La Nuova Europa - anno II - n.3 - 25 gennaio 1945

. --2!genn.1945 --------------- L:;t' NUOV'A:-~UROP"A! ' H. a scritto, comtrictando da Fatalitd ohe è del 1890, versi per clnquan· t'anni: l più letti, l più tradotti, di donna italiana. Questo mezzo secolo dl poesia va dal verismo umanttat1o delle prime raccolte all'estotismo aut~ )>lograficodella maturità, al simbolismo c06J'l1lco della vecchiata. Almeno per quel tanto che valgono le definlzlonl a IN MORTE DI La sua poesia toccò nel Libro dl Afa• ra (1919) -Il punto cli estrema convul· sione sensith·n. Lo spasimo amoroso, fatto irreparabile dalla morte e ride• stato da un desiderio che la morte non c-st.lngue,vi acQu!sta risonanze ora di sensibilità lugubre e ora di misticismo impuro. Rinunciando al metri chiusi dei primi volum1, qui si distende in -ADA NEGRI eUc,!letta. Dalla parte caduca della sua voleva a uha verslfkazione • diretta e opera (e dictamo subito che è·la mag• tagnen'te•. Le intemperanze. perfino'Je g1or p3rte) sarebbe faclle, ..anche inte- stonature, erano travolte e in qualche ressante, ricavare un campionarlo dl moùo riscattate dal fervore approssima· mode, con l'indicazione dell'anno e del tlvo eppure convinto degli scalpitant\ lipo, senza che in un tale campionarlo. ritmi, delle rime sprangate. Quell'astrat· essa si rlSolva: sempre restandole al ta concitazione non nasceva dal rtpen• fondo. di suo, un lacerato grido, una samento del concettl. umanitari e so– brnmosta dl vita, un fermento dl attl clall, nè da personall esperienze, ma pas.sionali da mettere tn forme appas• dallo slancio. sebbene vago, con cul se slonate, un sensuoso potere dl rappre· ne Impadroniva. In Maternità, a con• ~~~~fr; :h= J~iu~~~~~~';J"ii~ i:~\fa fumeo~~ 1 gfl~ù li~~!~~;:1~~ ~ : tl.mentali. Forse più dl tutto, dall'lnl· catasl, guadagnò tn intimità, cantando zlale piglio ribelle al tardo ripiegamen· dl sè madre e sposa con la stessa bra– to su se stessa, un'agrezza di femmlni· vt1ra di tagli bozzettisti.cl . Nel favore lit!\ che neppure U femminismo propa• del successo. che fu sollecito e vasto, gand\stico fin dl secolo e U sensuallsmo e Poi sempre l'accompagnò, si vide dannunziano riuscirono a soffocare. quali erano t lirnltl di questa, più che Alla pa,rabola esterna, disposta sul poesia, ebrezza poetica. Li vide anche costumi e gusti del tempo. ne corri· la Negri. E non solo rinunciò al propo- 9J>Ondeuna Interna e sua particolare, siti propagand\st\cl ma, con quel rl– o.1ratter1.z ;a.ta dal continuo travaglio spetto che sempre ebbe per l'arte .sua, C$pressivo che procurava di risolvere prese ad affinarla. una crisi stilistica cadendo In un'altra, Cambiò I temi. Dal •dtssldl sociali Per .cui fu agevole osservare che alta passò ai dissidi e al turbamenti spiri· Intensità emotiva. quasi sempre sotto tualt. Anche Ja sua vita era mutata. l'urgenza di uno srogo restio a lasciarsi Aveva saltato classe: bene accolta dalla cJominare e contemplare, contrastassero borghesia milanese. In p\ù, di maestri· talmente i risultatl effettivi da non po- na fattasi professoressa, aveva agglor· terne additare un componimento pe·r: nato la cultura. Prestava orecchio alle fetto. L'interesse J)6lcologico,prevalen· suggestioni dannunziane. pascoliane P ·do su quello poetico. faceva sl che 11 creouscolarl. Forse queste ultime, più fervore isplraUvo promettesse plà di delle altre, le g\ovavano, come può ve– c.ruanto lo scritto manteneva. E' certo dersl nelJe quartine di Suor Nazarena che, con tante confessioni sincere fino ove c'è il