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RISORGIMENTO S CIALISTA
Dove va la Polonia di Gomulka ?
Quattro int ellettuali fran cesi scrivono del loro viaggio nel Paese della seconda rivoluzione d'ottobre
Robert Antclme, Dionus Ma.scolo,
Edaar
Morin
e
CLaude
Lefort
(due
scri.ttorl,
un sociolooo,
un
professore,
tre
membri della redazione della rivt -
1ta
Arguments
e uno
degli
animatori
deUa
rivista
e Sociahsme ou Barbarie•)
si sono recalt
in
Po–
lonia
nette
scorse
settimane,
invi.tait in via
prl–
vata da alcuni inteUettualt. AL loro ritorno hanno
insieme redatto
H documento
informativo che qui.
r ipr oducfamo.
Sono quattro osservatori di sini –
str a, ma dotati di
spregiudicato
spirito
critico.
Le loro
considerazioni e
informaz ioni contribui-
1cono
a rispondere alle domande
che in
que1;tl
giorni
t
milita nti
socfaUatt di
tutti
i
Paesi si
pon –
g,ono ans iosame nte
sulle prospettive
dello seconda
rivolu zione
polacca.
Su.
questo stesso
tema
abbia–
mo posto
alcuni quesiti
al compagno
Francesco
De
Morti.no, membro della
Seg,reteria
del
f'SI,
che si
è
recentemente recato anch 'eoti in Poloni.n.
Pubbl ichiamo
in questa stessa
pagina
anche le
m e
risposte .
Pensiamo
c.hesia necessario agoiunaere un
avve rtimento per i
nostri
lettori. Quando
ci
occu–
piamo della situazione
polacca dopo
la rivolu–
zione
d'ottobre non dobbiamo mai dimentica re
che l'azione
politica d.i Gomu.lka
e
d.eisuoi
amici,
sostenuti da un
grande
movime nto
popol.are ,
è
t trettame nfe con dizionat.a
da
due
ma.ssiccie
realtd
delte
quali sarebbe assu rdo non
tenere
conto.
rn
pr imo
luogo fo rti conHngenti
di tn ipp e ru.u e
sta –
zionan o
anco ra
sul
suolo polacco,
e la
Polon io
è
interam ente
circondata
da territori occupati
mHi–
tarm ente dall'esercito sovietico.
La
tragedia
un–
g,herese
è
sem pre
pr esen te aHa
mente dei
dir l–
gent i
polacchi,
i.
qua li
sanno di camminare su
di
un
filo di rasoio:
essi debbo no
riuscire a
dtmo–
strar e
-
e no n
soltanto
nell
'lntere.uedel toro
Paese
-
che l'au.tonomia nazionale
da Mosca
non
.significa
adesione
alla cractata anti sovietica.
A
questa dimostrazio ne
è
anche legata un'imp or–
tan te possibili tà
di
evita re
H
terzo conflitto
mon–
diale e
di
far avanzare la distensione.
E'
inolt re molto
diffici le - ecco
la
, econda
cond izione -
riformare in breve tempo
la
strut–
tura economi ca
di
un
Paese, specialm ente quand o
quest o Paese esce da
un pe riodo
di
terribili
sforzi
e
sacrifici ne l quale
è
stata costrui ta
dal
nulla
un'essenzia le struttura industriale.
I
polacc hi
debbono
risolvere
i
proble mi
dell a razto nnlfzza–
ziane indu striale. della
w odu
tti oitd. deU'eOìcienza
tecnica , della
democrat izznzione .
pe r i quali
non
è
stata
ancora
inventata
la
bacchetta ma pica. 1,a
formula dei
Consigli
Operai
è
certo molto
1edu–
cente,
e
conform e alle prospettive del socialtsmo.
Ma in materia
dt
aut o,,ove rno nulla
.si
improvvi sa.
e •olo
t'esperien.:a
di;.à
qll.ali sono
i
termbtf
nei
quoU lo
,vttuppo dei Con.sipti
o;,erai.
si con cilia
con le
enenrlaU
neceuità
dl una
prowamma –
ztone generale . Guardiamo du1lQue
aoU
av ve nt–
m.entt pol4cchi con
se-nso di responsabilità e
con
viaUe spirito
crltfco ; ni t'uno né
l'altro
sono ~•at–
tronde
in
contrasto con
la nostra fraterna
1ohd a–
rietà
veno
t
rivoluzio nari di Polonia.
L
aac?u~~lu:i~ ~~ti ~l~~~Tttg•~\ \~b~~r~l~ .
r~i:~~
che colplace prima di tutto
è
che nella strad _a,
nei caffè , nelle discussio ni spont anee come m
que lle più elaborate, questo diritto è rit rov ato:
esser messi In camp o perchè non sono più ac–
·cettatl. Siamo in un mondo radicalmente
di–
verso da quell o dell'or todoss ia comunista.
