La Nuova Europa - anno II - n.3 - 25 gennaio 1945

-- 8 ------------------ L:.t NUOV:.t· EUROP:it -------------- 21 genn.19·15 -- 3•. NO'ITE IN PRIGIONE Sera del 26 ottobre U ;c11 dall'ufficio per essere riporta· t.o in ca-rcere the era già }.ardi: una sera piovosa e grigia. E ritor• nai nella cella buia con pensieri gravi. Dalla piccola grata della prigione ve– devo cadere. di là dalle mura. una acquerugiola sottile su pozzanghere già piene d'acqua. Vidi a un certo punto che In mezzo alla ploggereUa passava don Oscar Righi; capii che portava-no anche 1,t.1I davanti al tribunale di guerra. Ero triste ma calmo: una soecte di superiore tranquillità tlell'anlma (non saprei dire altrimenti) era In me; e una volontà d'esser forte. di non ab– battenni. Benchè l giudici avessero par• lato di altri interrogatori e cioè unn decisione non sembrasse imminente, J>UreJa m:a paelzlone, per auel che sa· pcvo cli me e del miei comp.,_1gnl,m'ap– pa1·1va grave. Non m'era sfuggito che l giudici a un certo momento avevano ac• eennato al 1>rO.J)06lto tli voler dare • un esempio,. e. conoscendo bene l tede· schl e per quel che avevo sentito dire dei metodi delle S. S., non riuscivo a farmi molte Ulusloni. Tuttavia declsi di 'non far trapelar l'animo mio al mtel · compagni r-c1· non spaventarli; e quan· do 81.giottl da lontano, attrave.-so le pa· reti di tre o quattro celle vuote, mi grldb: e come è andata? :1 risposi: e be– n~ :1: e e come va li morale? • la rl· sDOSta fu e alto :1: ma aggiunsi poco do· po: «sono preoccupato per la salute di chl tn sai•· r.,.:a sera che porta le tenebre in prt· gione. che ruba la poca luce e annun· eia la lunga notte. -è un gran brutto .momento: tutll l carcer,lti lo sanno. E quella seta che a me. malato, annun· dava una notte terribile nella solitudi– ne. nel buio e nell'umidità maleodoran· IP, portò il pensi~•<> ddla morte. che del resto in quel giòrno non ml. aveva .lasciato mal. Benchè fossi convinto che 1 teaeschl volessero ,;v,p, uttutto terra-– rizzarci. 1mrc la probal,!iii.à, o almeno la poea1bllltti di una fine violenta e vi· cln~ nc,n era da e9e1u Jersl. Ml raccolsi In me stesso, ml sdralat nella cuccia a pensare. Ero davvero preparato a mortre? Q0all affetti mi legavano d.l plù. alla vi· ta? L'angoscla più. {orte. li pensiero che assai probabllmente t)tla mogUe, pa· raliz.zata da più. dl due anni e malata di cuore. avesse già avuto una seconda paraltsi. e sl.C6se spasimando tra l'lneo– sctenza e ti terrore della mia sor:.e. que– sta idea s'allontanava ades,o meravi– gliosamente da me, si attenuava, perde– va parte dell"orrore che ml aveva tor 1 menl.:ilo al matUno. Anche \l pensiero di mio frate-Ilo, che tmnlagtnavo e spe· ravo fuggttlvo. Ja pi:eoccupazlone per le sue C<'. olzloni ji salute, ml davano ora meno dolore. Il terzo pensiero. .Quello del mio lavoro, dell'attaocamen· to ai lavori lncornlnciatl e che non avrei più fin!U. era una cosa :la nulla, appena una nebbi;:i leggera. TRIBUNALE DI GUERRA (DAL DIARIO DI UN LETTERATO) ml avrebbe atteso dopo la morte, anzI· chè pcnsarvl su intensamente. Quec:ta de<..lslone ml pare roose dov:uta a due raglonl: l'una per evitare dubbie'.t:ze (e l'idea dl esser stato denunciato da un . ~t 3~~: ~~/rui~cf~~~~-l~:1:r: 1 :~r:o~~ nione co.n Dio. voleva tonnentanni as• sai); l'altra di rlmancfare a un ulteriore momento la preparazione più proprta• mente religiosa. So che sarei morto cri: st1anamcnte, senza rispetti umani nè tentennamenti. Credo anche che. arri• uomini, c<>nla vita. Il giovane gentile