La Nuova Europa - anno II - n.13 - 1 aprile 1945

r 1 -- 1oaprllcl9•15 --------------- L:-1 NUOVA EUROPA'------------------ 7 -- IMPRESSIONI DEL RITORNO e APITO' che l.n vista delle colline, che la nave ormai rasentava do– po essere uscHa da una ploi;:gla insistente, ml pren<lessc quell'affanno commosso di chi vec:leancor lontana, ,rulla panchina una persona cara che ha sentimenti del passato o Ja radice stessa della giovinezza. La nebbia non s'era fennata e c'era un sole chiaro che sapeva d'inverno. Rischiarava dei palazzi lontani schie– rati sul moll. La. città sembrava cosl OJ'(linarn e u·anqullla. Solo nel porto c'era una nota di squallore dato da al· cune navi malandate e arrugginite. La collina era grigia per J'inverno e delle fumate sl scorgevano al limiti delle macchie di boscaglie. Ma c'era qualcosa più vicino e sl· curo delfa mia patria e ml sporsi per E;lmrdarc in basso. Erano le facce del marinai che si muovevano silenziose. Sembravano assorti e. le voci staccate e convenzionali non sembravano uscl· re dal loro lineamenti impasslbUi. Emno pallldlssimt e con quell'aspetto di convalescentl gettati fuori da ospe· dali mtutarl che dovevo pol scorgere via via In tutte le facce degli italiani che guardai in sejl'.Uitoluna-o Il mio viaggio, Improvvisamente si delineò un gor– goglio schiumoso a qualche centinala di metri dalla nave e ne venne fuori un sottomarino oscuro. Nel seguito di pochi secondi venne a tro,·arst nlla su· perflcle e rapidi degli uomini ne uscl.– rono fuori. Due spiegarono una ban• <liera piccola e attaccarono delle ban· dlerlne di saluto. E intanto se ne an• davano verso 1f largo. Migliaia clt"sol· dati sud africani inglesi e Indiani guar· darono attoniti Questo spettacolo e nemmeno un tipo dalla tinta caffè e latte riuscl a rompere lo stup0re con una frase, E prima che si formulassero t commenti, gli sguardi furono omratti da due veloci corvette che seguirono ad una certa distanza ti sottomanno. J nostri mnrinai non sembravano cu· I L DEMOCRAZTA E DITTATURA I N ELLA collana di cultura politica diretta da lilacomo Perticone è uscila la traduzione del saggio di Knutskl, La clittatura clej proletariato (Homa. « .4-tlantlca», 1945). che è tra gli scritti più significativi del teorico e fonrlatore della socialdemocrazia Kaut· skl. per la sua posizione ideologica e per la sua critica agll sv1luppi della rl.voluzlonc russa è stato oggetto di violtmte reazioni polemiche da parte di Lenin e dei comunisti. La cono– scenza di questa opera sarà certa· mente uUle non solo da un punto <11 vista storico e retrospetll,·o, per chiun– que si appassi.ont, ideologicamente e politicamente, all"avvenire di un socla· llsmo democratico: a un .socialismo che, dopo le più vari.e esperienze dit· t:u.oriall del nostri iempl, proprio r,er· chè non rinuncia al suoi fini, non sia <lisposto a rinunciare at metodi della )lbertà, RAFFAELLO E RUBENS S UL critico d'arte Roberto Vi· scher aye,·a richiamato l"attt>n· zione degli studiosi Haltanl Be– ne<letto Croce, dedicando uno <leisuoi e ultimi saggi» all'estetica della Ein· Jiihmg e al Vischer che ne fu promo· tore. In pieno filologismo e positivi· smo, Vlschcr fu, come teorico e come critico, assertore della spiritualità del· l'arte. I suo! saggi in maniera paruco– lnre meritavano di essere più cono· sctuti e a Questo certamente ~ioverà la traduzione, che dobbiamo alla si· gnora Elena Craveri Croce, degli scrlt· ti su RaUacllo e Rube11s {Bart, La· terza, 19-1-1). · . Di diversa ampiez1 .. a, mentre 11 se· condo è una compiuta monografia sul grande e facile genio fiammingo (« un più robusto Ovidio della pittura») li primo saggio costituisce la più sena e profonda impostazione del problema e Raffaello~ nella moderna critica d'.