Fine secolo - 11-12 gennaio 1986

Michnik è un animale politico. In lui tutto è teso ver:sol'azione. E'probabile che si debba la sua opera letteraria ai mesi e agli anni dei suoi soggiorni in prigione, per il fatto che lì non poteva agire altrimenti che usando la penna. Confesso che per me -che manco di temperamento politico- Michnik è un fenomeno stra– no, proprio per questa combinazione di energia attiva, purezza morale e_alte qualità intellettuali, combinazione che è quasi contro la natura delle cose pubbliche. Tra me e lui c'è u~ lega– me, perchè lui consacrò alla mia poesia degli studi penetranti. Ma di fronte alla sua volontà indomabile che lo spinse a pagare di persona ogni volta che incontrò l'ingiustizia, ho gli stessi sen– timenti che probabilmente aveva un Indù medio di fronte alla dedizione di Gandhi: ammirazione mista a incredulità e speran– za. Nel 1984 a1wresi con gioia che la New School for Socia! Re– search di New York aveva conferito a Adam Michnik la laurea honoris causa. Questa prestigiosa università era stata creata 50 anni prima per ospitare gli intellettuali perseguitati, innanzi tut– to quelli della Germania hitleriana. Nel 1984 Michnik si trova– va in prigione, e fu per me un privilegio di poter andare a New York e 1 ric~vere la laurea a nome suo. Tomo alla domanda che mi sono posto all'inizio. Qual è l'efli– cacia della non violenza, innalzata a principio e applicata alle condizioni della vita contemporanea? Il terrorismo sembra cor– rispondere alla visione nichilista nella quale conta solo la forza nuda. JI terrorismo dei rivotuzionari, e il terrorismo di stato in molti_paesi, sono due facce della stessa medaglia. I ·movimenti puramente pacifici -la Primavera di Praga del 1968 e Solidar– nosc nel 1980- sono stati schiacciati e la possibilità di dialogo tra la popolazione e il potere. sempre raccomandata da Lech Walesa e da Adam Michnik: incontra un ostacolo nel rifiuto di coloro che si reggono sulla forza. A che serve dunque la non violenza, e cosa ne direbbe il Mahatma Gandhi se fosse vivo? A me pare che le nostre abituali concezioni circa i rapporti di– retti tra la causa e reffetto ci.rinchiudano in dilemmi semplici– sti, meccanici e disperati. La storia di questo secolo offre un gran numero di prove che dimostrano la funzione di azioni in apparenza insignificanti e senza sbocco, ma potenzialmente fe– conde. Ci capita talora di restare stupiti alla vista di un grande albero clre nessuno aveva indovinato sotto forma originaria di un piccolo seme. Gli scritti di Michnik hanno'peso nella storia della intelligenfsia polacca e segnano una presa di coscienza de– cisiva. Sono, i suoi scritti. d"importanza capitale anche per la causa della poesia polacca. motivo di più per sottolineare, da parte'mia, il loro valore. Ovviamente. è del tutto possibile dire che i cambiamenti d'orientamento presso gli intellettuali non contano niente, e che la letteratura è poca cosa a paragone dei blindati. Corrisponde esattamente al modo di fare del governo di Varsavia. E' anche possibile respingere l'appello al generale Jaruzelski nel quale 28 Premi Nobel chiedevano la· libertà per Michnik e per i suoi compagni. Ma il disprezzo che si manifesta verso ropinione :internazionale e la comunità scientifica costa talora molto caro. come dimostra la storia di questo secolo. Esso apre l'abisso di iniquità che rischia d'inghiottire gli indivi- dui segnati dalla H_rbris. . Con le sue azioni. ,emprc non violente, Michnik ha stabilito l'unità tra le sue p1e messe e le sùe conclusioni. La mia breve esposizione avrà raggiunto il suo scopo se avrà attirato la vo– stra attenzione su questa ipotesi: capaci di vedere la grandezza nel passàto, in uomini come Gandhi, forse perdiamo di vista quello che accade nel presente. Se questa ipotesi è corretta, Mi– chnik è uno di coloro che danno onore ai due ultimi decenni del XX secolo. anche se un film sulla sua vita non sarà girato entro brc:ve. ( tradu::ione di Vi11ce11::o Buxliani J FINE SECOLO* SABATO 11 / DOMENICA 12 GENNAIO 15 4'.