dibilc come nell'anima i:lel prigioniero. vato a una completa sicurezza di d9ver ml portò la coperta, mostrò comprcn• speeialmente di notte, Q'.Jeste immag\nl morire. avrei avuto più intensi pensie· stone per le mie condlzh>ni di malato e dl fll.Raprendano consistenza ::ome se ri re11,10~1. Ma In quella notte. e in di prigioniero; anzl, dlrel quasi, sim· fossero vere e lo portino lontano. ~a- generale In tutte le prime ore della pri· natia. Osai pregarlo che accendes.,;e, al· lappando stlblto e facilisshhamente IA g1onla. era piuttosto un ldèale civile. me,no per qualche tempo, la luce nella fantasia sulla strada dei desideri. Qu:in- terreno, JXl.Lriottlcoche ml dava for-..:a: cella, che non ml faccs:-;f! passare la do la realtà' lo riPorta indietro, auesta l'ldeaJ,c di « morir bene :1. con dignità. notte solo, dato che ero malato, ma In appare in tutta la sua nudez~: e allora con coraggio. di fronte al tedeschi: la compagnia di qualche prigioniero: non I pensieri prendono altra nte,aa. ccrtl:!zz.i che morivo per un'Idea mia, pretendevo certo la compagnia dl uno nella quale intensamente, da anni e an• del miei compaesani, ma almeno quel• O nl, credevo e credo. Se avessi avuto più !~~ ~;,t~ft~i~"J~e~~~è ~~~~racac~i~: I pensieri di quella notte furono di ~f~~~1f; ~C:~3~r~~~gu!as~a~\ ~~g~: rato comune. Il giovane caJ)Orale .Qene• vita e dl morte. Trn l pensieri della avJ·èl ~rmerto (come del 'resto avevo volmente accese la luce, ml promise vita metterei quelli per difendermi dnl· già fMto a:tre volte net passato) che in cJ,c avrebbe fatto quanto possibile oer le 3-0r.useImputatemi. Sicuro, come m'e• auel mio ideale clvlle e terreno c'era un a.:~·o1;tentarml. ra ~tato d~tto, che sarei stato richla· fondamento religioso; avrei certo sen- Invece rlcomlnctarono sùblto gli urll, mato da altri Interrogatori In cut, se- tlto che anche quella serenità. Quel di• t busi:il, gli scotimenti. le violenze. Era condo gli ae<:usatori, avrei dovuto «per- stacco erano doni di una forza amica come un diverbio feroce tra ubriachi o suadermt delle prove:. che I ·gludlcl non terrena. di Dlo. · tra forsennati: non capivo quantl era· dicevano di tenere in mano. la m~nte Ma allora, chiuso In quella specie no, quale fosse la ragione della Ute O lavorò assidua, con accanita resistenza, d'orgoglio. arrivai empiamente a ·pen– se facessero soltanto per terrortzzare t per molta parte della notte. a elaborare sare che. se anche dopo la morte ci prigionieri. Ml parve di riconoscere Ja ta if;,f~. Fermo ;et proposito d~ne~;· ~~a :::;,~t!l ~!;:~~e~~~;t;coM: ~e bi;utale ~i ~utle3 sentii ~t~~; b~•n~a rnr~~vo ~~: ~v:!n'::ncl~tor~ sùblto sfuggivo da questo pensiero. e ~~~~~l;~a~~~ ~si>g,neasc~:att~r11r •. A_ Co uno del denunclalort) aveva detto Il ml raccomandai sinceramente a Dloche un certo ptinto la lite fu cosl violenta ~ scambiando la mia oe';òona con ml desre la forza, se !OfSI stato stretto che ebbi rtmpresslone stessero per spa- -unaltra. A vrel tnsistit() di piu su ~ue· dall'accusa, dl non svelare l'altra .per-; ~':n~rrr!'e~!i iiia mc:n~ ~~:~~l~a:;• :tr.l=tiz~t f~~~:~~~ J:~;1~ sona, dl non commettere vtgllaccherte, (forse era ubriaco fradicio) urlando: vallo di battaglia era un_altro: -perchè o ~:n~it~=~~ 0 inf~:C~~e :·rt~t ~~e a~~~o :~~tt~gft:1~f1~ ~~~~: , Verso l'albo potei pregare, ma arrt• :C:tu~rsi~~~a;!!~~~!?NOn~~~ !~~:e ~n cg,~::!~~~io;h~a~~~ ~~~ :f!r:u:~~ 1 ~v~~~n:ol~~ ~~sa~~: banditi si. spara all'alba, di mattina! 