La Nuova Europa - anno II - n.13 - 1 aprile 1945

LA N U O l' A EU n OPA--------·------- 1°a))rllc HH5 -- LETTERATURA FRANCESE al glorno. e fitte di legumi a paragone con l'unica brodngll.t uuottdlam:i.mente sommtnlslrata agli ebrei. In compenso pcrQ. quando occorrevano ostaggi. per qualche fucilazione, ernno I campl dl concentramento a rolnire iJ materiale. Come si vede, l'tngtusllzla tedesca di· str1bulva CQuamente i suoi malefizL Un compagno del campo di concentra· mento dice un i::torno al Bernard~ -– Noi stnmo In un vlvalo -. Ed é la frase J>h) tragica di tutto Il libro. non– chè la so13che si sent3 autenticamente e reglstr3ta dal vero•· CAMPO DI EBREI e I sembra doveroso fornire un re– soconto q_uanto più partlcolareg· gtato e obteuivodel libro di Jcan– Jacqucs Bcrnard: he ca,np de la mort 1e,ile, uscito a Partt:l nello scorso di· cembrc. Il campa è quello dl Royat~ llcu, presso Complègnc: l'autore vt lu internato tn seguito a una l"3zzta di et,rcl av,•enuta a Parigi nel dicembre '41, esattamente Il gtc;,rno doP9 la di· ch!Jrazlonc dl guerra dcg!t Statl Uniti, e ·v1 rinrnsc fino al marzo '·l2, quando fu prosciolto 1,c;• malattia grave. Esistono oul ln Roana centinala di !amtgHc ebraiche, le quall da circa v~nt.l 1ncsl vivono ncll3 11tù. angosciosa tsnornnza d.l clò che sia successo al loro congiunll, p1·clC!vatl nella ramosa l'azzia del 16 ollobre 19-13.Purtroppo è dt tc11 la smentita del Vaticano alle voci seconòo cui la $. Sede sarebbe rtusclta od avere notizie degli sventu· rJU. Della razzia romana st è glunll a ricostruire Il decorso fino al momento tn cui le vtttlme, sul treno piombato in roua verso Il nord. giunsero alla stazione d1 fo""'lrenze. Ma da Firenze co– mlnc!a la »ottc lnesorablle. li Oet nard è penetrato nel cuore di quella notte, ne ha vissute alcune ore. scontandone attimo per atllmo la so– stanza per noi cosi crudelmentc enig– matica, Poi ne è rtcmcrso a dirci e& m'era. Lo si lmerroga come uno che torni da un remoto e Inaccessibile luogo dl esillu, dove abbia lasciato per sone a noi terribilmente care. E più che luogo di esilio, una s1>ecte dl al– dilà: per usare ta parola ebraica, un yaòl. Le liSJ)()Rteche li Bernard Cl dà noi le rlaRSumiamo soprattutto a Jn· tenztone del noslrt amici dell'ex-ghetto di Homn. che 110,1 potranno leggere il libro. E' quosl sicuro lnrattl che H rac· conto del Bcrnard, almeno fino a un certo 1>unto,può rar testo anche per 1 nostri dePQrtalt. Intanto, ttn dove sappiamo, ti proce– d1mento seguito nella razzia di Roma collima con quello dcscr1ttocl da.I Ber– nord, al punto dn rar su1morre che l'a– nalogla continui anche dove del nostri non sappiamo più nulla. A Patigi co– me 3 Roma I tedeschi sl presentarono nelle case dc-gli ebrei verso ralbJ., col souw foglio di lBlruzionl: non ebbero rigunrdo nè 1>er l'età nè per le mal.n. tic. Ingiunsero una scadenza di pochi minuti, sorve&llarono con armata e insolente pignoleria t preparathri del p.,rtenll, Unica differenza rondamen– tale: Invece che le intere famiglie. nella mula 1)arlglna rurono presi sol· tanto gli uon1lnl, anzi soltanto gli tscritll su certi elenchi. Differenza ac– cessorta: non rurono subito gli auto– carri a p0rwrll via, ma comode mac chine chiuse, che li condussero fino alla mairle dell'arrondtsseme11t: qui i razz19~1si trovarono alla J)l'esenzn di una •61.