Vita fraterna - anno I - n. 8 - 15 agosto 1917

VITA FRATERNA 25.3 . IL GRl\N GIORNO BOZZETTO - Mamma, sono buonina ? - Si, tesoro. E devi essere sempre così. Candore di vesti e d'anima, fervidi desideri confusi, monelleria repressa, rosee guance e belli occhi cerulei sotto il velo. - Si può? ... Buon giorno Orietta, prendi. - E' l'amichetta grande del piano di sotto che offre un mazzo di rose e di garofani bianchi. Cosi la bambina sembra una piccola sposa. Scende·cauta, per non sciuparsi, varca il ponte in una zona di sole, svolta nella cane taci- .turna, ombreggiata di glicini e spioventi. Il velo nuovo si espànde, di sotto la ghirlanda di fiorellini bianchi, a pieghe un poco rigide, le belle gambette procedono con passo misurato e solenne. * * * - Eccoci, Or~etta. Nel nome del Padre ....• Mani esperte hanno svegliato l' organo .ad insolita ora, per lei. Due amiche vestite di bianco, la signorina dal mazzo di fiori ed una bambinetta popolana più squisita di una principessina, la salutano con un sorriso raccolto da damigelle d' onore. Ecco, l'ora ~istica comincia. Il suonatore invisibile evoca con tocco leggero melodiosi spiriti austeri d'altri tempi. C'è poca gente in chiesa, e tutto ha una calma· espressione famigliare. I pensieri di Orietta un po' riposano inconsci nella musica come colombi assonnati, un po' sobbalzano e volano verso le mete più strane. « Avranno da mangiare abbastanzn i prigionieri a Mathausen? Perchè non scrive più il mio fratello di g~erra ?... Sarà stato proprio il generale Cadorna a vietare che si tengano cani in treno? Ecco l'Elevazione. Signore aiutatemi ad essere più gentile con la mia nonna. Sì, davvero, Signore. Ed anche con le donne di servizio. » L' organo tace, il celebrante si volta e pronuncia una sua modesta allocuzione ali~ « cara bambina che per la prima volta si accosta al mistico banchetto. » Orietta s' imporpora, le par d' avere mille occhi addosso, stringe i denti, non capisce una parola, e brancica i boccioli dei fiori posati davanti a lei. La sua mamma placa con un tocco affettuoso la manina inquieta. Il discorso è finitò. Il sacerdote si volta verso l'altare, apre la porticina cesellata. L'organo fraseggia cogli Biblioteca Gino Bianco

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