+rte. Data la brevità u pregto di tale scritto non consiste nelle ;inallsl dei · val'\i capolavori, bensl ncll:i defi11i1.lo · rarsi di tutti gll spettatori abbnstanza vicini. Con le loro facce pallide sl da· vano da fare per tirare su e giù le bandierine sul modesto albero maestro. I cannoni erano bruniti e alllneatl co· me nelle parate. Quella loro rigida In· differenza poteva valere un rimprove– ro: era gente che combatteva. Parec– chie ore più tmxll seppl che del loro compagni erano scompnrst in combat• tlmento, ln silenzio. Qualche ora pri· ma 1a voce ben allenata della B.B.C. aveva ancora parlato dl cobelllgeranza e negli ambienti ben infomrnu della di· plomazla alleata sl parlava con trop- pa leggerezza del caso Sfor1 ... 1. ,,., I marinai del peschereccio che mi trasportò a terra più tardi, ml invita· rono a cena per la sera. Parlai cal· mamente con loro per delle ore men· tre una minestra cuoceva su un fuoco riparato da delle latte di petrolio ti.· battute. A,·evano tutti 11 viso affuml· cato e i denti bianchi. C'era fra di loro un anziano dalla barba e il naso ros so che ricordava la figura del vecchio pescatore 1>er C;iprl, stranieri, carto– Hne illustrate, ccc. Non parlava, stava intento e preoccupato seguendo con gH occhi i movimenti della scarsa pa· sta nel brodo bollente. Era un mare· sciallo di marina. Gll altri erano tutti marinai rlchlamatl e trattenuu In ser– ,;zio da annt numerosi tanto da sba· gllarsi nel calcolo. li loro parfare era sciolto e si aggirnvn Intorno a sto11e di donne e di viaggi e di ore di fran· chigia. Fra di loro c·era gente che viag• giava e combatteva da dieci anni, gen· te che aveva persino tralasc!:ito il cal• colo prezioso delle licenze e delle «spet· rnnze,. Gente che sentiva freddo su per la schiena per degli inverni tnte· ri, perchè maglie non ce n'è abbastan· z.:1, con l'abitudine am.lra di un mataio cronico. Eppure tn loro c'era la stessa intima .solidità che avevo trovato ln tanti soldati sparsi su e giù per l'A· frica con Quella stoffa grigioverde ad· B R I ne clella classicità di Raffaello, della sua « soggettiva-oggeuivltà :1, della sqµ giovinezza trionfante sul .sempre d~ crepito eclettismo e accademismo: pe– ticolt non lontani da OGni esperienza troppo precoce, e -Illuminata da un so– vrannaturale miracolo, Come l grandi saggi della critica ottocentesca. anche questo Raffaello di Vischer O sobrio di citazioni e cli tecnlclsml, e non sfoggia la bass;i letterntura descrittiva C'ara al decadenti e agl'impotentl. La luce di una sola immagine ha guidato il s110 l'liscorso, tutto di memoria e calato nella viva realtà <lelle opere d'arte: H paragone di Raffaello a Balder, al mi– tico dio dell'estate e della prosperità presso i nordici (« li suo volto è cosl bello e lumrnoso che ne emana chla· rezza. Egli è 11 più