Conviene,
a
questo pu nto, distinguere fra le
conquis te e le
promesse
della rivoluzione d'otto–
bre. Pozn an e l'Ottobre furo no i primi momenti
di una liberazione -rivo luz1one che non ha potuto
seguire
il
suo corso natura le o il cui corso ha
dovuto diventare
sotterraneo.
Prima di tutto,
l'Ott obr e
è
stato la conquista di un'indipendenza
nazional e. Le condizion i obbiettive
(presenza
delle tru ppe russe in Polonia,
accerchiamento
stalini sta ) ind icano che r autodetj'!rminazione na–
zionale conq uistata
è
frag ile e minacciata. Nello
stesso tem po, l'Ottobre ha avuto
il
valore di una
seconda
e
rivolu zione , soda lista >. Infatti un pro –
cesso rivo luziona rio pro lungato , resosi evidente
nell 'estate del
'56,
è stato accelerato dalla du plice
esplosione di Poznan e dell'ot tobre. Le forze dina –
miche che hann o spezza to le cat ene del sistema
semi- concent razioni sta (forz e costitu ite dall'ava n–
guard ia ope roia, da int ellettu ali, dagli elemen ti
progressivi del par tito) tendono a trasf?r 1!1are
rad icalmente il regime stalin iano in
sociahsmo
democ ratico.
Ques to proces so era in corso a tutti
i
livelli e in tutte le categ orie della società. Esso
si trova ora, in modi diversi, fr enato, intimidito,
e guidat o,., e canalizzato"·
La nuova di rezione
del pa rti to - cer tam ente per motiv i stra tegici,
ma forse anche nell'int en to di sostener e l'appa –
rat o del pa rtito - cerc a di accentrare nelle pro–
prie mani tutte le respon sabil~tà pollti c~e. Lf:
forz e progress ive non sono riu scile a orga nizzars i
come
tali : esse hanno dov ut o inserirs i nei qua –
dri politici stabil iti. Non sono stati Questi ~lt imi
ad adatt ars i ad essi. E' dun que
il
quadro d1 un a
batta glia fram mentaria che ci si pres~~ta : i~
esso tutt o
è
tensione e movi ment o, su tu tti 1 pian1.
non oggetti di un esperimento. ma pionieri di
un movimento di gestione operala.
E'
un !atto positivo che in que sto momento
i Consigli si diffondano nel Paese e moltiplichino
i loro contatti.
I
legami stabiliti fra i Consigli
di uno stesso settore industriale sono d'altronde
ricono sciuti e in certi casi, specia lment e fra le
industrie elettrotecniche, essi sembrano esser per–
venuti
o
una specie di federazione , davanti alla
qua le
l'Ufficio Centrate
(fortezza della burocra–
zia)
è
costretto a capito lare. Ma dei contatti
sorgono spontaneamente
anche fra i Consigli di
industrie
differenti.
Zeran . che sembra assol–
vere una funzione esem plare e di guida nello
sv iluppo di queste relazioni. riceve quotidiana –
mente le delegazioni di diverse fabbriche che
hanno appena forniato i loro Consig li e che
inv iano
i
loro propagandist i in tutta la Polonia.
sog~=rdff:or:::a~i
/,~ir~f~~~~~f
g7~
~fu!~~~e
bài
quelle che noi ab biamo potu to raccog lieré su lle
loro attivjtà nelle officine . Forma lmente , essi
sono organi di cogestione. Ma in rea ltà, che cosa
fanno?
I comp iti dei consigli operai
A
2
jrt~roe p~;:r:'f~
~ia~?ndtg f~v~~!~f~n~a:;rw
correggono. Essi votano H piano di produzione
annu a e ne fissano
i
ripar ti mensili; tracciano lo
schema d'o rganizzazione
della fabbrica
e le
grandi linee dello svilu ppo tecn ico e della pro –
du tt ività. A Zeran, inolt re, il Consig lio
è
chia –
ma to a conferm are la nomin a
del
dire ttore pro –
posto dal ministr o e qu elle dei dire tt ori de i
grandi serv izi proposti dalla direzione centrale;
torma di pen1lero comunista. Questa presa di
coscienza
è
radic.aJe. I polacchi _non si acconten–
tano di denunciare
nello stahmsmo
un certo
numero d'errorl e di Ingiustizie, etsl vi vedono
un sistema totale
di
dominazione e di sfrutta–
mento. Tra parentesi, dobbiamo notare la grande
dif fer enza che esiste fra questi comunl1ti con–
vinti e comp letamente •lucidi ,. e I nostri rap–
presentanti
o pse udo rappresentanti
della sini–
stra francese, che non finiscono mai di disser–
tare sul carattere progressivo o semiprogrcssivo
dello stalinismo. Diciamo ricerca radicale, per–
ché i militanti che noi abbiamo incontrato sono
spinti da lla cosciente volonta
di
non cedere ad
alcun pregiudizio, di non rispettare alcun tabù,
di rimettere in questione Je idee, I concetti e
perfino la terminologia tradizionale che per più
di vent'anni sono serviti a contrabbandare
tutte
le merci. Senza dubbio non
si
tratta per ora
che di un'attitudine
criti ca: l
'elabora:r.lonedi
una nuova teoria rivoluzionaria
è
al di là da
venire . Le questioni si dissolvono prima che non
siano pronte le risposte. Ma
H
senso della critica
non manca e i fondamenti di una ricerca siste–
matica già si profilano .