~- ·t~ , , . • ! . ~ . . . . . • • •· .t , r .. :;·. • f # .._ • AdamMichnike Jacek Kuron il 21 agosto del 1984 a VarsaYia,dopounascarcerazione. Adam., fratello minore di Jacek KURON ·e onosco Adam da così tanto tempo, che posso dire di co– noscerlo da sempre. Per la prima vòlta l'ho incontrato quando era .un ragazzino biondo e magrolino che fre- · quentava la quinta elementare. Sapeva meglio di me, che ero al– lora studente di quarto anno alla Facoltà di Storia, vari dettagli riguardanti la storia della Polonia. Da sempre Adam combatte contro il sistema totalitario, per le libertà e per i diritti umani. Nel 1961, durante un plenum del Comitato Centrale del Poup, Wladyslaw Goniulka (allora il leader del Pattito, n.d.r.) in un discorso annoverò tra i vari av– versari ideologici del potere popolare me e il piccolo Adam, animatore del Club di Ricercatori delle Contraddizioni a cui partecipavano studenti liceali. Era la fine dell'estate. Per strada ho incontrato Adam, ero assai eccitato. «Il più importante ha parlato di noi», gli dissi, ·ero molto fiero di questo fatto. «La– sciami stare, sono stato rimandato in fisica e non ho tempo di occuparmi di sciocchezze» rispose il piccolo Adam. Il quale si stava giocando la promozione dalla prima alla seconda liceo. Più tardi sarebbe venuta l'attività all'Università in un gruppo di discussione c.onosciuto come «i commando». Così Adam e i suoi compagni venivano chiamati dagli uomini· del Partito al– l'Università. I quali sostenevano che «i commando» facevano dei blitz ai dibattiti pubblici. Infatti Adam e i suoi amici: Sewek Blumsztajn, Janek Litynski, Janek Gross, approfittavano. di ogni discussione organizzata all'Università. Vi arrivavano, pre– parati assai bene per il tema, ad esempio durante un incontro dedicato alla Seconda Guerra Mondiale parlavano del Patto Molotov-Ribbentropp. In conseguenza di simili attività Adam subì ben sette processi disdplinari. La prima volta finì in galera occupandosi della lettera aperta al Partito scritta da me a da Karol Modzelewskzy e da allora si è · fatto più di cinque anni di carcere. A quei tempi Adam criticava noi autori della lettera, dato che a suo avviso avremmo sottova– lutato la questione dell'indipendenza nazionale. Egli era anche decisamente, favorevole alla democrazia parlamentare e com- batteva le idee di democrazia operaia diretta (da noi sostenute). In ambedue le questioni aveva piena ,ragione, e in particolare. nelle discordie con me, non per l'ultima volta. Se volessi descrivere tutti gli aspetti dell'attività di Adam, ne uscirebbe un libro. Mi limito ad elencare solo i più importanti: Adam è stato uno déi promotori della lettera in difesa dei diritti · dei polacchi residenti in Urss e della lettera dei cinquantanove intellettuali contro le modifiche della Costituzione nel 1975. Era membro del Comitato di autodifesa sociale-KOR e animatore dell'università parallela. Adam insegnava a numerosi giovani la storia della Polonia popolare e in questa opera veniva disturba– to con manganelli, con gas lacrimogeni, con i pestaggi .da parte· delle squadracce. J?ell'attività di Adam ai tempi di Solidarnosc bisognerebbe scri– vere a parte. Il pubblico ministero che ci ha incriminati le ha dedicato diversi volumi degli atti del rinvio al giudizio. Ma Adam anche, o forse soprattutto, scrive. Scrive bene, e per di più tratta le cose più importanti in un giusto mo<;io.Basti ricor– dare «La Chiesa, la sinistra, il dialogo», un libro che significava l'inizio di un nuovo capitolo nella storia della nostra formazio~ ne politica e, non esito a dirlo, nella storia della resistenza dei polacchi.contro il totalitarismò. Nell'amicizia, Adam è -e uso la sua espressione- fedele come una pietra. La mia amicizia -con Adam raggiungeva questa fedeltà di pietra negli anni dell'azio– ne comune e nelle prigioni nelle quali stavamo insieme, anche se in celle separate. Questa amicizia ha avuto la verifica nelle no– stre liti, visto che quasi sempre litigavamo. Credo che queste liti servono bene la nostra causa comune, tant'è vero che ne uscia-· mo arricchiti e sappiamo sempre riconoscere. le ragioni l'uno dell'altro. Mi mancano questi litigi e mi manca Adam. So che per lui il tempo di carcere è anche tempo di creazione, ma se questo e il prezzo, preferirei che scrivesse meno. In ogni caso finchè lui sarà in prigione e io in libertà, dovrò fare di tutto per sostituirlo. ·

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