Nuova Repubblica - anno II - n. 11 - 5 giugno 1954

6 GRUPPI al lavoro OONVEGNO Sl~D10ALE Un convegno ristretto cli atuv1st1 sindacali sarà tenuto a Torino il giorno 27 giugno. In tale occasione, sarà fatta un'approfondita rassegna dell'attuale situazione sindacale in Italia, allo scopo di determinare un orientamento sindacale più preciso dei militanti. Il convegno non avrà carattere pubblico. L'organizzazione di esso è devoluta al compagno Enzo Giorgi, corso Matteotti 15 Torino. RIUNIONE DIREZIONALE Per le ore 9,30 precise del I7 giu– gno è convocata a Firenze la Dire– zione Nazionale del Movimento. I compagni che ne fanno parte a qualsiasi titolo sono vivamente pre– gati di non mancare. CONVEGNO DIMIRA~DOU Per iniziativa dell'attivissimo e nu– meroso Gruppo di Mirandola, ha avuto luogo mercoledl 2 giugno un convegno interprovinciale, al quale hanno partecipato le provincie di Modena, Bologna, Ferrara, Reggio E., Piacenza e Verona. Le relazioni dei vari gruppi, la relazione di Co– dignola cd il dibattito sono stati te– nuti in pubblico, in una sala affol– latissima di socialisti de!le varie cor– renti e di cittadini. clic prime ore del pomeriggio, i delegati si sono riu– niti per discutere ampiamente i pro– blemi politici cd organizzativi del Movimento. Alle 18, Codignola ha celebrato dal Municipio la ricorrenza del 2 giugno. ORNl'RO DISTUDI SUL SOOIALIS~IO Si sta predisponendo il lavoro per 1a creazione di un centro di studi socialisti, capace di offrire, attraverso un organico lavoro di équipe, i ri– sultati di aggiornate riflessioni ideo– logiche all'attività politica concreta dei socialisti in Italia. Questo centro non intende quindi costituirsi come un'appendice del M.A.S., ma come un punto d'incontro aperto, in cui i nostri compagni più interessati agli aspetti teorici del rinnovamento del socialismo possano ritrovarsi, para[;, lelame11te all'attività propriamente politico-organizzativa. Si sta occu– pando particolarmente di questo la– voro il compagno P. Tagliazucchi (piazza Carlo Felice 7 Torino) a cui ci si può rivolgere anche direttamen– te. Si spera di poter giungere abba– stanza presto ad un incontro con– clusivo per dare avvio organico al lavoro. GUIDA ULE INCHIESTE OOULI Per iniziativa di alcuni amici del Movimento, fra cui C. Doglio, proce– de il lavoro di preparazione d'una guida metodologica alle inchieste so– ciali, di cui molto sentito è il bisogno da parte dei nostri Gruppi. Contia– mo di poterla dare alle stampe nel corso dell'estate. VIOENZ! Dall'aprile scorso, la Scuola Libera Popolare di Vicenza, di cui è segre– tario il nostro compagno Sartori, ha ripreso in pieno la sua attività, con un ciclo di conferenze sul fascismo e la Resistenza. Vi hanno partecipato finora: il prof. Opochcr sul tema Il significato della Resistenza nella storia d'Italia; il prof. Pullini, sul tema La letteratura nel periodo fa– scista; il dr. Bandini su Aspetti del– la poesia ermetica; il prof. A. C. Jcmolo, su Cattolici e cattolici di fronte al fascismo e all'antifascismo. Vari altri interventi sono previsti per le prossirne settimane; seguirà anche un ciclo speciale destinato alla Re• · sistenza locale. .. MOLFETTA Iniziativa Meridionale ha dato inizio alla sua attività con una con– ferenza cli Tagliacozzo su Salvemi– ni; ad essa ha fatto seguito sabato 29 p.v., una conferenza di Anna Garofalo sulla donna nella vita de– mocratica italiana; successivamente, parlerà Calamandrci. SlN MINUTO .E:. annunciata la convocazione d'una assemblea di iscritti e di sim– patizzanti per discutere intorno al problema della C.E.D., su relazione del prof. Barsotti. MILANO :!