Nel quadro minacciato e in cert o senso equi –
voco del nuovo regime la rivoluzione ideologica
è
torse la più sicura garanzia per l'avvenire. Non
s'immag ina che il suo corso possa essere rever–
sib ile. Tuttavia essa
è
combattuta.
Non mette–
rebbe conto di sottolineare che gli staliniani e
i russi hanno ben pr esen te
il
pericolo che la
libera critica
fa
correre al lor o sacro un iverso .
Mentre
i primi denunciano ogni giorno ciò che
essi chiamano il nichilismo di sinistra, la
Pravda
carica di condanne
i
redattori del Po
Prostu
e
di
Nowa Kultur a.
Ma. e ciò
è
meno noto , anche
la direzione del partito paventa la libertia di
espressione.
Sempre più pre occupata di non
offrire all 'URSS alcun pretesto di intervento nel
Paese, e
forse
anche poco lieta di veder svi–
lupparsi un movimento di idee di cui essa non
possie de
il
controllo, la direzione ha rest ituito
alla censura un potere che questa sembrava ave r
perduto . Certamente , questa censura non ha più
il
significato che aveva ai tempi del1o stalinismo:
è
più strategica che ideologica. Non
è
più lo
st rumento al servizio del dogma ma soltanto
l'organo della prudenza
ufficiale . l'espressione
intelligente
della Ragione di Stato. Cosi una
certa complicità può nascere fra
il
~iorna lista o
lo scrittore e il censore
se
quest'u ltimo assicura
di vietare un artico lo soltanto per salvaguardare
idee che egli stesso condivide
e
che non po–
trebbero essere pubblicate senza recar dann o.
Si diffo nde cosl una specie di
libe ralismo
impossibile .
Ci si
è
detto : e Ciò che si stampa
nell'Ubekistan è sempre
il
pensiero di Kruscev.
li
giorno in cui Kruscev ammetterà che ciò che
si stampa in Polonia non
è
necessariamente
il.,
pensiero di Gomu lka, noi potremo parlare,._
Non c'è da mettere in dubbio . che gli intervettti
della censura
siano pericolosamente
efficaci.
Oltre a eserci tare le forbic i sugli scritti più
diversi, anche quando essi hanno soltanto un
carattere
teorico e filosofico, questi intery enti
producono sullo scrittore un riflesso d'a utocen –
sura che lo por ta a mutil are egli stesso
il
suo
pensie ro.
1
In giugn o, a Poznan, un giorn alista comu nista
15 marzo 1957
In questa situazione la
sola
tenden:ia che
•!
manifesta come tale
è
quella
di
sinistra.
I
_1 ;101
temi sono: l'aut odeterminazione
della ?Oht1c a
del partito, libertà di discussione, appoggio sen –
za riserve ai Consigli operai e, ben mteso, effet–
tiva distin~lone tra i com~iti dell o Stato (deten –
tore del potere)
e
quelli de l pa_rtltc?- Sembra
ormai chiaro che Gomulka non
e
d11posto ad
adottare ques to programma anche se e&;Ji
~tesso
s1 rende sempre più conto della necessita _d1 lot –
tare contro i natoliniani. L'allarme
da
lui recen–
temente lanciato contro ciò che egli chiam a il
e
revisionismo ,. (bilanciato.
e
vero. da un a
condanna de i natolin iani), le dimissioni di Sta:–
szewski. sono altrettanti
segni che eJtli cercher a
di far prevalere, più a lungo che gli sarà
pos–
sibile, una politica d'equilibrio .
Le
pro spettive dell ' azion e
politica
L '
~~ci!cf~~:np\Ù sr~J!~!iP~t PJ;~I~~~ tf
~;fo~z;
La destalinizzazione
in un solo Paese e un com –
pito ancora più pesante che la costruzione
de l
sociali smo in un solo Paese, perché si tratta
insieme di costruire
Il
socialismo e di distruggere
una dopp ia reazione: la reazione trad izionale e
quella staliniana. ~el peggior momento di_scon –
forto. prima delle elezioni, gli intellettuali
dell a
sinistra, dispersi alla periferia del partito, de–
moralizzati
dagli avvenimenti
d'Ungheria.
iso –
lati dai Consigli operai - dei quali molti non
afferravano ancora l'ampiezza - si domandavano
se essi stessi non fossero condannati, secondo la
frase che correva a Varsavia, alla
kadanzza.zio –
ne f redda
o
calda.
