Una città - anno VI - n. 50 - maggio 1996

lermo. sono ritornato. Sogno sempre di andare via dal quartiere, dallo Sperone: però non per andare dallo Sperone allo Zen. Quello che sogno è cambiare tenore di vita, mi piacerebbe lavorare e avere un hobby, fare tult 'altre cose, ma non quello che faccio per il momento, cioè niente. Ma allo Sperone non puoi far parte di qualche centro sociale? Che io sappia, non ce ne sono di queste cose. Allora come passate le giornate? La sera la maggior parte dei ragazzi se ne va nelle taverne aspinellareo al biliardo o fa una partita a pallone. Le ragazze non escono mai di casa. Quando vedono un ragazzo, finisce che si1111f1i 1i11u ("se ne fuggono"), anche a 18 o 19 anni, con tutte le conseguenze del futuro. Gli amici dello Sperone cosa fanno? Alcuni, per esempio, erano amici miei e si giocava a pallone. Tempo fa uccisero uno allo Sperone e gli deltero a tulti e tre trent'anni: Paolo, Giovanni e l'altro anche Giovanni, tulti ragazzi di 28-29 anni, stanno scontando una pena di trent'anni. Chi lo legge sui giornali li prende per killer, per assassini, ma io che li ho conosciuti so che erano ragazzi come mc. Non so cos'è che li ha spinti, forse lo hanno fatto anche per i soldi. Erano edili disoccupati? Sì, edili disoccupati. Questi non erano mafiosi? No, loro no, le rapine le facevano così. E invece, lì allo Sperone, ci sono persone che si possono definire mafiosi? Ci sono miei conoscenti che. una volta che hanno a che fare con la droga, giustamente non sono più criminali tradizionali, non sono più ladri comuni: fanno parte di organizzazioni già belle articolate. Puoi parlare di queste persone, come sono arrivati alla droga. Come ci sono arrivati? Ci sono arrivati perché, secondo me, sono stati messi con le spalle al muro. Alcuni forse se lo portano dentro di essere delinquenti, però altri mi pare che sono stati costrelti. Avevano bisogno di campare il proprio figlio: tempo fa alcuni ragazzi non avevano neanche i soldi per comprare il !alte al figlio, non avevano soldi per potersi affiliare una casa. A questo punto è facile che si arrivi a dire: "Ma a me che mi interessa di tuui? lo mi incomincio a fare denari... e chi prendo prendo". Cioè non guardano più niente. Erano giovani che andavano all'ufficio di collocamento, cercavano lavoro nei cantieri e nessuno gli dava possibilità di potere vivere. La sera io li vedevo lì: appena trovavano i soldi per potersi comprare le sigareltc, cominciavano ad andarsene nella taverna ad ubriacarsi perché non ci volevano pensare; poi, se decidevano di fare una certa strada, una volta entrati non possono uscire più perché vengono a conoscenza di tanti discorsi e devono starci. Ma com'è che si entra? Si entra perché magari e 'è quello che ha fatto tante cose, fa vedere che è uno che ci sa fare e parla con unocheègiàai vertici e quello gli dice: "Questo ragazzo deve lavorare con noi. mettilo a vendere droga per esempio". Tu hai avuto mai la tentazione? Sì, io l'ho avuta pure in mano la droga; le bustine della droga; il fumo; le pistole anche ... Solo che io sono un tipo che è contento di poco ... Ma se tu decidessi di entrare in questo traffico, loro ti farebbero entrare? A me sì. Siccome io da molto faccio sport - ma lo faccio così perché mi piace fare palestra- nella loro mente uno che fisicamente ci sa fare, sa picchiare forte, già per loro è una cosa buona ... E problemi con questi conoscenti che sono nel giro grosso non ne hai mai avuti? Con un ragazzo che adesso non c'è più, scomparso nel nulla. Avevo fatto domanda per arruolarmi nei Carabinieri e ne avevo parlato con il maresciallo. Mesi dopo, incontrai questo maresciallo allo Sperone e gli chiesi com 'era finita con la mia domanda. In quel momento, giusto giusto, mi vide un r;i~azzo che lì nella zona è conosciuto e che proprio ci sapeva fare ... Mi passò accanto con il motore, sputò per terra e mi gridò: Parri chi sbirri? ("Parli con gli sbirri?"). Lì per lì sono rimasto di ghiaccio perché non sapevo cosa fare, non gli ho detto niente anche perché sono un tipo che -se devo discutere una cosa- non lo faccio davanti a tutti. Però questo fatto poi mi comportò problemi, perché i ragazzi che mi conoscono mi hanno preso per vigliacco. Così mi sono visto costretto a chiamarlo: io non lo volevo chiamare perchéchiamarlo significavadover fare a botte ... Questo è uno dei motivi principali per cui ho sempre cercato di trovare un lavoro stabile e