>. convocata per vcnerdl 4 giugno l'assemblea generale per discutere la questione della C.E.D., su relazione del compagno Alonzi. TOLENTINO Il 13 giugno il compagno Cossu, in una celebrazione socialista unita– ria, ricorderà il sacrificio di Matteot– ti e dei fratelli Rosselli. l'ERRARA In data 20 maggio ha avuto luogo una riunione collegiale degli esecu– tivi del MAS e del P.S.I. per tratta– re dei problemi concreti che riguar– dano in particolar modo la Provin– cia. Fra l'altro vi sono state prese alcune delibere per dirimere le que– stioni pill urgenti tanto politiche che sindacali. 't stata inoltre decisa la commemorazione in comune del sa– crificio di Mattcolli e dei fratelli Rosse lii. VEROU Una riunione congiunta degli ese– cutivi del P.S.I. e del M.A.S. ha avuto luogo il 28 maggio, per l'esa– me di varie questioni di comune in– teresse. I nostri compagni si sono impegnati ad appoggiare, con pro– prie manifestazioni e con propri or,1- tori, l'agitazione bracciantile attual– mente in corso. LIVOR~O In collaborazione con i compagni di Pisa, si sta lavorando ad organiz– zare un convegno dei gruppi del litorale, da tenersi nella seconda me– tà di giugno. Responsabile per il MAS. di Li– vorno è il comp agno Nedo Rossi. La sede è in P.za Cavour 7. OREMONA Per sabato 5 giugno è convocata l'assemblea dei compagni cremonesi, per discutere insieme con Codignola: problemi politico-organizzativi del Movimento. A1>prendiamo eh(' a- far pa1 te del Consiglio Superiore della Pubblica lstru- 1.ione sono stati eletti Kli amici e com– pagni prof. Mario Glioui di Torino (per le scuole medie) e prof. Alberto Albcrtoni di Firenze (per le scuole ele– mentari). Eprimiamo loro i più affet– tuosi rallcgramcnti 1 ndla certezza che sapranno difendere validamente gli in– teressi della scuola ita-liana. LIBRI E RIVISTE Notiziario Biblio1ra/ico ,Mensile. Sot– to ili auspici dei S-,vi:i Spettacolo Informazioni • Propridd lntelldtuale della Presidn1za del Consi1lio dei Mi– nistri. f::. la più completa e aggiornata Ri– vista bibliografica italiana. Si pubblica ogni mese e contiene un sunto breve e obiettivo di tutte le riviste culturali e di tutti i più importanti studi politici pubblicati in Italia, nonché: un Indice Bibliografico compltlo di tutti i libri che si stampano ogni mese, redatto in base aUe • copie d'obbligo• consegna– te per Legge alla Presidenia del Con• 1iglio. Direzione: Casella Postale 247 - Ro• ma. Abbonamento annuo: L. 1.500. NUOVA REPUBBLICA (conlinuazionè dalla 1>ao. 6) i sindacati - e non anzitutto i la– voratori - non trovino un uguaic tornaconto propagandistico; e che i componenti della C. I. siano rappre– sentanti non elci lavoratori, ma di singole correnti sindacali. In queste condizioni, evidentemen– te, la C. I. è tutto fuorché la rap– presentanza dal basso dei lavoratori; ha tutte le funzioni fuorché quella cli immettere i lavoratori nel quadr.J della politica aziendale. E, staccata com'è dal consenso unanime della propria base, si trova incerta e rlc– bolc di fronte a Direzioni che, in– vece, sanno bene che cosa fare. LE FUNZIONI DELLE OC. Il. Questo per molte ragioni di cui vogliamo elencare le principali: a) le elezioni fatte a fote sepa– rale, per correnti sindacale, che ob– bligano quelli non iscritti ad alcun sindacato a fare delle scelte obbli– gate (i non iscritti sono la maggio– ranza e costituiscono l'opinione più fluida); b) le rose dei nomi compilate non in base a una vera capacità rappresentativa, ma stt designazione dei pochi attivisti aderen/.i al sinda– calo, con la conseguenza che, per anni, gira e rigira, gli eletti sono sempre gli stessi; e) l'assenza di una struttura snella di comunicazione capillare fra organo eletto e elettori (/'1tnica struttura esistente è quella dei col– lettori sindacali, che fungono anche da delegati di reparto). Non vorremmo che si frainten– desse la nostra