Vita fraterna - anno I - n. 8 - 15 agosto 1917

252 VITA FRATERNA costanza. E lo spirito vince : vince sempre : o subito o dopo terribile lotta : ma vince : ed io credo. Non nominare il nome di Dio invano!... Non vale invocare Dio per averlo propizio, bisogna fare I - Non basta dire: combattiamo in nome di Dio, e Dio ci assiste .... no .... bisogna avere profonda coscienza di combattere in nome e a sostegno della sua legge I Questa legge non ammette parole, non ammette transazione : è - la verità è da una parte, dall' altra inevitabilmente è l'errore, in mezzo è errore ancora. Nella lotta cruenta, ricca dei più inauditi sacrifici e dei più forti eroismi, tanto più forti quanto più oscuri, abbiamo da una parte lo stendardo bianco di Giovanna d'Arco, dall'altra le nere insegne di Attila; il primo infiamma le coscienze alla strenua resistenza ed alla lotta ostinata per il conseguimento dell' ideale vera vittoria, benchè difficile; le altre infiammano il sangue dei sottoposti coi canti dell'odio, col pensiero delle conquiste e ·del bottino, facendoli anelare ad una vittoria che li dimostri i più grandi, i più potenti, i più ricchi di tutto il mondo. Sarà più facile ad un cammello passare per la cruna d'un ago che ad un ricco entrare nel regno dei cieli. Dio ha compassione del ricco, di colui che lo sia divenuto o desideri divenirlo pecuniariamente, ed anche intellettualmente, o che lo sia, corpo e spirito, perchè a questo, dimentico del fine spirituale universale della. sua ricchezza, riuscirà assai difficile intendere la legge credendosene superiore o estraneo ed usufruirà degli averi con fine egoistico e coscienza gretta e limitate vedute. Le ricchezze aumenteranno: sono materia e la si può accumulare, ma l'uomo si allontanerà sempre più dalle méta, che essendo, più che lontana, assai elevata, diverrà di difficile conquista in necessario avvenire. Se i nemici nostri vincess.ero, ossia, se noi cedessimo così bonariamente, in bianco, come desidererebbero molti di coloro che stanno in mezzo, nè di qui nè di là, i nemici diverrebbero, coi possessi che hanno con le armi finora ottenuto, d'una illimitata potenza e relativa illimitata arroganza. Vae victis I ... e noi saremmo alla loro mercè legati di spirito e di corpo. Il nemico nostro ha bisogno d'essere vinto, perchè cada in lui tutto l'errore e riacquisti il senso della vera civiltà, e noi dobbiamo vincerlo con ogni sforzo, perchè la via umana ascende e per destino dobbiamo piegare, soffocare il male se vogliamo essere certi del bene che dovremo tramandare alle altre generazioni. Ten. ALDO CARPI. Biblioteca Gino Bianco

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