JUVISTA POPOLARE DI POLCTICA LETTE!rn E scmNZE SOCLAl,l LA LIBERTÀ DI STAMPA!.... Infelice paese, questa Italia, dove la nozione di ciò che è il Diritto è scomparsa completamente. Avevamo appena finito di pubblicare un articolo di Paolo Valera sulla libertà di stampa in Inghilterra, e il Procuratore del Re, ammaestrato da quella lettura ha voluto provarci che se l' Inghilterra, terra classica della libertà, conserva religiosamente il culto per essa, l' Italia, patria del Diritto, non conosce più ormai che la prepotenza. Ed è prepotenza infatti il nostro sequestro del1' ultimo numero. Nessuno potrebbe trovarvi elementi di reato, neppure nel titolo che mette assieme alla parola Repubblica, la Logica e la Giustizia. L'on. Mirabelli aveva ben ragione lamentando che le ordinanze di sequestro invece di essere emanate dal magistrato partano da un dipendente del potere esecutivo qual è il Pubblico Ministero. Quando non si ha a lottare colla ignoranza, si incappa nella cecità, e i giornali repubblicani e socialisti, che soli ne paliscono gli effetti, hanno un bel reclamare la legge. Che legge ? In Italia lo Statuto e la Legge non esistono più che sulle carte. * * * I sequestri da noi si fauno per proposito, non occorre dirne le ragioni, nè affrontarne la discussione; sopra migliaia che se ne compiono ben pochi vengono portati dinanzi ai giurati. .Ed è questo un turpe sistema che non solo conculca i diritti di libera discussione, ma lede gli interessi materiali della stampa, la quale non ha come farsi indennizzare, nè come farsi rendere giustizia. Nel Marzo 1896 venne sequestrata la Rivista Popolare per un articolo intitolato : Il Re. Al sequestro rnguì non il processo, ma l'amnistia. Alla Rivista premeva conoscere sin dove fosse lecito in Italia parlate del Re per trarne norma pel futuro ; per(\iò avvertì il Pubblico Ministero, che avrebbe ripubblicato l'articolo sequestrato onde costringerlo al processo. A VYenne la ripubblicazione; ma non il sequestro. Ora se l'articolo sul Re conteneva un reato nel mese di Marzo, come potè scomparire quel reato in luglio? Non è evidente che quel sequestro era stato arbitl'ario e capriccioso? Questa è tutta la prova di un sistema vergognoso. Ci si smentisca, se se ne ha il coraggio, si faccia pure il processo alla Rivista Popolare, e se saremo condannati dai giurati italiani sapremo come regolarci per l'avvenire. Sapremo almeno che la ~toria e la logica, sono roba proibita quando si parla delle incrollabili istituzioni vigenti. Si faccia almeno il processo, affinchè non si abbiano ad invocare come preferibili i tempi della censura preventiva, rispettabili almeno per la sincerità. ... ,. ,. IL SOCIALISMO IN SICILIA e lanazionaHzzazione delltaerra. . . . . . . . . • i Siciliani. Cbefur già primi, e quivi eran da sez·o. Petrarca - Trionfo d'amore I r. I. 1° - Il risultato dei Fasci. La Sicilia è sotto alcuni aspetti il paese più sconosciuto tlell'Eul'opa ci.vile: su di essa si è formato un lcssulo di convenzionalismi che impedisce lii scovrirla internrnrnte. I più ignoranti delle cose siciliane sono spesso i Siciliani strssi; è 111c1·,n·igliache la stol'ia e le condizioni dcli' isola siano così mal note alla genernlitil delle- classi elevate, quando a studiarla non sono 111ancalidei veramente grandi, quali il Can. Gregorio, l'Amari, U Lalumia, il Pitrè. La storia bisogna intenderla in rapporto alle concljzioni materiali d'esistenza, che determinano la vita elci popoli; altrimenti riclucesi acl una sterile ccl imperfetta serie di fatti guerreschi. Un esempio 1·ece11ted'ignoranza sulla Sicil.ia fu <Jurllo <li c,·cdrl'e che questa si fosse lii botto messa alla lesta del m0Yi111rntosocialista con i Fasci e i moli popolal'i che ne seguil'ono. L.i Sicilia è il paese llella rivolta nw 11011della rivoluzione: l'odio pc,· il bi,•ro, pcl' ;,;-li i11/m11i, per i uw11cialad del Governo, e pc1· i padroni JH'cpolenli, spi111,;-ir siciliani a vc11clcllc tli sangue ed alla distruzione nei g"iorni <lisommossa, ni.1 11011Yalc a da1·c alla cosci1•11zapopolare la visione cli liii llllO\'{) IIIOJldO morale, se lilli! IHIOHI lede soeialc 11011miri a crueslo scopo, e no11 muli. quell'o<lio da f'm•za cicca111r11le<lisln1llirn in lo1·zacivil111e111c•i\•oluzio11al'i,O1.r nrg·li 11lilrni 111otisiciliani, gli ocli, acc11111ulnlpi er le hmg·hc i11giuslizie sociali sofle,tc, csploscl'o in atti scomposi i e sco11sigliali;ma la coscienza del 11u0Yoideale, che pochi generosi preclica,·ano alle masse, no11 era come non è ancora peneLt·ato in queste. La prova migliore clell' insuccesso dei Fasci è clata clai risultati elettorali clclle elezioni politiche elci marzo scorso : in•tulle le regioni d'Italia i rnli raccolti clai socialisti, in confi·onlo a quelli clclrc1rzio11i clel '!Ji>, si tluplicaro110 e triplical'Ono, menIr1• ili Sicilia eia H2U Si l'i(IIISSl'l'Oa 23i8. l'l'rrht'.· questa cli111i11uzio1i1licYoli nella sola Sicilin, thl' tani o aveva f11llopal'lm·c <li . i_· con i Fasci'! l'c,·chè 1wlla Sll'Ssa l'll'zionc dd '!)3 la I.Jcllafigura lici -nari.lato 11011lnH"ùin Sicilia m1111c1s·0ullicic11tccli voli per 1•iyc11dicarlaa liJJcrtà? - Pcrchè tutta quell'agì• tazione, che p,·csc nome dai Fasci, Ycro socialismo non era. Era l'opera scellerata del partito crispino, che aveni soffiato nel fuoco per compromettere il Gio-
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