La Nuova Europa - anno III - n.6 - 10 febbraio 1946

--. IOfebbraio 1916-------------- LA NUOVA E V R OPA ------------------ 5 -- LA GUERRIGLIA NEI CASTELLI ROMANI a i«trare »: l'ucctsione dell'ignoto le<lt•· :tco nella villa abbandonata: « Sul cu– scino e' era qualche macchia di san· gue,.. :i,; la mitragliata a pallottole per. foranti e traccianti « 11 filo rosso si con– giunse finalmente all'ombra nera e ne fe1mò la corsa. L'ombra rimase immo– bile un istante. li filo rosso si perdeva nel nero del suo corpo. legandolo al r I . mio 11nitra che riempiva la notte coli Q UESTO libretto di Pino Levi: La giunge senza s orzo a cuno a questa suo fragore ritmico e p0t,ente. Poi cad· guerriglia nei Castelli romani (Ei· purezza. SI parla. tant~ di accostare la de di schianto ... »; la vendetta del rus· naudl) è una novità. Sinora in Ita· letteratura alla vita, s1 fa tanta retori· so conu·o il tedesco ferito: « Si avvici, lia la guerra partigiana non aveva pro· ca predicatoria sul beneficio che l'arte na al ferHo con strana lentezza e ·vi· dotto. di conv:ncente. che certe fotogra· deve t~arre ,da.I contatto con la~oratori bra un terribile calcio su quella faccìa fìe. Reparti in agguato. figure giovanili e uomini d azion~ - e Si sottinte nd e stravolta ... E' come se fossi stato io a e barbute bizzarramente equipaggiate. che dovrebbe uscirne un'arte di len, ricevere nel viso quella scarpa ferrata ... cadaveri, v!sl sfigurati dalla corda o dal len7:a. di J?roblemalica sociale - quan, 11 rumore ritmico di colpi sordl, opachi, piombo, -:ncendl, brulli paesaggi, rozze do 1. 0 realf:à butto ciò che gli uomini riempie l'alto stupore meridiano, insh1· scritti sul muri - la realtà incredibile d'azione e l lavoratori cl P.ossono lnse· me a gemili e urli spe2zatl »; Ja fuga s'era fatta documento, e non si poteva ~nare quanto al. modo, è .già ln que sto ·mirncolosa dalle mani del capitano tP." guardarla senza un brivido. Le parole, hbrett~, nE:lla vissuta e rnconsapevole desco: « ... Il verdone era saettato In al· invece. in cui s'è cercato d'espr'.mere modeSlia di qu~st0 libretto .. « Non fare to verso il sole con ·m trillo acuto, lun· questa stessa realtà - intendiamo i rac- 11 passo, mal più lungo de~la gamba>: ghissimo. Un urlo riJ gioia come non conti, le poesie. le memorie - non di· ecco un autentic~) lezione di st He. . avevo mal udito ... Pensai a quel tril.lo cevano molto. O si riducevano anch"es• Per.ché que~to e anche un ~lbro <;\I s u~ mentre ansimavo ...». QuesU passi - e se a materiare documentario - pro· r4;. Pmo 1:,evi ha de!le usc!te, ~lie 31 son ·molti - si sostengono in gran par: c_Ja_m:, relazioni, lasciapassare. I~no 1 llet•·· ?(f:t~~~~ i~ge~i!i ~~~; 0ec:v 1 ~~;i~;;. te per forza di stile, per scelta istinti– t1_ni - ma allora m~ncavano del I m quasi gaio, irresponsablle della vita par· va del modesto e quasi Ingenuo parti· drn,!ezza f_otog:afìca, o voleva_no esser~ tigiana. A volte adopera un llng,uaggio colare incisivo che non è mai generica· un interJ)l_etaz1one,p~rsonagg1 e passio lievemente «fatto» che se non fosse mente pittoresco o furbamente psicolo· nt, narrativa. poesia rnsomma; e allora: la tremenda serietà di 'quella vlta. Et ~~~~p~~~~~ :~~lt;r:aem~~/~tti~l~~!sF:~ Cfme sempre succedeva che a fare del direbbe intenzionale: « Marco e Ferruc· seguire i meandri di una cosaenza. Gli 1 arte non basta la vog11a. Non ~asta oio, i due belllsslml della compagnia, !n basta rendere a volta a volta il brivi· aver pagato di perso!1a essere stat. v~- att€sa .di far strage dei tedeschi, fanno do di distensione O di terrore che l'av· torosi ed anche erO!C,l.essere morti: strage di cuori femminili»; « II sibilare ventura gli strappa. E Jn questo con.il · <;erte pagine di caduti nella gue~-ra di di qualche proiettile accanto alle orec· ste il ritmo felice del suo narrare. Ne!]• hberaz1one le abbiamo lette umilmen· chie mi fece l'effetto di una buona do· suna velleità·, nessuna ambizione, nem· te. come si legge una pregh:era o un se di bromuro»; « Abbiamo p1:eso una meno gli scatti Indignati O commossi testamento. 