Nuova Repubblica - anno IV - n. 5 - 29 gennaio 1956

6 GIOVANI É UNIVEHSITA' LA COMMEDIA EGLI EQUIVOCI e O~ ~A. CRIS.1; d~ll'Unione. c:oliardica Italianri clie., in fieri da pm d, du~ anni, e clamorosamente scop– piata nel recente congresso di Modena, è entrata in crisi una delle più intermssanti esperienze di politica gio– vanile cui ci è stato dato assistere nell'ultimo decennio. L'UGI, nei termini in cui fu concepita da.I suo vecchio gruppo dirigente, consolidatosi al .Congresso di Firen:;,,,e del H)52, risnltava per un verso da un tentativo giovanile di rinnovare la tradi;.:.ione cult11ra.le . e politica del libera- 1isrno, per un a.ltrn dal ribellistico e sostanzialmente qna– Junquistico rifiuto che que,<:;tigiovani facevano in blocco della realtà politfr:a e cultnrale nazionale. Essi non furnno in grado cli valutare a pieno i termini del,la muhht situazione politica, e le deficienze de11a cul– tura liberale - a cui si richiama.vano - a comprenderla; sentirono i lol'O ideali mol'ali conculcati dalle strutture cbe faticosamente ed alle loro spalle la nuova realtà politica italiana andava producendo; e rifiutarono di conse"glienza. in blocco tutto il mondo della. politica e della cultura italiana. Sen:,,;a chiedersi ragi.one del perché questo ptivilegio sa– rebbe toccato proprio a loro, si sentirnno portatori di una veritìt morale e di una sensibilitit politica tutta parti– colare. Confusero quella che e1·a una velleità. morali– stica tipicamente giovanile, con una dottrina che fanta– Gticavano come loro impègno di realizzare negli ambienti che via via incontravano sulla loro strada. Intanto l'universitì1, ma sem'.a l'intenzione di fermar– visi: « Il nostro impegno non si esan1isce ncll'un.i,·ersitù. Esso ha una sua esatta cle~tinanione, una proienione ne– cessaria e cOstante nella v·ìta civile», così diceva Giorgio Pesti al Congresso di Firenze. Al di là di queste nebulose intenziJJni, ,<li questa nuova massoneria idealistica, ne 1·isultò un interessante impegno pe:r la riforma dell'istituto univer·sitario, una presa di co– scienza fÒndamentale di certi problemi dell'educazione e dei rapporti tra discenti .e docenti. La generazione più giovane che li seguì, e che non è stata ancora messa in condizione di sostituirli, intuì subito l'equiv~co in cui erano caduti Comprese la steriliti\ piena di grazia e di malin– conia in cui si ersno balocca.ti "'gli uomini del cosiddetto « vecchio centro». -:Ma essa stessa non ha saputo rinnn– ciare a.Ila grande tentazione del movimento culturale. L'UGI non è pi1'1 conosciuta. come la setta dei saggi che sono il sale del -mondo, ma quale luogo cli studio e di elobo.razione culturnl~, da dove la nuova. sociebì ci– vile italiana.. potrù. frane i suoi più vitali elementi. ·Al– l'esistenza di un movimento culturale, all'impegno ln una· rioorca non ci sarebbe nulla da obiettare, se <1uesta. nuovn impostf!,zione non contenesse essa stessa alcuni gravissimi equivoci che non Rono mancati di venire in luce. In pl'imo luogo, rapporto fra. l'UGI come è e l'UGI come dovrebbe essere. E' mai stata. l'UGI un movimento impegnato nella rice,·ca cli _una nuo,•a esperienza di cul– tura? Certo no. essa è stata. veramente quell'atteggiamento morale disponi.bile a.,varie esperienze immediatamente po– litiche, che ha espr-esso il « vecchio centro » ; e perciò solo è potuta essere un rnovlmento bene o male di «base». Cosa significa invece 1m movirnento culturale di «base», a cui magari ci si «iscriva»? Non può che essere l'ultimo e paradossale po1·tato di quell'atmosfera. massonica e setfa- JNJIJTO A DISCUTERE L 'ARTICOLO