Rivista di politica e scienze sociali - anno I - n. 12 - 30 dicembre 1895

RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALE 187 Che li abbiano in odio i socialisti si comprende; e si spiegano le apostrofi e i giudizi severi, ma raramente ingiusti di Proudbon, di L. Blanc, di Avene!, di Toussenel, di Malon, di Chirac, di Rouanet, che in tali !,anditi riscontrano la quintessenza della organizzazione capitalistica. Ma non li trattano meglio alt1•i - economisti, magistrati, politici, mordlisti - che socialisti non sono da Mirabeau a Giolitti, da Giffen a Loria a Block. Mirabeau sin dal 1788 vedeva nell'aggiotaggio il grande concetto e il grande nemico della Monarchia e l'on. Giolitti in piena Camera - oh l forza della contraddizione umana ! - denunzia va le Borse come luoghi di fronte ai quali Montecarlo è un onesto ritrovo (Seduta del 16 Mai·zo 1892): Giffen, riferendosi alla Borsa di Londra, chiama la Borsa la intermediaria e l'autrice principale dei più vituperevoli inganni; Loria ritiene che gli stratagemmi di borsa sono la prostituzione del commercio. Un alto magistrato disse degli aggiotatori: questi signori giuocano una partita nella quale da un lato sono i tribunali, dall'altro la fortuna. Se essi sfuggono agli uni, conquistano l'altra. È una partita di dadi, nella quale il Codice penale serve di tappeto. Superfluo aggiungere che oggi quasi sempre questi criminaloidi acciuffano la fortuna. E serbo in ultimo la parola ad uno dei più eminenti economisti, che difendono la presente organizzazione sociale: al Leroy-Beaulieu. « Ciò che erano altra volt.1,nei tempi più remoti del medio evo le grandi compagnie di avventurieri e di briganti, che taglieggiavano i mercanti o saccheggiavano le cnmpagne, sono oggi le Società per azioni, non tutte senza dubbio, ma molte fra esse, e con più sicurezza e maggiore impunità, con più comodi e maggiori godimenti pei loro fondatori e direttori. È una organizzazione metodica del saccheggio ». Cosi scriveva l'inesorabile avversario del socialismo nell' Economiste francais del 3 Luglio 1881, mentre infieriva una delle più grandi crisi che abbiano devastato la Francia; e di più non potrebbe dire un socialista che denuda ·1e vergogne della attuale Società borghese (1). VIII. L'aggiotaggio, pare impossibile, ha trovato dei difensori in certi economisti pei quali i criteri morali non hanno alcun valore : questi economisti dicono che non e' è da allarmarsi delle sue conseguenze, perchè alla fine non si tratta di distruzione di capitali e di ricchezze, ma solo di spostamenti. A loro Augusto Chirac argutamente rispose: Giusto! ma quando un pickpocket prende il portafoglio dalla mia tasca e lo fa passa,•e nellci sua si tratta forse cli altra cosa che cli uno spostamenlo? Molti economisti e anche qualche giurista di manica larga rappresentati in Italia, tra gli altri, dal Graziani, non negano gl'inconvenienti dell'aggiotaggio (1) Contro l'aggiotaggio ha fatto coi libri e continua nella Libre parole una vigorosa campagna il Drummont. Peccato che egli ne faccia un episodio della campagna contro gli Ebrei. ma ne esaltano i vantaggi e ritengono che sarebbero maggiori i danni se si volessero prevenire quelli deplorati: essi confidano nel solito talismano del lasciar fare e lasciar passare e trovano legittimi e giustificati i contratti a termine, i deporti e riporti e tutto il giuoco di borsa come qualunque altro contratto commerciale. Il Raffalovich in Francia è stato ed è uno dei più ostinati difensori di un tal modo di vedere, eh' è stato riassunto da un altro eminente economista della stessa scuola, il cui pensiero è bene esporre integralmente perchè contiene una implicita e severa condanna del1' aggiotaggio, che vuol difendere : « L'aggiotaggio, scrive il Block, legalmente difeso e praticamente tollerato, non è altra cosa che dell'attività nel vuoto, È nocivo? Senza alcun dubbio, perchè esso sterilizza forze e capitali, che potrebbero servire al benessere comune essendo meglio impiegati. » « L'aggiotaggio è la passione di coloro, che vorrebbero ottenere a colpi reiterati di dadi la fortuna, che non dev'essere razionalmente che la conseguenza di un lavoro perseverante. Conviene proibirlo? Bisogna temere di cadere in un male volendo evitare un altro e di frapporre ostacoli all'attività umana sotto prdtesto di scansare gl' inconvenienti. Intanto la legge è stata savia non accordando alcuna azione innanzi ai tribunali pel pagamento dei debiti risultanti dai giuochi di borsa. I giuochi di borsa non sono atti seri, che la giustizia di un paese possa sanziona1·e... « Una quistione che s'impone qui è quella di sapere ·quale condotta i governi devono tenere verso la Borsa. La risposta è semplice: essi devono limitarsi a fare eseguire i regolamenti di polizia. Se il loro intervento sorpassa questo limite, esso diviene funesto, perchò esercità sempre un'azione, che turba le leggi economiche del mercato ». (Dictionnaù-e de la politique. Parola Bourse). li B!ock continua biasimando severamente i governi che agiscono sulla borsa - come più volte à fatto il governo italiano - per rialzare la rendita Si può, si deve convenire in questo biasimo a chiunque non trova utile ed onesto il giuoco di borsa chiunque giuochi, l'ente morale o il privato, l'atto rimane ugualmente biasimevole. Ma non si può menar buono il concetto che il governo debba lasciar correre perchè i giuochi cli borsa non sono atti se6,, Sono seri e tanto ·da produrre la rovina di migliaia di famiglie; e sono criminosi perchè, come si è visto nel giuoco entrano la frode, l'inganno, la menzogna. Devono perciò punirsi anche in nome di quel liberismo quasi anarchico, alla Spencer, che nello Stato non Tuoi vedere altro che la funzione del gendarme. E mi accordo col Supino nel ritenere che questa scienza che difende l'aggiotaggio non intende avere altra missione che quella di fare l'apologia di tutto ciò che esiste. La coscienza pubblica fortunatamente si è sempre ribellata e si ribella allo giustificazioni interessate di certa scienza ai servizi del capitalismo e si mostrò nel secolo scorso assai più severa che nell'at-

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