1:rn a ben al~ro pensa_vamo ventina di armi tra cui un mitraglia· della coscienza, rompono questo ritmo. che alla poesia. Che _direinvece dei mol· tore da paracadultista. che ho assegnato Lo scrittore è tutto versato nell'imme– ti opuscoli. raccconl!, canzonieri che ro- al mio uso personale». E' difficile dc-- diato r-icordo, e le sue scene hanno dav· manzano la materia partigiana. e sup· finire questa strana noncuranza <Il vero l'incredibile verità di un documen· p\iscona al mancante br'.vido della so· scrittura; vengono In mente certi pa.=.· to fotografico. Ma di questo non la fred· brietà fotografica con l'enfasi, la carat- si, tra svagat,t e scherzosi delle Note· dezza un po' distante e innaturale. ~ terizzazlone sciatta, ti richiamo alla relle di G. C. Abba, ma là il cliarista è mai, dell'Istantanea l'intimità confiden· santità della causa. il pittoresco facile. tutto preso dallo sforzo di sollevare la ziale, l'assenza di pose. Una vlta che 11 ct:alettismo banale'! Tutta letteratu· materia quotidiana a un clima croicJ s'è tutta versata nel fatti, ch'è stata ae– ra, comunque, di cui è superfluo parla· di consapevole leggenda, e ia luce su!· colta come un semplice dovere, contra re: i lettori ne han j!ià fatto giustizia. la pag·ina è tutt'altra. Abba è lirico. evc· cui si può anc~ 4mprccare ma che ln· E disp!ace pensare che gli autori qua- cativo, monumentale - se pur capace somma si compie, non poteva esprimer· si sempre furono ver: partigiani e han· di bonarie ironie-, PJno Levi, con ml· si con altro linguaggio. La stessa onc– no pagato di persona: si vorrebbe che norl ambizioni, è più narratore. più tra· stà e innocenza da ogni retorica con .cui il .,cornggio e I.i dirittura andassero lm· sparente e pacato, più vero. venne vissuta vivHìcata la prosa d'J.v• numi da ogni v.imtà, specialmente da Ci sono nel libro cose indlmenticai>i.11.ventura che la racconta. E in questa La mente (il nous) è presente dap– penutto. Vivere attento. Spremere dai fatti il loro succo di pensiero. ::: Nessuno può assumersi clf peso la .responsabilità oltre che del proprio essere, dell'essere di un altro. Il perchè ci è di tanto fastidio chi ci imiti pedissequamente in ogni no· stro fare o parola. Pure immersi nel tempo, noi abbia. .mo per momenti il sentimento di es~ ser fuori del tempo. Per esempio: quando cert[ nostir~ risentii.menti verso una persona alla .quale li tenevamo gelosamente na_ scosti li' senliamo d'improvviso en1 rlrati sotto H suo sguardo proprio da~ .momento ch 'es.sa ha chiusQ gli oc– .chi per senwre. L'abisso tra tempo e eterno, è per ,un attimo abolito. Se la morte non finisce la vita, non può la nascita incominciarla. La ,traiettoria prosegue indefinitamente .dai due capi, e la responsabilità del-l ,l'individuo Jnvolge )'a direzione to– tale. L'aggettivo e bennato :t è pieno di .senso. Per approfondire non c'è bisogno di rimestare continuamente il pozzo .nero dell'incosciente. Si imitano volentieri' t difetti dJ:!h .l'originalità nella vana speranza di accattarne i pregf. Le donne generalmente non nega. ,no i loro diletti. Solo Il designano con nomi di virtù. La coscienza è sempre un fatto \n· dividuale; ma è pure un atto di ca. scienza rendersi conto del-le sue atti· nenze a una coscienza più vasta -– universale e perpetua - di cui non Jar caso sarebbe follia suicida. questa. Il primo tedesco ucciso: « Immobile e Sintesi cli umana integrità e stile ge· l-la un caso speciale, una novità, è sl!enzioso era pure II buio della campa· nuino è la J&ione più opportuna del Il fatto che noi slamo strumentf ai ~n argomento il libretto di Pino Levi gna dopo II fragore della motocicletta libro. .disegni di Dio, anzi che indurci a pas_ cavaglione. Vi si descrivono, sotto for· e lo sparo. Poi un cane ha cominciato CES.4RE PAVESE ,slvttà, deve stimo~are in noi tutte Je rna di diario. I cinque mesi di guerri· .vtrtù fattive. A che servirebbe la scu· ~~~a~~ ~~~~~ 1 :;a~~~~o~!to~!