>eclc di tribunale mllltare, ma tutto si llmltò a un ap1)cllo e ad alcune istruzioni berciate dt1I capo in un te– desco di cui li Ucrnard non comprese sillaba. . Da questo 1mnto le due storte tor– na.rio a colnoldcre: a pugni e pOOale, soprattutto contro chi si attardi 1,cr chè vecchio o malato o stanco o Im– paurito, "li ebrei ,·ena-ono ammassali sul tetri autocarTi: Questi si mettono o compiere i:orupllcau e lns11tegabilt giri per la cttt~. quasi a scoragg\3re Yiepplù le vittime, che momento 1>er momento sup1)0ngono una di\·ersa. meta. e a ctascuna assoelano una spe– cifica angoscia o terrore. Finalmente si formano alla Scuola MUitare. Colle– s10 .\lllltare a Roma, Scuol3 ~lllitare a Parigi: senza dubbio la coincidenza è fortuita, ma 3ccresce la suggestione cle11·analogla. Q Le ore passate dal Oernard nel ma– neggio della Scuola Mllttare fanno già ,parte dell'Ignoto: dl quel oac>t della de– portazione, tlul quale nessuno del no– sui cl ha più mandato n dlre nulla. Pel' tutt.n In matllnatn, le pesanti porte si 31>rlronocigolando 1>errare entrare nuovi contingenti di razziati: non mal per farne uscire nessuno, nemmeno quel vecchio che, colpito da malore, dovette essere soccorso dal medici che si trovavano t.ra I prl"1onterl. Vera– mente una deroea et fu: due Individui che. quasi in risposta all'oltraggio, avevano Indossato 13 loro dlvlsa da uf· fìclall francesi, rurono rimandali a mettersi In borghese, ma dopo un'ora rientravano. A ogni nuovo arrt,·o si riconoscevano JXtrenu cd amici, ed erano scene come di affettuosa e do– lente agnizione. Il medesimo do,,ette succedere anche 3 noma~-non si sa perù se Questi lncont.rt fossero un con· rorto, <' non piuttosto un Incrudimento della pe-nn, al n.'<lerla cosl SJ>eechiata nel viso degli amici, al constatare la impossibilità di un vicendevole aiuto Da anni li mondo Intero sapeva quale sorte I tedeschi riserbassero agll ebrei catturati. Stupisce che uomini In· telligenti come ti Bernard e t suol compagni si stano potuti Illudere di es– sere trattenuu solo prov,•lsorlamente. peii· qualche diavoleria ammlnlstratt,•a: tutto sarebbe finito al più presto e pe:r i.I meglio. forse la sera stessa avrcb· bero già p0tuto dormire nel loro letto. Va notato pcrnlt.ro che quast sempre I tedeschi effettuarono te rnzzle dor.>0 di avere per qualche giorno Infusa nelle vittime designate un senso di si· curezza e di tranqulllltà, medlanté false notizie e allentamenti delln r~ pressione; era un modo dl operare sot· to naTCOSi. per garantirsi unn più sol· lecita e c3Jma riuscita dell'Intervento. D'altronde. mentre già la punizione era in atto, essi cercavano di non rlba· dire il senso della punizione, anzi di mascherarlo. In tutta la gtorn.ata I ra· strellati ebbero una sola VISit...1 dell'ur• ficfale preposto alla razzia: questi rcce la faccia feroce, urlò, sbraitò, ma la visita fu brevlsslm3 e non portò visi· ?:>ili peggiora.menu alla situazione. I giri di vite erano dall subdolamente, le torture erano tndlrctte. Solo a distanza cl st rende conto che. la prima di quelle torture, sugli inizi quasi impreclsabtle, come la goccia del supplizio cinese o la curvatura della p..,rete nell3 cella clllndrtca, consiste nel trasformare I bisogni naturali In una ossessione. Parallelo si s,10Jge Il t.entativo di avvllh·e l'uomo, di rurglt perdere Il rispetto verso se stesso e I riguardi verso gli nllri, li pudore o la segretezza dl certe funzioni necessarie e Indecorose. Nelle convivenze forzate, specie dt gruppi numerosi, si sa che. una volt.a.passali certi limiti, comincia l'Inferno della reciproca tnsopporta· zione: e certo anche su questo I tede scht speculavano. COsl gli ebrei sl 83· rebbero tormentaU a vicenda. I prtmt rastrellati