell'uso corrente. Ma la nota dominante dell'uomo era data dai suoi occhi di sognatore che scrutavano ora ardentemente la scena che si stendeva loro dinnanzi. Ayrton era storico ed archeologo insieme, ma propendeva maggiormente alla storia ed aveva soprattutto , la facoltà di « visi on~ ». Quest'ultima attitudine gli era spesso costata cara fra i suoi colleghi meno intuitivi e che si erano spesso adirati contro ciò eh' essi chiaBiblioteca Gir.10Bianco

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