~cf 0 ~s\~~: ""'""""""="""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""="""""""""""""'I re che non taglia\ dendo agguati. vivendo e uccidendo, e p EN s I ERI I diventare da disavventura privrita ca· Bel monito dl saggezzn dlalettare: ~~u;p~,~,i~(olo,i~ll~aa fitr" cpppo~•a· < ouv,~erparcg\s;ni~~ tastrofe universale, sfuggemlo alla ,: Parla minoa in la man a chi 'fll- u trasformazione graduale che è legge ~;"~!ifei~t~~ 1 ~~~isao~i~f~ 0~fvt~a~?v:. ., di tutti 1 sentimenti com'è di tutta vo~~~-i commento è a detrimento. Non si può dire che s1 "trovasse a fare ·MO R A L I la vita - .più che dolore è vanagloria. Cht lavora vuol almeno 11 compen· ll partigiano per caso. come toccò a -.~ .so di sentirsi responsabile - cioè !i- molti. perchè fin dal '38 s'era dato alla Quella stessa sciagura che pqr to- .bero. l>Ollt·:ca clandestina. e nel settembre del e I gllere al tuo vivere ogni scopo, ll or. '43 raggiunse da Genova Roma dove Hl non 1a fede J1el genere urna· fre quello di trasformarla tn luce. cercò contatti col Partito comunista e no non può aver fede in sè: e c::I fece destinare a una banda dei ca· chi non ha fede ln sè già infi1- •Stelli, Studioso di dilitto e di pslcana· ma il suo giudizio sugli uomini. Usi. egli è in sostanza un normale ti· Aver fede in s~. nel proprio giudi· 00 d'Intellettuale ltaltano.·Eppure un zio e nel proprio sforzo, è ancora aver sicuro istinto narrativo gli ha fattosce· fiducia nella vita, in tutta la vita. Bi· gllere J\mica forma in cui. a eosl poca sogna, s'intende, ritrovare dol?lsè la 11stanza dai fatti. è possibile rievocare i·adice fonda. 'l::enzaerrori di prospettiva o sbavatu· re la tremenda esperienza della guerri- Coscienza - consapevolezza delle glfo: il diario. l'annotazione auotldiana. forze che affluiscono in noi e dei do. '~on I.i StPSSasicurezza egli ha escluso veri che ne conseguono. dal racconto ogni sforzo dl giustifica· Z:one storica. ogni enfasi costruttiva e "lmbolica. ogni sondaggio in profondo. •·he mirasse a far del libro un piccolo Guerra e Pace. Pino Levi sottintende •utto il grosso trav~lio di un popolo. !1 cozzo tra due mondi culminato In quei gtorrfi. e riduce l'Incontro tra lui ~ il tede:sco all'espressione elementare: 1 Tu, tu. "brutto porco, sei venuto a uc– ctdcre e rubare e speravi di ritornare a c:isa con quel che hai rubato. Porco, V:gllacco•· ,:Questi sono i tedeschi. Spa– valdi e barbaramente crudeli nella buo– Tla fortuna: vili e imploranti nell'av· Y.ersa,. Cosi come J"iduce all'elementa· re la vita interiore dell'io protagonl· sta. Non predica, non fa la lezione d:. stotia o di eroismo, nè a sè nè agli altri: « I miei compagni sono allegri. Io oenso con tristezza a quella donna che tio uccisa e cammino ~n silenzio. Non bo detto niente a loro. E' inutile che lo sappiano :o. E gl\ sfoghi, le evasioni che si consente sono que!H di un buon figliola o d~ un modesto studente: « Vl era un arcano senso di addio in quel· l'ultimo abbraccio che ml hai dato, oh mamma! Perchè, perchè non sono sta• to capace di afferrarne Il senso segre· to'? Perchè non sono rimasto a proteg– gervi? »; « ... sotto la luna,, lo e Fabio e: slamo abbandonati a piacevoli con· versari filosofici e poe.ticl. Fabio amml· ra molto Pascoli e D'Annunzio e ogni tanto recitava brani di loro poes:e. La dolce armonia dei versi dava un aspet· to magico e suggestivo alla nostra mar eia notturna ... li rombo ·(lei mllra non ha dissipato questa atmosfera ... , Chi non ha dentro di sò un lembo di cielo, ha dentro l'inferno: chè il vuoto non ha luogo nemmen Il. Or.J, è 1llC"6liO vivere in compagnia di san· ti che di demont. La verità dell'ascetismo è qui: che -tra le varie esperienze di cui si giova l'anima ci vuol essere anche quella delle privazioni e dei patimenti del corpo. Non solo « val la pena » - ma ci vuol la pena. . Nef matrimonio la forza spiritual– mente pili feconda è proprio il discor· da fra i due coniugi - semprech~ sia bilanciato dall'assidua volontà di far ne un accordo: la quale ha da esser maggiore nel coniuge dove è maggior coscienza, nell'altro essendovi mag· gior ricchezza cli elementi vita!J. Xantippe ~ la vera coilaboratrlce di Socrate. sp:~~~1 11 n~~: 1 1'.