In realtà
il
vero problema è quello posto
da ll'accerchiamento
stalinista.
La
democr atiz–
zazione calda - la più
e
la sola efficace perch é
s'appoggia
su ll'entusiasmo
e lo slancio dell e
masse - rischia di portare con sè la kadarizza -
La paura della Polizia , la diffid.enza vers o gh
interlo cutori , l'inibi zione nel pensiero stesso sono
scomparse. Cosi , le formule sacrament~li _<:he
troncavano ogni discussione. gli arg omenti d1
in–
timidazione e di div ersione che stornavano la
con versazi one da l suo vero obbiettivo , non sol–
tanto non si sent ono più. ma non possono più
Noi abbi amo par lato dei Consigli opera i con
tutti i nost ri int erlocutori. Inoltr e, abbiamo po–
tut o incontrar e i memb ri del Cons iglio di una
impo rtante fabb rica di motoc iclette di Varsavia
(la WFM) e ottenere nella stessa fab brica infor–
mazioni su quello di Zeran. Questione pri ncipale:
lo svilup po della rivo luzione polacca. la sua stessa
difesa dipendono essenzialmente dall'azione della
class e operaia , e la condizione affinché quest~
azione possa essere esercitata
è
quella che J!_h
orga ni rapprese ntat ivi dei lavora tori. democrati–
came nte elett i nelle fabbriche, partec ipino , con
semp re maggior e autorità, alla direzione della
vita economica e politi ca. Dobbiamo dir lo sùbi
1 0:
i
Consigli opera i polacch i oggi non copro no alc un
ru olo politico. D'altro nde essi non sono stati co–
stituiti che in un periodo relativa mente recente
(anche se il progetto fu vaghegg iato dopo la pr i–
mavera del
'56).
I primi appa rvero alla fine del
novembre (quello di Zeran all'inizio del dicem –
bre ) dopo la disso luzione dei Comit ati !ivolu –
zion ar i sorti spontaneamente durante le giorna te
dell 'ott obre. La direz ione del par tito, sia per mo–
tivi st ra tegici, sia che fosse preocc upata di non
lasciar svilu ppar e i'emb rione di un potere indi –
pend ente dall'appara to dello Stato,
è
interve nut a
per affrettare lo scioglimento dei Comita li d'o t–
tob re. In seguit o, la Direzione del partit o ha uffi–
cialm ente pres entato come e
esperimen ti,.
i C~n–
sigli di fabbrica di cui essa stessa aveva autoriz–
zato la costitu zione. Cosi come sono, cioè des tinati
a eseguire un compito escl usivamente di coge –
st ione,
i
Consig li operai possono tuttavia essere
destinati a svo lgere un funz ione decisiva se essi
por tano avan ti con serietà
il
loro lavoro appro–
fittando delle competenze che sono loro rico –
nosciute , e sopratt utto se essi sapranno molti–
plicarsi
(è
questo
il
caso ~pecifico) e se ess i riu–
sciran no a federarsi. In realtà, una federazio ne
di Consigli opera i sarà in grado di valutare nel
loro insieme i prob lemi de ll'economia naziona le.
e di intervenire nell' elaborazione del Piano. La
sua funzio ne èconomica dirigente darà necessa–
riamente ad essi una importanza politica e so–
cia le decisiva. Nel prossimo futuro . l'avvenire
dei Cons igli operai appare problematico,
anche
agli occhi dei loro più decis i sostenitor i. Nello
att uale contesto strategico e politico non Si può
immag ina re dove condurreb be un acce ntu 11to sv i–
luppo dei Cons igli : ma è certo che
i
comunisti
di avang uardia fondano le loro speranze sul suc–
cesso dei Consigli. E non
è
meno certo che per
esem pio gli operai della WFM si considerano
Un'intervista con Francesco De Martino
Quel
che
di Cesare
'
e
(Can u nuar.lone dalla prima pagina)
toriale che il prof. Gedda rimpiang e. La Chiesa!
