Vita fraterna - anno I - n. 8 - 15 agosto 1917

254 VITA FRATERNA ineffabili timbri delle voci angeliche e la mamma di Orietta pensa ad altre messe, ad altri mistici banchetti che tra le nevi eterne o sulle aride petraie un'altra musica accompagna ... Orietta è stata sul punto 'di piangere e non ha pianto. La sua mamma sì. Poi la bianca ghirlandetta e il vasto cappello nero si sono accostati lungamente, e la sommessa esultanza di una celebre pastorale ha portato su su ringraziamenti ed invocazioni. A cerimonia finita un lieto rimescolio si forma intorno alla piccola eletta. Ma essa ha una cosa da dire prima di chiudere la sua orà mistica, prima di tornare alla fiorita spensieratezza dei suoi nove anni. Si alza in punta di piedi, tutta accesa sotto il velo ricomposto: - ... Anche pei nostri nemici, non è vero, mamma, perchè la colpa non è dei soldati, ma di quei due imperatoracci. * * * Pomeriggio, serenità sontuosa. Sul placido andare del vaporetto par che spirino le brezze del largo. Però il sole di Penteéoste non ischerza ed Orietta ricovera ali' ombra, sotto il sedile, il cesto delle caramelle. - Mamma, ti pare, che basteranno? Adesso che si è ricominciato a combattere l' ospedale sarà pieno. . .Non è pieno. Anzi le immense camerate, i portid conventuali appariscono, al confronto delle altre volte, spopolati. « Abbiamo avuto l'ordine di sgombrare il più possibile, spiega il colonnello. Quelli del fronte trentino sono diretti altr.ove. Ma noi dobbiamo tenerci pronti per la ripresa sull' Isonzo e sul Carso. > (L' Isonzo, il fiume sacro, il· Carso, l'altare pietroso avido di olocausti..~ Che cosa dovremo fare noi, non colpiti, noi serenamente superstiti, che cosa dovremo fare, dopo, per essere degni? ...) Il vestitino bianco si aggira tra i gruppi dei convalescenti, si accosta ai pochi letti occupati che una ignobile e provvida carta moschicida sormonta. Ecco, ali' ingresso della sala dei gravi, suor Maria. Di gravi veramente non ce n'è che uno, sorretto da· quattro' cuscini, arso dalla febbre; una povera faccia quasi infantile, un gesto affannato di mani che brancicano un fazzoletto contadinesco, un tremulo stralunar di pupille. Orietta osserva, con le caramelle in mano, perplessa. Suor Maria ne sceglie una di limone, la posa tra le labbra violacee. Orietta osserva, intuendo il vero, senza frivolezza e senza terrore. Si parla molto della morte da quando (ed è già più di un Siblioteca Gino Bianco

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