Una città - anno V - n. 41 - maggio 1995

di un libro ovviamenle una pazzia, anche per un comunista è una pazzia, perché si nutre di una cosa che non ha nessun fondamento: di speranza. Il conservatorismo dei contadini dell'Apua e il sogno anarchico di un'umanità geneticamente diversa. Una cultura che crede nel Natale e non nella Pasqua, crede nei figli e diffida di una natura che porta disgrazie. Una cultura orale in cui la memoria è racconto e serve per dimenticare, non per ricordare dolori e rinfocolare la disperazione. Il fallimento di un maschio ormai sterile e la speranza che resta alle donne. Intervista a Maurizio Maggiani. La memoria storica non ci interessa. La memoria ci interessa quando abbiamo da passare iI lempo, ma la memoria in sé è solo fonte di frustrazioni. La memoria di un contadino è la memoria dei suoi guai, delle sue sofferenze e dei suoi dolori, per questo non può durare ali' infinito a ricordare. Della memoria, al contrario, il contadino, lo sconfitto, fa un uso molto strumentale, usa la memoria per dimenticare. Una volta ho fatto un intervento sulla memoria a un convegno di insegnanti e la prima cosa che ho detto è stata che il mio più grande nemico è "quello là" che ha passato la vita a letto. Nella cultura borghese, che, intendiamoci, è il massimo, e Proust con tutti gli altri viene di lì, la memoria, anaccatacom'èai dati, è una forza enorme, vincente, è la cultura della disperazione delle classi dominanti. lo sono quasi certo che ci sia stato un astuto disegno per inculcare la cultura della disperazione anche nelle classi popolari, perché è comodo avere le classi popolari disperate. Poi i risultati di questa mancanza di speranza si vedono: il contadino sardo, lo dico perché sono stato ultimamente in Sardegna, che costruisce la casa di blocchetti di cemento, riducendo un ettaro di terra in un desolante deserto orrendo, rinunciando a costruirsi la sua casa come sa costruirla, è disperato perché non crede più che la casa che costruisce possa essere un bene al di là di lui, per i suoi figli o per chi vuoi, comunque al di là della prima e stretta necessità di questa notte. Nessun contadino ha mai costruito una casa per la prima necessità: si sono costruiti le case in modo che durassero, la grande architettura contadina era quella. Maurizio Maggiani è scrittore e vive a La Spezia. E' anche presidente regionale dell'Arei ligure. Il libro di cui si parla nell'intervista è Il coraggio del pettirosso, edito da Feltrinelli. compagni dicendomi: "allora, te ven zu?", "a fare cosa?", "a fare l'assessore, ci siamo noi adesso". Sì, dopo vent'anni avevano preso il potere. Poi, se parli con il sindaco, ti accorgi che al mondo non c'è uno più conservatore di lui, uno tanto amaAdesso c'è questa idea che le pie- to dalle vecchiette e a cui ovviacole patrie siano un concetto di . mente anch'io voglio molto bene, destra. Castelnuovo Magra è la mia . ~no che per dieci anni è stato a New piccola patria, non ci posso fare York e a Seattle a fare il biologo niente, non posso nemmeno stare a ricercatore nei grandi centri mondiscutere se la cosa è di destra o di diali della ricerca per la leucemia, sinistra, è così. E se andassimo a ma se ci parlate non sospettate che vedere insieme quei posti, vi ren- sia stato nemmeno un solo giorno dereste conto anche voi che la gen- fuori da Castelnuovo. Ma questa è te, le case, la terra è diversa, che I' Apua. C'è gente, comunisti, anar1' anima è migliore, è più ricca. E' chici, Arditi del popolo, una gene- !' Apua, un pezzo di Lunigiana ma- razione che è emigrata all'estero, rittima molto più dolce della rivie- che è stata in Francia 40 anni, li radi qui. Non so se le conoscete ma vedi arrivare a Castelnuovo e la alle Cinque Terre, per esempio, hai prima cosa che ti dicono è: "eh, veramente un'impressione di oce- ciao, lo sai chi è morto?". Non so se ano, della fine del mondo, di una mi spiego, ma è come se fossero cosa durissima, invece lì è molto partiti ieri. Il più famoso degli Ardolce, anche se questa dolcezza è diti del popolo