nella aua storia millenarie., ha trovato modo d1
non essere ostile a reg imi sociali e politici assai
diversi. Non vogliamo rifare la storia dei rapporti
tra Stato e Chiesa in Italia e in altri pae si. Le ri–
voluzioni o
i
cambiamenti che sono avvenuti ne lla
società civile , a nostro avviso fondamentalmente
per ragioni <liclasse, hann o trovato la Chiesa o.sti–
le
o
euardmga ma alla fine disposta ad acconc iar–
si ai fatti compiuti una volta che fosse salvagu ar–
da ta la libertà di relig ione e di culto . Dalla possi–
bilità di giungere infine ad una convivenza ri–
spettosa tra lo Stato e la Chiesa coi:isociet ~ yario–
mente configurale da l punto di vista pohhco ed
economico è sorta una scelta anche per i cattolici,
una loro volont8 di lotta politica autonoma ri–
spetto alle caute alt eSf:, ir:i questo campp, <l;elle
supreme autor ità eccles1asl1che . La collabora z1one
tra soclal iSti e cattolici è storicam ente possibile
sulla base della politicizz azione autonoma del mo–
vime nto popolare cattolico e, naturalmente, qu af!–
do si ver i!icano dell e convergenze programm ati–
che . Questa evol uzione, che potenzia il movi men to
del lavoratori, non avviene solo per virtù del mo–
vimento cattolico . Ad essa contr ibu iscono i socia–
listi abbandonand o le formule massimaliste e set–
tarie .
I cattoli ci italiani , nella loro grande mag gio–
ra nza, ed anche quelli organiz zali politi camen–
te nella Democra zia cristiana che al ma gistero
della Chiesa dichiarano di ispirarsi, dopo la Li–
berazi one hanno dato la loro piena adesione ad
una concezione poli tica, rispecchiata nella Cosb–
tuziohe ,
che,
pòst a l'eguaglianz a dei cittadini senza
discrim inaz ioni razziali, reli giose, ideologiche o
polit iche, rìcono ~e in essi 1a fonte dell'au torità
statale, specifica gli istituti attraver so
i
q:iaH essa
si attua (e tra essi vi
è
la Corte costituZionale) e
impegna a r ispettarli e e dilenderli. I catt olici
possono , come tutt i i cittadini, soste nere e propa –
candare
i
loro punti di vis ta, ma se vogliono es–
sere parte atti va della democraz ia soltanto ne l
quadr o del riconoscimento
e
della difesa di que –
ste istituz ioni. La libe rtà di ognuno, nella tolle–
ranza e nel rispetto reciproco ,
è
fondata su l fatto
che . In polit ica, non si rico noscono alt re au torità
se non qu elle costituzionali, alla cui formazione
e al cui orientamento
tutt i liberamente concor –
ron o.
_ .
Il cammino per giungere. alla democr~z~a. e
stat o part icola rmente in Italte, lungo e d~ffl~1le.
Le
ihu sioni di potere, anche dal punto d1 vista
della mor alità , giun gere a società. più perfette
attraver so l'imp osizione di chi si crede, per ogni
questione, in possesso delle soluzioni mig liori ,
sono miseramente fallite. Noi siamo convinti che
i lavoratori cattolic i sono fermi sostenitori delb
demo craz ia e dell'autonomia dello Stato e che ogni
loro part ecipazione alla lotta per trasformare la
società
in
senso socialista aumenta
il
loro attacca–
mento alla democrazia, che noi vogliamo appunto
con dur re ad esse re sempre più sostanziale, contr,o
il pr ivilegio e lo sfruttamento
che ostacol_ano 11
suo rea lizzarsi. Proprio per _qu~sto, tutt:9via, se–
enali amo i pericoli, da quals1a s1 parte s1 pre sen~
tino. Mai
i
cattolici hanno av_uto, come ogg!, tant~
possibilità di influire sulla vita del paese m tutti
i
camp i. Eppur e si levano proprio da quella _par~e
accuse agli orga ni che tutelano le nostre liberta ,
.... v nd izionl del nostro pr!)çre sso ! Fo,rse do,vremo
dire che i cattolici in politica sono d1fen_sor~ ~el1f:
libertà quando sono minoranz a, ma mchm a1
sistemi dittatoriali quando sono a~ potere o sono
d'accord o col potere? Non 1~ duerno per non
offende re il movimento . ~ttolico
c~e. ha Iottat?
contro il fascismo ; ma d1c1amo a t~lt1 1 la.v!'ratori,
a tutti
i
dem ocra tici, che l'a lt~rnallya _P?lih ca_alla
egemon ia democristiana che 1 soc1ahsll oggi S?-
~e~ eon;i E~~tfa: u: t~~ &~f6~r1 de1u~!te~!i:~~
cleri
oo.le.VALDO MAGNAN I
La campa g na
abbo namen ti
Net corso deLl
'ulti.masettimana
sono
per–
venuti all'ammin istrazione del
Risorgimento
46
nuovi abbonamenti cosi ripartiti tra Le dive rse
pravi.nce:
Bologna
12.
Trieste
5,
Geno~a
4,
Ra.–
ma
3,
Reggio Emilia
3,
Milano
2,
Bari.
Napoh,
Cuneo
Sondrio,
Udine, Frosinone e
Ven ezia
1.