affermazione. Non desideriamo la creazione di tanti sin• dacati di fabbrica. Un rapporto tra sindacati e C. I. deve pur esserci, un rapporto che, però, crea dei li– miti reciproci. Ad esempio, siamo d'accordo nel dire che la C. I. 110n può fare un contralto aziendale in sostituzione di quello nazionale cli categoria; così è pacifico che il sin– dacato subentri alla C. I. nel trat– tare questioni che superino la per– tinenza aziendale, nell'interpretare un articolo del contratto su cui il dissenso sia forte, nel dirimere una vertenza delfratn, ecc., ed è anche certo che tutti i sindacati debbano essere invitali ad intervenire quando questo si dimostrasse necessario per orchestrare l'azione rivendicativa di più fabbriche o dell'intero settore industriale. Quello che noi rifiutiamo è il rapporto di dipendenza tra sindacato e C. I. Ogni volta che uno sciopero non è seguito dalla maggioranza di– remo che in chi lo ha ordinato non vi era neanche la coscienza di fare una cosa sentita, ma solo l'inten– zione di muovere la gente con un fatto comptuto; ed i11 genere dietro questa intenzione si scopre sempre il suggerimrnto formale degli orga– nismi sindacali, i quali tastando il polso della C. I. credono di sentire . il polso di tutta la fabbrica. Ma anche su questo fatto occorre una precisazione. La C. /. ideale, a cui queste critiche alludono come termine di paragone, non è quella che si limita a fare da megafono alla base aziendale. Essa riceve sug– gestioni da ogni settore e interpreta gli stati d'animo, le esigenze, le preoccupazioni, le richieste, le riven– dicazioni entro un quadro politico ed economico aziendale unico. I risultati di questa elaborazione deb– bono ritornare alla base i11 forma di opinioni o di deliberazioni, ma la base su queste deue poter discutere ancora e sempre in un processo con– tinuo di scambio. Quando tale pro– cesso viene spezzato e con varia arte si arriva alla deliberazione im– provvisa o alle proposte senza alter– native sufficienti, si rischiano falli– menti clamorosi. In genere, questo distacco che de– nunciamo tra la C. I. e base azien– dale è un sottoprodotto del distacco fra C. I. e complesso aziendale. Questo, a sua volta, è la conseguenza di equivoci concettuali e di reazioni psicologiche sbagliate. Quando si pe11Sa all'azienda, si pe11Sa al padrone, o agli a,ionisti, o ai grossi dirigenti e si escludono, ad esempio, gli operai o gli impie– gati. Un sintomo di questo residuo di convi11,ioni ideologico-politiche storicamente arretrate è l'atteggia– mento estraneo agli interessi globali dell'azienda. Considerare la fabbrica solo come abitazione privata di un certo anonimo X (è lo stesso con– cetto avallalo dal Codice Ciuile, in base al principio della proprietà pri– vai.a), in cui si lavora e si cerca di ottenere il massimo guadagno col minimo sforzo, è una mentalità libe– r-istica. Considerarsi estranei alle mo– difiche tecniche, ai cambiamenti del– l'organizztizione disciplinare, o addi– rittura opporvisi per quel senso di destino ignoto che è nelle cose nuove, è veramente la più cattiva preparazione che possiamo fare di noi stessi all'avvento di una civiltà socialista. Cli abitanti di una barca che sta per affondare 11011 direbbero mai: <t Ci pensi il padrone a tap– pare i buchi», oppure: « Affondi: tanto non è nostra!