tentativo tipicamente crepu– nllo strazio, In ritmi singhiozzati e pa• scolare di risolvere la sentlmentalltà tetiche Immagini, dl Jet si rtesçe p~ut• Ironizzandola; eool raro nella Negri, e tosto a cogliere la trama sentimentale ir. fondo contrarlo alla sua natura, ma o la li.,nea del buoni proposltl che la qul non senza vantaggio, come freno costante di un tono suo esclusivo, come e contrappunto al patetico. In Dal Pro– J)'UTe accade per t J)Oetl minori, ma /011<10 (1910) ed Esilio (1914) metteva poeti. Qualcosa dt lei si appoggiò sem· un tale affanno a sfogarsi da far sup• pr-e all'esterno, su moùelll letterari e porre che, per elevare la poesia, ere• programmi di v!ta, che furono dapprl· desse sufficiente esasperare i slnsroltl ma gli ideali alla De Amicis o alla Fo· e gli schianti. A questo punto 11 creou- 1?a22.,1ro, con modi alla Praga o. alla scolarismo Poteva aiutarla a~trovare, se Bettelonl, e Pol P.16COH, un poco dl non un equilibrio, t1n oontrooeso. Ma WJ:ùtman, molto Tagore. moltissimo la Negri preferl. al senti~entalismo D'Annunzio. In ulUmo addirittura L~ rientrato. ll senumentallsmo effuslvo. ]Xlrdl. Anzi J?.1ppeogni riferimento- a daU e o Rltuazioni reali. Talchè, Intendendo :AIJ'esordlo ebbe uno scatto. una !ell• ce e facHe baldanza, che In seg.ulto, ce– dendo a più raffinate ambizioni formali, si persero. Cominciò col proporsi non problemi di stile ma dl sentiment{, ~nzl di argomenti. In Fatalità, In Temveste, n Jria:llorivoltoso, Io scabro Impeto, le spreuature di un linguaggio tra li par· lato e 11 Jetto tn classe, la sommarla im• medlatei.za . Il calore schietto anche nel· -l'enfasi, lll mescolanza del ricordi di scuola, di comizio, dt giornale e di stra• ~~~~s~f~~~!~!~~a p)~~~t~~!oful~;;~~ .te ad accenti"esornativi, si accordarono con la generosa e gene1ica sociologia del1a glo\-inetta proletaria. Riuscì, come confidare 11 carico delle sue t>Cne,mal accennava a dire di che soff~·isse. Era un dolore assoluto che non tollerava luearnazlonl. era l'idea stessa del dolo– re. una sorta di dolore vrogrammatlro. che indubbiamente la macerava ma con spasimi che non dlventa,;ano poetlcl perchè non rlusctvano a qualificarsi. a circostanziarsi, cioè ad E.sprlmers\, Al– J't:Yidenza clocumentarta del orin,1 v<'r si, tùtta proiettata in cast e figure ester– ne, se~uiva una concentrazione di sen– tlmentl che volevano restare tmper– scnitabtli, incomunicabili- In effetti era Jo stesso eccesso dl ast..ra1tezza l!he 11 Portava a un'Innocente oratoria e <JUI a un vuoto spiriluallsmo. Comune era anche la spinta di questa poesia, un CINE·MA ORGOGLIOE PREGIUDIZIO I film tratti dal romanzi hanno quasi sempre l'aria cli composizioni ar• bitrarle e approssimative. Non sono più il romanzo e non sono ancora film. Le descrizioni del romanzi trasportate :;:-ul!cschenno risultano letterarie; 1 dlo1loghl,privati del commento dell'au– tore .. bruschi e perentori. Inoltre la necessità spettacolare, sfrondando Il ro– manzo di molte parti superflue o che .tuh sembrano, riduce l'Intreccio ad un mero schema nel quale si stenta a ri– conoscere la r4cchezza originarla del motivi. Ma Il tradimento maggiore forse 10 fanno gli attorl sostituendo le loro immagini ben note e già vedute In altre pani a quelle create una volta per ,tutte dal romanziere. Si dirà che lo stesso av,•iene a teatro e non pensiamo a dolercene. :\la l personaggi teatrali, bisogna ricordarlo, non hanno volto, sono dei caratteri. Invece H romanziere cl dà non soltanto \ viti, non soltanto fo persone, ma anche la più gelosa in· t.imità del suol eroi; e Il cinema che ha le stesse ambizioni molto spesso soc· combe in questa gara. Ricordo per esem· pio il profondo senso di delusione che provai vedendo la parte affascinante di Caterl.na tn Cfmc Tempestose affi– data ad una attrice che nulla aveva della selvatJchezza. caprlcciosità e ma· ,Jlncon!adel personaggio originario. Pro– Ib.ibilmente I romanzi pi.