Una città - anno VI - n. 50 - maggio 1996

a Seveso minata, di natura lontana dall 'uomo e invece il parco delle Groane è stato il primo vero esempio di parco ideato per proteggere la natura, ma in un contesto vicinissimo ali 'uomo, che viveva praticamente a ridosso degli ultimi boschi, delle ultime brughiere. Quel momento di riappropriazione del territorio fatto sotto la spinta di un gruppo molto limitato di politici illuminati dell'epoca mi ha portato, con gli anni, a riavvicinarmi alla riscoperta, all'esplorazione del posto in cui abitavo. La fuga da una terra a suo tempo colpita dalla catastrofe chimica. L'insidia di qualcosa che non si vede e non si tocca. La rimozione e il risarcimento. Come la cura di 4 ettari di bosco ha finalmente riconciliato un gruppo di persone con il proprio paese. Il limite inquietante di un posto selvaggio tra le case, sorto sopra i detriti di allora. Intervista a Angela, Gemma, Laura, Damiano, Lele, Marzio della Lega Ambiente di Seveso. Angela. Invece per me Seveso è stato il disastro della capacità di mediazione della comunità scientifica. Ho seguito la vicenda della diossina molto da vicino, -perché abito a Milano e Seveso è vicinissimo a Milano-, attraverso l'opera di Maccacaro e Laura Conti. Loro, infatti, criticavano l'incapacità della comunità a operare le mediazioni sociali necessarie a supportare I' incertezza della scienza su questo evento. Laura Conti era consapevole del fatto che la scienza pretendeva che si accettassero limitazioni alla propria libertà prevedendo che qualcuno un giorno forse si sarebbe ammalato, e non si sapeva quando ciò sarebbe successo né di quale malattia si sarebbe trattato. La sua amarezza dipendeva dal fatto che non si era capaci di fare nulla per aiutare l'opinione pubblica e chi abitava qui a passare dal concetto di causa al concetto di probabilità. Questa incertezza, che ha provocato tanta paura oggi, non è ancora superata, perchéquellochelascienza sa, o che diceva sarebbe potuto accadere, non si è verificato nei modi in cui lo si attendeva. Su un territorio a suo tempo marto- ta, la consapevolezza di dire: "Io invadente in questo territorio: Ceriato dalla catastrofe della diossi- sono qui, voglio continuare a vive- sano Maderno, la Snia, Seveso, ma na il gruppo della lega Ambiente re qui", che ci ha portato a riflettere anche miriadi di attività chimiche di Seveso da anni sta portando insieme su quella esperienza, a in- che si sono insediate su un territoavanti un'esperienza originale di traprendere un cammino fatto di rio che accettava microproduzioni impegno ecologista molto attento associazionismo, lavoro, ricreazio- anche ad alto rischio. A differenza alla cura delle relazioni umane. ne, cultura, relazioni umane. del manufatto, nella chimica uno Da poco hanno preso in gestione, Laura. Lele diceva che la prima non sa cosa produce, e tuttora nestramite comodato con il Comune, reazione è stata la paura, ed è veris- suno ha coscienza di cosa si produun centro per anziani, La petitosa, simo. C'era stata la morla dei pie- cesse lì o per lo meno nessuno trasformandolo in un centro per coli animali, ma la reazione imme- vuole avere questa coscienza. Una tutti gli abitanti di Seveso. lì ci diatamente successiva fu, invece, delle più grosse diatribe resta quelsiamo incontrati. Erano presenti la rimozione perché, da una parte, la se si produceva chimica per le alla discussione AngelaAlioli, lau- la diossina è un elemento invisibile armi e quindi se la diossina era un ra Balestrini, Gemma Beretta, Da- è ·volatile, dall'altra, di fronte al- prodotto voluto o se la diossina era miano Di Simine, le/e Galbiati, l'avvertimento di una pericolosità un prodotto scoria, indesiderato ma Marzio Marzorati. così alta molti hanno reagito ne- necessario a una produzione prigandola, se non altro perché chi, in maria dedicata, magari, al! 