di Chiarngi, pubblicato nell'ultimo nu– mero di N R, ha delineato con grande chiarezza Je , '' posizioni che sono ernerse nel recente congresso di Modena dell'UG.l, e le prospettive (reali o fittizie) che si presentano oggi a!Foi-ganizza,,,ione laica degli studenti ita– liani. Il tema è di grrtnde imporbrnza, sia perché l'espe– rien:,,;a di autogovem·o implicita nell'organizr..azione studen– tesca può riuscire deci.siva. nella formazione delle nuove generaz.ioni universital'ic, sia perché il carattere autonomo di questa esperiemm ù .<Jtiltofo1·temente insidiato, e indebi– tamente insidiato, elfi for-ze politiche esterne, che vi hanno cercato un supporto di for:,,;egiovanili, senza comprendere che, con ciò stesso, ne sarebbe stato distrutto il carattere fondamentale. Ma questa « insidia» dei partiti non è stata che la conseguenza del confusionismo mentale, della ma– nia di grandezza, della pr·csunzione di coloro i quali, dopo avere attivamente lavol'ato nel periodo di formazione del– l'UGI, hanno creduto di poterla scambiare per un dato per– manente della politica italiana,. esponendosi per questo stesso alla contesa dei partiti. Solo faticosamente si va fa– cendo strada ora il convincimento che l'opera dell'UGI potrà essere tanto più utile, quanto più ·l'autonomia in– terna determinerà un continuo e fecondo ricambio, e quanto più es~a si manterrà _nei limiti della propria vo– cazione, che riguarda l'ordinamento degli studi superiori, ]a riforma eventuale di essi, la presenza attiva degli stu– denti come elemento di governo universitario, il rapporto frà l'università e la professione (cioè l'idoneità dell'attuale organizzazione universitaria. a coordinarsi -strettamente con ]a società, nella qnale e per la quale ha senso la nozione di «cultura»). Su quest'ultimo pnnto · (rapporto tra università e pro• fessioni) si è manifestato l'ultimo e più grave equivoco del « vecchio centro», che ha tentato di impostare su tale pro– blema una artificiosa e pericolosa «continuità:» un"iversi– taria fuo1·i dell'uniVersità, che nascondeva appena ]a vo- 1ontà corporativa di mantenere, al di là dell'esperienza go– liardica, una struttura atta a giustificare la presenza di una classe 'dil'igente bell'è fatta, quella appunto che_aveva governato nel recente passato l'UGI. Da11'equivoco iniziale; di porsi nelle università come supe1·partito, nasceva qne- 1·ia che gic'.tcircolava nelle idee del vecchio centro. L'ela– bora:,,,ione di un fatto culturale non può essere opera di massa; pochi ·vi si dedicano al vertice, e poi ini:,,;iano la base alla ricerca cui essi sono pervenuti i da una parte i maesti-i, dull'altra i neofiti e gli uditori. O altrimenti I.a rinuncia alle strutture di base, alla sistematica pre– senza nelle sedi, e l'incontro in cenacolo tra qualche gio• vane intel'Cssato ed impegnato in questo lavoro, e basta .. V A ANCHE volendo tralasciare un esame del merito 1,.1_ della cultu,·a-di cui tale ·UGI sarebbe portatrice, un solo esame dei termini in cui sarebbe necessariamente strut– turato questo movimentO culturale basta ad indicarcene i lin1iti e i pregiudizi. Esso sarebbe formato tipicamente da uni\·ersibni e avrebbe presente conie ·termine ambientale di 1·iferjrnento l'università, eventualmente anche ne11a pro– spettiva cli un~ sua riforma. Ma perc:hé qunque la qualifica di univer-sitario, l'ambiente dell'università sa1·ebbero dati significativi pel' un movimento culturale? La risposta è sbalorclitivamente semplice: perché, secondo questa tesi, in uno Stato ben organi:,, ;za.to è la comunità. universitaria che elabol'a la cultura e forrna