ù adalt'i. ad es– 'sue voltati In imnrnginl clnemato· grafiche sono l cattivi romanzi I quali si raccomandano a sceneggiatori e rc· ',;ilsti con la mera trovata e non con valori Poetici difficilmente traduclb1ll sullo schermo, Ora ecco, t1ltlmo del romanz.1 cine– matografici. OroooMo e Pregiudizio della Jane Austen. Ho sempre molto ammirato questa saggia scrittrice di romanzi puliti e precisi. Poetici a forza di aridità, musicali e senz'ani· ma; e grande era la mia curiosità cli vedere come .se l'erano cavata Aldou.c; Huxley che ne ha fatto la 1,icluzlone e Leonard che ha diretto il film. Pen– savo tuttavia, non senza ragione. che non sarei stato del tutto deluso; per– chè un'autrice antlromantica, qttale la Austen, contrnriomente a qua::to st può pensare è. più facilmente trndu· clbile sullo schermo che non un auto· re ricco di elementi romantici come, ponl11mo, la Bronte o Dostoleschl. La precisione dell'Immagine clnematogra· fica è infatti inadatta a rendere tutte le sfumature e H chiaroscuro dell'arte romantica. Il film di OroooUo e J>regfodizlo non delude; e in complesso si raccomanda alla memoria con Impressioni non molto dissimili da quelle che desta la lettura de) romanzo. Come si sa, si tratta di un ambiente provinciale in· glese all'inizio dell'ottocento. Amblcn• te di squires, ossia di piccoli genti· luominl di campagna, osservato con freddezza e mallzla da qualcuno che lo conosceva perfettamente e partecl.· pava fino t1d un certo segno delle sue stesse debolezze e dei suoi stessi pre– giudizi- L'amore è bandito o qu:isi da questa minuscola fiera della vanità 1n cui prevalgono ancora la galanter.la formale e la casistica dei sentimenti settecensche. Come lo dice li titolo, il pernio dell!in1era vicenda è la pas- furqrc di vita, che incitava l'autrl•;'! a !.'t3rea~~rn~l~~~r1à~;~e~~t~'~i~~!~=. ~~: ~ra1aU:d~-a~~~f~n3::1.u2:a ci~~ te riversata In t1na ritualistica di pro– « furia col capelll :t serpi •.•ora un:1 rl· :n;~rl~f ~~~~nr:sti~i~lc1~~e~~~ c~~ belle calpestata dalla ribellione. ora una dramma che dà nel melodramma; sen• att,rice tragica che partecipava al dram- za che tanta riecheggiata sovrlllJbon• ~~ ~~ 1 !~,~~et~~c;~~~•e~ ~ttf~~~! danza e ieratica mimica sopratr.1cciano moribondi. Essere tutto; cioè nulla. ~! ;:~;:~:~~e:d:\a~o:im~~~~~ ~~1~:e~~ Le erano,statl rimproverati gli soun· rei morta di gioia, lampeggiando I miei tl utllttart, ed essa vl rinunciò con tan· denti nel supremo inestinguibile rl· ta risolutezza da scansare addirittura so>; gli eccessi di gesticolazione: « Ag• la realtà per Umore di contaminarsi. gràppatl alle sb:trre, tendi II viso tra badando piuttosto a rare-farla che a rl· spranga e spranga; le slmilltltudinl trarla- Ma era proprio un approfondi· e;onvenzionall: « Oggi lo sono come la mento ciel mondo r€ille che Prima e poi belva che si rintana per morire». « la le fecero dU"etto. La Negri fu estetista ghermisti con artiglio d'aquila•; t lo– per le stessè ragioni per cul era stata gori simbolismi: « Io fui davanti a te, verista: per t1 bl~no di dare una for- 0 nµa vita, mia morte, la lamoada ma all'empito lirico che da sè non