~ 1 ;ii::~:.rQu~~~br;:16;~~ :Pitìo non è che un fuoco a salve con· tro lo Spettro invu!irerab!Je. Nulla fa sentir.e cosi acuto all'uo· mo l'intimo dissidio della sua natura quanto il sentimento di eternità del· l'amore e l'indispensabile volubilità del l'istinto genetico. C'è in questo piglio una grande vir– tù. Pochi scrittori avrebbero saputo contenersi a questo modo. commisurare a questo modo il bersaglio. alla portata Dolor vero è pudico. Il dolore che dell' anna. Probabilmente Pino Levi 1innova a data fi.BI , che pretende di Ogni anima ha un suo timbro fon· damentale. Dl costei è li riso: tutte Je altre sue espressioni non sono che moclulazioni di questa sua ilarità na. Uva - anche U pianto. Unico modo per non sentir la vita che sfugge - crear nuova vita. In ogni ordine, la creazione è sem· pre spasimosa - spasimo di voluttà, spasimi di dolore. Come non cf può essere all'amore altro perchè che l'amore - cosl non si crede che perchè .si crede. Fede non può esser che dogmatica. Non si può ogni mattina rimettere in questione il pater noster. ,, Del cane la fedelUt, ciel cavallo l'a· nimosiu\ ùeil'asino la pazienza, della pecora la mansuetudine, della sctm. mia l'iJnitativa, i'Jstinto della chioc· eia, la festività del1a rondine, l'intre. .pidezza del Jeone... - ciechi modi del· J'istinto che solo nell'animo umano possono attingere a virtù. Microcosmo U mondo - n vero macrocosmo è la coscienza dell'uomo. Circolazione perpetua della vita. TI residuo umano - il peccato - si con_ verte in bestialità; e lungo la scala evo1utiva rigiunge all'umano; dondl! ancora, elaborando lo spirito, rilascia peccaminose scorie alla bestialità. Questo moto circolare è saliente. 1! suo tennine - all'infinito .- è Dio. L'intelligenza, che è per sua natura luce, si diverte talvolta a lntòrbldarP. invece che schtarare le cose (certe soluzioni intorbidano ai raggi diurni) e dimentica che essa non può fondar· si per le sue costn1zionl che sui dati dei sensi, - che son più di cinque. « Redire in se ipr.um » - ma non ll'ed1re a mani vuote. '· La pazienza certo non può dare li genio. Ma il' genio ,dà anche lo pa~ zl'enza. H nipotino si è rifugiato sotto la ,tiavola, nell'ombra; e là se ne sta que, to e solo, non rispondendo alle istan– ze che altri. gli fanno con vezzi e con J1innoll perchè esca anch'egli nella lU· ce cruda del lampadario. E il nonno si 1ivede quando, bam– bino, si. rifugiava anch'egli tanto vo– Jentieri sotto la ta\"ola, e pensa che J)er tutta la lunga vita ha cercato dl' mantenersi, solingo, nella penonbra pensosa. Tienti sott'octhlo U ritratto di te .bambino. Quando tu sia smarrito - .~~t~r~~o l'~~~tt~e ifu~èf!i~:e,f! sati. ::! 11 solitario sente e sa che la fonte è dentro di sè: ma anche sa che non .gitta forte che sotto gli urti con gli a!trt umani; epperò è assiduamente lacerato tra quella sua certe-z.za e que; .sta necessl tà. La solitudine non ti dirà nulla se .non ci vai col cuore ~hianto dalla di~ ,partita . ::: Il pericolo di tante cure a frrobu– stire la gioventù, è di irrobusurra ,troppo. Ciascun'anima umana comvorta un certo grado cli. salute fisica, e non più. Quando Il naturale equilibrio sia, !t ;;:iar~topiÙ f;~~\t~'1~~\; 0 i }~~~ ,che quell',anima può opporre agli im .. ,peti della carne. Queil pensieri che spontaneamente ,ti so110 nati in forma icastica son sempre da tenere, quand'anche prc~ semino tra loro qualche apparente di• ocordanza. Però che quella lor fonna stringent~ è ind)zio della loro esatta .aderenza a un momento della tua in. lima realtà - e tutti questi momentr si riaccordano nella superiore unità dell'essere. E' la verità dello siile. VGO BERNASCON~

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