di potermene andare dal quartiere. E quando tu lo hai chiamato, c'erano altri presenti? Sì, c'erano altri ragazzi; abbiamo discusso, una parola tira l'altra e siamo arrivati alle mani; poi ho avuto magari la meglio e la discussione si è potuta placare. Quando succedono queste cose così, finisce in una lite: non si va oltre. Poi ci siamo stretti la mano e basta, ma ero stato costrelto a fare la parte di non passare per vigliacco. E questo poi sparì? Da un anno e mezzo si ritiene anche lui 'lupara bianca'; suo fratello è stato 'lupara bianca': avranno fatto qualcosa di sbagliato. Ma si sa quando scompare qualcuno? Sì, perché non si vede più: poi la madre lo dice, il padre lo dice. La madre giustamente fa la pazza perché non vede più suo figlio, nel quartiere si sanno queste cose; però ora si è rassegnata dopo un anno e mezzo. Ma lo hanno denunciato? In questo caso penso di sì, ma ci sono casi diversi. C'era un ragazzo di quindici anni, però pericoloso, pericolosissimo, che si chiamava Francesco. Camminava persino armato e ripeteva: Ca a vita chifazzu iu', possibilmente oggi ci sugnu e domani un ci sugnu ("Con la vita che faccio io, oggi ci sono e domani non ci sono"). Quando un ragazzo parla così, dice queste cose perché sa che lui stesso ha fatto qualcosa di terribile. In effelti poi morì con il padre, cioè per lui morì anche il padre. Una mauina verso le I O si seppe che gli spararono sopra il camion; poi si disse anche che il padre cercò di difenderlo: comunque morì anche suo padre. A pensare che BibliotecaGino 1anco con questi signori ci lavoravo, con lui e con suo padre ... Lui certo avrà fatto qualche furto, qualche bravata ... però il prezzo che hanno pagato secondo me è anche troppo enorme perché -è vero e verità- anche se uno va a rubare, non è che ci si risponde con la mafia. A me mi dispiace quando finisce un ragazzo che conosco da molti anni, un ragazzo come me, per aver fallo volutamente o involutamente del male. Secondo te, quanti possono essere i ragazzi che hanno fatto questa fine? Dieci sicuro nel quartiere dove abito. Per esempio c'era un ragazzo che poteva avere dieci anni, lavorava dal meccanico ... Dieci anni. Però un momento: lui lavorava come meccanico, quindi non è che era addentrato in queste cose. O ce lo hanno messo o ce lo hanno voluto meltere ... Un bambino! I primi anni questo stava con la droga; poi ultimamente -due anni fa- hanno dello che quel ragazzo è scomparso. Aveva compiuto già diciasselte, forse diciotto anni. Poi c'erano tre fratelli, sempre nel mio quartiere, che arrivavano da Ballarò: un cinque anni fa è scomparso Gaetano, quello più grande; Paolo sta scontando 30 anni per avere sparato al salumiere; Isidoro è scomparso ultimamente -un anno e mezzo fa- e quindi a sua madre non è rimasto più nessuno. Si tratta di ragazzi normali che lavorano, poi magari vengono licenziati, vanno e vengono dall'ufficio di collocamento, alla fine si inseriscono in giri grossi da cui è difficilissimo tirarsi fuori... Poi ci sono quelli che si arrangiano senza bisogno di entrare nella droga. Uno dei sistemi è quello della schedina di Totocalcio. Ammettiamo che un gruppelto di cinque persone realizza un 13da 250 milioni e si viene a sapere. Allora li si avvicina, gli si offre-che ne so- un 20% in più della vincita, ma in cambio devono dare la schedina: così loro si dividono 300 milioni, non più 250 (gli vengono 60 milioni a testa, anziché 50); ma chi ha comprato la schedina vincente può dimostrare di possedere legalmente 250 milioni. Con il sistema della schedina i soldi sporchi si puliscono, si riciclano: se la polizia chiede ad uno da dove gli vengono tanti soldi, lui può mostrare la schedina acquistata. Altri sistemi di arricchimento illecito? C'è sopraltulto il "toto nero": voi certo lo conoscete già, laminima puntata è 5.000 lire. Si scelgono qualtro, sei squadre e si scommette su chi vince e su chi perde; poi la domenica si vede il risultato. E chi Io gestisce? Mah! Sono in tanti: comunque questi giochi li gestiscono quelli che sono più potenti. Ultimamente ci fu una discussione perché uno del Corso Olivuzza era venuto a fare il gioco allo Sperone. Ma questo non esiste. Allo Sperone il "toto nero" lo deve fare chi governa il territorio di questo quartiere, non può venire uno di un altro quartiere. Feste per i santi, allo Sperone, ce ne sono? Soldi se ne raccolgono? Sì, li raccolgono. Vanno in ogni famiglia e chiedono un tot. E' una