rJu- d'oro>. Accanto a auestJ, inscindibili selva a generarla, in Quanto non rtu· da Questi, bram di una veemente pena selva a concretarsi. Nel primo perlodo rEsa con rapida ed intensa efficacia. La le fu impedito di entrare ne-lla grande .pena che saffo cantò in quattro versi arte verista perchè <li Quel mondo ln· della sua ode più celebre. vece ili .un dominio obbiettivo. aveva Nei Canti dell'Isola (1924) l' esteti· solo una generica concttaztone. Nel pe- smo, trascorrendo dagli affetti al p..ie– rlodo seguente. per l puri cult1•esteti~ saggi, si aggrava a misura che si este-( stt, essa era troJ)'J)Op81cologicamente rtorizza. 11 tono giusto rispunta quan– tormentata, troppo Incline al seno.men- do gli lntentl celebrativi e decorai.lvi ~alismo. sono sostituiti da un ripiegamento O ~ri!~1fe s~~~~n~r i~~~~e~~~nfu!h~~~. All'approfondimento del mondo reale guono l grandi affanni. Questo accade· st avviò con un volume di prose: Le in Vespertina (1931) e nel Dono (1936). · Solitarie, pubblicato nel 1917. L'intento Come può vedersi da parecchi segni: na,rrativo, sta pure limitato al ritratto. dall'avvio a una disciplina- classica (il ad occasionali scorci di figure femml· verso sciolto al posto della prosa rlt· · nill, ·a divagazioni e confessioni, le lm- mica), da una più riposata senslblllt~· pose un contrpllo più fermo. una co- ch'e ano sfogo accompagria un anslèfi" su:uzlone più organica. Del resto tutta so argomentare e interrogare .(Il de-eia· la prosa della Negri merita uno studio mato dannunziano ha ceduto alla sui:• maggiore al quello finora concessole- gestione della lucidità lirica Jeopardla• Stella Alattut.hw, il suo unico romanzo, na), da una calma che implica maggio– seguito nel 1921, resta il suo Jlbro più re comprensione umana, da un . più delicatamente registrato sul tono di evo- tranqul))o e Insieme pill pr.netrante · cazlone elegiac;i che predilesse, e del possesso delle Impressioni reali che' più. persuasivi per la linearità con cul coi-regge ll suo astratto i<leallzzare. So- l ricordi d'infanzia passano, quasi sen• pratutto si atteggia e mima di meno. za ampllft.cazlont e sforza.ture. dalla tri· Certo li suo leopardismo non va più stezia della realtà alla nostalgia della In là <lei vezzo di porre patetiche do– men\oria. Le a.Itre opere In prosa che man<le o di rJprodurre Qualche caden– sempre tnterc11larono quelle 1n versi, za, 11 suono di una parola. E spesso,· ~~~~st :~tiv~1-:e;~n:!:arn=:o r~ :,>:~1t~. 0 ~r:r~ 1 ;~\';.~f~ 1 ecief~~o"flr1~t b~nefiche riprese di contatto con un smo a olt_ranza Qui aderisce megBo mondo dl maggiore concretezza; e sem· agli oggetti; l'antica avidità di vtta st. pre la J)OeSTa se ne avvalse. Per com• appaga di Immagini. più serene: paS- · pletare quèéto accenno a11aprosa, è da sionl e amblzlo"nt si detergono, al pen– aggiunger~ che, proseguendo con Le siero. della morte, i-n una stupefatta no-· ~~c~t!'h 0 :i~n;a~o ~t'&~fév~ c~; :;~:: l~~. dJl!:n~a~rù 1 ~r~~-n'i! !~baai~bfg:~;~~i. 11 ~~~;it,n:1e~a~fo~f~~;~ P~~:e~~ ucietC:~e r:~ {! ~1!f~ 1 ~t;! scrittive, lftèontrl con persone anlmall cars1 da sè con dolce 1,tupore di blm· paesi in una scrittura Insieme l..1vo- ba saggl:i: « Olà cosi tardi? già cosl rata 'e disadorna. ha esprE&So t temi lontano?». In Questa attesa dell'ultlma più. senSlbill del suo lirismo senui ora, che è g1unta. Ada Negri fu vi· troppo esasperarlo di quel recitato e clna, più d'ogni altro. momento !! sia cleclam-ato che altrove la sopraffa(e- pure per r.ari momenti, alla poesia. vano- A. PICCONE