dovette scappare in irta di montagne di marmo. Francia, si è sposato lì e non è più Tanto perché capiate: fino al 23 voluto tornare, ma veniva a Castelaprile ero assessore del Comune nuovo tutte le estati da solo, senza dove sono nato e sapete perché? la famiglia, stava da sua sorella, e Perché c'era stata una grande novi- quando arrivava tutti per la strada a tà: dopo 50 anni di monocolore dirgli: "come va?". E' successo che comunista, la sinistra è andata in una volta, prima di Pasqua, ha detto crisi e si è formata una giunta final- a sua figlia "vado a Sarzana a momente nuova, di Lotta Continua, rire", Sarzana è sotto Castelnuovo: col sostegno del Pds e con l'asten- è venuto giù prima di Pasqua, è sione benevola dei democristiani stato lì due o tre giorni e a Pasquetta che di fronte a un sindaco non co- è morto. E stava benissimo, tant'è munista, bensì di Lotta Continua, che quando è venuto il figlio, che hanno rilevato la grande novità e si fra l'altro non parlava neppure l'itasono astenuti invece di votare con- liano, più che addolorato era estertro. Dico "di Lotta Continua" per- refatto, perché aveva lasciato suo ché mi hanno telefonato tre v~cchi padre perfettamente in salute. Nella disperata solitudine di un paesino di Lucania, una pia donna elevava un muto grido di dolore a/l'indirizzo di una venerata statuetta del Bambin Gesù. La sacra effigie era conservata da tempi immemori nell'umile cappella del villaggio e non di rado ai suoi piedi ilpopolo supplicava e gemeva. La donna invocava accorata il figliolo di Dio in ragione delle sue molteplici disgrazie, gli stanchi occhi segnati dal dolore fissi nel volto benigno del Redentore. Quello sguardo supplichevole si tramutò in sbalordito stupore quando la pia intrawide e poi dovette soggiacere a/l'evidenza che un copioso pianto aveva preso a bagnare le sante gote del Bambinello. Ella singulse e mancò. "Accorruomo, accorruomo!!!" si diede a gridare non appena rinvenne, "miracolo, miracolo!!". In breve tutto il paese era prono al cospetto de/l'eccezionale evento. Dopo i primi tentennamenti anche il vecchio ed esperto pievano dovette arrendersi a/l'evidenza e, dato telefonico awiso alla curia dell'accaduto, intonò una veglia solenne e commossa. Il bambinello piangeva, piangeva, piangeva. Quando, a notte ormai inoltrata, il sacrestano fece finalmente ritorno da certe commissioni in città ove si era attardato più del consueto, notò egli pure il dirotto pianto del figlio divino. Borbottando tra sé qualche benevola imprecazione, trovato in sagrestia l'occorrente, si diede immantinente ad eseguire un esperto quanto celere cambio di pannolino. Il Bambinello vagì, starnutì, e in men che non si dica riprese a dispensare alla devota e risollevata adunanza il suo consueto benedicente sorriso. MUSTIOLA NEGOZIO AFFILIATO Maurizio Maggiani ALIMENTI NATURALI di PATRIZIA FERRARA viale Il GIUGNO, 62 tel 53063 Prodotti freschi {pane, biscotteria, torte, pizze, eccetera) e confezionati frutta e verdura biologica alimenti macrobiotici integratori alimentari B ~~~~~· ~r------½-' Questa è la piccola patria. Lo so che è un'idea un po' conservatrice, ma noi siamo contadini e i contadini sono conservatori, non c'è niente da fare. I contadini credono al Natale non alla Pasqua. Mentre scrivevo il romanzo che è uscito adesso ho dovuto ristudiare un po' le cose della fede, della teologia, e mi sono messo a riflettere su questo fatto: qual è la vera grande festa della cristianità? E' la Pasqua, ovviamente. Se Cristo non resuscitava non era davvero figlio di Dio. La venuta è una specie di preambolo. Invece la mia festa è il Natale e anche il popolo, la plebe, ha la sua festa a Natale. La Pasqua è una festa borghese, a Pasqua tutti vanno in gita, ma chi ci va in gita? La plebe va in gita? "Pasqua con chi vuoi", ma te lo immagini un bracciante che va via con chi vuole? il pollone che non deve • risorgere La Resurrezione è un concetto estremamente complicato, veramente molto difficile, è un'astrazione e soltanto la cultura borghese, che è una cultura