Rivista di politica e scienze sociali - anno I - n. 12 - 30 dicembre 1895

186 RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI VII. Questi cenni sull'aggiotaggio non possono essere meglio completati, che con pochi altri, d'indole biografica, dai quali si apprenda in qual modo e con quale profitto banchieri e borsisti seppero avvalersene per divenire milionari e miliardari. La vita di quasi tutti i banchieri celebri potrebbe servire a questo scopo ; ma basterà. ricordare alcuni casi tipici stranieri e nostrani per dare il concetto giusto ai nostri lettori dei risultati dei costumi e dei procedimenti degli uomini di Banca e di Borsa. Nel secolo scorso, ali' inizio dell'aggiotaggio, la casa Condè coi tripotages della via Quincampois, realizzò un guadagno di 60 milioni; un suicidio o un delitto fece passare la ricca eredità della casa Condè nelle mani del Duca d'Aumale. Il castello di Chantilly costruito coi milioni mala.mente acquistati, quasi a tentare la riabilitazione degli antichi fondatori e dell'ultimo proprietario, è stato donato dallo stesso ,Duca d'Aumale all'Accademia di Francia. Negli Stati Uniti del Nord-America l'aggiotaggio vi .Jia preso una estensione ed uno sviluppo formidabile. « L'elemento del monopolio di estorsione e di spoliazione, dice il George, è stato il più largo sostegno a tutte le fortune colossali ». La fortuna, di Vanderbild, il re delle navi a vapore di Mackay il re delle miniere, di Bennett, il re del giornalismo, di Astor, di Stewart ecc. ecc., sono tutte dovute al banditismo borsista e bancario. Noto che la J.,arola banditismo, che da sola basta a caratterizzare i metodi di arricchimento di questi milionari e miliardari non è mia ma del Masè-Dari un economista borghese' si, ma eh' è onesto e non ha messo la scienza ai servizi del capitalismo. Tra tutte le altre è tipica la storia di Iay Gould la cui fortuna colossale fu tutta dovuto all'aggiotaggio. Sul suo conto si narrano fatti veri e invenzioni di ogni genere; ma tutti confermano che a lui spetta il primo posto nel bl'igantaggio esercitato nelle Borse. Egli prevedendo l'accoglienza varia che la borsa avrebbe fatto allo annunzio della sua morte dal letto dove giaceva dettò a suo figlio tutte le operazioni che doveva 'intraprendere, quali titoli doveva comprare e quali vendere, per profittare dello avvenimento. Ia.y Gould speculò persino sulla propria morte! In Francia, in Inghilterra, in Germania dovunque il capitalismo impera gli esempi analoghi abbondano e non c'è che la difficoltà. della scelta; ma per non andare per le lunghe mi limiterò a far menzione di vochi altri casi occorsi in Italia, tra i più noti e che non possono dar luogo a recriminazioni. Il Bombrini per tanti anni direttore della Banca Nazionale lasciò uno scoperto di sedici milioni e me:z:zo per prestiti fatti allo stabilimento Ansaldo, che poi era roba sua! I figli accettarono l'eredità con il beneficio dell'inventario, ma il Consiglio della Banca condonò il debito in vista delle benemerenze dell'antico suo direttore. L'origine della fortuna del Balduino si deve rinvenire in un primo prestito di centomila lire da lui fatto, quando la capitale era ancora a Torino ad un altissimo personaggio; non volle interessi e con ciò cattivossi la simpatia dei ministri del tempo, che a lui affidarono importanti operazioni di Borsa e di Banca; d'onda la sua ricchezza. Fu per molti anni amministratore dispotico del Credito Mobiliare e lasciò un eredità di 20 milioni; ma per precauzione non ne teneva che due impiegati nel Mobiliare. I Rotschild, che hanno saputo mettere le mani nelle finanze di tutti gli Stati - specialmente in quelle dell'Italia - e che hanno avuto parte principale quasi in tutte le emissioni e fondazioni di Banche e di Società per azioni, contribuirono nel 1856 alla trasformazione della florida Cassa del Commercio e dell'industria di Torino - d'onda in appresso nacque il Mobiliare prendendo 64 mila azioni delle 160 mila statutorie ; le azioni fecero subito un premio di L. 120 ed essi non si dettero altro incomodo che di intascare otto milioni circa di premio. Le azioni poi scesero da L. 370 a L. 70; e allora la Cassa (1863) coll'aiuto dei Pereire divenne il Mobiliare. Si emisero 100 mila azioni di L. 500 sulle quali non si versarono che sole L. 200; i Pereire ne presero metà. e le azioni salirono a L. 700 per discendere a L. 200 nel 1866. Ma quando le azioni discesero i Pereire avevano venduto quelle che possedevano ! Termino con la narrazione di questa b,·illante operazione, che si riferisce al Mobiliare la rassegna che dal Mobiliare prese le mosse. Essa costituisce la più evidente dimostrazione del modo in cui l'aggiotaggio serve ad arricchire i briganti delle borse Questi briganti arricchiscono senza esporsi ad alcun pericolo, perchè i derubati raramente riescono a reagire vittoriosamente ; le leggi e i Codici sono a loro poco benigni. Il merlo azionista non ha che il diritto di gemere inutilmente dopo eh' è stato spennacchiato. Al merlo azionista restano il danno e le beffe ; Gogò restò in Francia come il tipo dell'azionista imbecille reso celebre dal Robe,·t-Macail'e, produzione teatrale ch'ebbe grande popolarità sotto gli Orleans e che per prudenza di governanti fini coll'essere proibità. L'arte in Francia non ha solamente rappresentato al vivo la vittima; e coll'Argent di Zola non ha dato il romanzo ma la storia vera del mondo bancario e borsista ed ha creato i tipi di Saccard, di Gundermann, di Houret, di Rugon ecc. che s' incontrano nelle· Borse e nei Parlamenti di Europa e di America. Chiamai briganti questi fortunati mortali, che frequentano le borse e trescando nelle Banche e nella politica sanno accumulare milioni e milioni ; ma verso di essi non solo i Codici e le Leggi si mostrano benevoli: anche la scienza, una certa scienza almeno, ha voluto metterli sotto la sua protezione qualificandoli non veri delinquenti, ma semplici criminaloidi. Sicchè, come argutamente osserva il Sorel, chi ruba un milione è un criminaloide; chi ruba un miliardo probabilmente diviene un uomo onesto. Questi banditi che sfuggono al Codice Penale e che trovano il compatimento della Scienza antropologica incontrarono però il biasimo severo ed inesorabile di illustri scrittori, di politici e di magistrati,

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