saggio, il più elo· quente e il più mite di tutti gli Asit: in cielo abita 11 luogo dello vas1-0 splendore, ove non sl toller:> nullo <.li impuro») .. LE CORREZIONI DEL CANZONIERE M OLTE pubblicazioni <fol '43 SOJIO rimaste Qtrns\ Ignorate. Tale è la sorte dl questù llhretto ùi Gianfranco Contini, Saggio tt·un com· mento alle correzioni del Pctrarra voi· oare (Firenze, Sansoni. • Biblioteca del Leonardo•>. La critica del Couu· nl, quanto mal travagll.ata e minuta, ci porta a un secreto. a un·nrldità di– sperata da laboratorio. « Qui com'io venni, o quando? » vien di ripetere col Petrarca, seguendo Il labirintico filo delle ricerche di Contini. i:; tuttavia una lettura di questo t\po, della più rigorosa e solitaria filologia, ò una forte emozione. conslgllnblle a chi tro– vi qualche difficoltà cli riprendere gll studi. Indagini siffatte non sono per nulla frequenti, ma è certo che solo attraYerso le strade un po' scomode di tall ricerche e, in genere, degli studi suJ.le PoCtlChe degli artlstt, la crilica letteraria potrà fare progressi verso uno storicismo più integrale. Ariosto, Leopardi, l\Ianzont, P..tscoll sono da rl· scoprire anche sugll autografi. lclentl· ficare li metodo ndopernto clnl g1·and! nelle loro correzioni sign\ficher{1 avvi· MUORE IN S!LE:-IZIO. Più in allo una faccia angolosa di donna accennata. e di fianco In caratteri greci: RICORDA L'ALBANIA. Su un vetro dove la ver• nlee blu sembrava più compatta si cli· lunga,·ano con una grafia in stampa· tello e ordinata, Je parole di una can· zone: dosso che quando si Incontra In eslJIO' fa snllre un nodo alla _gl}Jall'eslllato. Quella gente avrebbe sempre rlcomln· clato a rimettere tutto sù: la casa, la famlglla, li pezzo di terra, gli affetti di· struttl dal tempo. Più tardJ sturammo una bottiglia di cognac che av~YOtira· to fuori e cantammo insieme. Cl aveva raggiunto nella tarda sera, un'operaia milanese dell'arsenale. Cantammo an· « O mama mia .... che quelle canzoni che portano sfor· O cume s1m luntan tuna (come Quella della ragazza· che O cume pianoer-ia era finita sotto terra in compagnia del pur d'esser a .i\Wan ». morti, malata d'amore), perchè oramat Riuscii a fare Il ·viaggio sino a Napol~ eravamo tutti non al fondo della sfor• In ferro,•ia. I contrabbandieri a centi· tuna, ma al di là, abbastanz."l armati naia E.1avano sul tetto, sull'imperiale per non temere niente dal futuro. ~ dei vagoni scassati. Durante la notte li giorno dop0 partii verso Roma. d'Inverno cantavano e delle donne aJ)" Prima percorsi la città. Questa sem· f}t~~: !!!:u~f~t1,~~t~'l ~s~:l~5!~~~- brava «Chiusa per reSlauri I e la s:::ente Poi ,·ennero le gallerie in montagna. In passava. Tutti passavano svelti con una, la più lunga e <lovequalche setti· quell'aria di coloro che si mettono tn mana prima cenllnala di persone erano strada rn domenica per andare a trova• tborte asfissiate, la locomotiva cominciò re un parente all'ospizio dei vecchi o a far girare le ruote a. vuoto sulla sa· al!'ospedaTe generale portando qualcosa lita poi si inchiodò. Non cc la faceva sotto Il braccio. Tutti camminavano più, I vapori di acido carbonico comin· portando qualco~ sotto u braccio: un ctarono a far tossire tutti negli scom· Involto, una borsa d"ufficio o per la