1 • mt parevo, perchè avevo· temuto ~he du.rantf! i giorni precedenti e in auella La luce fu spenta dl nuovo. le promes· (tU~che cosa s~bbe. stati trov~, ~e dgt'~~ t~:.d~~:~~i~:~tt:u~ ~~:~ ~ai:~n~~rr:1:~Fe~~ rt~f~nJ,u~~n~ ~a ~~ o~~! stra:;1~~cla~he, ·da: dl Plesstng, alle sue ang~. e 1:oprnt· cella. U carattere lmoeni-10 della regtone. non tutto alle parole di Goethe, che sembra- Quando tt'. silenzio ritornò. rlcomtn· avr~ro trova1; nullaik qua.'Jl, e chJ :~=e, ~~~~~i;~v'!fr :e ps~~~: ctarono i penSlerl. ~~U~g~~~e. d:fr mo~~~~~- Che un prlgionLcro, gettato lt:i una ·cel· Notte 26·27 ottobre ~~;~ai !~';"n"~a!~s.J~:~~:t~ ~aà }:~i~l ep~~(:n:~bà_i 1 ~!~~~-~f:a Nott.e lunghls.stma eppur breve: è dlf·" nel primo interrogatorio, un confronto e dica: e se uscirò <la auesta cella. la ficlle ch'io possa ora, nel ricordo, rtn• con la· D.anker (forse per la sua stra· mia vita sa'rà dlve.rsa :1, è proposito· 'Che tracciare la successione J)t'OClsa del vaga,n~ e per la sua· completa lnst- si capisce facilmente (più dlfftci.le è pensieri di quella notte. Forse non ci plenza dl cose politiche?). e non avessi mantenere la promessa). Or dunquè, in fu una successione, nè un progresso espreso la mla •rneravi.a'li.ache t 2iutll· mezzo a molte altre ·cose da cambiare. qualsiasi dl ragionamento. ma un andi· cl preetassero fede alla• parofa di per- ero convinto tn ·Quella notte che do– li vieni. un alternarsi continuo d'lmprcs• eone malevole le quali, per odiodl ,par- v~l di più dimenticare me stesso~ vtn– sioni e di ragionamenti, bencbè la me- te, m'avevano denunciato ma rimane- cere l'orgoglio, l'eoN?SSiva ambl.zlone. moria di tutto. anche del minintl parti· va,no pur sempre per I tedeschi perso· vivere maggiormente per gll altri e an· colar!. mi sia nettissima davanti alla ne. straniere; e non avrebbero lnvP.CP.che per le cose fuort di noi. A questo mente. creduto a una loro connazionale. di punto Plcssing ml rlchlamb sulla Une· Non chitisi mai occhio, stelli semp!\? provata fedeltà e che a:vova tante co- ca la preghiera dl San Francesco che fermo nella mta cuccia, col. pastrano noscenze nel mondo gennanico -di Ro- da aualehe tentPO ave\'o scoperto.'• O ravvolto per cuscino sotto la testa, la ma. A un certo punto la mia difesa, Maestro - dice là bclll.sslma preghiera coperta che ogni tanto ml sfuggiva pensata tutta ln tedesco perchè -In te- - fa che lo non cerchi tanto a esser lialle sl)aUe e che to riportavo con le desco avrei dovuto di nuovo parlare; consolato quan,to a consolare. a P.SSer mani sulle ossa doloranti. Se chiudevo ml parve cosl chiara, cosi lnoppugna- ,con1preso quanto -il comprendere. a es· gli occhi in quel buio fitto. mi si forma- bUe che desiderai sùbito di chieder sere amato auanto ad amare :1. E cosl vano davanti alla retina immagini stra• penna e calamaio per metterla ln car· pregai. ma non ml accorsl che era una O ne: non gialle o lucenti come dl solito ta o dl esser sùblto di nuovo Interro~- preghiera più di vita che cii mortP. Ml m.irevlgliavo dl questo Incipiente avviene quando si chiudono le palL)ebre t.n. Tutto era limpido, stringato, lam- Come« fatti :1 esterni della notte poco stato d'animo di dista.eco. quando fui dopo essere stati alla luce, ma Imma· pante: sarei stato anche più prectso ho da dire: alcuni tonfi sordi che ogni riSCOEì&SO da bussi violenU. calci. urli, gini di un color cupo, ferrigno o plum- ed energico del giorno innanzL tanto rimbombavano paurosamente dal• hnstem.mlc che venivano dal corridoio. beo o di color terreo, appena in rllle\·o Invece, dopo che la mente Sl era le stanze ciel g;uardlanl, il brontolio Capi\ che si preparava qualche cosa di sullo sfondo nero del tutto, Vedevo per affaticata per tante ore della notte ra• rtella pioggia a cascate Intermittenti, nuovo, e invece erano soltanto i car- lo plù terra scavata o smossa, qualche glonando polemizzanélo e riepilogando, qualche rumom <il t.ralnaggio sulle cerle11 che portavano la cena. Riconob· volta più dlsllntamente una specie dl quel castello di difese e dl scherma- stra.de lont..'