perciò gli uomini criticamente prepar·ati e capaci di assumere responsabilità, che implicano• una capacità cli scelte culturali, di direzione del paese: L'università perciò, implicita in tale concetto detrUGI~ h& qualcosa di pitÌ e qualcosa di meno di quello che noi sentiamo di chiederle. Da una parte ha il monopolio della e~perienza intellettuale critica, che sarebbe negata ad ogni altro rl1ornento educativo, .il che, si stia bene attenti, ·por– te,·ebbe a non preoccupa,·si della sua. presenza in ogni altro momento della vita del paese; dall'altra è insuffi– ciente alla fomMzione del professionista, figura che ·ver– rebbe distinta dal 1aureato, illi1stre e liberissimo ricerca– tor·e, dirigente e ca.po. In coerenza ·con questa Concezione, Paolo Ung~ t·i, che è il più -illustre, rappresentante cli que– sta tesi, è un accanito sostenitol'e .dell'esame di Stato, e della riduzione della laurea_ a puro titolo accademico. Contro questa prospettiva. sostanzialmente reazionaria, gi:t all'interno del gruppo dei gjovani si. è manifestata una grande ostilità. Da parte di molti si è osservato come di fatto l'UCI fosse un'altra cosa da quella che si voleva far apparirn. T,'UGI ha 1·aggiunto una sùa maturità nella irnposta:t,ione cli un probleù1a di riforma della scuola in modo originalissimo, ed intorno a questa impostazione ha n1ccolto l'adesione cli studenti di varia fotmazione cul– turale e di va1·itl esperienia politica. L'impegno in questo lavoro di elaborazione di esigenze e di riforma è l'unico fatto conc1·eto che essa ha oggi pl'Odotto, dissipando tutte le nebulose- e spettrali premesse eia cui è nata. Qggi que• sto sp~impegno è l'unico pnnto di riferimento che per– mette di parlame come di una unjtlt e di un fatto poli– ticamente 1·ilevante, e con una pmpria personé\lit.à par– ticola.-e nel mondo nnivei·sital'Ìo. E' ovvio che· il tipo di riforma della sriuola che essa propone (e la puntnaliz:,,;azione dej temi di t"iforma e Ja e~plicitazione di essi dovrebbero essere per l'appunto l'ii:n– pegno dell'UC:I Reg1i anni futuri, attrave1·so i còngressi, speriamo nonnali, in cui si svolgerà la sua. vita) implica una ce1-t11real ti~ culturale e politica in cui si giustifichi; ma in coer·enza con quel concetto di autonomia' che Je è ~empre stato vitalmente pre,:H~nte, essa non può non la- :st'altro, cli creare fuoi-i delle università una «dimensione.; politica diversa, ed app,uentemente polemica,., verso 'i par-, titi e le altre forme di vita associativa> Polemica solo ap– parente, poichò in rèaltà questa pretesa inconsistente si riferjva, per realizzarsi, ai più consunti strumenti del tra• sfonnisrno politico, ai vecchi metodi massonico-camorri– stici che non sono « la politica», ma la « corruzione della politica». Non è importante che al congresso d.i Modena il « vec– ehio centro», valendosi di questi metodi, abbia vinto; è irn:JJortantc invece che queste nuove idee comincino a farsi strada e che i più giovani (insieme con qualcuno de– gli anziani) si vadano rendendo. conto che su di essi ri– cade l'impegno di un totale rinnovamento. Nel suo ottimo intervento al congresso, Chiarngi ha illustrato le condi– zioni pa1·ticolari in cui si foxrnò nelle università la « vec– chia guardia » deirUGI, quasi in polemica con ·una realtà democratica che tardava a delinearsi nel paese. Ma ormai, la situa:,,;ione è profondamente mutata: le battaglie poli– tiche si fanno nelle loro sedi approp.riate; e, contempora– neamente, gli uomini si raggruppano in formazioni di– ver8e, a seconda degli .interessi e dei fini che li uniscono e li dividono. L'ambiente