Una città - anno VI - n. 50 - maggio 1996

I Protocolli di Sian, un falso fabbricato nel pieno della campagna cattolica contro la massoneria, hanno dato vita, per la casualità di essere stati trovati sul comodino della zarina, a uno dei miti fondanti la psicologia di massa della modernità: il complotto ebraico per il dominio del mondo. Senza i Protocolli la Shoah forse non ci sarebbe stata. Due grandi macchine propagandistiche antisemite, quella del Vaticano prima, quella nazista poi. "Perché proprio gli ebrei?", un problema non ancora risolto. Intervista a Pierre-André Taguieff. Pubblichiamo la seconda parte del/' intervista apparsa sul numero47 di Una Città a Pierre-André Taguieff, professore all'istituto di Studi Politici di Parigi. li libro cui si fa riferimento è Les Protocoles des Sages de Sion. Faux et usages d'un faux. 2 voli., Berg lnternational Editeurs, Paris, 1992. Lei si è occupato a lungo dei Protocolli dei Saggi di Sion, il libro forse più pubblicato, dopo la Bibbia, nella storia dell'umanità ... I Protocolli furono fabbricati a Parigi nel 1897-'98, in pieno affare Dreyfus, da un gruppo, metà francese e metà russo, di agenti dell 'Okhrana, la polizia segreta dello zar, capeggiati da Pierre Ratchkovsky, un agente segreto dello zar molto abile nella fabbricazione di falsi da addebitare agli esuli russi in Occidente. Non si sa ancora con precisione chi li abbia materialmente scritti; in ogni caso si tratta di più autori: il manoscritto originale francese, che fu visto da qualche testimone, era infatti scritto in più grafie, poi andò perso e chissà se un giorno veri) ritrovato negli archivi russi. Quindi, quello degli autori del testo dei Protocolli resta un problema storiografico non risolto. Nelle mie ricerche, tuttavia, non mi sono occupato tanto della redazione, quanto dell'infinito riciclaggio storico e geografico dei Protocolli. Mi interessava, cioè, sapere come un falso avesse potuto funzionare. Devo innanzitutto precisare che il testo dei Protocolli non è che una variante di molti altri testi della medesima forma e fattura che vennero diffusi in tutta Europa a partire dalla seconda metà del XIX secolo. Ci si dimentica sempre, ed è un particolare molto importante, che fino al 1920 i Protocolli erano stati diffusi solo in russo e che le tirature erano state molto basse: la prima edizione russa contò 3.500 copie, le altre non superarono le 5 mila. I Protocolli divennero un best-seller mondiale fra il 1920 e il 1945, quando furono tradotti in tutte le lingue del mondo, compresi il giapponese e l'arabo. Ancor oggi continuano a essere molto venduti in tutto il mondo arabo-islamico: se si va in un qualsiasi paese arabo, anche nel moderato Egitto, si troveranno edizioni su edizioni di questo testo antisemita, con tanto di piovra che serra il mondo nelle sue spire in copertina. Inoltre, i Protocolli si possono adesso acquistare in Russia e iA Polonia ali 'uscita delle chiese. Quindi, a ben guardare, più che di un best-seller, si tratta di un longseller. A cosa deve questo straordinario successo un testo in fondo simile a tanti altri? Direi al puro caso, dove per "caso" intendo ciò che consente l'irruzione nella storia del1 'avvenimento, del contingente, di ciò che poteva non essere: "se il naso di Cleopatra fosse stato più lungo ...", insomma. Un'amica aveva regalato alla zarina, la moglie di Nicola II Romanov, una copia dei Protocolli nell'edizione di Serghej Nilus. Nella camera dove la zarina fu assassinata con tutta la sua famiglia furono scoperti questo esemplare dei Protocolli e una croce uncinata inscritta nel vano della finestra. I russi bianchi credettero trattarsi di un messaggio e fecero credere che la zarina presentisse la propria morte. Fra i suoi uccisori c'erano degli ebrei, ossia dei "giudeobolscevichi", e poiché i Protocolli trattano dei metodi utilizzati dai giudeomassoni per prendere il potere mondiale