H
totaie dei nuovi abbonamenti daU'inizio del–
la campagna
1957
sale pertanto a
~74._
La
cla~–
sifica generale
dette
pr ime federazioni,
COffi:Pt–
lata
in
base
al
pm·1teggio, è
la
seauente: Mila:
no
81,
Trieste
56,
Roma
51,
Boloana
50,
Forh
e
Novara
38,
Torino
e
Udine
34,
Imperia e Pa–
lerm o
31.
Bari
e
Reggio Emilia
28.
Salerno
26,
Padova
22,
Foggia e Siracusa
20,
Napoli
19,
Genova
17,
Catania
16,
Trento
14,
Cuneo
13,
La
Spezia
e
Sondrio
12.
Venezia
10.
Sottolineiamo
ancora una volta
l'encomia –
bile attiv!td del comita to bolognese, che gid
1-·anno
scorso fece
un buon
lavora e
che
ora
contende da vicino
it primato
ai milanesi, ai
triest ini
e ai romani. Eguale discorso va fa tto
per
i
trie stini, che sono avviati a superare la
loro
quota dell'anno scorso
(149). Il
comitato
milanese, che
pur
capeggia
la
classifica , pro–
cede invece
con
un ritmo inferiore a quello
dei
1956,
e
quindi irlsuOìciente oer raggiun•
nere
di
nuovo quota
350.
La nota lieta delln
set timn na
è
però
costituita. a nostro parere,
dal numero delle province
dalle
quali
éi
i>
oiunto
1.i.n
contributo: sono 13, e ali.argano
anche l'estensione territoriale
della
campagna
abbonamenti . Sono trenta
i
comitati impegnati.
nella
campagna: circa la metà di queUi esi–
atenti
e
che hanno concretamente sostenuto
il
giornale negli anni scorsi.
.
~
~
:J
'
'ç,
·· ··
...a, '~-
•
(il
Consig lio ha già usato il suo pote re oppo–
nendos i alla nomina del direttore commerc iale).
Ma c'è di più: s1 possono leggere su certi giornali
di provincia, annunci
dei
Cons!gli _ operai che
indicono concorsi per un posto d1 direttore. Uno
inchiesta superficia le non ci permette di fissare
l'esatta fisionomia di un movimento in pieno
slancio , ricco d1 possib ilità, e che in ogni caso ,
non si saprebbe raffig urare sull'immagine delle
esperienze anteriori.
_ _
.
_ .
Una cosa è certa: è imp oss1b1le
che
1 Consigli
res tino in Po lonia esperimenti isolati. E' in~lul–
tab ile che o si diffondano oppure scom paiano.
Questo rinnovamento
è una vera rivoluzione
del pensiero. Noi sapp iamo ora che non si tratta
cli individu i separati, ma di una larga parte
d'ava nguardia che ha preso coscienza de lla
natura dello stalinismo e che cerca una nuova
/2J ;
~{i -,
RLSORGIMENTO \
SOCIALISTA
Mllnno
61
Trie ste
"
Roma
51
Botorna
50
Forll
36
Nova ra
"
H nostro appello
va dunque ai comitati.
ancora inattivi. Solo
iL
Loro intervento
può
ele–
vare la media caniplessiva a
un
ti.vello suOì–
cien te e corrispondente alte possibilità orga–
nizzative
del
Movimento
e alle
simpaf.ieche ,
In
tutto l'ambiente socialist a, circondano
il no–
stro giornale .
Noi.
esortiamo
poi
tut ti.
i
nostri
fiduciari a non limitare la
toro
attività
nell'dm–
bito deU'USI, ma
di
sfrutta re sino in
fondo
le
possibititd che
ci
vengono offe rte daU'in_izio
del
processo
di unità socialista.
Il
nostro (}tor–
nale deve rapidamente cercore di essere la
espressione
di
una partlcolare
corrente poU–
tica per diventare
il
fogtio
di
un
orientamento
Ldealoglca e uno strumento
di
_pro~
agan.dadel
socialtsmo. Questa funzione il
R1sorg1mento
t'ha
in reaLtd
gid assorta
nel v.assnto, n_ono–
stante
i
Limiti. obbiettivi imposti dalla
situa–
zione.
St
tratta di rafforza rla
e
di accool,ierla;
di abbandonare ogni
e chiusura>,
che sta u.n
residua
del
passato.
Alcu ne 1etHman e or
,ono,
una deleoaztone
dct
PartCt o Soc{ali.,ta Italiano, della
quale
faceuano parte
f
deputati France sco De Mortino, Fernando Sanll, Tul–
lio Vecchiette
e
Giacomo Mancini sf.
i
recata in
Polo•
n(a su in vito
del
Partito
operalo
unificato
polacco .
Quc,ta deleaazione ha vUHato
li
Paese.
