Vita fraterna - anno I - n. 4 - 10 aprile 1917

• VlTA FRATERNA 133 P,.arole della Dire~ione Oggi, un saluto più sentito che mai a tutti voi, Amiche ed Amici: · come una calda e forte stretta di mano che ci scambiamo dicendoci: siamo qui, e siamo pronti; e non siamo soli, ma profondamente uniti. Ecco : il sentirci insieme ci dà gioia e conforto, ci fa sentire come accresciuti: questa è la vita fraterna. Pasqua: segni in ciascuno di noi il risorgere, il ravvivarsi, il mobilitarsi di quanto c'è di meglio. Poichè ce n'è bisogno; più che mai. Ancora ciò che è stato provato nel fuoco sarà provato di nuovo: e infelice, quando l'ora della prova sarà passata, infelicissimo chi l'avrà evitata. - Pasqua: non pace ancora, oggi, ancora passione: perchè la pace di domani sia p•erfetta: non riposo di sepolcro ma vita di risorti; ma anche, la passione d'oggi, già gloriosamente illu– minata dal presentimento indubitabile della pace che ne sarà il ri– sultato per i popoli e per le coscienze: progresso di giustìzia e libertà. · A voi soprattutto il maggior calore del nostro saluto e del nostro augurio, Amici Combattenti! a voi che siete il nostro massimo orgo– glio, e la nostra più profonda tenerezza: A tutti noi, e alla rivista nostra, per oggi e per sempre, l'augurio: che queste pagine ci trovino ogni mese ciascuno, ciascuna al nostro posto, e ci rinfranchino in esso; ma se non ci trovassero là, là ci sospingano; e altri moltissimi continuamente chiamino. Fra lettori e lettrici A PROPOSITO DELLA « LETTERA DI GUERRA» APPARSA NEL N. 0 DI GENNAIO (pag. 26). Nel numero di Genna'io fu stampata in Vita Fraterna, una splen– dida lettera di un nostro Eroe morto per la Causa Santa - di un Sacerdote combattente: la lettera commuove e fa tanto pensare. Proporrei di stamparla in piccoli fogli - con aggiunte poche pa– role di riflessioni e cercare il modo di farli poi distribuire negli Ospe– dali - (specie dove v·è minore sorveglianza e rigore) - al personale sanitario affinchè fosse certo letta da tutti i Sacerdoti, a seminaristi 4 piantoni » o comunque occupati nella Sanità Militare. Di questi, pur– troppo, gran parte fa il pietoso dovere, come cosa eccessivamente pesante e noiosa - dando inoltre ai compagni l'esempio il più me– schino - per non dire peggio. Le nobili espressioni di quell'Eroe - forse, li cambierebbero ... « Se tutti avesseroagito come me solo col do- vereper fine .. ..... » quanti fanno arrossire queste parole - quanti possono dirle? Se non. è possibile fare i piccoli fogli stampati - fate che questa tetterél abbia almeno la maggior pubblicità possibile. El/a, Biblioteca Gino Bianco

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