erano da poco g1.unu nel maneggio quando si avv1dero che non era poss:ibile appartarsi. Furono co– stretti a 1nsozzare 11 luogo In cui do– ve,-ano trascorrere molte ore, a lnfet· tare l'aria che dovevano respirare. senza dire del disagio di fore ogni cosa sotto gli occhi dcgll altri. (Anche a Roma l'accesso alle latrine ru vietato. o reso oltremodo dlfficlle). Per fortuna iJ B<:rnard non condi· vide quelle compiacenze s..1dlche,quel gusto dt descrivere 11 rl1mgnantc e l'orrendo, che avvelenano quasi tutrn la letteratura nata dal mlsratll del nazi smo. Eppuré. su questi argomenU ad· domtnall, torna con una lnslstemm esn· di denttfrtcto e di carrelatte, cot camici (r3gr3nti di ferro da stiro. Incontrano In os1>edale, li compagno bene infor– mato: - C'è una retata di ebrei _ E ottengono dalla compiacenza di qual· che ufficl3le li pri\ilegiato tngresso al ballatolo, Juden zu sehen. Nella loro inerzia provocante di spettntrlcl - dall'alto di quel ballatolo che permette di osservare senza sp0r– cnrsi - queste due tnfermtere p1ecl– suno Il senso della crudeltà tedescn as· sai più delle SS che ·menano calct e pugni, p_lùdel soldato cli cui li Bernard Cl pnrla altrO\•c:- li quale. enlruto 111 mm camer3ta dl R-Oy3llieu,dove decine dl el,lrel dormivano sulla pagl\3, st tura Il naso cd esclama: e che puzza!», allude-ndo alla proverbible e malcoclo• rante sudiceria J;Cludalca.Costui almeno b3 Il coraggio di offendere direttamente. E l'offesa attiva si ritorce sempre su chi la reca: 10 abbassa e lo deturpa, rl· stabilendo cosl una ·specie di compen· saztone. Di prima sera, poco dopo scese le t& nebre, le porte del maneggio rurono :iperte, e ti locale sl trovò Inondato da una luce di fari. Gli ebrei vennero nuo– \'amente cartcau su autocarri che, dopo altri rlrl viziosi e tncomprcnSiblll, lf de))OSltarono alla Gare du Nord. Lun· go e malagevole tragitto dall'ingresso della st.azk>ne fino al. treno. E' comln· cl.:ito frattanto U man,lrio della sete. ma l tedeschi non permettono agli 111 colonnati di deviar~ neppur~ di ()OChl passi per abbeverarsi alla fontanella che si sente chioccolare nel buio. A questi e stgnorl • della retata parigina (sono tutti Intellettuali, maglStratt, finanzieri, pro(esslonlstt) non toccano però I vagoni 11lomba"U, bcnsl del regO· lari scompartimenti, doVe ciascuno trov.:i il suo posto a sedere. L.:imeticolosa casuistlca della repres– sione tedesca contempla due tipi <Il campi: quelll propriamente detti di concentramento, e quelll di rappresa• stia. Nel recinto di Royallleu erano comprest 1 due llpi: gli ebrei furono messi in quello di r.i:ppresaglla, men· tre l'altro era suddiviso tra l cpollttcb (che con sineddoche stata In uso an– che tra no\ veniVano tutti chtamaU ccomuntstl») e gli stranlert: Russi. prln<"ipalmente, e Americani. Il campo di rappresaglia aveva qualche cosa dJ. non finito, dl dlSOrganizzato. tanto che gll ebrei ne concepirono la speranza che li loro soggiorno sarebbe stato di breve durat.a. I campi di concentra– mento lnvece erano delle specie di vll– lnggl con baracche più comode e at· trezzrite; a-li Internati vi godevano di un vitto più adeguato: due minestre Il formento del pidocchi, di cui su-• btto si produsse l'lncoerclbile lm·a· stone. non fu quasi nulla appello alla torturn del freddo e della fame. 1 ge– loni, resi maligni clall'lnsurticlenza della nutrizione, cominciarono a suppurare. nel aprirsi, a degenerare in ascessi. La solerzln del medici (erano anch'essl dcgll Internati} non basun-a a cOnlpen• sarc In qunsl