Fine secolo - 21-22 settembre 1985

. FINE SECOLO * SABATO 21 / DOMENICA 22 SETTEMBRE questione che in astratto si chiama della pace, e un po' più in concreto si chiama' del disarmo. Gli armamenti compaiono nella veste dimessa e rassicurante delle dop– piette domestiche. Là, che si auspichino disarmi totali o parziali, unilaterali o bilanciati, tutto è sconfortantemen– te lontano dalla nostra presa. Qua, si tratta dei fucili, del– le cartucce, delle giubbe e delle mute canine di gente come noi. E' più facile... li disarmante pentimento Invece, si sa, la gente nori smonta dalla sua automobile, e non appende al chiodo il suo fucile. E c'è poi quella com– plicazione dell'abbassare la guardia. L'uomo che predica la de-escalation militare, la morato– ria ecologica, il disarmo economico - o la fine della cac– cia, non è un uomo fiero di essere il re della foresta e il capolavoro della creazione. O almeno, non è solo fiero: è anche imbarazzato, e pentito. Ha scoperto di aver messo 1 a repentaglio il mondo che gli era stato affidato. Com– passione, nostalgia, rimpianto, pentimento - sono senti– menti poco· virili. Sono sentimenti che effeminano, che disarmano. L'universo della sensibilità ecologica occiden– tale è un universo attraversato dal dubbio, dalla lentezza, dalla passività. Per giunta, pentita delle proprie guerre pubbliche e dei propri duelli privati, del colonialismo, della distruzione della natura, la coscienza ecologica occi– dentale non è più autorizzata ad attendersi un riscatto da altri -dal suo proletariato, dal terzo mondo, dal ritorno a uno stato di natura. Non può più indossare i vestiti della domenica per preparare l'accoglienza ai barbari. Forsé perchè i barbari non arrivano, come in una famosa poe– sia, e forse perchè arrivano davvero, ignari di ogni penti– mento, prolifici e robusti e pronti alla guerra e alla caccia e all'assalto alla natura - e all'occidente. Così l'uomo occidentale pentito si rigira fra le mani la ne– cessità di reagire alla sua demoralizzazione, di organizza– re le sue difese, senza ricominciare con la vecchia storia. E' difficile. Se si rinfocolano spiriti bellicosi e muscolari, è anche per quella difficoltà. L'ecologia, per non parlare del pacifismo, sembrano un lusso da ragazzini riservato al Primo Mondo, e che il primo mondo può permettersi solo alla condizione di lasciar lavorare i grandi. GJi scien– ziati stellari, l'ammiragliato, i sommozzatori. Muoiono, non si estinguono Il mondo continua a maneggiare le sue pratiche secondo le istituzioni collettive ereditate dallo scorso secolo, so– pravvissute all'età dei totalitarismi, e corrette parzial– mente dagli organismi internazionali, e più sostanzial– mente dalle superpotenze. Anzi, i nazionalisq1i verdeggia- .no nel nostro tempo. Le categorie corrispondenti a una storia in cui le lotte fra gruppi umani soverchiano la soli– darietà del genere umano nei confronti del suo destino naturale non sono state neanche scalfite. Biologia e poli– tica, evoluzipnismo e rivoluzionismo, vengono tenuti in– sieme con una semplice revisione editoriale. Nei fatti, l'e– nergia nucleare e la distruzione della natura hanno riav– vicinato la morte del singolo e l'estinzione della specie. TI tempo della storia fatta dagli uomini e quello della storia naturale da cui gli uomini sono fatti e disfatti si sono ac– costati fino alla scintilla. Morte ed estinzione, due termi– ni biforcati nell'uso per opporre ciò che è alla nostra por– tata, e di cui siamo a tiro, a.ciò che è anch'esso ineluttabi– le, ma così favolosamente remo1o - la fine della specie, la fine del pianeta - da poter essere rimosso con un'alzata di spalle. E' curioso che quella biforcazione fosse alla base del te– sto più sacro del leninismo, "Stato e rivoluzione": lo sta– to zarista, o borghese, si abbatte; lo stato proletario "si estinguerà". In questa celebre "utopia", la rivoluzione va per le spicce, e riguarda la storia politica, l'estinzione del– lo stato riguarda la storia naturale, altri tempi... In tutto ciò si esprime vigorosamente l'idea che le singole balene si possano uccidere, tanto la specie non si estin– guerà - con la differenza che le specie in via di estinzione lo sono d~vvero, mentre lo stato rivoluzionario è in gran forma. In ùn pianeta diventato piccolo come un villaggio, e mi-

RkJQdWJsaXNoZXIy