1 I ------=-- ... RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI 181 mente la differenza sarebbe ad usura compensata dalla maggiore organicità e convergenza del lavoro medesimo. Infine l'assai minor numero e minore estensione di grandi ricchezze, la più grande sincerità e semplicilà di relazioni sociali e internazionali darebbero vita a meno numerosi e meno intensi bisogni secondarii individuo-collettivi, onde lusso minore, minore lavoro impr.:>duttivo, e in conseguenza maggiore resa del lavoro nazionale nel suo insieme considerato e più grande reddito netto sociale. Nè è grave il pericolo a tal proposito accennato da alcuni pessimisti di un aumento eccessivo della. popolazione, elidente gli effetti della momentanea maggiore produttività del la.voro, poi che fra tutti i teoremi demologici questo sembra il più certo : che il benessere sia il vero antidoto psicologico della prolificazione, come , si ma._nifesta in Francia., E} dapertutto presso le classi agiate. . 4.0 L'egemonia dei migliori non rimarrebbe esclusa come dallo anzidetto implicita.menta si ricava. I sogni comunistici eguagliatori del Proudhon sono ripudiati dai collettivisti; onde la monotonia di una eguaglianza indistinta che il Bonghi intravvedeva in un eventuale regime socialista, si rivela infondato timore. Le differenze negli uffici sociali, nelle ricompense economiche e morali, nella ricchezza, negli onori, nelle cariche politiche, in una parola nella posizione soci<1.le,potrebbero essere considerevoli in quel regime come nel nostro. Mentre, d'altra parte, la possibilità effettiva, e non soltanto di nome, di giungere ai primi posti, mediante l'intelligenza, la moralità, la coltura e !'attività, r,mderebbe meno odiose tali differenze, perchè le legittimerebbe. L'evoluzione della specie ne verrebbe favorita, assai più efficacemente che non oggi, in cui il capitalismo adultera. la selezione naturale e tende a far sopravvivere il meno degno (1). 5.0 Più grave piuttosto, perché meno discusso, si presenta l'ultimo problema.. Nello accrescer,i delle funzioni di stato non si accrescerebbero i mali che oggi si osservano nello esercizio delle medesime, e, cioè, principa.lmente, da. un canto la. mancanza nei funzionarii e nei priva.ti d'interessamento a.ll'utile pubblico, il difetto di sentimento dei propri doveri verso la società, e in conseguenza la tendenza irrnfrenabile al peculato, alla concussione, alla corruzione, ai danneggiamenti di proprietà erariale, dall'altro canto la noncuranza degl' interessi privati da parte della Pubblica Amministrazione, le frequenti e non indennizzate lesioni dei diritti dei cittadini, l'antitesi profonda, irreconciliabile, crescente fra l'individuo e lo Stato? Il fondo ottimista del socialismo a tal proposito è ( t) Sul proposito nulla è da aggiung"·e agli splendidi stud'i ciel Colajanni, del Loria e del Ferri, ai quali senz"altro rimetto il lettore. certamente a repudiarsi. L'ottimismo è la negazione della praticità, quando esso si veda possibile in altro tempo che nel punto massimo secolarmente lontano dell'evoluzione morale. Oggi è così poco sviluppato il sentimento dei diritti e dei doveri verso lo Stato, come c'indicano non pure gli scandali continui nelle pubbliche amministrazioni e gli esempi di iniquità e di violenze da queste commesse, ma sovra.tutto le facili assoluzioni dei funziona.rii colpevoli da parte dei magistrati popolari e della opinione pubblica e l'acquiescenza del corpo elettorale e del popolo in genere; che è vano sperare in epoca prossima quell'alto grado di progreso morale, il quale presuppongono i socialisti nelle loro costruzioni. Se l'esistenza della collettività come ente distinto dagli individui che la compongono è intellettualmente pe1·- cepita, e percepiti intellettualmente sono i diritti e i doveri verso la medesima, pure non ancora tale percezione è determinatrice di sentimenti corrispondenti, sufficientemente impulsivi delle azioni e inibitori di tendenze psichiche contrarie. Tuttavia anche qui taluna osservazione può attenuare l'asprezza del problema quale a prima giunta si rivela. Primieramente, questo accrescersi delle funzioni di stato può non riuscir tale quale i critici malevoli del socialismo vanno asserendo. L'attuale ordinamento burocratico finanziario, relativo agli accertamenti dei redditi imponibili, alle riscossioni delle imposte, alla contabilità delle medesime, potrebbe venir diminuito, anzi minimato. L'amministrazione della guerra anch'essa, presenterebbe meno di burocrazia e minore estensione. L'amministrazione della giustizia, più decentralizzata, e con quelle riforme le quali sarebbero per altro possibili nell'attuale ordinamento giudiziario, potrebbe avere di vantaggio sull'attuale un sistema più semplice e meno ingombrante di organi. Mentre, intanto, il decremento della delinquenza, prodotto dal cresciuto benessere medio, e il minore margine oggettivo alle contestazioni civili, attenuerebbe il lavoro di essi organi. Una più lata libertà di opinione eliminerebbe il bisogno di una poUzia politica. Il decentramento massimo possibile toglierebbe le noje d' ingranaggi molesti che cogli attriti disperdono energia sociale. Per il che il crescere necessario della bmocrazia per talun servizio pubblico sarebbe, anche in parte, compensato dalla diminuzione della medesima in altri servizii. In secondo luogo i mali anticennati hanno delle cause specifiche che non sono ineliminabili, e che anzi, prevedibilmente, sarebbero eliminate nel regime socialista. Essi tutti in sostanza si raggruppano in due categorie principali, delle quali l'una attiene ai doveri dcll' individuo verso lo Stato, l'altra ai doveri dello Stato verso l'individuo. Ora è questa seconda categoria I.i veramente fondamentale, la causa
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