Drendendo
li–
beromente
contatti con ali
operai,
i
contadini,
ali tm–
pieoatt,
•
ha par lato
con
l dfriaentl. della
poHtfca •
def
lindocatf po/occ hi. Abbiamo chieita
a
Santi,
Vec–
chietU
e
De Martino
le loro impreuion!
sul
vtaaoCo
e
sulla situazione
nel
Paese della seconda rivoluzione
dl
Ottobre. Pubblichiamo
Qui
d!
se"u.ita le
riloos t, di
Francesco
De
Martino,
in
attesa che
ci
pervengano
anche
Quell e
dl Santi
e-
dl Ve,cchiettt.
Domanda
-
Si parla dell a polit ica ina·ugu–
rata da Gomulk a come di una e nu ova via de –
mocratica"· In che senso ciò è vero? Quali so–
no i capisa ldi e i lim iti del processo di demo–
crat izzazione dello Stato polacco?
Rispos ta -
Sì,
si
pu ò
parlare di nuov a via
democ ratica. Essa consiste
nella
reatizz azione
dei principi, finora aUo stato
det
tutt o teorico,
del
regime di dem ocrazia
popo lare.
Quindi
de–
Hmitazione det rapporti f ra
par tito ed
organi
dello Stato, maggiori respo nsabilità
dell'esec u–
tivo nei confr onti
det
Parlamento ,
libertd per–
sonate, scioglimen to
delta po lizia
di Stata, st-
collabora tore di
'.l'ribuna Ludu,
è
preso in un
canto da l segre tario di sezione che gli dice :
e C'è del vostro inchiostro in tutto questo san –
gue>. Up membro del partito par la dunque in
questi termini a un altro membro del partito ...
Infatti ne l POUP si trovano sia gli elementi più
osti li alla des talin izzazione sia i rivo luzionari
più lucidi
e
più ardenti. Grosso modo , si può
dire che si alfrontarono
da una parte
i
quadri
dirigenti e dall'alt ra militanti di valore e intel–
lettuali comunisti. Ma a Varsavia , in ottobre,
è
uno Staszews ki alla testa del comitato del partito.
è
un Gozdzik alla testa della sezione della
gra nde officina Zeran: sono loro che animano
e coordina no la mobilitazione deg li operai e de–
gli stude nti. Dopo l'ottobre la democratizzazione
sembrò per un momento trionfare in lu tto il
partito. I natoliniàni espul si dal
bureau
politico
sembravano
in rotta : erano state prese misure
antiburocratiche
per ridurre la pletora di un
apparato che faceva vivere un milione di per–
sone (famiglie comprese)
e
per sopprimere
i
privilegi degli
apparatchiks.
Ma
il
natolinismo
non
fu
est irpalo . Gomu lka esitò a prendere delle
misure che rischiavano. secondo quanto
fu
detto
~~tt~nf1 ~~~{~~e:,z~ioii d)ad\~t~ug
4
g~te ff.~P~!~~{C:.
Per di più, gli avvenimenti di Ungheria fecer o
pesare sulJa Polonia una minaccia così grande
che i di rigenti interruppero
ogni lotta politica .
Il e natolinismo,.
cessò d
0
essere combattuto
in
quanto tale. Esso poté quindi meglio riorganiz–
znrsi tanto più che la direzione impediva alle
correnti della sinistra di organizzarsi esse stesse .
• Gomulka - ci è stato
detto
-
ha buttat o a
ma re la sua sinistra per rassicurare
gli sta –
linisti>.
Dema gogia e anti semiti smo
Le ~~~
1
i~~f:~iz~J:Ji;~a~~~~ei;:
1~:;~~~rI!P~~~~a:
o almeno separarono da lla rivo luzione una gran
parte dei funzionari di partito minacciati
di
licenziame nto per la riduzione del persona le:
e Come può essere - chie devano - che Cyran –
kiewicz sia ancora presidente del consiglio se
è stato lu i stesso a darv i quegl i ordini la cui
esecuzione provoca oggi il vostro accantona–
mento? Perché sosterrete
voi un regime chE'
rive la d'essere un pr odotto di una lotta
fr&
op –
posti
clans?
"·
In mancanza dunque di una radi–
cale revisione di tutta la politica passata , di una
definizione delle nuove strutture del partilo, di
una teorizzazione della rivoluzione di ottobre, i
natoliniani possono usare la demagogia su tutti
i piani: per esempio, reclamare nelle fabbriche
aumenti <li salario irrealizzabili
oppure rilan–
ciare l'antisemitismo.
E' stato Nowak che ha
avuto, prima dell'ottobre,
il... coraggio di di–
chiarare, durante
una riunione
di
partito:
e Bi–
sogna dire che dei più grav i errori commessi
hanno colpa i nostr i compagni ebrei>, indicando
cosl al Paese gli ebrei come respon sabili di ogni
male.
sterna elettorale con facoltà di scelta,
ecc.
De–
mocratizzazione del partito operaio. ridu..rione
molto notevole della burocrazia
di.
partito , ele–
zioni a scrut inio segreto
de i
diriaenti. rest itu –
zione dei sindacati alle loro funzioni.
ecc.
