Una città - anno III - n. 22 - maggio 1993

di ,noi e di altri Del diballito di Firenze su "xenofobia e razzismo", nel numero scorso abbiamo pubblicato la parte sulla ex-Juguslavia. In questo numero riportiamo, sul problema del- /'immig razione in Europa e della xenofobia, l'intervento di Cohn Bendit, autore, insieme a Thomas Scmidt, del libro intitolato "Heimat Baby/on". Sono contro l'emigrazione. Credo che l'emigrazione sia una del lecose più terribili che esista oggi al mondo. Cosa vuol dire emigrazione? Emigrazione significa che delle persone sono costrette a lasciare la terra dove sono nati per andare a lavorare e a vivere lontano, perché nel posto dove sono nati non possono lavorare né vivere. Questa non è una situazione da di fendere.Equelli che dicono: "noi siamo per l'emigrazione" sono stupidi perché certamente stanno difendendo un mondo inegualitario, un mondo dove c'è un centro di bene e una periferia di male. Questo è il primo punto da pensare. Il secondo punto è che, di fronte a un'emigrazione che evidentemente esiste, la tradizione rivoluzionaria, socialista, ha fatto della immigrazione lo strumento della lotta di classe avanzata dell'Europa. Conosciamo tutti le tesi secondo cui gli immigrati sono all'avanguardia nella lotta di classe nei paesi sviluppati.come laGermania o la Francia o l'Inghilterra o non so dove. Anche questo è un errore. Ma perché gli immigrati vanno in Germania? Non per dire che la Germania è male, ma per dire che loro vogliono partecipare alla capacità di vita che esiste in Germania. il tedesco cattivo per definizione Se la maggior parte di coloro che emigrano verso nord va in Germania significa che per loro laGermania è il paese più sviluppato e il più desiderabile in cui vivere. Non è che ci vanno perché è il paese più terribile! Ma questo è un problema molto difficile per uno di sinistra in Germania. Essere di sinistra in Germania porta, nella maggioranza dei casi, ad avere una cattiva coscienza, a pensare che "non si può essere tedeschi" con una storia simile, perché il tedesco è il cattivo per definizione, più cattivo dei fascisti italiani, dei fascisti spagnoli, perché la distruzione degli ebrei c'è stata solo in Germania. Ma con questa idea - che la Germania è iI punto di riferimento dell'orrore nel la storia- nessuno poi capisce perché la gente voglia vivere qui, nel centro del1' orrore del mondo. Alla sinistra in Germania, allora, non resta che pensare che se gli immigrati vengono in Germania non è perché la Germania è buona, ma perché gli immigrati stessi non hanno capito che la Germania è cattiva. Quindi bisogna spiegarglielo perché arrivino a lottare a fianco della sinistra tedesca contro lacattiva Germania. Ma questo non funziona. Perché alla maggioranza degli immigrati, -che non vuol dire piccoli gruppi, non vuol dire intellettuali- non interessa assolutamente nulla se la Germania è bene o male, quello che a loro interessa è sapere se potranno sviluppare un livello di vita economica decente, per dare i soldi alla famiglia fuori e per avere una vita normale inGennania. E tutto il discorso politico non è interessante pe~lqro. è tedesco chi ha sangue tedesco Il terzo punto è che nel mondo l'ineguaglianza esiste. E' possibile sviluppare un'idea di eguaglianza? Se noi troviamo un modo economico-democratico per aiutare il mondo cosiddetto sottosviluppato, allora servono ancora circa dieci anni per far sì che uno che vive in Africa o nell'Est dell'Europa non senta il bisogno di andare a vedere se la vita in Germania è meglio. In questo tempo abbiamo emigrazione, che po11erà a una società multiculturale, multietnica: una società, cioè, con al suo interno livelli di storie, di consenso sociale, molto differenti. Quando, negli anni' 80 o '90, un marocchino o un turco arriva in Germania ha una storia completamente differente da quella di un tedesco. Non ha gli stessi punti di riferimento di vita sociale, di vita familiare, e non voglio dire migliori o peggiori, ma solo che sono diversi. E I' attenzione politica e sociale di una società multiculturale deve essere rivolta a trovare il modo per sviluppare insieme unmodo di vivere incomune che sia accettabile dai tedeschi e dagli immigrati turchi e marocchini. A questo punto uno dei problemi centrali della società tedesca è che la definizione del tedesco è una • Disinfestazioni - Derattizzazioni - Disinfezioni B ■ Allontanamento colombl da edifici e monumenti ■ Disinfestazioni di parchi e giardini ■ Indagini naturallstlche 47100Forfi - •iaMeucc~24 (:ùlnaIndustriale) Te/.