raffinata e abbastanza piena di sé, può immaginarsi tranquillamente la resurrezione del figlio di Dio, nonché la propria. I contadini, invece, non hanno il concetto della Resurrezione, il fatto che si .risorga dalla propria carne macerata non possono capirlo e dubito che potrebbe interessarli perché il contadino odia il proprio corpo perché è fonte di disastri immani così come odia la natura che gli richiama paura, terrore, malattia. Il contadino conosce soltanto la natura lavorata dall'uomo, la natura in funzione della sua possibilità di lavorare. Magari poi c'è un'ecologia contadina che è rispettosa e tutto quello che vuoi, ci mancherebbe, però nulla è più distante dalla mentalità del contadino della natura incontaminata ... Allora, l'unica idea di resurrezione che hanno i contadini è quella della nascita dei figli, e di una terra che risorge ogni anno perché, come per la nascita dei figli, nasce quello che ha seminato. Una resurrezione spontanea della terra è fonte di guai: i polloni vanno tagliati e una pianta si inselvatichisce se le lasci la possibilità di risorgere una volta tagliata. Il futuro del contadino sono i suoi figli e quindi il comandamento ai propri figli è stato quello di essere migliori. E lì è stato il disastro della civiltà contadina: hanno mandato i figli a studiare, pensavano che la scuola, lo Stato, insegnasse e invece i figli non hanno impaGROUP INTERNATIONAL rato niente. Quando i padri hanno smesso di insegnare ai figli non c'è stato nessun altro che abbia loro insegnato. D'altra parte il contadino non può fare a meno del futuro perché se soltanto potesse soffermarsi sul- !' idea che non esiste un futuro si ammazzerebbe: che senso avrebbe ammazzarsi lentamente di lavoro senza una prospettiva futura? Come quella contadina anche la cultura dell'anarchia è molto conservatrice, di questo sono convintissimo. Io conosco l'anarchia perché l'ho vissuta, ho visto quel modo di comportarsi che va dall' anarchico colto che dice: "dell'anarchia non se ne può parlare", all'anarchico contadino che dice: "ma cosa vuoi, cosa parli, ma falla l'anarchia!". Sono due atteggiamenti comunque profondamente conservatori, che vengono da una mentalità che ritiene l'umanità, questa umanità, inadeguata a qualsiasi futuro possibile, "il vaso di iniquità", per dirla con san Paolo. E se questa umanità non è degna di alcun futuro allora solo una futura umanità sarà generatrice di futuro. L'idea del progresso è un'idea comunista, non è un'idea anarchica, è un'idea positivista, è la follia positivista, per questo credo che quello comunista sia un pensiero figlio della borghesia. E' stupido, dal punto di vista di un comunista, credere in una futura umanità che sia addirittura geneticamente diversa. Infatti nel libro paragono l'anarchia a Dio e li trovo entrambi stupidi in questo chiedere all'uomo di essere quello che non è, di essere migliore. lo credo poi'che ci sia anche una data precisa del disastro: in Inghilterra nel 1636, forse a Manchester, con l'applicazione della forza idraulica ai cucchiai delle miniere o alle mariette delle filature. Lì l'uomo, direi meglio, il maschio, si è distaccato definitivamente dal creato ed è diventato uno strumento di turbativa dell'universo, potentissimo per di più. I miei contadini, i cavatori di marmo che hanno il mito dell'anarchia, del "non più stato, non più padroni", credono al lavoro non più come valore, ma solo come necessità. il che significa negare tutta la civiltà industriale che è l'invenzione del denaro come valore, e del lavoro come denaro, per cui negarli è veramente conservatore ... Dio fa la stessa operazione dell'anarchia: chiede all'umanità di essere migliore, geneticamente migliore. ma da quanti millenni glielo chiede, con risultati direi poco apprezzabili? Allora Dio è stupido? Beh. se è stupida l'anarFORLI' P.zza del Lavoro, 30/31 Tel. 0543/3 1363 Fax 34858 Corriere Executive: già consegnato. chia, se è stupido anche Dio, allora vuol dire che l'umanità merita di essere estinta, che dal punto di vista del benessere