attraverso omicidi, manipolazioni del l'opinione pubbi ica, indottrinamento scolastico, crisi economiche e rivoluzioni sanguinose, moltissime persone hanno creduto alla veridicità del libro. Lo stesso Churchill, fino al 1920- '21, fu persuaso che il complotto giudeobolscevico per il dominio del mondo avesse ottenuto il proprio scopo mediante la rivoluzione d'ottobre. Quindi, la carriera internazionale dei Protocolli comincia ali 'indomani della rivoluz\ooe. ru sa, poiché furono usa( c01)1e macchina da guerra antibolscevica. La persuasione di Churchill, come di altri esponenti dell 'establishment europeo, fu rafforzata dal lancio che nel 1920 il più autorevole quotidiano al mondo, il Times, fece del testo dei Protocolli presentandolo come la spiegazione di quel che era "veramente avvenuto in Russia", ossia la presa del potere da parte dei giudeobolscevichi. Il Times utilizzava l'immagine del serpente ebreo che avvolge il mondo, e il serpente è Satana che ritorna a Sion attraverso la rivoluzione francese, la rivoluzione bolscevica e il sionismo! L'anno successivo, però, lo stesso Times, con un lungo dossier pubblicato il 16, 17 e 18 luglio 1921, fece piena autocritica riconoscendo che il testo dei Protocolli non era che il plagio di un testo per nulla antisemita, il Dialogo agli inferi fra Machiavelli e Montesquieu di Maurice Joly, pubblicato a Bruxelles nel 1864. Si trattava, quindi, di un falso bello e buono. per dimostrarne la veridicità Henry Ford impiegò la sua fortuna Nel frattempo i Protocolli vennero introdotti in Germania, dove furono tradotti nel I9 I9, dalla propaganda dei russi bianchi, che si fuse ben presto con la propaganda nazista. Alfred Rosenberg che, essendo di origine baltica, parlava russo e conosceva molto bene gli ambienti antisemiti russi e ucraini, pubblicava nel 1923 il suo libro sui Protocolli. Fino ad allora l'antisemitismo tedesco era stato diverso dall 'antisemitismo russo, o meglio polacco e ucraino. Mentre l'antisemitismo ucraino-polacco considerava gli ebrei come il Demonio, quello tedesco era solo nazionalpopulista: seppure qualche teorico dell'antisemitismo operava la demonizzazione degli ebrei, mai vi erano stati appelli allo sterminio, mentre nell'antisemitismo ucraino-polacco c'erano, eccome!, appelli allo sterminio. Il sogno dello sterminio nasce lì, da lì viene ripreso dal nazismo. I nazisti, come ha mostrato Henry Rollin nel suo grande libro sui Protocolli pubblicato nel 1939, -e che fu messo all'indice dai nazisti non appena arrivarono a ParigiL' Apocalypse de notre temps, non sono che degli allievi delle centurie nere, dei russi bianchi che, avendo in mente l'idea dell'Apocalisse, ritenevano di lottare contro Satana, incarnatosi negli ebrei. E' possibile riassumere in poche parole il contenuto dei Protocolli? Molto spesso c'è un sottotitolo ai Pro10colli che recita così: "Il pericolo ebraico" oppure "Programma ebraico di dominio del mondo". Il testo dei Protocolli si presenta come la minuta, sottratta fortunosamente e così resa pubblica, di una serie di riunioni, tenute non si sa dove né quando, da un gruppo di saggi di Sion, di principi di Giudea, ossia di capi segreti del popolo ebraico, nelle quali viene presentato un dettagliato piano di conquista del mondo da parte delle élites ebraiche. Questo è molto importante: nel complotto sono coinvolti solo i Grandi Ebrei, ossia i giudeomassoni, i giudeoplutocrati, i giudeocapitalisti ... lnsomma, è l'élite del popolo ebreo che complotta, non il popolo ebreo nel suo insieme. Quindi, non si può dire che i Protocolli siano un testo di tipo razzista, perché per un razzista c'è continuità dall'ebreo più modesto a quello più potente, mentre i Protocolli denunciano le cattive élites che ingannano il popolo, anche il proprio. E' più sottile di quanto si creda. Il secondo aspetto importante è che i Protocolli come tali, nel loro senso letterale, denunciano l'impresa