Tut –
to. naturalmente.
nell'ambito
della
costituzion e
socialista.
D.
-
E' possi bil e. a tuo pa rere, e in ch e
misura. identifica re la pr ospettive socialista
po –
lacca con un sistema di autogestione e di de–
mocrazia economica diretta?
R. -
Vi è
un inizio
di
decent ramento dell e
iniziative economiche. senza elimina re
il
pia–
no
economico
nazionale , rielaborata interamen –
te in
modo
da evitare forzatu re rispetto alle
possibiLità reali del processa pradu ttiva .
E'
an–
cora presto
per
parla re di autoaestiane e
di
democrazia economica diretta.
D.
-
Le notizie di cui si dispone in Italia
fanno pensare che vi sia stato in Poloni a un
comp romesso tr a il partito operaio unificalo e
la Chiesa cattolica. Ppo i dirci se ciò
è
vero . e
qua li sono i ter mini e la portata dell'acco rdo?
R. -
Non si tratta di un compromesso.
ma
di
un
miglio rame nto di rappor ti. f ra Stat o
•
Chiesa.
zione calda, cioè l'intervento
russo .
La
demo –
c~atizz~zion1: a_ fre?do , attraverso
tappe ammi –
nistrative, nsch1a d1 annullarsi
in una kadariz –
zazione ; redd.a. Og~ì ~oi siamo giunti a una
democrat1Zzaz 1o~e tiepida,
le cui prospettiv e
sono. le seguenti: 1) una certa separazione tr a
il
partito e lo Stato: 2) una certa effettiv a funzion e
sia d~l. Par lamento si.a dei partiti politici sem i
s,atelhh:
3)
una J?arziale .liber~à di stampa; 4)
I eventuale
espulsione de1 capi natoliniani
dal
partito
~
dallo S~ato;
5f
~•even tua le diffu sione
del movimen to de1 Cons1gh di fabbrica.
A nostro par~_re l'azione ,in queste pros petti–
ve può es~~re p1u o meno vigorosa, più o meno
frenata,_ p1_u _o meno e amministrativa ,., Non è
senza s1gm_f1catC'che la corrente di sinistr a si
proponga d1 sùperar.e questo programma minimo :
1) fissare statutariamente
la separazione
de i
poteri e lim1ta:e le attribuzioni
del partito ; 2)
fissare slatutapamente
la funzione del Parla –
mento e far nnascere un 'a utentica vita politic a·
3~
fissare statutar i~mente _le regole della libert à
d1 stampa : 4) estirpare 11 natolinismo
e rif or–
mare la_ struttl:'ra del partito; 5) estend er e
8
tul~e le industrie
tJ?
nuov _o !110dello economico –
soc1Ble fon~eto sui çons_1glt (se mi autono mia
d1:lla fabbrica. partec1paz1 one operaia aJJa ge–
stio ne~- S1 pu ò_estendere a tutta la Poloni a ciò
che bisogna ~hre ?el Co!'siglì operai: finta nto
che. ~esta ~m «:spe~1enza isolata. la democra zia
socialis ta rischrn I asfissia e non può conoscer e
~he uno sviluppo al_ro~zzato. E' ancora e sempr e
1~
prob lema de l soctahsmo in un solo paese che
S!
P<?ne nel , qua~ro de lle nuove diUicoltà.
La
r1_usc1ta de~I espenen _za polacca dipende dal mo–
v1mE:nlo d1 d_estahmzzazione nel mondo
·1
movime nto d1 destalinizzazione
nel mo~/;)a di 1-
pende anc~e da lla Polonia .. che ne può chia ri re
14: prospettlve e
i
problem i. Oggi, nel provviso –
rio arresto ~ella desta _lin izzazione in Russia. ne l
co~tras to e_s1
~ten.tede_
1
.due blocchi,
i
socialisti
~o~
c;~::i:~~~r/
1
c~~
1
\
1
a
1
P~Ìi~~a sono .c~iamati a
moltipli car e gli at_ti di solidarietà .re:t~r;!~ ~at3~p~
~ertu~to le cond1zl_oni per uno sblocco dell a
s1luaz1one. La Polonia
è
doppiam
l
h.
dal mondo staliniano
e dal m~n e acce~c i_ata:
Ma sia nel mondo staliniano che
~~o
i:fl~ta:~ st
f~
tallsta lavoran o profondament
1
{
P
lari che non rinunciano
a
e e orze PC?~–
smo la propria liber azione. ce rcare ne l soc1ah-
'
.
Nel. p~ossimo numero
il
Riso rgimento
Soc,aliatn
pubhliche rà un'inc hiesta di
Lucio. Li.hcrtini
sul tema:
Socialisti, comunisti e cattolici
di fronte alla riforma agraria