\ne. A un certo punto della h\ la voce di uno, li plù violento. che fossato; e allora pensavo che qualche glie, di caute rlffessionl e di• Impeti nobte. credendo che questa volgesse ·gll altri suoi camerati chlamavan Ruti. cosa, in quel buio tmmaglnare. doveva amori, a un tratto s·-arnosciava:--dlven· verso ]'alba, ebbi un'illusione str.ana. Invece di po.rtannl ti cibo dentro la esser connesso con 11dea della fossa tava un mucchio di parole inerti e va· Dal buio filto della cella ml parve.che cella come era stato tatto al mattino, dopo che ml avessero fucilato o du· ne. Dubitavo di quel che avrebbe rl· s,mrnsse un albore, appena appena.per• fui condotto nel corridoio. Senza pen· rante questa operazione. spoeto la Danker se l'avessero chiama• cetublle. tntomo al piedi del tavolo che ~rqeu:1 ~lr~~~~~ 1 ~t ~~~1~,~~;:v~oe~\i:~ p~t~:f~rafo~\'!1:Sf~edei~i. 13a1ì'id~~ ~tà~~t?~toeJ~~ t~io ~mJf\z~u~1! 1 ~: ~r!:3.:ch~i~~ 1 ;:a:O~!~ ~~ùq~:f 1 ?t una df'Clna e dodici carcerati s'affolla· deLl'uscio. era di alberi: per lo più ro- po.sii.Ione ml sembrava grave, ml sen· )or d'ossa, ml alzai, ml mossi nella vano intorno a colui che distribuiva tondi albert, cupi, come sul margine di .. , e perduto. .. stanza e, Quando sentii sotto i pied~ la.cena. per Informare t due compagni, una strada: e solo un ricordo lontano AIJora predominò l'idea della morte, quell'umidore Sl)()r'CO che durante la ,, fllr loro qualche C06d ael1e accuse che lontano di verde era in quel cupo. Ml che del resto noo mi aveva mai 1ascia• notte era oreectuto, aggiunsi anch'io, ci erano mosse. di come era andato volgevo st)J:>itoverso la oonsolazione di to, che è cosl vi.Cina·a me. da annl. ln ln un angolo, acqua all'acqua. Ma toc• l'interrogatorio. Ero riuscito appena a quegli alberi, ma vedevo. tra t rami. tutti i glomJ, e, io credo, in tante delle nall<fo tndlet.ro , persi l'orientamento: fare qualche accenno a Blgtotti quando strani uccelli allungare il collo: anzi ne mie paglne di scrittore. Non dirò che dovetti vagare tn mezzo a quel puzzo a fui malamente afferrato dietro lespalle scorgevo soltanto il collo. di un grtg!0 l'idea della morte in quel momento non lungo, tastando con le mani tutte e da R'Jti, rimproverato, minacciato con piombo c~n qualche puntino r0S80, li ml spaventasse: sarebbe una vanteria quattro le pareli. prima di ritrovare il a:tP erida e. appena riempita la gavet· collo che si· allungava sempre di più. sciocca. Ma ml meravigliavo di me giaciglio. Quell'albore debolissimo, che ta. allontanato dagli altri. imped;.t.o per verso di me, e il becco e gli occhi che stesso a constatare (o almeno cosl ml avevo Immaginato. non c'era più. La fint crattlngere aCQua 1>erbere e. quan· mi guardavano fissi. Non so perchò wreva) come ml sentissi. pronto a mo- notte era ancora alta, la stanza al buio do ancora non avevo finito dl man.giare. quelle teste d'uccelll ammiccanti- - rlre e distaccato da tutti. Quel processo completamente. Jlluslone ottica? Oppu– rtnchtuso di nuovo a sl)intonl nella qualche cosa fra li tacchino e il pavo- d'allontanamento dagli