Vita fraterna - anno I - n. 4 - 10 aprile 1917

VlTA FRATERNA ltl « V'era qualche cosa di più in Lui, che saliva talora dal fondo dei suoi occhi· chiari, quasi essi guardassero oltre la vita per la cui gioia egli pareva fatto; qualcosa che raramente era colto da chi lo osservava, ma che nei suoi ritratti è fissato in un'espressione di gra– vità dolce e mesta. Tutto ciò che di grande e di bello l'anima sua accoglieva, si trasformava in un'aspirazione ad una elevazione, ad un atto che attendeva solo l'ora propizia per compiersi: Veduta, non nel nostro dolore, ma nella sua verità, la vita di Ernesto ci appare oggi tutta come una preparazione al suo sacrificio: alla sua vita di soldato, alla sua morte per la patria; così come le sue lettere ci si illuminano e ci fanno comprendere, con quale forza di convincimento e con quale coscienza Ernesto •si offerse. » Appena scoppiata la guerra Europea, Ernesto Begey decise di parteciparvi come volontario, ove l'Italia scendesse in campo. Entrò infatti il 15 Aprile 1915, come sottotenente di complemento negli Alpini, e dopo un breve soggiorno a Belluno e a Zoldo, venne as– segnato ad un battaglione di territoriali. I suoi soldati, per lo più uomini già fatti, Io amarono teneramente, e i loro rapporti reciproci sono pittorescamente resi dall'espressione di rammarico di un soldato, il quale, quando Ernesto Begey fu trasferito altrove, gli diceva: « Tenente, ora che va via Lei, ci par di perdere la nostra mamma. • Ma benchè il nuovo Battaglione di territoriali a cui egli venne assegnato, fosse al fronte, Ernesto Begey non si acquetava. Pensando alla sua diletta compagna, francese, gli sembrava di avere due patrie da diffendere e sentiva il dovere di fare tutto quanto stava ill lui. Egli ottenne infine di passare nel V 0 Reggimento Alpini e inco– minciò allora la sua vera vita di guerra, in un'aspra zona alpina dove privazioni e fatiche erano uguali ai pericoli. Ma egli affrontava tutto con semplicità e fortezza, sorretto dalla sola aspirazion.e: d'essere pronto a qualunque sacrificio, in qualunque momento esso gli fosse richiesto. · Dopo una breve licenza, l' ultima, dal 4 al 7 aprile 1916, Egli fu scelto a far parte del Battaglione autonomo Garibaldi. Aveva lasciato i suoi senza accennare quali pericoli lo attendessero: « Un'ombra di presentimento velò l'anima sua in quello che fu l' uI.timo distacco; ma egli riaffermava, in una preghiera e in una parola scritta in quel giorno stesso, la calma, umile accettazione di tutto il suo dovere. » Il 28 aprile alla vigilia dell'azione ordinata sul ghiacciaio dell'A– damello, dove doveva trovare la morte, gli fu offerto di surrogare un aiutante maggiore èhe mancava: « ma egli rifiutò di lasciare i soldati Biblioteca Gino Bianco

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