r:~~r;~~~~~nm~i~t~,f~f~;~~l:ee~\c~:: spesa. Insomma, tutti sembravano com· rò calma che da quel momento si po– plottarc per non morire di farne. ln· te,·a morire senza accorgersene e su· contrai <lel comizi! sllem:!ost attorno a blto dopo si mise a ~ridare e a pian· degli uomini dall'aria sicura di sè e gere. Allora quellt deli'lmperiale. dei ben nutriti che davano ordini, dlstrl· respingenti, quelll attaccati ton una. buivano pacchi e stabilivano prezzi mano ed un piede agli sp0rtelll blocca... senza alcuna retorica di linguaggio, ti cominciarono ad urlare. C'era forse muovendo le dita come i preti e strlz• ~~!\~~ord~~.~~P=g~pode 6\1 'a~!~~e d~t! st f~ ;,,aneloogn1 tanto gli occhi come l ruf· c1uel pochi minuti tre morirono. :Mo· fiani. rirono anche tutte le galline del con· Avevo dormito 11 resto della notte trabbandleri senza lamentarsi. precedente In una scuol.i adibita ad - Torna a.ddletro! .- ospedale militare. Jn molle camere. dal· - Torna addietro! Assassino! grida- l'aria viziata pe1· trattenere un po' di' vano i viaggiatori clandestlnl al ·mac– calore, del soldati parevano abbando· chinista che for~ era già asfissiato da· nati, Parlai anche con l?ro e seppi di vanga ~an;:l~a;:s~;~,'°:~i~Olare dal tet· vecchie ferite che non St rimarginava• lo sbattendo i piedi contro un vetro•.\. no ancora per la debolezza e la denu· chiuso. Un uomo aprl e la raccolse fra,-. trlzlone. La mattina presto vidi le le sue br:i.ccta e la dl"Stescfra la. gente grosse fine-stre del camerone color bleu ammucchiata nello scomparumcnto. chiaro. J vetri erano stati p1tturat1 i,er Quest'uomo, In un'unlfom1e di marina, l'osc:ur:i.mento. Avvicinandomi scoprll portava un fazzoletto umido legato da• delle scritte: era la letteratura dove t vanti alla bocca. Avevamo ormai tutti soldati muoiono cosl piangendo O lm· quella ~lisperata voglla di dormire che precando. Erano scri\te fatte con un'un· ~i~;;:;~ {t~l c~bf~a~~l~ :~;n~~ie ~~ ghta o con la punta di quelle spille ce rololare quelli che sognavano già ... chiamate e da b.1Jta J1. La più decisa e Sembrava che la locomotica avesse mcl• ripetuta; RICORDATI CHE QUI SI lato completamente I freni. Il com·ogllo cln~rsl più Intimamente nl loTo gusto, e seguire ropera d'arte nel suo farsi, nella sua dinamica. Per il Petrarca, l'avvio dato dal Contini è certamente notevole, ed è da augurare che egli stesso o altri critici, }')OSSanoconti· nuare. RITRATTI II\JllfAGINARl W \LTER PATEH non pa1e che s!a tra i dcadenti di moda il più fortunato. I suoi Ritratti fmma• oi11arl, tradotti da l\Iario Ftaz {Roma, Dc Luigi): con la più scrupolosa raf• finatez;,.a sono certo un pabulo tro))po intellettuale e da iniziati e richiedono una Jetturn attc-nta, quale non possono certo concedere gli assilli annonari\ e di altro genere: quegli assillt, quei turbnmcntt volJZ"ari che da un mondo estetlzznnte, misticamente avvolto In rotolava indietro a tutta velocità, la· sciando indietro le esalazioni. Poi stri· dendo riuscì a fermarsi nella notte aper• ta. c·era una luce di cielo sereno clif· fusa fra le roccle e i boschi. Del con· trabbandleri scesero motteggiando sul· le galline morte dalla testa violacea. C'erano delle donne dalla faccln unta di fumo. Portavano gr,mdl cappotti e quel scarp0n: enormi e Informi del sol· dati nelle ritirate. Una