afletU più forti, re quel chiarore c'era stato veramente. ~c!1.1. . ne - ml diedero l'Impressione che fos• che già. ave\'Q notato nella sera, ora, quasi creato q.lll'immobllità e ~ mLel . Gli urli, le violenze continuarono per sero ai malaugurio. nella not~e, si riconfermava. Accettavo movimenti l'avevano, per cosl dire. di· tuttd la prima parte. della notte: tonta- Un'altra immagine era Il formarsi con 'rassegnazione l'idea che la mo_rte sciolto? E' un. piccolo mistero della no c.:-m'ero dagli alti::-!,non capivo bene osUnato nel buio di un bottone giallo- mia avrebbe quasi sicuramente causato vita in carcere, che non ho risolto, per quale ragione et fossero tanti be- oro - uniea immagine lucente nella la morte di mia mòglle; vedevo· con n- · stl~li rumori. A un certo punto bussai notte - il quale ora appariv11 sul petto ducla che, dopo la mia scomparsa, mio anc:h"to e, poichè sentivo freddo alle ora sulle spalline del COTJ)Q di un sol• fratello avrebbe ripreso nuova Iena e ossa malate, chiesi una coperta. M'a· <lato o ufficiale, di cui non vedevo Ja. nuovo vtgore; non ml preoccupavo del s,-ettavo alh1 urll e male parole; lnve- faccia: un soldato morto. ma dilitto. in manoscritti incompiuti, del lihrl non ,e. a~rta la cella. villi una •faccia gen· piedi. pubblicati. Un'alta ser~nità ml teneva: tlle e henevola: quasi dl un giovinetto. Olt.re queste lmmaglnJ più. legate. dl· e dl qll'C6to.stato d'animo sentl.'{o più Era un caporalmaggiore delle S. S., di rò cos1, al. ser;isl, ve n'erano altre In cut la forza, l'orgoglio che non pensassi statura piutosto piccola, capelli casta- aveva ptù gioco Ja fantasia. Erano im- a ringraziarne Dio. net: aveva modi garbali, la voce mite, magini quasi tutte di fuga: ancora rl· Se debbo fare la storia del mio pen• quasi bassa. Quale impressione di con• vede-vo il terribile Feklwebel precipita· stero i-ellg\oso in quella notte, essa non trasto! Se esiste ancora al mondo qual· to per una spinta mia improvvisa e è cosl affem1ativa e luminosa come vor cuno che crede, sino tn fondo. nel va· fortunata dal camion, e la fUJCanostra rel. Pregai più volte ma non con quel lore e nell'erfìcacla della e gentilezza :t, nel campi, l'arrivo In un casolare; op- fervore tnt.enso con cul qualche volta, se mal nella mia esistenza ct fu un pure rivivevo la scena della cattura, anche In circootan1:e nonnali, son rtu· qualche sforzo verso queeto Ideale di con la sparizione però inaspettata. da 9cito a pregare. Spirito religioso, pro• vita, proprio In quella sera, tn quel· parte mia, per la porta laterale (che e- fon<iamente appassionato d'avere una l'attim,o. IO sentii che cosa vogliano di· siSte realmente nella mia stanza. vlcl· certezza completa e tQtale, ma terribil· re gentilez1.a e bontà. Fu sùbito un al· nissima <l!;l .IetJ.(> dçwe ~ nlflttlna giace· \nentc e~ éJI (\ubbi9 ang05Closo, 1n !ùc:n~ 0 ~~1~'~ ':t~~~~i~t:~~n;:t ; i::;t:~>darpg:~r~ St=a~?~~~:: iJ\.iP~-.,~Jt~d~-ir~t!1f. 1 .. ùciit~1f~~~:~ BONAVENTURA TECCHl s. o. s. C on questo appello chiude Walter L-i:pvmann una sua Relazione sull'Europa fin New York He- rald): « Non c't dubbio sul risultato della ouerro.,· ma t molto dubbioso quanto tempo et voalia per finirla; e in Eu– ropa ti tempo t l'equivalente dt vite umane, e di tremende ferite. di dolori. di sconforto tntmmaoh1abile, e di una enorme dispersione di quelle energie che .!arebbero necessarie a restaurare , J)Of}OU che S'OTIO 8'6U vUtlme dii Hitler •e della forza tedesca •· • .•·,

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