universitario è uno dei «nodi» di for– mazione della classe dirigente (uno, non il solo),· e l'asso– ciazione unive.1 ·sitar.ia ., operante nei limiti di struttura che le sono propri, ha perciò una grande. importanza; ma se essa si vuol sostituire ai partiti, s'essa non ù capace di de– terminare il piano sul quale legittimamente opera, rico– noscendo alle forze politiche organizzate un piano diverso ed altrettanto legittimo anche dentro l'università, non può non essere condannata al _qualunquismo, e di conseguenza all'impotèn:,,;a. Dal Congresso di Modena, Nuova Repubtl·ica vorrebbe trane occasione per aprire una franca ed approfondita di– scussione fra i giovani universitari, intorno a questo pro~ blema che non può non interessare tutti. A quanti parte– ciperanno a questa discussione vonemmo solo chiedere chiarezza e semplicità di esposizi._one, per segnare, anche in qnesto dato for~nale, una differenziazione netta dal lin– guaggio allusivo, fumoso ed equivoco col quale troppo spesso il « vecchio centro,.» ha coperto la sua confusione mentale. Chi ha idee chiare e non· ha nnlla da nascondere, trova facilmente il modo di esprimei-si con chiarezza. * (95) nu11l'a repubblica· sciàre ai singoli ed· alla 'loro morale responsabilità di tnune le conseguenze politiche sul piano nazionale che loro sembrerà giusto, Yero ed opportuno di trarre. D'altra parte, concentrando varie esperienze intorno a questo problema delimiterà rigorosamente, empiricamcnto e perci~ politicamente, ]o spa:,,;io di incontro, senza préoc– cuparsi di richiedere a ciascun aderente un atto cli fede e senza al'rogarsi il diritto di ·discriminare quali esperienze culturali siano in grado dì contribuire realmente alla ri– soluzione dell'unico suo problema: la rifo1·ma dellà scuola; tal.i- discriminazioni sono lascia.te a carico della sua storia futura. Con queste p.rernesse si ap1'iva il Congresso· di Modena. Il dia.logo che fertilmente avrebbe potuto nascere fra. Je due tesi porta.te dai giovani e che avrebbe potuto dare un volto carntteristico a questo congresso e farne_ un impor– tante contributo alla storia dell'unione, non è potuto av– venire. La mass.iccia presenza dei dii-igenti del vecchio centro, la formazione di clientele personali i:tltorno a Joro esponenti, la pTessione politica esercitata dàll'esterno sul congresso in loro favore (perché, paradossalmente, il loro ribellis1no verso i partiti tradizionali è anehe accompa– gnato da un invincibile comple•sso di inferiorità nei loro riguardi), hanno costituito il fHtto fondamentale del cong.resso. . Se di vittoria si pot~sse parlare ove non c·è 3:tata bat– taglia, per l'impossibilità. di rompere lo scl?ie1·amento cli for..::e costituitosi a. priori di ogni discussione, dovremmo dire che il vecchio centro, facendo eleggere al suo interno il presidente dell'UGI e l'inte1·0 consiglio della. goliardia, ha stravinto. Ma con quali tesi politiche questa nuova ma.g– gioro.nza si è presentata in congresso? Essa è oggi come ancora a Milano in grado di fare una sola. proposta: .la estensione del movimento UGI tra i laur·eati. Oggi gli espo– nenti del vecchio centro, col loro bagaglio moralistico e rettorico, lasciano l'università e si trovallO nel bel mezzo del mondo della professione. In perfetta coeren:,,;a col loro qualunquismo ribellistico, si appre:stano ·a generare il mo– stro equivoco della associazione conformisticamente anti– confom1ista anche in questo ambiente. Cl.i anni non hanno port.ato loro maturitlt politica. E dire che una Coinmissione laureati incaricata di proget– ta1·e ·una Associazione laureati Iu giit costituita tre anni fa a Milano e che in questo tempo non ha dato provi\ che delta. sua jmpotenza. Ora Roccella, !"esponente più tipico del vecchio centro,· ci viene a dire che ·non sa ancora. lni come gli riuscirà di dar corpo a. qnestà sua. esigenza di continuità ideale: evidente segno della scarsa consistenza. di questi motivi, che rivelano tutta la .loro fragilità Quando si vog1ia caricarli çli responsabilitù. ti-oppo pesanti. Lino Jannuz~.