tassa fissativa nel senso che uno glieli dà perché così non ha problemi con questa gente. E' come quando arrestano uno dei ragazzi dello Sperone: qualcuno fa la colletta fra tutti quelli che abitano nel quartiere e ci si prende l'avvocato per difendere la causa. Oppure, se muore uno di questi ragazzi e la famiglia è povera, si raccolgono i soldi per comprarci i fiori oppure un posto al cimitero e tutte queste cose ... Se uno si rifiuta? No, se uno si rifiuta non ti dicono niente, però la voce gira e la gente ripete: Mih, ma chistu non ce 11' ha core ("Ma questo non ce ne ha cuore?"). E pizzo vero e proprio non se ne chiede, per esempio agli industriali del quartiere Brancaccio, che è lì vicino? So -così, per sentito dire- che la zona Brancaccio è una zona ad alto rischio: dicono che è governata da gente potente. E all'interno del quartiere? Il pizzo viene pagato sollo forma di favori. Per esempio c'è un panificio, viene un bambino e ti chiede 12 pani. Tu glieli devi dare perché, se non glieli dai, ti bruciano a te con tullo il negozio: se arrivano a chiederti 12 pani, significa che sono proprio disperati. E la prostituzione? Niente completamente. Ci sono drogati di altri quartieri che vengono allo Sperone? Ci sono drogati che vengono a comprare la droga: ma senza che se ne accorgano, sono subito visti e inquadrati. Comunque bisogna stare attenti a dove si meue il piede, perché il terreno è pieno di siringhe. La gente vede ma sta zitta? Sì, si fa i fatti suoi. L'altra notte, dove abito io, verso le tre di nolle, c'è stato un inseguimento fra ladri e polizia, un grosso trambusto. Nessuno ha aperto la serranda per vedere. Nel silenzio assoluto sentivo dire a un poliziotto: "Visto che razza di gentec'èqui?" e i suoi colleghi ridevano. E gli omosessuali? Quando qualcuno ha di questi problemi, è inquadrato male. Deve andarsene, cambiare quartiere. E gli extra-comunitari? Può sembrare strano, c'è un grandissimo accordo. Le persone li rispetlano: loro si vengono a vendere i tappetini oppure vengono a fare dei lavoretti e nessuno gli dice niente. Sono considerati amici, ci scherzano. Gli extracomunitari non abitano allo Sperone: vengono a vendersi le cose e, qualche volta, dopo il lavoro, si fanno la partita a carte. Vengono rispettati e giustamente, secondo me, perché è gente povera e bisogna aiutarla. E quando ci sono state le stragi del '92, che reazioni ci sono state fra i giovani? Quando fu di Borsellino, mi ricordo che stavamo giocando con le carte, seduti per terra. Arrivò un ragazzo e disse che avevano fallo un attentato a un magistrato e che c'era un palazzo tutto rotto. Ma gli altri sono rimasti indifferenti. Uno diceva: E chi vonnu? ("E che vogliono?"): secondo me intendeva dire che l'opinione pubblica di solito non s'interessa dei problemi di Palermo, non s'interessa di quanti stanno male. Quando scoppia una bomba, la Palermo pulita si sveglia e si accorge che ci sono problemi disastrosi; ma di solito ci passa sopra a questi problemi, non se ne occupa. Anzi dice di tanti che stanno male: "Arrestiamoli, sono delinquenti, togliamoli dalla circolazione". Ma come è vista la vita di un giudice? Il magistrato viene visto come un nemico, secondo me. La mafia dà pane: anche se in maniera illegale, molti ci campano. E cosa pensano dei pentiti, di Buscetta? Che sono cascittuni ("spie, traditori"). Anch'io penso che con i pentiti dobbiamo stare allenti. Forse uno fa il pentito quando si vede perso e pensa: "Se dobbiamo andare alla brace, ci andiamo lulli insieme". Non è che lo fa per un fallo morale: non esiste la moralità in queste cose. E quando ci sono elezioni? Sono venuto al corrente che molti ragazzi della mia età, a differenza degli altri anni, non vogliono stare più al clientelismo e dare il voto a don Peppino oppure a don Ciccio. Mi chiedono a chi devono dare il voto perché sanno che io conosco professori, gente che fa il volontariato, preti della San Vincenzo ... E prima che cosa succedeva? Davano il voto perché pensavano che avrebbero avuto agevolazioni, favori, possibilità di cose. Votavano democristiani e socialisti: però, mi ricordo, soprattutto socialisti. Per il sindaco non hanno chiesto niente perché hanno votato tutti Orlando. Dicono che per la città di Palermo ha fatto molto: ha sistemato tutti gli edili del D.L. 24; ha sistemato le cooperative dove ci sono exdetenuti ... - UNA CITTA' I I

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