dei saggi di Sion come un'operazione di distruzione della cristianità, della civiltà cristiana. Questo è un punto estremamente importante perché mostra le origini cattoliche, e poi ortodosse, del testo dei Protocolli. Tutta la rappree che viene fatta del complotto CO mondiale ebraico preesisteva nella letteratura cattolica del XIX secolo. Come testimonia il primo falso di questo genere, la famosa lettera del sedicente capitano Simonini, che sarebbe stata inviata nel 1806 all'abate Barruel, -in realtà scritta da quest'ultimo-, ripubblicata nel corso di tutto il XIX secolo, la denuncia della setta giudaica come setta dominante tutte le altre sette massoniche e liberali era una rappresentazione molto corrente nell'Ottocento. Un terzo aspetto è la denuncia della modernità economica, politica e massmediatica, e aggiungerei anche educativa, come prodotto di un complotto. La modernità è fabbricata dalla volontà maligna di cospiratori che vogliono sostituire alla vecchia civiltà cristiana una pseudociviltà materialista, gioiosa, edonista, dominata da capitalismo, rivoluzioni, socialismo, scientismo ... Il quarto punto è l'elencazione precisa degli strumenti di dominio: in primo luogo l'indottrinamento scolastico. La critica ali' indottrinamento scolastico materialista e positivista era molto diffusa anche al di fuori degli ambienti cattolici, che ritenevano l'insegnamento laico un insegnamento in sé distruttore. In secondo luogo i giornali. Anche in questo caso i Protocolli non fanno che riprendere un fondo comune ad autori estremamente differenti: in Balzac, per esempio, si trova una descrizione molto negativa del mondo della stampa. Negli spregiatori della modernità questa viene da sempre illustrata come il regno dei giornali, delle notizie, delle dicerie, i giornalisti sono percepiti come dei declassati. In terzo luogo la scienza materialista, che vuol sopraffare tutte le altre forme di conoscenza, in particolar modo quella religiosa. Infine, le rivoluzioni, che sono lo strumento per radicalizzare sempre più la modernità: ogni rivoluzione persegue il sogno di prolungarsi ali 'infinito, di riprodursi, diversificarsi. Le rivoluzioni sono di per sé insaziabili. In breve, i Protocolli raccolgono l'eredità di tutta una storiografia di tipo pessimista sul funzionamento della civiltà moderna. Ecco perché certi esponenti dell'intellighenzia europea furono colpiti da questo testo. Ho già citato Churchill, ma ce ne furono altri come Henry Ford, fondatore della Ford, che per sette-otto anni fu un grande diffusore dei Protocolli negli Usa, mettendo la sua fortuna al servizio della dimostrazione della loro veridicità. Accettò, poi, di interrompere la propaganda antisemita non perché si fosse convinto che il mito del complotto mondiale ebraico fosse falso, ma perché la comunità ebraica americana lanciò una campagna di boicottaggio nei confronti dei suoi prodotti. Il caso di Ford è interessante perché Hitler lo ammirava: nel suo ufficio c'era, infatti, la traduzione tedesca del suo libro, L'ebreo internazionale, che nel 1920 venne pubblicato sotto forma di feuilleton sul giornale di Henry Ford, tirato in circa 400 mila copie, in ogni numero del quale c'erano rivelazioni sulle malefatte degli ebrei. Oggi, guarda caso, il libro di Ford è ripubblicato nel mondo islamico. Ford era un rappresentante del populismo agrario americano, un movimento di piccoli contadini dell'Ovest molto critico verso lo Stato centrale, verso ogni forma di centralizzazione, verso le città, le metropoli, gli intellettuali, gli stranieri. Anche se aveva fatto fortuna producendo automobili, Ford conservava quella sorta di mitologia antimoderna. A differenza del populismo russo, il populismo americano marciò sulla teoria del complotto, si trattava, però, del complotto delle élites urbane contro i contadini che lavorano con le proprie mani, che hanno un rapporto con la terra. Insomma, un