Fiera Letteraria - Anno II - n. 32 - 7 agosto 1947

4 presa. Schifo piuuosto, pcrchè era il tipo perfetto del rulfuino. Cli domandai che ,o· leue e come aYCUe fatto e entr,lfe in casa, ma lui non ,i,p0$C e continuò a fis.a.a,micon quella su.a faccia senza occ.hi, nè naso, nè bocca. Oomcmda veramente ozios.i.. Avevo ca· pilo benissimo. Non er<1 la Morte in persona, ma uno degli agenti che c:"3 mando in giro, e uno dei meno importanti. Ti confcuo che mi sentii umiliata. Come I lo decido di motire per sa vare mio marito, e la Morte non si degna di 1Comodar1i, mi mand.4 uno dei suoi scagnoz::i:i,Anche la Morte dunque è isterica e non vuol rlconoscere i meriti al· trui~ Diu1 a quell'ignobile 1ndiv1duo: n Se ne vada. Non 90 che f.armene di lei. Se 1 ci è al corrente della mia determinazione e del· l'ilio che sto per compiere. W1p1à pare che questa determinazione io l'ho ,prc5a da me e che non ho bisoino di aiuti. Lo dica pure a colei che 1'hn mandato 11. Avanzai rinlu· tamenle \'erso la ,porta per uKuc. Quello là ,allor:;i.traver1,1 il corridoio camminando a ri· troso e un JX> 0 di .bieco come i gamberi, e va .a fermaui .ulla 10glia del salotto. lo conti· nuo ad cvanzare. e quello lruer~ 5empr:: a ritroso il .a otto e va a fermani alla pcwtn dell'anticamer11, Avanzo ancora, e. quello ;:r riva alla porla di casa, che apre lui llelSO lavorando con la mano dietro la shiena, come ~r non perdermi di vista. Mi 11ccorsiallora che anche 1 e •ue mani mane.avano di traiti. Due spctole di carne. Ma era ~ualmente mo!· to dellro e ,i cllpiva che, \olendo. avte!>be potuto con quelle due spa.to 'e rou:: cucire di fino. Perdei la pa2ien1;3, 01e COllui mi (acesse s\radn nella mia prol)l"ia c.114, ern antipatico ma o'meno neu:mo ci vedeva, (Con un pretelto a\'evo mandato via la c;imeriera e la cuoca). Ma che ah,i inquilini del casamento o il portiere ileuo mi vedes· aero. uKire ,cortata da quel figuro, m.i tee· ca\-a maleJeuamenle. Bisognava finirla. 11~rr ta I n 5tli dissi, « :s,e ne vada, e subito! Il, Quello allota k: ne andò, ma prima di andarsene mi (ecc con quel'a 1ua faccia Jen· z.a faccia un 101ri10 melato e sd,ir010, prO"' prio da ruffiano. Se ne andò. Ma a ogni 10glia 1ul1' quale Il era fermato, avC\-a ap· J>Oiiiato la mano senza dita allo stipite delle porte, e ogni volta ave\-a :uciato una im· pronta, perchè le 1ue mani erano sudicis.sime. Ricordati di fo,r pulire da Margherita ••· (Pausa) (Lo ,guardo di Goe.rz si fissa su un punto deTarco scenico, a circa un metr, e meno di allena. Goe,z ,i an·ic1n.i oaTlllNr.and.J n au· tom.tticamente II al punto 6uato, e ci a.i ferma davanti). No~ ,i !nsci illudere. dottore. Qui impronte non ci 10no. (L'Autore SOlpinge Goerz nel centro della scena.). AUTORE Finisca la lettera. (Goerz o.lza la mano che rcga:c la lettera, i~ Ritratto ricomincia a parlare). Rmu.no Vorrei continua,e, ma. ho pama che tu ma trovi ancora qui, el ,itorno dal Mini1tero, Pec cato I Mi piace,a questo pa,l11,repiaro e 10 i· tario. senza domande che in:errompono e chiedono ri,poita . .enza contraddizioni che ti afferrano al passaggio il pensiero e Te lo &torcono. Non ti faccio raecomandazioni per i ragani ... Alla parola II ragan.i 11. una ra~au.a di circa diciotto anni e un rai11,zzo di dodici, entr;mo in ,cena da ,inisl!a e dopo pochi pas· ,i ,i fermi\no). Tu tai anche meglio di me che bisogna fare Addio. (Goerz è SCOS50 da un profondo .in9"J 0 lo e grida.I: GOERZ Addio!... Addio! ... Addio! (L' Au:ore gli si avvicino. gli bnlle pater namcnle 1ulln apal <a). AUTORE Su. dottore, La ferma migli0rc di fedeltà che lei in que,to momento può dare a sua moalie, è di risponde,c al a·» coraggio con a'trettanto co,nggio. (Goerz si irrigiditce in mezzo e.I palc05Ce nico. come dnvanti agli schioppi di un ploto· ne di e1ec.u2ione). (Le lmm,gini del padre e dello. madre han· no chi~so gli occhi: si sono addormentate). IL RACAZZO KLAU5 (A na 10re'la): Hai sentilo? ... « Add:o I 11 C01i ha detto starrllJllina la m.,,mma, hrnle, ten· te \ohe.). AUTORE Ecco. Una donn.n si bulla a fiume ... (Al Rit;atto): Se.usi tanto:« entra II nel fiume. pe1 1alvare il proprio marito, e i genitori dell"UO" mo salvato se la dormono p'acidarr.ente, Qui. aigno,i, ,oi evcte uno sp~chio abbutanza fe· dele di Q'.Jclo che 6 in questo slesso modo o in altro modo av,•icne nelle migliori famiglie. (L'Immagine del padre aPre Un occhio). L'IMMACINE DEL PADRE Par'a di noi>.