'agriSeveso è un nome che richiama quei momenti, usciva da Seveso, coltura o ai profumi. Ecco, credo una terra segnata da una cata- per esempio per andare in vacanza, che l'evitare di discuterne, la paustrofe. Venendo a trovare voi, veniva considerato come un appe- ra, ma anche la rimozione, siano invece, si ha la sensazione sor- stato. La reazione più comune ne- dipese proprio da questo: per la prendente di un'esperienza ori- gli abitanti di Seveso è stata quella mentalità di questo territorio, per la ginale di impegno sul proprio ter- di dire: "Non è accaduto nulla". cultura di qui, le cose si devono ritorio, di assunzione di respon- Non è un caso che ci siano stati vedere. La chimica non si fa vedere sabilità diretta, personale e col- studi di antropologi, penso a Ro- e si è introdotta in questo tessuto lettiva, verso il luogo in cui si senberg dell'università di Toronto, produttivo in modo poco conosciuabita. Potete raccontarci? che hanno studiato la reazione de- to e poco chiaro. E' difficile indivile/e. Il filo conduttore che tiene gli abitanti di Seveso. Nei vari luo- duare una molecola che fa male vicine le nostre esperienze è ciò ghi dove si è verificata fuoriuscita senza fatti evidenti che portino alla eh~ è accaduto nel '76 a Seveso: la di diossina, per esempio vicino a morte istantanea di individui della nota vicenda della diossina che ha New York, a Long Island, la rea- specie umana. Mancando questo, è fatto il giro del mondo. Di questa zione della popolazione, soprattut- mancato il riconoscimento di questoria molto si è detto, e natural- to della parte femminile, era stata sta pericolosità. L'unico processo mente adesso non voglio ripercor- di preoccupazione, di allarme e di- di non rimozione che conosca, anzi rerne tutti i passaggi, però vorrei fesa del proprio corpo e del corpo di ricerca del proprio danno, èquello puntualizzare un fatto che può es- dei bambini. Qui nonc'è stato niente riguardante l'Acna di Cengio, con sere utile alla discussione: lo stato di tutto ciò e questo rappresenta un l'individuazione di 200 casi di d'animo della popolazione vent' an- fenomeno sociale, antropologico e morte per cancro alla vescica. Un ni fa a Seveso. Vent'anni fa ladios- politico, interessante da indagare. fatto, quindi, evidente. sina era per molti sevesini, per qua- Il nostro impegno di allora, -sebbesi tutti, compresi ovviamente i pub- ne all'epoca fossi molto piccola, una terra blici amministratori, un elemento partecipavo al comitato tecnico- di artigiani invasa ancora poco conosciuto. Lo stesso scientifico popolare di Laura Conmondo scientifico ebbe grande in- ti, Maccacaro e altri-, si scontrò dalla chimica certezza e difficoltà nel misurarne con la cocciutaggine, la sordità, sia la quantità negli animali, nelle p~r- pure allarmata e vigilante, del resto Questo aspetto della chimica da sone, nel sangue. Un 'incertezza che della popolazione. Il tutto era ag- una parte, e dell'artigianato dalfu rilevata dalla popolazione seve- gravato dalla non circolazione del- l'altra, è importante anche per la sina e che fece crescere di molto le informazioni, né scientifiche né nostra esperienza. Noi non cogl ieml'allarme. Si diffuse la sensazione politiche. Si può quindi immagina- mo allora questo senso delle cose di essere delle cavie in una situa- re la tensione che ci trovammo a concrete, delle cose che la gente zione non molto controllabile. Na- vivere. Ricordo ancora la sorella di vuol toccare. Ci lanciammo in turalmente, accaddero anche fatti Lele, che abita a Barruccana, quin- un'estrapolazione ideologica della molto gravi, soprattutto la morìa di di in zona B, che veniva a offrirci questione dell'inquinamento, per piccoli animali, fenomeno visibile provocatoriamente i cesti di cilie- fame una battaglia planetaria e cona tutti perché in questa zona molti ge. Avvertii un bisogno di fuga e siderammo poco le questioni di vita possedevano animali da cortile. cercai un radicamento in un altro che l'evento diossina muoveva tra Ora, a vent'anni dai giorni in cui gli luogo, Milano, che dal punto di la gente nel quotidiano. Per questo abitanti di Seveso incamerarono vista ambientale è pure più inqui- non siamo più riusciti a interagire grandi quantità di diossina, in dosi nata di Seveso, ma che, dal punto di con la popolazione. Così sono fugallora considerate addirittura mor- vista dei miei bisogni politici, mi gito anch'io. Laura citava Milano, tali, è la scienza stessa a meravi- rendeva tutto più semplice. Solo io addirittura ho affrontato un lavogliarsi del modo, per ora inspiega- dopo è arrivata la scelta, che per me ro all'estero, nella cooperazione. bile, con cui quegli uomini e quelle ha quel significato speciale, Gem- Un lavoro che solo ora sto lasciandonne hanno superato quel mo- ma userebbe la parola kairòs, di far do per ritornare a Seveso. E anche mento di difficoltà. Dopo quella diventare una disgrazia oro, e che l'attività politica, che continuavo a vicenda sono successe molte cose. ha voluto dire trovare un modo di fare, mi sembrava sempre più sraNoi abbiamo continuato a vivere vivere, di radicarsi qui, riscopren- dicata: era come se vi fosse una qui sino ad oggi e con il passare do il piacere di vivere questo terri- frattura. La politica che vivevo avedegli anni ci siamo resi conto che torio. va l'ambizione di modificare mo!