(0543)722062 Telefax(0543)722083 I Come conciliare l'heimat, che è il posto dove si vive in pace, con la babilonia della multietnicità, che fa anche paura, è la scommessa del futuro europeo. La necessità di normalizzare il rapporto della Germania col resto del mondo. Pubblichiamo un intervento di Cohn Bendite definizione etnica. InGermania per essere un tedesco, uno deve avere sangue tedesco. E' tedesco chi ha genitori o una parte di sangue che viene da tedeschi. Ecco perché c'è stata la possibilità per 15 milioni di profughi di venire in Germania come tedeschi, perché hanno antiche discendenze tedesche. Hanno diritto di venire in Germania perché la Costituzione tedesca dice che chi ha sangue tedesco ha diritto di venire inGermania. Questo complica molto le cose perché I' immi- ~~ grazione di lavoratori, iniziata alla fine degli anni '50, pur essendo diversa dal!' emigrazione tradizionale -quella verso la Russia e l'America, quella per restare- e motivata invece dalla necessità di fare soldi per due o tre anni per poi tornare via, è diventata duratura. I due o tre anni sono diventati 25-30 anni. Italiani, marocchini, turchi. jugoslavi, tutti sono arrivati inGermania con l'idea di fare i soldi e di partire, ma questa idea non ha mai funzionato. smetterla con una definizione etnica Sono rimasti in Germania e oggi in una città come Francofone il 27% della popolazione -più di un qua110 della popolazione- è costituita da immigrati. Alle ultime elezioni a Francoforte il 32% della gente che aveva diritto a votare aveva più di 60 anni. Cioè a dire che, se la struttura del la società a Francoforte fosse la struttura della gente che vota, la società non potrebbe neanche funzionare: non ci sarebbe nessuno per lavorare, per far funzionare l'aeroporto, le fabbriche, le banche. Tutta la ricchezza di una città come Francoforte non può funzionare con la struttura della popolazione tedesca che vive a Francoforte. E' chiaro che l'immigrazione rimane in Germania e che, dopo 30 anni, la seconda e anche terza generazione di italiani, turchi, marocchini che vivono a Francoforte, che sono nati qui, sono sempre stranieri, perché non hanno sangue tedesco. E allora la Germania, con questa definizione etnica, di sangue, ha una responsabilità molto grande perché formula un modo di vivere, un modo di esistenza, sulla idea della permanenza dello straniero. Uno che è nato in Germania rimane straniero fino alla morte e questa situazione provoca nella società rotture e tensioni molto, molto pericolose. gente che piange tutta la giornata Allora per noi il problema dell'immigrazione in Germania diventa il problema della definizione della Germania. Noi dobbiamo smetterla con una definizione etnica della Germania, smetterla con la definizione di una società e di uno Stato tedesco "per i tedeschi". Occorre definire la Germania come una società repubblicana, in cui ci stiano dentro lutti quelli che sono nati nel paese o da genitori tedeschi. Questa è la sola possibilità politica per accettare l'immigrazione. Questo è il punto più importante delle lolle degli ultimi due o tre anni. Se noi prendiamo questi due punti -che l'immigrazione esiste e che la Germania non ha la possibilità di avere una gestione politica delle differenze, di integrare queste differenze nel suo sviluppo storico, nella sua idea repubblicana- andiamo nel problema centrale della Germania oggi. Dopo la riunificazione, noi abbiamo visto la mobilitazione di gruppi e di una grande parte della popolazione della Germania Est che, con il senso etnico di essere tedesco, ha avuto la reazione del tutto logica di dire: "finché i nostri problemi non sono stati completamente risolti, non vogliamo avere degli immigrati turchi", eccetera, eccetera. li problema è che in tutta la Germania Est non esistevano immigrati! A Francoforte vivono più di 180000 stranieri, in tutta la Germania Est, compresi i profughi, vivono 180000 mila stranieri. lo stesso numero che a Francoforte. a Rostok vivono solo 500 stranieri A Rostok. dove ci sono stati gli scontri, vivono 500 stranieri, di cui 250 zingari, cioè lo 0,08% della popolazione. Allora il vero problema non è quello della immigrazione, ma come possa esistere, al pari dell'antisemitismo senza ebrei, un razzismo senza stranieri. Il problema diventa quello dell'impossibilità, da parte della società tedesca, di gestire l'immagine dell'immigrato singolo. Questo è per me il grande problema non solo della Germania, ma di tutto il mondo moderno. Noi non siamo capaci di dare alla gente dei punti di riferimento per superare delle situazioni complicate. I popoli del mondo moderno, capitalista, sviluppato, sono fatti di gente che piange tutta la giornata e, prima fra tutti, c'è la popolazione della Germania Est, che piange tutta lagiornata "perché loro nonhanno soldi", perché "dopo quattro anni di riunificazione il livello di vita non è quello che c'è a Francoforte", eccetera, eccetera, eccetera. Allora siamo in situazione di rivendicazione permanente nei confronti dello stato, dei politici, della gente.C'è la convinzione che la società dei consumi risolverà i problemi di tutti, prima dei tedeschi, poi degli italiani, dei francesi e se potremo anche dei turchi. Ma questa situazione non ha mai funzionato. Se oggi ci sono 3 milioni di persone che non lavorano inFrancia, così in Germania, così in Italia, siamo