-.i poi ci propone di trasformarci io movimento giovanile, per la redenzione civile del paese ed in parti– colare del Meddione. Di fronte a tali equivoci e assu1·dit.\, non ci restano pa– i:o1e. E, quel che è peggio, questi an:,,;iani :signori, cho ognuno si aspetterebbe di vedere operanti nelle pl'ofes– sioni 'e nei pa_rtiti, ormai inseriti nel tessuto ·della. vita. civile italiana, hanno vinto al Congresso di Modena e si apprestano a fa1· gravare sulle nostre spalle -le responsa– bilità della loro· m~ncanza di corl'lggio nell'aHrontnre per conto propl'io i problemi del la loro vita politica. Ma la battaglia. non è fini_ta: ·spetta ora alle associa• zioni più i-esponsabili di riprenderla e di continuarla. SERGIO SPAZZAl,I * * IL GOVERNO DBLL' UNURI A P.PENA. chiuso ·il Congresso di Modena, i goliardi do– vevano dare una nuova direzione a.Ila organizza– . zione na.zionale rappresentativa degli studenti ita... lia.ni , in crisi dallo scorso luglio dopo il Congresso Uni• vers.itario di. Grado, ritrovando l'accordo con Ja corrente cattolica allora sconfitta e in posizione di non lieve riserva. I cattolici, riuniti in convegno a Castelgandolfo, hanno sostanzialmente accettato nelle ·1·isoluzioni conclusive l'im– pegno politico degli studenti per inserirsi nel govern9 delle cose universitarie. Si è venuta così a. realizzare' di fatto una comune piattaforma politica tra la corrente dell'UGI volta all'impegno universitario e gli strati pili aperti e· « laici :i> della corrente cattolica.. Come le posizioni goliard-iche di Ungari e cli Bogi– Lunghi trovano una indiscutibile unità politica nell'im– pegno universitario e nell'individuazione dell'inserimento studentesco nel governo universitario quale « punto di rot– tura:» per mutare il rapporto di equil.ibrio tra le fo.rze che oggi reggono gli atenei, così la mozione cattolica Colavitti– Vitrotti consente allo stesso fondamentale obiettivo po– litico. D.i fronte a questa situazione, fa « vecchia guardia» di :Modena non ha avuto niente da pl'Opoàe e, respinto ai margini .il troppo compromettente meridionalismo di Ja.n– nuzzi, ha demandato ai consiglieri goliardi dell'UNURI di risolvere la crisi a loro discre:,,;ione. Ne è uscita la elezione di Ungari (Pa.via) a presidente dell'UNURI e la formazione.di.una giunta esecutiva com– prendente i goliardi Lunghi e Legnani (Milano), Losavio (Modena) e i cattolici Boclrato (Torino), Colavitti (Sas– sari), Miccoli (Pisa), Bassan.i e Benetti•Genolini (Mi– lano). Il progrnmma è quello di Grado, _con impegno chia– ra'rhonte limitato all'università. In definitiva l'UGI degli slogans fnmosi e del movi– mento rneridionalistico è rimasta coi piedi per a.ria; alla direzione effettiva del mondo studentesco ci sono, attra– verso l'UNURI, i goliardi sconfitti a Modena. R.iuscirannò• a respingere le tentazioni degli equilibri di vertice e a vol– gersi alla periferia, per far divenire il programma di. Grado e il conseguente impegno universitario dell'UGI pa– trimonio effettivo -delle associazioni. goliardiche e per con• durre queste definitivamente fuori dal limbo politico? G. C.

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