La Nuova Europa - anno II - n.27 - 8 luglio 1945

-- 81usllol045 --------------1,4 NU(!V.t, EUROP.A------------------ 7-- ANCORA DEL GUSTO ATTUALE non s'interess..<tvanod'arte. Ed era pen- gl t giovani non s1i1pe,.;no,Ci)mc dice sato male perchè per~pensare bene blso• U Cuzz.i. cc.I è verissimo, i vecchi cam• gnava pensare altro. Cosl che qualsiasi p;ont del gusto 1005-14.. Mi spiace, ma ritorno a quel gusto del 1020 sarebbe dl fronte a questo fatto, non c'è che oggi un disastro. Ed è grave la respon• da dire: l giov,:ml devono superarli, o sabi,Mà di Quel crlUcl che ogf:I, come rinunzino ad esser-e grandi pittori. Schl• .Aliora,spingono gU ·arttsn In un vico- vare questa battaglia, con un •ritorno•• lo cieco. ap1>laucKtodai benpensanti, non sa• Non so .1,e 11 Guml abbia Idee chiare rebbc degno di giovani valorosi. e REDO sia opJ)Ortuno di non la~ sciare senza replica la e Risposta a un Maestro• di Virglllo Guzzl °(Jl Tempo, 21 giugno 104.1) che si opJ)()– ne alle klce espresse In e .MUA del gusto attuale• pubblicato 1110 giugno 1945 in questo seltlmanale. La ~"l"andecortesi.a del Gozzi, e Ja sua abilHà nel chiaro– acurare una Idea, oltre che l'nccordo su alcuni punti secondari, non devono far velo al fatto che la sua tesi è opposta 1111n 11110, e va chiarita come oppcsta perchè pubblico e nrtlstl vedano di che ai tratN e scelgnno lii conseguenza. ,;ulla natura di questa tradizione pitto- Perchè nessuna abilità polemica del nca che qui si \luole difendere com• Guzzl può nascondere questa ventà che la sola tradhS.one attuale di pittura tutti t • ritorni • sono stati del falJl: • arUsllca·•· Egli parta dl e quell'4m• menu. La tra()i:elone classtca del Sei• pressionismo da cui sembra non cl si cento e del Settf?Cento era piuttosto Ac> do\lrehbe più•dlstaècare • e pc>ldel gu1 rente, quando a Mengs e a \\?;nckel– sto 1905-14 che • S svolge\la splendida• mann saltò In testa di lanciare la mo– mente come negazione e superamento da del • ritorno all'antlco •· La tradlelo– dell'impressionlsmo :1, e Pol considera ne cl.:isslca fu distrutta, non è più rl– Mafai al di fuori di questa tradizione. sorta, e li neo-classlclsmo che l'ha -80' Bisogna dunque precisare che MllfM stlturfa ha fatto il mate che tutti s.1nno vi appartiene. e vi ha nppartenuto pcr n pittori e scullor!. Ml piace Poi che n chè sl è distaccato dall'acca<lcmla • no· Guzzl clH il •ritorno• di Picasso: Imi vecento •. nrn,:tinoch'egli parli del •classicismo• Che cosa sia questa tradizione dol di Plcnsso dovuto a una sua visita a 1905·1·1 ho già spiegato nel m;o al'lAColoRoma 11c1 1017. Ebbene .;.1 risultato fu precedente, e non ml ripeterò. Dirò ,questo: per qualche anno non i·lu~l soltanto• ch'essa è lo sviluppo di quel J>lù a creare, se ne accorse, e abban• gusto 1880-1890, che racchiude tn sè lm• donò ·11 suo •ritorno•· t li Guzzl ammette che dopo la prima guerra mondiale .li « ritorno al claSSl• co» sin st..1toun,falllment_o, ma crede che la ragione ùel fallimento sia da troi varsl nel falto che la crlSl del gusto ùel 1005-1-1 fosse allora troppo recente, mentre ora Urtcmpo è pacsato, t gran• dl rivoluzionari sono invecchiali. t gio– vani f'lon Il hanno "Superali: ecco roc– casiohe favorevole per ritentare ciò che f:1111 nel 1020. pressiorltlsmo, neo-impressionismo, slm• Un monito dunque parta da tuUl f bolismo, ecc. E anche questo ha 1 suol crit4cl, che abbiano coscienza de11a Jo, preeiedenti che sl chiamano realismo e ro missione. I g(ovant pittori non cer, romanticismo, e più tndlet.ro ancor.i chino di schivare la loro fatica crea• settecentismo alla Watteau e alla T;e, trlce