in una società che non ha sensibilizzazione della disoccupazione. Nella immaginazione della società la disoccupazione, la sensazione di perdere qualcosa, determina una grande paura nella gente. Se questo è vero il problema, diventa come passare da una civilizzazione della paura della disoccupazione a una civilizzazione della solidarietà. Questo è un problema difficile perché. per la maggioranza della gente, questi immigrati - pur non essendo la ragione della paura- raddoppiano il sentimento di paura, il sentimento -molto difficile da vincere- che noi dobbiamo dividere qualcosa. accettazione della paura Qui è importante trovare un discorso di acce11azionedella paura, nel senso di dire "sì, la gente ha paura" e non di dire che •'ècompletamente folle avere paura". Dobbiamo cioè trovare un linguaggio politico di accettazione della paura e dimostrare che l'emigrazione non è stato solo un problema, ma anche una necessità per la società. Eche esiste una possibilità di gestione democratica, di solidarietà, della necessità dell'immigrazione. Riuscire a fare, cioè, una politica attiva del1 'emigrazione nelle scuole, nei quartieri, nelle strade. nella cultura, eccetera, per accettare i momenti più belli dell'immigrazione, ma anche i problemi difficili che l'immigrazione comporta. Vorrei dire un'ultima cosa. La Germania non va verso il fascismo. li pericolo di rottura, a livello istituzionale, fascista autoritario è per me più grande in Italia che in Germania. Questo non vuol dire che non esistano gruppi fascisti in Germania: esistono; non vuol dire che non ci sia un sentimento di xenofobia in Germania: esiste; ma esistono anche 45 anni di tradizione democratica. anche a livello dei padroni tedeschi, anche a livello di tutte le istituzioni che fanno funzionare questa società tedesca. E se uno vuol vedere la differenza fra i tedeschi dell'anno 1945 e i tedeschi dell'anno 1993 va a vedere la differenza fra la Germania Est e la Germania Ovest. Nella Germania Est c'è il tedesco autoritario che viene da due esperienze totalitarie: il fascismo e lo stalinismo. In Germania Ovest c'è una popolazione anche autoritaria, ma dopo 45 anni di democrazia e di movimento sociale democratico, di lotta sociale e democratica. Anche per questo l'unico paese dove c'è stata una reazione di massa di una grande parte della popolazione contro i crimini dell'estrema destra è stata laGermania Ovest. Più di 2 milioni di persone sono scese in piazza. Quando c'è stato l'attacco dei cimiteri ebrei a Parigi c'erano 100.000 persone con Mitterand, ma a Parigi è una città di 4 milioni di persone o 5 milioni. Ci sono state a Monaco più di 200.000 persone e a Francoforte più di 100.000, a Berlino più di 200.000, ad Amburgo più di 150.000. Questo vuol dire che oggi la società tedesca ha una capacità di reagire, ma se i problemi politici in Germania sono forti, non vuol dire che questa situazione duri un'eternità. è fascista dire "siamo fieri di ••• "? Noi dobbiamo trovare inGermania una soluzione ad un problema molto difficile: quando c'è un atto di xenofobia e di aggressione razzista in Germania, il mondo reagisce pensando "ecco i tedeschi'', "Auschwitz!" e dà una cattiva coscienza al laGermania. Ma con la formulazione di una cattiva coscienza non è possibile aiutare la gente a capire i problemi. E se oggi, un maestro di scuola di sinistra vuole parlare dei problemi del nazismo, di Auschwitz, a un ragazzo di 1314 anni, dicendogli: "tu sei come me, noi siamo responsabili per quello che è stato fallo 50 anni fa•·, gli dà solo una cattiva coscienza, il giovane non può capire. E la prova sta nel fallo che è l'unico paese dove la frase ·'siamo fieri di essere tedeschi" suona fascista. Una frase che Millerand, Pertini, Berlinguer, possono dire tranquillamente, ma in Germania no. Noi dobbiamo ridare la possibilità ai tedeschi non di essere fieri di essere tedeschi, che a me interessa relativamente, ma di normalizzare la loro relazione con la propria sto1ia.Normai izzare non vuol dire dimenticare, vuol dire smettere di vedere la Germania come il punto di riferimento del1• orrore del mondo. Fra l'altro una parte della destra tedesca può usare questa situazione, in periodi difficili anche economicamente, per fare un discorso non solo di nazionalismo tedesco, ma anche di sopravvivenza dell'essere tedesco. i tedeschi non sono differenti Noi dobbiamo dare ai tedeschi, e questo è una lotta molto complicala perché la storia esiste, la possibilità di dire: "noi non siamo un paese differente dagli altri''. I tedeschi non sono differenti. i pericoli politici in Germania sono gli stessi dell'Italia, della Francia, dell' America, dell'Inghilterra, né più né meno. Questo è il grande problema, oggi, per la Germania: l'integrazione della Germania, e anche dell'esercito tedesco, nel ruolo di tutti gli altri paesi. Vuol dire avere un rapporto con il mondo normale. -

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