aveva t capelll biondi che a,·eva clifeso con un razzo– letto scuro. Le sue labbra crnno rimaste rosse e guardava forse dalla mia par– te tremando ogni tanto per 11 freddo e la paura che non se ne andava. Le sue mani erano gonfie e nere, ma Il suo viso sotto quei capelll ariosi pareva af· finato e dolce. Mi colpì Il suo Immenso manlello che forse era a.ppartenuto a qualche ufficiale di cavalleria dl Pine– rolo. Lo teneva stretto Intorno a sè con un solo ed Immenso bottone in mezzo al petto. STEl•'AXO ~•>;ttnA ~ 1 ;1~;f.11ro~~s~ic~!fi,;s~:;!~1,~~e~;t~~ """""'""'""'""'""'""'""'""'""'""'""'"""' arte popolare, come potremmo gustarci la fredda squisitezza di Pater, la sua «musica lambente e maliosa, che sl stacca appena da un fondo unito cli basso conllnuo, da un ploro profonllO come quello {lei mare,? Nella sua pre– fazione, al solito perfetta di giudizio e di gusto. ~lario Praz ci avverte che questa prosa è « decisamente coeYa nlla musica di \\'agnc-r ». Forse ciò spiega perch~ pur trattandosi di un s:a• polavoro. nel loro genel'e, Questi JU– tratlt si.ano ogg-1 I>OCO rlcerc:ui. GlUSTINfANO E J'EODORA N ELLA collana «Le Quinte della storia• l'e<lltore Colombo ha ouh· bllcato or ora la Storia seyreta ossia le « Inedite» <11 Procopio. Xono– stante la me<llocre presentazione di Vito Panunzio e la versione antiquata d~I Compagnoni, Il libro (che era stato oggetto di. studio e di splendtdn tradu· z!one da parte cl\ Domenico ComJla• rettt) è destinato ad aver successo. Si tratta di un vero e proprto libello diffamatorio sull'lmperaLOre bizantino Glustlnlano, che lo stesso Proco1>lo nelle sue storte aveva consegnato alla posterità nel!' aureola più gloriosa e che in Queste pas:;tnescade addirittura a « principe del clemo,ni•• imbra~ato nella più turpe corruzione dalla com· pagna di vizio e di perfidia, la mima Teodora. Tristi espe1ienze recenti cl rendono particolarmente Interessanti argomenti simili. UNA VECCHIA COlvT,ESA L EGGO in un articolo dl Arturo La• briola (Tempo, 22 marzo): t Il primo bisogno di un essere che cresca e senta la proprfo crescc1i· za è Qttello di soverchfare qualcliedu• ?IO. Bnttto? Può darsi, ma siamo uo– mini. che farci? E se 11otabbiQmo in· vcnwto {)li Qngeli, t perchl) non Io sia• mo. In questa lotta per la reciproca sopraffazione, il nostro mondo è dive1i· tato potente e oigantesco ». Certo, il primo bisoo110 di Caino 4l q1tcllo di schiacciare Abele; e dico « è :1, in quanlo che 110n m'illudo che l'eredità di Caino sia eslinta o in via dt esti11uuersi. Ma l'equQzfone cli uomo. e Caino è errala. e 11011 esisteva nean· che al tempo di Caino: tanto vero che sorse l'antitesi di Caino e Abele, e l'mi• tichissima tradizione c011sacratapoi daD. testo biblico vide con orrore Caino co· mc il maledetto. C'è dunque in not provvlclcnzialmen· te qualche cosa che a,1ela liberarsi dat• la eredità di Caino, e in questo co11st• ste la parte veramente mna11a e co• struttiva della fragile umanità, e non. nel oenio della potenza, della sopra{· fazione e della discordia. cioè della di· struzione. Abbiamo inventato oli an· ueli perchè non lo siamo. Bene; ma se abbiamo potuto inventare gli cmyeli è. perchè avevamo dentro dt 1101 t'Idea e. il desio clell'crnoellco.

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