col diventate conformisti di m<>-' polo, e barocco e Rembrandt e Tinto• 1~~~~~:tTc~e s:: 1 ~~~~ ~~~~ar~~i retto. ·, stlte. , e ~la<:~~v~: :9:/t~ta~g;e ~!;~~I~ Si servano liberam.ente dell'esperle11 1 Ora to nffermo che e ti ritorno al dasslco • d"l 1920 fu un falllmento, non per rat,1oli\ contlngenU, ma perchè fu pensato male e J)efflO esegu,ito, da persone che s'lntereSs:wano dt tutto - pollllca, sciovinismo. tornaconti - ma a spasso, come n •Novecento•• ma za più ricca che. la pittura moderna or– una necessità connessa col problemi tre. E poi racoano almeno un p-1sso artlstic-i della fine del sec. XIX; e J>Cr- I avant!· ma non in<l!etro. l 1 ndleUo, lo ciò u gusto di quella crisi ha convtnto si VOi:tlao no, non e è che l accademia. 1 migliori pittori in tutto Il mondo. Og> LIONELLO VEX'I'URI ·e A R D u c·c I PATRIA·E· POESIA. PURA H O letto con vtvo \ntcrcSSe - non con dhnenUcanza si può operare. Con– è l:1 frase ratta - nel fascicolo senlit.:"Iscaltreeza; che è la grazln del• di mar-.to della Nuova Anto 1 ooia lo scrittore, la sua più segreta bellez1 .. ,. un arUcolo •dl Pietro C.ilamand1•ci, E' tuttavia. giusto dire, come dice • Scomparsa di un vecchio J)Oeta ». Si Calamandrel, che critici e lettcrau 9i tratta di rlco1'dldi scuola, dl quando Ca• riderebbero dello • stt·appo dl dolore• 1anfandrcl era uno studentello liceale: provato da quel gio\•lnctto un po' fan– della notizia Improvvisamente appresa taslico e freddamen(c gli direbbero che dal sommarlo della .VGzionedella morte e esso non aveva niente a vedere con dl Carducci, menu·e egU 9i recava mo- la poesia•• pcrchè • in quel libro che re sol-ilo In ritardo al Liceo Mlchel:m- egli ingenuamente amava non c'era gelo; e di un pianto dirotto In classe pnes\a...., ma nient'altro che eloquen– durante la lezione di un pc>vero ,nse• za •? Proprio vero che critici e Jetterd• gmmte di storia, detto e S<!moltno•... ti artermerebbero· che &alo • Il gl'osso– Tutte cose buone e gcnlllmente dette, Jano gusto di quel templ poteva scam– che st leggono perciò coi: piacere e biare u facile tntenertmento senOmen• eommoziOJlC.Gentilissimo per esempio tale prodotto dall'oratoria coll'arcano l'accenno che e1di fa a sé stes.w ed a compiacimento che dà agli Iniziati lm– t1ue1 pianto cd all'Ingiusto mo\'imento paSSibili •la vera poesia; dalla quale, d'ira contro Il povero profes.wre, che come ben sanno t ntgazZli d'osst, blso– quella volta trovò lui la parola giusta gna spremere ed espellere, per nrrlvn– <• A d·istanui cli quasi qu.mmt'annl PoS· re ad isolarla, tutte le scorie d'lntelll– so volgermi indietro e riguardare con i;ih\le umanità, tutte le lmpurlli\ di ori, dist.1ccatn curio&ità ... le lnc11medi que- gine morale e poH.tlca ... e ciò che rlma- •f~0 e~ft 1 ~;~1 d!1~~~!r~~l~it11 1 »~!![~f;;~ ~ e~~~ 11 'èP,~ ·a~~~f;2tcb1~,~~~o df~t''c~lC sn bene che, nonostante le ai'lie dl uo- secondo i critici la poesia dl• Carducci mo fntto che allorn si da, 1 n. 110n era e pareva grande proprio pcrchè non the un ragazzo un J>0'.fant.1st!co, me· era poesia pura, ch,in1l.camcntestc1•illz• r1tcvole dl compat1mcnto •>· Gentile z.tta ad uso del letterati a; e che gran– soprattutto l'ucc~nno finale n cosa che dc non è proprio perchè ern • poesia quasi non osiamo nominare più, e non rincuorante, ammonitrice, fraterna•? per Indifferenza nè davvero per con- Lasciamo stare la grossa quest~onc trarietà, mn soltanto per 1·lspetto: CO· generale. Che poesia sta quella cosa mc s~ avessimo ritegno a pronunzfare arida e diafana come • la spoglia del– <1uellaparola ln un mondo fattosi or- la cicala appes..1 a4\Jostecco