complotto degli sradicati contro i radicati. Credo che in Ford la struttura mentale di tipo cospirazionista venisse da lì, anche se poi l'ha riformulata in senso antisemita a partire dal 1917-' 18, perché, e non deve sorprendere, fino a quel momento era stato filosemita! L'enorme successo dei Protocolli in pieno XX secolo costituisce un problema storiografico notevole. Come è stato possibile? Qui incontriamo il fenomeno che Ernst Cassirer aveva evidenziato nel suo ultimo libro,IlMito dello Stato, ossia il fenomeno dei miti politici moderni. Come mai in una società senza dubbio secolarizzata, materialista, pragmatica, basata sulla psicologia degli interessi, sull'ottimizzazione dei risultati, insomma in una società totalmente immanentizzata nascono e rinascono miti politici del tutto nuovi? U mito politico dell'ebreo internazionale che mira a dominare il mondo è un mito moderno. Nel Medio Evo esisteva, certo, una demonizzazione dell'ebreo in quanto autore di complotti, ma questi avevano sempre un carattere locale. E' in una città, solo in quella determinata città, che si verifica un pogrom per punire gli ebrei che vi abitano, perché "hanno celebrato un sacrificio rituale, sgozzando un bambino cristiano per fare il pane azzimo per la Pasqua ebraica" oppure perché "hanno avvelenato un pozzo" o "hanno introdotto la peste". Nessun antisemita del Medio Evo poteva pensare a un complotto degli ebrei per il dominio del mondo. Questa è un'invenzione successiva alla rivoluzione francese, un'invenzione, secondo me, di ambienti tradizionalisti cattolici. Credo, infatti, che ad aver preparato il terreno alla diffusione dei Protocolli, benché questi siano stati redatti in Francia, sia stato il Vaticano. A partire dalla metà del secolo scorso viene prodotta da sacerdoti, prelati, vescovi, tutta una serie di testi nei quali si denuncia il complotto giudeomassonico. Complotto che viene rilanciato dal Vaticano alla fine del XIX secolo, quando ritenne che la propaganda antimassonica dovesse includere il più virulento antisemitismo, riprendendo l'idea, diffusasi fin dal XVID secolo, che la massoneria costituisse una setta internazionale capeggiata dagli ebrei. ln questa visione i saggi di Sion, i Principi di Giudea, dirigono la contro-chiesa universale, la massoneria, che rappresenta il peggior nemico della Chiesa. Dunque, gli ebrei sono i peggiori nemici della Chiesa. coi demoni e coi bacilli non si discute, non si tratta, li si elimina La mia ipotesi è che, grazie alla potente propaganda ecclesiastica, sia circolato in tutta Europa un dossier che, nei cinquant'anni precedenti la pubblicazione dei Protocolli, ha dato origine agli innumerevoli pamphlet firmati dai prelati di cui parlavo prima. Si tratta di decine e decine di testi pubblicati un po' ovunque, in Germania, in Francia, in Italia, che si assomigliano come gocce d'acqua. E ricordiamoci che, certamente, i Protocolli furono tradotti in arabo all'inizio degli anni '20, ma lo furono ad opera di arabi cristiani, non di arabi mussulmani: si trattò ancora di una produzione cristiana. Dobbiamo arrivare al 1951, non a caso dopo la nascita di Israele, perché un arabo mussulmano traduca i Protocolli. Il mito della cospirazione mondiale ebraica che doveva risultare utile alla Chiesa Cattolica, le è però scappato di mano. Ecco il paradosso: la Chiesa Cattolica ha fabbricato un mito che diventerà alla fine una macchina da guerra antibolscevica e non più antimassonica. Servì per tutt'altri scopi che per quelli per i quali era stato fabbricato. A partire dal 1919-'20 i Protocolli hanno costituito una vera e propria prelegittimazione dello stenninio degli ebrei. Si è trattato in definitiva della creazione di un mito che ha spianato la strada alla Shoah, svolgendo una funzione di legittimazione, di preparazione psicologica alla messa a morte del "nemico assoluto". Con un nemico assoluto non si può transigere. non