usso\utn mancnnza di ma· terlale sanitario. Poco più che due me– si di brodngllc erano bast3li a ridur· re tulll I corpi a scheletri col gtnoccht più grossi che le coscle. A contrasto. le mccc erano sovente grasse e lustre, parevano floride di salute, e invece era l'edema da carenzà alimentare. Ogni sforzo fisico e Intellettuale diven· ne a ))OCO a poco lnsostenU>lle: I brevi passi necessari per present.arsi all'ap– pello parc.vaoo una rauca lmmant:. Nessuno rtuscl\1a più ad al~ da cer– te tndls1>ensab1Hsedute. senza attae cn:rst alla porta o scma u soccorso di una mano 3mlca. E molte costlpazlont dipendevano dal fatto che I musooli ad· dominali non rlusch 1ano più a com· plere lo srorr.o espulsivo. La tempera· tura media degli lnternatl oscllla,·a tra t 34• e I 35~: un 36'.5 era gtà febbre. Pare che questa lPot.cm113 sia un espe– diente. della natura l)Cr ristabilire un certo equlllbrlo con li gc.lo dell'ambien– te. I morti rurono numerOSi.. L'auto– tità, clrtParla\, fln,a:evadl non ricevere le relaztonl del direttore s.inltario, che chiedeva Il proscioglimento del più malntl. Era come se I tedeschi avessero pronunzialo una gtobale condanna a morte: m.i. temendo di ese,q:utrla, ne avessero pass.110l'incarico alla fame e agli stenti. Poco dol)o la llberar.Lone del Ber– nard, motlvnt.a da uno spaventoso d& perimento orgonico. parte degli inter– nali rurono rlspedlll a ca83 e gli 3ltri 3VvlaU In Polonia. Solo Questi ulttml potrebbero veramente darci le notizie di cui slamo più ansiosi, parlarci del gal,/. Speriamo che stano ben presto gli avvenimenti a diradare Il mistero che ancora 3VVOlgela sorte di decine e de– cine dJ mlglL. .1.la dt ebrei. Quello che Il Bernard cl ha detto non è forse moltissimo. Per fortuna sua, egli r~ un·espctienza solo parz:iale e Jorse attenuata. Inoltre. nel riferirla, per certe ragioni 1>ersonallche biso– gnerà dlseuterc, cl derrauda di quella che dovette essere l'lnttma. ta specifica 1>slcolog1n,In condizione umana degli ebrel deportati. Comunque, In confron· lO col null3 che fin qui sapevamo, an· che li poco sembra già qtmlche cosa. Olt\CO~IO OEUEN~DET'l'l :re;;~a~:~~~~o c:a~gya?iY!u'.'\1~~~s:::-; ==========================" smallitoi saranno ouast lmprnUcnblll, ~et~~l'\f~n~~;::1~ 1 ~:;~e1~ ~~~I(~~~:! ' ' IL p o N TE , , il:::: Z'~:,~,~:t;c:nrse;i~a::~~,/~:~oera~~: gno, quelle <Jpportune rettct:nz~. che come valori t11claU e s1,esso co,itrad• pure l'autore mostra di pregiare. Il e ON questo titol-0, diretta da Ptero diUorif, fn u,ia scissione sempre più B 1 ~n~rd e i suoi compag~I non sono Calama,1drct, uscirà fra oiornt In profonda tra l'fntelletto e il sentm1en• ~O ;1~:~n~;J~rl I~ 1;, 1 ~e~~rao t~~~: f"renze. una rivista politica e let- to. tra il C:011rree l'Htllitd, tra il pen• cltà; di più le arrezlont tntest1nolt. co- tcrarta. Faranno 110~e della redazlo!1e sle~o e l'<1zto,u:_ tra le .varale e i fattL stipazione e dissenteria, prodotte dn un Alberto. Dertolino. v,t~ore Branca, En- No, 1>c111lamoclte b1.soont d'ora in regime di vita clisadatto, renderanno zo E11nquez Aon_,olett,. Esprimiamo t at.