nutunna– ma;, se non avverso, distratto. Gentl- le•• ~ cosa che è stata e magari 68rà Ussima, voglio dire, c1uclla pudici.e.a sostenuta da qualcuno e da qualche con cui a proposito dl Carducci e del- scuola; ma che vuol dire? Nella nostra la sua poe~a. e dopo uno sforzo su sè Hbera città. per ripetere parole ramose stesso e una sospens;one d'animo e dt di Tao;to, e cuncta und!que atrocla aut voce, egli si decide :l nominare la pa- pudenda connuunt celebranturquc :1 tria: - • Perchè, nllora, questo parc\'a (non v'è enormità, non svergognatez– l'ufficlo della poesia: raccogliere dal za, da qualunque parte provenga, che passato, tra le glorie e i dolori degll non trovi, nella repubbMca letteraria, avi. la segreta voce del futuro ...; dare ricetto e fortuna). E dare a quelle a(. a11egenerazioni che sl succedono per fermazioni tantn Importanza, Impor– breve ora sotto U sole, la coscienza di tanea anzi esclusiva a quelle parzlaH un dovere di dvlllà da adempiere nel tendenziosissimc alrermaZ.oni, varrcb– mondo, tram:1nclato ... ùi padre in figlio. be quanto, che so lo, in polltlca dlmen• Questa coscienza religiosa, che nel H)1- t~care che oltre che ~fussollni e che guagglo J)Oet·icodi quel tempi, sl chia• li fascismo c'è stato Cavour e II libera• mava ancora la P.ltria ». lismo, e c'è stato Mazzini; e cl sarà Il Dico la verHà, ho ass.11 apprezzata diavolo che cl sarà. Che arte non sia codesta gcntllczza; che l! sentimento, ~1ridHà, ma umanità, necessariamente persuasione che certe cose, se sono e umanità, è ciò che Invece è realmente, hanno pregio, 110nsi vogliono nomina• univen;almente pensato; ciò In cui so– re invano. E insieme co1;ctcn1.ache sol• no d'accordo fitosotla e senso comune, tnnto gentilezza e pudiDzla potranno Croce e l'uomo della strada: come a di• riuscire, semmai, a ricollocare quella re, Perpetua e ti cardinale Fcde1igo. E •poetica• parola nel cuore dei giova- solo questo si può dire, a rigore, che nl. Col-ì1 elle gentilezza è anche nbllltà, sia pensato; le altre sono soltanto cose vera n~Utà pcrchè non snpcv.l di es- c-he possono passare e, sl. possano pc1· ser tale; cosl cQme vera srazln è quel· la testa ... la che si dimentica. Del resto chi sia Ma lasciando stare, dicevo, ln que- ~ri1~ ~m·~~ ~it~~osc;t'!~) ~ 01 .! f!~~~\1~\ p:d~~~ 10 cinY~~:1 1 c.1g ~ne~~~\~~ ne che, c1uando scriviamo, pur dhnen- stato un momento in cut da Carducci tii.chiIn clò che scriviamo, soli propria- ci siamo allòntanatl; e l'abbiamo criU– mcnte non slamo mal; ma .è con n~l cato; e anc~e su lui, e forse proprl.o su un nitro che non si dlmcnt1ca, l!Ja n~ dl hli ci siamo esercltat( a cllstingth... mane lm·ecc bene sveglio: un Mttsple- re poesia e non poesia. Fu n Thovez, ler che S.'1 quel che sl ha a fare, e con un suo ben noto Hbro, a dar l'av- . quale nota loccare e qu:1nto a lungo I vio. Libro ingiusto, non c'è dubbio, di tenerl<1; che sa bene anche che cosa ingiustissima condanna, ma tn cu\ pur sJ raceva valere una giusta esigenza; Blcchè noi, da quella stessa esigenza i;;plntl, ci demmo a cercare 'il poeta non nelle sue cose più parventl, ptù com– pllcntc e architettate, bensl In cose più semplici e celate, in quel che v'era .in lui di più seriamente e semplice– mente umano. Lo cercammo, e lo tro• vnmmo. Epperò a Carducci sinmo rJ.. tornali, e siamo certt che Chstaccnrce• ne non potremo più. Cl siamo ritorna– li anche con l'aiuto di Croce; che è l'in• ventore, sta bene, di quella facceml.1 dcll'orntona che a calamandrel, st ve: de, proprio non va giù; ma è ::inchesta– to Il più convinto e convincente drrifen• liOl'edi Carducci contro certe