> In una azienda industriale troppi sono ormai gli interessi coinvolti: per cui la proprietà privata non si giustifica più, né si giustifica il fatto che a decidere del destino di quella azienda sia un presidente o uno stretto numero di dirigenti. La C. I. dovrà acquistare una funzione di intervento, di iniziativa, oltreché di controllo e di difesa, quando essa diventerà organicamen– te rappresentativa e si sarà integrata alla base aziendale e, tramite questa e in forza di questa, alla impresa nel suo complesso. Guardiamoci bene però dal cade– re nell'equivoco corporativo. Non Ji tra:ta di conciliare delle classi. Noi ribadiamo il nostro concetto di inte– grazione. Oggi i lavoratori si sen– tono troppo ospiti nella fabbrica e credono di avere un'altra casa che li aspetta al di là di certe vittorie elettorali politiche. Le CC. li. rispecchiano questa mentalità e stanno diventando ane– miche. Sosteniamo che è errata una tale posizione: soprattutto in un mo– mento in cui padroni reali non esi– stono, ma ci sono solamente del.le entità anonime di qualche migliaio di azionisti i quali sono ancora più estranei agli interessi globali del– l'azienda. Ai dirigenti che rappresentano le entità anonime facciamo capire che non ci sentiamo più ospiti ma coabi– tanti e cointeressati all'andamento economico politico di questa casa nostra vera, ove la giornata nasce e si com.pie e dove i giorni che pas• sano e gli anni ci danno sempre più diritto di affermare che le mura, gli oggetti, gli strumenti, i capitali sono parte della nostra carne e del nostro sangue al di là di ogni prezzo e di ogni salario. OLI STRUMENTI NEOESSlBI Quello che è venuto a mancare alle CC. II. è il consenso reale da parte dei lavoratori, impiegati e operai. Un consenso che non è solamente quello che una volta al– l'anno si deposita nel fondo del– le urne, ma quello più profondo che nasce dall'identificazione tra le esi– genze degli uomini della fabbrica e le rivendicazioni che la C. I. sostiene a nome di tutti. Come realizzare questa identità? Se è, come abbiamo visto, un pro– blema di impostazione, l'autonomia dai sindacati, ad essa debbono cor– rispondere anche diversi modi di or– ganizzarsi per raggiungere il massimo di comunicazione tra tutti i dipen– denti. Per esempio, ognuno avrà avu– to il modo di vedere circolare, nel– le officine e negli uffici, numerosi giornali di partiti, cli tendenze, bol– lettini sindacali e parrochiali, tutti a sostegno di quella maggioranza o questa minoranza: ma nessuno ha ancora visto il tentativo, veramente unitario, di un giornale della C.I. un vero e proprio organo d'informa– zione reciproca che consenta ai la– voratori di essere tenuti al corrente di tutti i problemi aziendali fin dalla loro impostazione e sul quale ognu– no di essi possa portare il contri– buto dei suoi convincimenti, criti .. care o sostenere. E che rappresen– terebbe certamente una reazione uni– taria a quella di parte, che i vari giornali citati esercitano nella fab– brica: poiché questi dall'esterno rag• giungono solamente i propri soste– nitori, continuando una funzione d'isolamento, mentre quello, dall'in– terno, può raggiungere tutti, a con– dizione che esistano tali condizioni per cui nessuno possa impadronir• sene e farne un proprio organo pro– pagandistico. Esso sarebbe finalmente il collc.~amento tra l'individuo e la collettività, strumento di libertà e di unità, poiché nella tolleranza ne– cessaria sono impliciti questi termini. E affinché questa fusione di in– teressi migliori ancora - nel senso di partecipazione - alla C. I. do– vrebbe affiancarsi, nel lavoro, il Con– siglio della C. I.. che è poi l'assem– blea dei delegati di reparto e di ufficio, eletti direttamente dallç offi– cine e gli uffici nella stessa occa– sione delle elezioni della C. I. Esso è necessario, sia per sollevarla da certe responsabilità sia per control– larne l'operato - e lo dimostra il fatto della sporadica apparizione dei comitati d'agitazione o sindacali, di cui ogni tanto si ha notizia in occa– sione di grossi problemi. Ma mentre quelli hanno una funzione provvi– soria - e a parte il fatto che non si sa mai chi li abbia nominati - che cessa con il