- non si riusciva mai a superare quel Marzio. Questa è una zona dove te più cose, non potevo certo fertrauma. Abbiamo attraversato anni l'artigianato e quindi il fae le cose marmi a modificare solo un aspetto difficili, molti di noi hanno scelto manualmente, i mobili innanzitut- di convivenza nel mio quartiere. di andare a costruire la propria vita to, avevano una grande importanza Lo stesso disastro di Seveso, mi professionale opolitica altrove. Ma, e in parte l'hanno tuttora. La chimi- aveva portato a pensare che doveall'improvviso, una molla è scatta- ca è stata il polo produttivo più vo assumermi una responsabilità Sellerio editore Palermo Fine Secolo Collana diretta da Adriano Sofri Alexander Langer Il viaggiatore leggero Scritti 1961-1995 CO politica più grossa, che dovevano del rimettersi seduti in terra per me cambiare più cose perché Seveso è legato al ricordo-rimozione del non si riproducesse. La mia azione disastro. Infatti, il mio radicamento politica diventava più universale, nel territorio ha ancora un limite: il ma questa universalizzazione stri- bosco delle Querce. E' un parco deva col fatto che poi, quando tor- chiuso, gestito dall'Azienda regionavo a Seveso, questo paese non nale delle foreste, ed è la zona dove mi dava nulla, non passeggiavo più ci sono le vasche in cui furono al mercato, non ci stavo più, perché sepolte le carogne degli animali non avevo più conversazioni da morti, i residui del reattore che confare con chi viveva qui. tiene ancora diossina, le macerie Cos'è stato a farmi cambiare atteg- delle case demolite e lo strato di giamento? Qual è stata la molla? terra rimosso. Questo posto rimane Non so bene, ho solo un nome da per me ancora un luogo di pericolofare, forse banale, forse emblema- sità e di paura. Ci sono stata per tico, e per me significativo: Fosso accompagnare Harriet Rosenberg del Ronchetto. E' un'area boschiva che era qui per studiare Seveso, ma di quattro ettari collocata in una sono stata malissimo, facevo fatica fascia molto particolare, non appe- a camminare e a un certo punto tibile alle grandi lottizzazioni e Harriet ha capito e mi ha accompaquindi rimasta abbandonata, che gnata fuori. Allora per me il desideper di più non appartiene alla mia rio di radicarmi nuovamente in memoria giovanile, perché, viven- questo territorio, è inscindibile dal do in un altro territorio del paese, in bisogno di non dimenticare che una frazione diversa, non era stato l'evento diossina è avvenuto. Ecco, teatro dei miei giochi infantili di quella zona lì me lo ricorda precirifugio o di svago. Per me quel samente. Così come il nome Seveposto non esisteva: non essendo so per me potrebbe diventare un tracciato da strade, da vincoli di nome mantra per segnare, appunlottizzazione, non ci ero mai passa- to, un passaggio da una politica to per anni. Questo luogo era ab- determinata e dettata dal!' adesione bando nato e pieno di rifiuti e abbia- a una scommessa utopica, posta al mo deciso di accudirlo. Così abbia- di là o al di sopra del radicamento mo cominciato a dedicare meno nello spazio e nel tempo, a una tempo allo star fuori dal paese. Se politica che abbia quale punto cenal sabato e alla domenica si deside- trale il radicamento all'origine, al rava andare a Como o a Milano, luogo della madre. Vivere qui come oppure in montagna, quel luogo ci vivevo io prima, da straniera, era obbligava a restare lì: ci eravamo lacerante e un po' intollerabile. Ed presi una responsabilità. Pensare a è vero, senz'altro, che accudire un pulirlo, metterci degli alberi più luogo comporta un riordino delle belli, pensarlo in una logica ricrea- relazioni, una nuova geografia tiva per i bambini e le bambine, umana, l'uscita da quella autorefefarci un sentiero, ci riportava a Se- renzialità che noi stessi avevamo veso. In questo luogo sono poi di- creato. ventate possibili delle cose inim- Damiano. A differenza di Lele e maginabili: passarci una domenica Marzio, io, quando esplose il reatintera con tante altre