ingiusti– zie d{ neòterot. Anzi cKret che questn difesa òi Carducci è stato uno degll e– prsodi più belli dell'operosa vita di Croce: \·oglio dire una delle a:aionl sue più magnanime. Conferma al tempo stesso di un altro grande prinoi.plo: che l'uomo che val«! è Quello soltanto che non sia Ingiustamente nenilco di inne> vazlone ma Insieme giustamente ri– spettoso deJ!a traòizione. Rare volte Carducci ha raggiunto ta poesia? E tn quel volume zan!chellla– no che tanto abQlamo amato, e su cut molti della nostra gcneraozione un po' stamo n;ttl all'amore e alla compren– EIOne (I; certe cose, in quel volume, dt· co, grande. grande assai è la parte da sca.rt< 1relS.irti.ver}ssimo; ma che vuol dire? l)I tutti' I 'nostri grandi poeti Crir– ducci ~ quello certo che più faticosa– mente e plù tnr<ll e più di rado ha raggiunto poesia. Pur l'ha raggiunta. Dove raggiunta? Calamandret ricorda alcuni versi carducciani; alcun\ accen– ti dl quella sua musica, di quella voce che è la su:,, e quella di nessun altro, la musica Inconfondibile de!Ja sua poe sta: • 'rra le nubi ecco il turclrino a; e Picchiano uccelli raminghi su' vetri appannali •; • Ricordi tu le vedove pingg,ic del mar toscano...?•: • ...e con fremito leg!,"iero- par che passi un·a• nlma •. CUrtosa! Ma questa è la scelta stessa che farebbe il più esigente del letter:itl. Qui sono segnati prop1':o l'a!– ra e l'òmega ùella più bella stagione del poeta: dove, si può dire, nasce ln sua poe~a e dove si spegne, dopo aver rag– ~unta unn nuova dolcez7.a; quando chlcde\,a, • pria che l'ombra a\'voJga– ml •• :mcora un raggio di poesia. Chle– dc,•a, e nell'ntto stesso gli era con• Ceduto. E ,la p.<ttria? Direi che similmente un plì:Ibello e profondo e toccante p.1- lriottismo Jo troviamo in questo Car– ducci nostro che non in quell'nltro. DP! resto la patria che amiamo, e dl e_: non osliimo più Càrc il nome In nn mondo fattosi avverso o distratto, an• che la 11utrlanon e essa 11pl"imo. An– ch'essa deve sorgere e sorge su di tm più vasto fondo. Senza del qu:ilc an– che la patria diventa altra cosa; çhe nmab\Je non è più. VLADIMIRO ARA·XGIO·RUIZ CONC&SSIONARIA ESCLUSIVA P&R LA PUBBLICITA' SEltVIZI TECYICI ORG:\NIZZAZIOXE PUUBLICl'rA• ROMA - Via VU,torlo Veneto, h. - Teldono 4!1-77:1- UNA RADIO F U compraw sul finire degll anni buoni, per chi a &Olamisura del •buono• prenda l'esterna orga– nJzzazione della vltn civile, di cui cl si accingeva a far tabula rasa. Entro nel• Ja modesta casa di gente del tutto pro; rana agli Interessi e alle meraviglie della tecnica, e per nulla melomane ma assetata di verità, e disposta, pui- di cavarsi quella sete, a bere talora anche una menzogna Ol>J)06ta quella di cul veniva quottdlnnamcnte abbeverata. 11 più antico ricordo d'una emozione da• taci dal nostro appr1roochlo è J'atte63 notizia, tn un frt..:>tklo mattino autunnai le-,che la corazznta' Gra/ St,ee era alfine scesa nella sua tomba marina. Ancora una volta, Brita,hila rnled 'tlle wa-ves, e ,Per terra le casematte della Maginot facevano buona· guarilla alla Francia. Poi, con I.a p1\mavera, Il Blftzkrleg guizzò come una livida saetta tn un ciclo temporalesco, I giornali che odiai vamo esplosero In tltoll su cinque C(>I lonnc, l'attesa di not12lc e dall'altra par• te • dlvenne spnsmodlca. La marea sa~ Uva, traboccava. era già traboccata, dii cevano , g1ornall; ma quante inenzogne <.llcevano cssl da anni, non era possi• bUc... ! F.d ecco un:1 sera dJ maggto la radio cl porta JI proclama di Gamenn alle truppe: • ,Ious devoras vaincre ou mourlr. Il /aut valncrc •: ma dunque è vet·o, queste sono le parole della di· stretta supremn! E la guerra motoriz: zata rotola a valanga sul suolo di Fran• eia, varca d'un balzo l fiumi' dell'altra -guerra, Il miracolo della Marna non si rlpclC, l'Oceano è raggiunto? la Francia vacilla e cede sotto li COIPO di macllo, mentre un mlscrab!lc disonora sé ·e noi col maramaldesco intervento. Poche p.a: rolc disperate di Reynaud, e Parigi ta• cc. Come funebil1 1•ir\tocchl risuonano ancora, a caPo di squallide emissioni da stazioni secondarie francesi, gli squllll un giorno Uiònfali della Marsi– gliese; e dt.