·trnU luttare in 1uttt t campi ver rt– sempre più massiccio quell'Incubo. LJ nostri .auguri agli amici fiorentini e co.,trulre I unltd , la sincerUd morale forza del maleficio tedesco si può ml· stimiam,0 utile far conoscere ai nostri dell'itomo: e ricominciare a sentire che surare a~che da questo: che un nrgo ltfttorl t tratti principali del prooram- tttt!e le mcmf/esta.rlont dello spirito me~to. stato quasi sempre pretest<? di ma con c-ui si annu,1zia la nuova vub• umano, aneltc quelle artistiche e scien, far~,~ur~~e 'sc~elazzt. assume d tm: bllcazlone: tifiche, anc.he - cd anzi sopra tutte _ ~ a tà dramm.itlca, 3 e Il suo programma ~ oià tutto nel q1tellc r,olfllche, non han110 valore se Dui-ante la permanenza nel mancg· titolo e 11cll'em~lema che sarà impres• ,ion sono lllHmh1ate dalla fiamma in– gio, gli ebrei si sentirono oggetto di so sulla copertina: un ponte crollato, terna dl u,ia fede coerente ed intera ..• odiose curiosità. (Anche t romnnl 10 e tra I d11e tronco11i delle pile rimaste Lungi da noi Il proposito di. tornare furono nel corllle del Collegio l\1111· in piedi una trave lanciata attraverso. a confondere la morale colla volitica. tare, soprattutto da parte di certl rn· ,,er permettere agU uomini che vanno o la morale coll'arte, o la morale coUa scisti remibblicanl, che botiosnmente al lat'oro di ricominciare a passare. scienza; ma 1101pe,11/amo che dove ostenta.vano _di essere tra gli orgnnlz· In questo titolo e in questo emble• manca dal centro la vioUe intcret?zd zatort del d~sastro. ~ p3revano voler ma, non c'b s~ltahto Il proposito dt della cosctc11:a1l sapere diventa greu'a ~~su~:re v~~f~~J 1 ~8g/ 3 ~:-~~~~lcl~~t~~~{ c,mtribui,re a rts.tabi,lfre 11elc~mpa del- er~lzto11c, l'arte miserabile otuoco ora• Nella parte superiore del maneggio to s1>irttp, al d1sovra della voragine tono, e la volltica. stollo briuamag{}io, · COl'reva il sollto ballatoio fotto per ns· scavala dal /asclsm~, quella contl1mt• condamwto in 01it1cl1>0, vcr la sua fon• . ststere alle evoluzton1 del cavalll, senza ,tcl tra· il passato e l avvenire clie por- dome11talc im:a11ucltà ,, valutllre le for– mettersi ln pericolo e senza sporcarsi. tc-rd L'Italia a riprçndere la sua colla- ze trlflrn'I. che a lungo mtdarc s0110sem• Lassù, a una certa ora del mattino, gli bora.:io11eal prooresso del mondo;11on 1>rcvittoriose, alla fbialc catastrofe. Al: ebrei vide~o com11arire due SJ>CttaU'icl: c'd soLtant-o la ricerca di archi vouttct d1sovra dt ogni comodo e malinteso dcs tn/inmères de la Croiz. Roi,uc alle- elle atut1110la libertd individuale a rt.· storicismo no, scntianro che la vita mande, ~e~x orosscs fillcs cii blous, con{1lunocrsi colla giustizia sociale. dcll'umanitd ~ retta da fermi. e chiari :::;~~~e s~uL~!~u[e~ ~~ ~:~ 1 r;t;::,~·i !~!! l'auto11omi(I delle reoio11! coll'unità d~l- princfpli, superlort alla storia. Non è rcgarder avec un vi/ tnter~t. =--:et 11. la ttazlone, la cosclen_a della vatrra la storia che fa la fede, ma d ½' fede bretto del Bernard, non certo ricco di Italiana colla orande patri~ uma,ia dt che fa la storia: e se le convmzio,ii figure e di rappresentazioni efficaci, e?' tutti oli uomlnt sono c1tuz'!_lnf.Ala morali co,ita,10 solo in quanto servono queste infermiere sono le sole che c ~. sopra tutto. 1l proposito di contri,. ad tmpeonare la vita, a dirigere e a condensino un mtsertoso potere di ap- bufre a rlc~struire l'unità morale del· promuouerc atti 1n coerenza. con esse. parizione. una Cl'Udele e allarmante l'uomo dopo un periodo di profonda gli atti contano solo In quanto sono ,·ttalità. Si è quasi costretti a tmmagl• crisi cbh:.to::•ente ·essenzialmente tn una esm-essto,ie e testimonianza di cont.-fn• na_re rantefatfo: le due rngazze J>Ot,'O crtsl. di .disgrei,/a.zione delle coscienze, clo11e morale sentita come rcoola di prima. alzatesi da letto, ancora odorose cl1e Ila portato a far considrare le at• vita». ·

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