STEl.,LA slone soclale Jn tutte le rue sfuma· ture ost~a, 1,n altrt termini, )o sno• bismo. Aggiungiamo che si tratta di uno Gnoblsmo per niente corrosivo e malsano come per esempio quello di un Proust. Siamo in Inghilterra e slamo alla fine clel settecento. Questa piccola gente della Austen è snob na– turalmente, senza quasi accorgersene come altri respira o dorme. Lo snobismo, come è noto, celebra t suol massimi fasti negli incontri del• la società ossia nel balli, nelle feste. nei matrimoni, nelle ce1(1l)onle. Giu· stamente Il Praz osserva che 11 punto debole della Austen sono i baJll. Noi diremmo addirittura che sono li ~mo punto forte. Non sappiamo che cosa avrebbe detto la Austen def ballo che al principio del film permette at varll personaggi di incontrarsi. Forse avreb– be trovato da ridire, con l'aria ma· garl di Carne l'elogio. A noi è sem· brato una cosa molto riuscita. Il dia· logo galante della Garson. lnframez• zato. leggermente al passi di danza, l'arrivo degli Invitati di marca. le pre sentazionl, le conversazioni, il movi– mento della festa. tutto questo è reso con grazia e sobrietà e non fa troppo rimpiangere II romanzo. Non sl esce mai fuori, è vero. dalla convenziona· lità; ma occorre ricordare che neppure la Austen ne esce mai; e che la sua forza sta appunto nel partito che sa trarre da questa convenzionalità come da uno strumento di pochi ma gr:1de– voll suoni. Chi non ama le vicende e i personaggi convenzionali non leg· ga la Austen e non vada a vedere Or· ooobio e Pre(lilulizfo. Oltre al ballo r,çacc4ono 1>arccchie conversazioni e Incontri osservati con finezza. Il film si svolge tutto In Interni di Btanze e di salotti; e Il Tegista ha spiegato molta abilità nel g:oco <1Ucl•'l teatrale <]egli arrivi e delle partenze. La parte della madre ambizioea, ln· teressata e snob e quella della Lady protettrice dalle maniere brusche" e dal cuor d'oro sono, a nostro p.1rere, troppo caricaturali e sforzate. L."l Au· sten è maligna ma non dà mal nella caricatura. Il ret~sta qul ha calcato la mano. Tuttavia queste due vecchie cariatidi della vicenda assolvono be– nE: la loro funzione; la loro presenza è sempre erficace. Osserviamo di pas· saggio che questo è sopratutto un fi1m di donne. Circola per li film un gran fruscio di gonnelle. li solo Laurencc ON.ver nellil figura di Darcy aveva una parte di qualche importanza. Ma appunto questa parte net film ap~re sacrificata e l'attore non fa nulla. per ravvivarla. Il film Intero poggia sull'Interpreta: zlone di Greer Garson. Quest'attrice di rare qualità ha modo questa volta di manifestarle pienamente. L'Elisa– betta della Austen era forse meno pas– sionale; ma In complesso il personag· gio è vivo ed è il solo che non sia convenzionale. Ogni volta che la Gar– son appare sullo schermo. essa riesce Immancabilmente ad attirare tutta la attenzione sul gioco di quel suo viso senslbllisslmo, intelligente. oltremodo espressivo. In profilo la bocca della G.irson con quel labbro Inferiore un po' spo\-gente, ha talvolta smorfie c?e sembrano lnvolontarte; di una qualità m\sterlosa e ineffabile; e stupisce che la volontà interpretava giunga a tanto di naturalezza. La Garson con questa sua padronanza e intelllgenza del mez· zi espressivi è il contrario glusto delle attrici sentlmentall e fatall dell'altro dopoguerra, come per esempio la Gar· bo e Ja Dlctiich- Dicono che sia tra le più quotate presentemente. Questo favore del pubblico indic..1.anche un pfofondo cambiamento <lcl gusto. ALBERTO MORAVl4

RkJQdWJsaXNoZXIy