>gllltallnnl (lo sapessero, o non fingessero ost,1 di dimenticarlo, gli amici dl Frijncla!), pur ufficialmente nemici, le ascoltano con le lacrime ag:ì occhi, sotto la stretta di un'angoscia e una costcrnilzlonc lmp0tente... Siamo già alla fine? Eravamo, lo SAJ>plamo ggi tutti, aJ)l' pena al prlnclp!o. 11 nll.racold sl era spostato dalla Marha alta Manica, dalia rcststenta francese a Quella britannica, nell'Isola dn JlO\'e secoli Inviolata. ll quinquennio di passione com.lnclava ap– ))('Daallora. Passione d1 pericoli, priva• :zlonl, ansie, e dolori di ogni genere, e per noi Itailanl, oltre a tutto, dJ una scissione spil-ilualc tra la patria fa: sclsta, Impegnata ne.Ha J)\ù bestiale delle guerre e ln più empia dell al: leam:e, e la enusa della libertà e delJa giustizia, che era Insieme la causa di quell'lCillla dolorosamente viva nel fon– do del nostrt cuori. Dl questa sctsslone, che in :1llli tempi s.ucbbe sembrata In· credibile, ognuno di noJ pprta una di· versa esperienza. E chl la accettò sin dal primo I.stante con Iuclda e ferma consapevolezza, e clii' la visse In un ondeggiamento con'fuso di desideri spe– ranze o Umori contrnddlttorl, e chi at: tese la penultlmn o l'ultima. ora ·a ri– conoscerlo, coprendo· la sua ottusiti\ e ostinazione di una formalistica adesio– ne alla continuità e legalità dello sta– to. Ma anche per I prlrrri, anche per chi sin dal primo giorno intese e volle come una doloMa necessità li crollo dell'llalla fascista per la re– surrezioni! dell'Italia civile, la coe– rente impostazione ldcolo~f\ca non ri· sparmlò, se a\·cva un'anima e un cuo– re, sofferenze erudcU. Si apriva la radio all'una, per li bollettino ufficiale di guerra, sapendo gtà tn anticipo che, per l'lm,•crsh>ncdl valori avvenuta nel• la nostra coscienza, ogni notizia uffi– cialmente buona sarebbe stata per not una contrarietà e un dolore, ogni cat 1 Uva una gioia; che quals:iasl successo, sillabato e sottollneato da quell'odiosa voce Insolente, cl avrebbe stretto Il cuo: re, e ogni rovescio cl avrebbe fatto esul• tare ... come si può esultare apprenden; do di fratelli caduti, di nostre città dei vastatc, nostre navi affondate, nostri beni distrutti. E attendevamo la sera, l'ora della 11ostra radio, che era, sl sa, l:1radio nemlcu, quella del {!lsturbl, (lei dlvlctl e delle sanzioni; quella radio che per cin<1ucanni è stata per l'Euro' pa lmbnv.igllnta e torturata quello che è la mnnlca d'ossigeno In un sommergi• bile affondato, Il sollievo la speranza e la vita. Era quellu voce di Londra, di; venuta J)atrla ideale dl tutti gli uomini Ubcrl, (1uella mezz'ora serale a cui sl tcntleva quast come a una meta, un pre: mio e un confono ùcll'lntera giornata, per cui mettevamo· a. profitto tutte le nostre conoscenze linguistiche, e chi non poteva udirla In Italiano la cerca· va In francese o In Inglese e Ln tedesco, e magari tn arabo o tn turco. pur di af: ferrare qualcosa della e verità•· La \·e– rità tn una propnganda radiofonica di guerra! Eppure noi lo sapevamo, lo sen=

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