persone, ve- tore, avevo otto anni, quindi il disadere gente non di Seveso che veni- stro della diossina l'ho vissuto diva lì a passare la domenica! In un versamente. Per me il disastro leposto che era una discarica si face- mesa ha voluto dire una sottrazione va il picnic, si metteva qualcosa per progressiva di territorio, vissuta con coricarsi ... "Fare un picnic a Seve- molta sofferenza. Non potevamo so", questa è stata una cosa forte ... più avvicinare la terra, non potevaE se all'inizio a spingerci era un mo più giocare all'esterno, i prati senso del dovere rispetto alle pro- venivano recintati come fossero dei prie idee, poi questa cosa è svanita campi minati,c'eranoquesti cavaied è subentrato il piacere di farlo: ci li di frisia, filo spinato ovunque, piaceva stare lì e che altri venisse- non potevamo più attraversare la ro. Proprio quel luogo, quasi per strada, entrare in un prato. Seveso incanto, ha portato con sé delle non è stato il disastro della chimica, persone, delle relazioni nuove e perché di disastri la chimica ne ha anche il nostro rapporto, le nostre fatti molti e molti sono stati silenti, amicizie sono rinate. Con Lele ne ma è stato il disastro della devastaabbiamo discusso tanto: eravamo zione del territorio. un gruppo che veniva da un perio- Vorrei dire un'altra cosa, pochissido di rifiuto, che fuggiva e che, me settimane dopo il disastro delritrovandosi, parlava a se stesso, l'lcmesa è successa un'altra cosa era autoreferente. Solo ricomin- nella nostra zona che allora passò ciando a pensare di esserci, in que- abbastanza inosservata: il 20 agosti luoghi, siamo usciti da un vicolo sto 1976 fu istituito uno dei primi chiuso. parchi naturali italiani, proprio qui, Ecco, direi che sono stati quegli il Parco delle Groane, il terzo parco anni lì, intorno al '91-'92, che mi regionale istituito in Italia. Questa hanno riportato, fisicamente e psi- idea allora era rivoluzionaria percologicamente, a casa. ché si era soliti considerare i parchi Laura. Il significato del picnic e solo come luoghi di natura inconta1. Adriano Sofri. Il nodo e il chiodo quando parla la scienza gli umani tacciono Allora, acausa di questa incomunicabilità, di questa incapacità a trovare mediazioni sensate che non escludessero l'esperienza di chi abitava qui, sono giunta a far parte di questo gruppo, perché Lele si è avvicinato con grande determinazione alla comunità scientifica di cui faccio parte. Questa, denominata Ipazia, si occupa proprio del confine fra competenza e incompetenza, del fatto che quando parla la scienza gli umani tacciono, avendo come obiettivo costruire un ponte fra l'esperienza soggettiva ed il sapere che la scienza produce. Della cura dell'ambiente non poteva fregarmene di meno, non sono stata mai ambientalista, non sono una che non inquina. Il fatto che questi della Lega Ambiente di Seveso mettessero nell'ambiente da curare anche le relazioni fra gli umani è stato il passaggio che mi ha consentito di vedere la possibilità di cercare una mediazione con la loro esperienza e fame un sapere per la scienza. Questa possibilità me l'ha confermata anche un modo di agire: per il Fosso del Ronchetto tutto nasce dal fatto che il giovane Damiano scrisse una lettera al sindaco dicendo: "Vorrei poter prendermi cura di questo territorio, vorrei poterlo pulire." Quindi non è che ha chiesto all'istituzione, al Comune, di recuperare questo territorio, ha chiesto di poterlo fare lui, non ha aspettato che fosse l'istituzione a fare e questo mi ha dato speranza che non si attendesse che la scienza parlasse e si potesse cercare di operare direttamente. Poi, Laura dice: "Arrivo sin qua, al bosco delle Querce", io, per esempio col bosco delle Querce non ho voglia di fare i conti, anche se Damiano ci vorrebbe portare le classi. Un'altra questione molto importante, se ho capito, è quella del 2. Rapporto degli ispettori europei sullo stato delle carceri in Italia, che vale anche da manuale di istruzioni per carcerieri, carcerati e cittadini in provvisoria libertà 3. Gilles Kepel. A ovest di Allah 4. Il malore attivo dell'anarchico Pinelli. S. Si allontanarono alla spicciolata. Le carte riservate di polizia su Lotta Continua di prossima uscita: Uzi Mahnaimi, Bassam Abu Sharif, Il mio miglior nemico Israele-Palestina. Il tetTorismo e la pace. Prefazione di Wlodek Goldkorn

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