si può negoziare: non si ha scelta, non si può che distruggerlo.C'è questa frase di Paul de Lagarde, citata dal teorico nazista Alfred Rosenberg: "Non si discute con i bacilli, li si stermina". Un nemico che sia pensato come un demone o come un bacillo, patologizzato come una malattia virale portatrice di possibile contaminazione, demonizzato come una sotto-umanità negativa o demoniaca, è votato allo sterminio. Non si discute né con i demoni né con i bacilli. Ma dal dire al fare ... Si conosce ancora molto poco sui rapporti esistenti tra una messa in condizione di fare, attraverso un'azione di propaganda, e il passaggio all'atto. li problema è lì. Ci sono molte mediazioni. Non bisogna pensare che dal la fabbricazione di un testo a un genocidio ci sia una linea continua. Ci sono mediazioni, fenomeni aleatori, contingenti, che avrebbero potuto anche non esserci. Ci voleva, per esempio, un uomo come Hitler, che era al tempo stesso un grande demagogo -uno dei più grandi demagoghi della modernità- e, insieme, un vero e proprio posseduto. Da un lato, Hitler praticava quello che chiamerei "l'antisemitismo strumentale", utilizzandolo per fini razionali, per la conquista del potere, ma, d'altra parte, ci credeva veramente. Vi sono persone che sono antisemite solo strumentalmente, senza crederci; ce ne sono altre che sono dei veri e propri posseduti, senza essere dei demagoghi. Lui era entrambe le cose, un posseduto e un demagogo, aJ pari di Goebbels, di Himmler. .. Erano personaggi che allo stesso tempo utilizzavano il mito e credevano al mito. Lo utilizzavano cinicamente, ma ci credevano. Il fatto di utilizzarlo li rafforzava nella loro fede; c'era una specie di azione circolare che ne rafforzava la fede. Più attaccavano gli ebrei e più credevano che fossero pericolosi. Più uccidevano gli ebrei e più credevano di aver ragione nello sterminarli. Quindi, occorreva un Hitler affinché i Protocolli acquistassero questo valore di evidenza e veracità. Occorreva che uno Stato potente come la Germania si facesse carico di questa propaganda. Nella primavera del 1933, poco dopo l'ascesa di Hitler al potere, Goebbels, ministro della Propaganda, creò il famoso Servizio Mondiale, WeltDienst, che fu il vero e proprio centro della propaganda antisemita mondiale,diffondendo testi antisemiti nel mondo intero in tutte le lingue. Se non ci fosse stato questa potente propaganda organizzata dal regime hitleriano, credo che i Protocolli sarebbero stati diffusi in modo molto più artigianale, meno sistematico: non sarebbero diventati una macchina omicida. Sicuramente ci sarebbero stati dei pogrom, come c'erano sempre stati dalla fine del Medio Evo in poi, ma non ci sarebbero stati campi di stern1inio creati da Stati. In breve, non ci sarebbe stato il genocidio. Il complotto descritto nei Protocolli è quello di un élite giudeomassonica. Come si spiega allora che l'odio scatenato dagli stessi Protocolli vada a coipire gli ebrei nel loro insieme? C'è sempre una distorsione fra il contenuto letterale di un testo e i modi di utilizzazione, le mobilitazioni sociali, violente, fatte in nome di quel medesimo testo. Non c'è alcun dubbio che il mito del complotto mondiale ebraico sia servito massicciamente a giustificare l'idea di uno sterminio totale degli ebrei in Europa, idea che, d'altra parte, si fa avanti lentamente nelle menti di Hitler, Himmler e Goebbels. Non dobbiamo credere che la storia abbia un percorso perfettamente lineare. Prediligo, cioè, un'interpretazione funzionalista della Shoah piuttosto che una intenzionalista, credo più alla forza d'inerzia dell' ingranaggio messo in moto dai nazisti che a un programma ben definito da Hitler fin dal1 'inizio. Riconosco l'intenzione di Hitler, ma non si può dire che la Shoah fosse presente nella sua mente fin dal I 920, è falso. Non sapevano con quali mezzi, non

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