universale, dell 'equilibrio e della simmetria dell'universo, l'umanità è diventata un disturbo, un falso suono, e quindi va bene che si provveda alla sua estinzione da parte di adeguate forze fisiche, naturali o che altro. Lo dico seriamente: io spero che l'umanità si estingua se Dio e l'anarchia sono due stupidi illusi. Invece resto convinto che l'anarchia non sia stupida, che comunque ci sia una possibilità, una follia possibile. Anche questo è un pensiero conservatore, me ne rendo conto, ma io credo che ci sia una follia possibile, anzi, che ci sia il diritto alla follia di rifiutare la storia, di rifiutare la forza della storia. Il pettirosso è uno che rifiuta la storia, che rifiuta i ruoli che sembrerebbero addirittura naturali, e quindi che rifiuta di stare sotto il falco. Certo, il falco è naturalmente più interessante del pettirosso, ma in realtà, poi, i pettirossi sono interessantissimi, ne allevo due famiglie qui nel mio poggiolo, gli do le briciole, e non c'è un piccione che osi venire qui perché i pettirossi hanno un senso del territorio molto sviluppato. Qui sotto c'è un pettirosso che cerca di impedire a un signore che ha gli ulivi di andare a raccogliere le olive, è assurdo ma il pettirosso non ha paura di un uomo. Così anche gli abitanti di Carlomagno (è il paese protagonista delle vicende narrate ne Il coraggio del pettirosso. N.d.r.) si rifiutano di accettare il dominio di Roma e la sua clemenza, la sua civiltà, e per questo vengono sterminati. Però qualcuno dura sempre, magari rotto ma dura, dura all'infinito e dura nella storia, è successo davvero, e succede ancora. il racconto .. e sempre un anestetico Ma con che coraggio vai a dire ai contadini del Chiapas che sono scemi, noi viviamo in un paese dove ci sono almeno cinque o sei maitres à penserdella sinistra che hanno speso del tempo per dire che i contadini del Chiapas erano scemi perché non avevano capito che la storia gira dall'altra parte. A parte che poi tanto scemi non mi sembrano e poi, come ha detto uno di loro. potranno almeno scegliere come morire? E' un diritto almeno questo? Una cosa che io come anarchico sostengo è che il gran finale ancora non r abbiamo visto e quindi sostengo il dirillo al rifiuto. che è Ma tornando alla memoria: io, mio nonno, mia nonna, mia zia, mia madre, i miei fratelli, quelli che conosco abbiamo sempre fatto della memoria un uso strumentale. Ed essere andati a scuola non ha cambiato questo senso di strumentalità. lo ho imparato a scrivere da mia nonna, che "ha fatto il terzo libro", come lo chiamava lei: primo libro, secondo libro, terzo libro. Diceva così perché ogni volta che imparava una cosa strappava la pagina e la buttava via perché l'aveva imparata, quindi quella pagina non serviva più. Un uso strumentale della memoria cosa significa? Significa che la memoria è sempre racconto e la struttura del racconto contadino è onirica, è spiraloide anche dal punto di vista della tecnica perché il materiale lo elabori mentre lo svolgi. Non ho mai sentito raccontare la stessa cosa. Un certo racconto l'ho magari sentito mille volte, ma non è mai stato lo stesso perché si piega la memoria ad ogni occasione, ad ogni ragione che serva a togliere un po' di dolore. Il racconto è un anestetico, sempre. I lizzatori, li avete mai sentiti? Perché si lizzano? Perché si canta quando si lavora? Per lenire il dolore. confondo la fatica con il dolore, ma tutto sommato non credo di sbagliare. Raccontare è un anestetico, l'anestetico più a buon mercato che esista. La memoria di "quello là", invece. serve a rinfocolare il dolore, a riattizzare. a mettere il dito nella piaga. E' sempre così, anzi, lo si apprezza per questo, perché mette a nudo ... La cultura dei contadini era tulla in questo uso strumentale della memoria, nella cultura orale in cui • Dovepuoitrovare: . . Erboristeria, Alimentinaturali, Verduredemeter e biologiche, Prodottifreschi, Fitocosmesi In un nuovo ampio locale in via GiorgioRegnoli,67 - Forlì tel. 0543-34777

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