fatto che li ha provo– cati, il Consiglio della C. I. dovreb– be essere un'istituzione permanente, l'articolazione della C. I. fin nel più nascosto angolo della fabbrica, eco dei meno conosciuti interessi; do– vrebbe esercitare su di essa un rego– lare controllo, popolarizzarne le de– cisioni e realizzare un legame più vasto e sentito tra C. I. e lavoratori. Se questi strumenti - poiché il giornale, il Consiglio, le assemblee non sono altro - riuscissero a tra– dursi in realtà, in essi si vedrebbe il segnale di una ripresa delle CC. II. e del movimento operaio, giac– ché sarebbero il massimo sforzo dal basso, di porsi tutti su uno stesso piano di uguaglianza e di solida– rietà: e su quel piano potrebbe essere ripreso il dialogo tra tecnici e operai, interrotto da troppo tempo. Tutto questo però, non si può chic• derlo alle C. I. attuali o ai sinda– cati. Solamente i lavoratori possono farlo, specie se hanno capita la le– zione di questi anni e sè hanno in sé la coscienza della situazione a cui siamo arrivati. Se vogliono, ed è certo che lo vogliono, un'unità sostanziale bisogna aprire tutte le finestre perché entri l'aria fresca e nuova delle idee e della collabo– razione di tutti, anche perché se è vero che si avvicinano grandi muta– menti nella struttura industriale, alla vigilia della sua seconda rivo– luzione, per poterne controllare le conseguenze sociali è indispensabile che esista tra quelli che potrebbero esserne vittime un legame fatto di interessi conosciuti e di solidarietà provata nei fatti. c.s.T. COSTI EATTREZZATU D AL 7 B, giornale dei la1•ora1ori della RIV (22 aprile ,corso), ri– portiamo il Jeg11en1ebrano: « li Co11siglio di Gestione ha da tem– po pre,enlato alla Direzione 1111a Jerie di proposte che Ji poJSono rùunanere nei p11111i principali in: al/n1i111ento di speciflli scaffali per il depo,ito delle caJJe,' carrelli elellrici con 10J/eva1ori per /' aueuo agli scaffali 011de deco11- ge11ionare il movimento del/e ct1sse eli– minando gli al/11ali conti1111i 1po,1a– me11ti del perso11ale in uno sforzo fisi– co; pa11co11icon piani uorrevoli per gli adde11i ali'imbaliatum per evitare i 1al1i da1111osi al co111e111110 del/e caJJe. Ora quello che il J\1agazzi110 Prodolli ha 011e1111/o è, come già del/o, il Jo– lo 1pazio, di 111110 il reJto, 11111/a. L'esi. genza cara1teriJ1ica del Magazzino Pro– doni è data dalla 11eceuità di eseguire 1peJSe volte, se 11011 umpre, un lavoro di imballaggio e di spedizio11e 11rge11- liJSimo; 1e111poaddielro 1111/ele 1ere gli operai del Reparto era110 costrelli a fare ore 1traordi11arie app11n10 per– ché neceJSilava allendere la produzione per spedirla 11ella sera steua ». Il discorso è il solito. La 111e«a11iz– zazio11edi ogni fase del lavoro 11011 sol• Janto riduce la fatica fisica, ma riduce, alla lunga, anche i costi; e li riduce anche dove, non euendoci prod11zio11e, si parla di servizi o di lavoro indi– rei/o (perché il Co11siglio di Gestione 11011 fa ,mo studio comparato Jei co– sti attuali e di quelli che si avrebbero con macchine?). E, 1pecialme11/e in mome111i difficili, la pouibilità di ri– durre i coJli è, anche nei par1icolari, da prendere in considerazione. Che poi le- Direzioni cadano 11ella c11rio1aco11traddizio11edi chiedere co,,. 1in11amente l'allaaamento dei dipenden• ti al/a azienda e sbuffino di fronte a ,nanifeJlazioni concrete (anche Jt cri– tiche) di questo al/auamento, è 1111 altro discorJo noto. Vorremmo chiedere ai 1·eda1tori dei 7B: se la Direzione si decideue ad immeltere panconi e carrelli e dovesse con questo ridurre la manodopera, che cosa consigliereste di fare con gli ope– ..ai disponibili? Si è già pe11sato alla Joi=io,u di questo problema? c.s:r.

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