•• E' vecchia. Le ltcsse cose le hn dette Platone. pili di duemila e 11ec.enlo anni addietro, nel Banchelfo. Vuol ~ntire? AUTORE simile a '..!nce1to p;i&5<1IO. lo speU\'O·tuttavia di evita,e le c.i1azioni c'as.siche, quctta noi11,, L'IMMACINE DEL PADRE Il do.»ico è no:oso. si. ma eaprimc il con· tinuo riusorbimenlo di uomini e cose in se stessi. Questa specie di ,perpetua a.'.Jlofagia. è la forma più facile e più sicura assieme che gli uomini hanno lrov11lo finora per sfuggire al'a morte e alla dispeuione. AUTORE Mica male. AK.oltiamo p'.lre. L'IMMACINE DEl. PADRE u La Greca - dice Pk,tonc - par'crà eter ~mente di Alcesti, figlin di Pclin. Eua die– de la vita per il suo amatiNimo 1poso, perchè nessun altro si trovò che accettass.e di morire per lui, bcnchè ~l padre ,uo e la madre for sero ancora in vita. L'amore dell'am.int::, su· però di tanto l'amore dei genitori. che css.a per cosl dire li dichiara estranei al loro p,o· prio figlio. Sembravo. non ci fosse legame tra loro. 1e non nel nome comune 11. I· !ERA U:ITEHAIUA AUTORE Vede dunque ... L"IMMACIN(. OE.L PADRE Non vedo niente, perchè Platone sbaglia. come tutti gl'idea'isti del rdlo. Qualur.'.Kje cota ne.cada tr11padri e figli, il legame che li uniKe non sarà mai disciolto, perchè è un legame indiS10hhi'e, un legame di sangue. I genitori, ·perciò. non hanno bi,ogno di quei n bei gesti )j di cui tanto biqno invece hanno gli 1posi e le spose. questi intrusi delta fa· miglia. AUTORE Lei è meno 1tupido di <panto credcui. Mi pare anche 1pi,i1010. te ho ~pilo bene. L 0 IMMACINE DE.L PADRE Ha capito benissimo. Solo che il mio spi· rito è conservato, come le frulla per l'inver no. Per il lungo, il bngo inverno delln vi· la ... Mi lasci dormire. (L'Immagine del padre richiude l'occhio). Idioma, tempo e idea CAHZANTI EOITOHE MILA~O di MIGUEL AMADO UI GIOHNO IN GIORNO Un• orl,:1•••" op,:,u d~I plil t(Untl• nlm•n•I,.,.., 1""1 •.,..., ,.,,.,..,..,. pounc,o, dlar'o ., r.,,., • .,~., <>he •I •ltrrnano a <>r,.ar<1 cuia •Il•. PAGll'ol\ SIO, LIM!s S00 Tl1orna8 Mnnu LA MORTE A VENEZIA Un<> de-I ... polo.-orl d,.u•arte narr.11•• di "l!■I 1,.mpo. l'ACINE IU LIUE ,SG Qui si gioca con un certo pre5ente, molto ,,_,,.,=::.;;;.r::,a_,.,,.,..,,,a::::,_.,,,.=====te=:z,,.....,::::,,_11:11.:::::m=:1-.;!, MOSTRA PERSONALE Il pittore Si p'lrla spesso cli epreMionismo nlfo,rh.è sj com11nica con il lt11·oro rii qm!sto calo• breu. S' ,mlu 'ge 1,-0/eruie,i M,lfo dc..«:r;zio· ne t!ei suoi co~1en11li 11ccNl11mulo e did• ,tendo !'e..tf1Tetuione·/orma. E la critica al• lora no11 è a,w/isi ,foi modi c.~p,e.s"si11i, os· :sfo 11011 cmulucl! a rimraccinrc fio storico 11d suo /ur.ti inlui:io11e asJo/1110. Nn.~rn •;11 gioco mwlngico ,lo11c f'ope,n è prcleslO al• fu di11oga;;ionc d; clii .~c,i1•e od osserva 1 ej meamlri della ,nicologia. Non è 1n11lo la le11era111n1 che. c1 1t11e.res• • Una copia I... 300 Abbooame11lo annuo L., 1500 A. Savelli ,ito" l'H7) cstremtm1Cfllc soggettivo &I jmpriS&ibilitato a condurlo a quel ,lnminkl dell'o1~e110 cd nlla sua ricomposizione cO– me c,;11creto di pura e libera emo;;ionc /i g11ratir·u. Ecc,, e,.,ere quts!<>, fJer Savelli, rm mo• mcm.o wcoru dia/elfico. ,love alla liberrr ziorl-t? s(l;gettiva (ed 11.slorica) s'ins:,wa lu n.:ceu1t,ì rii una libertu.'onc oggettiva (e storica). Per noi Save.lli ha ,appresemazo, d,cfla 1enera:ion~ succeduta 11011 solo cro. r.ofo1.'comenté a Scipione, ma pu.re com" 1,.ttitud,ne spiriwalp ,·on.reg11en1e. il s-egn(I riii spo11tm1eo del ,wo-romrmlic:smo. più p.i11sti/icato nella .tua rkhiesu, tli una µ,,'mi• I ivi ti .m Clii Wmamc,llt' cos,r11ire il pOnlr, co11 le p,'ù aUtonome esprcssio,1i derfa cui• tura figurativo, Vivomlo in lui il "rlubhio mctodo/<gico "(.t~ci/icuto con code. •to srouo termi~ ,,ue'lo che "'-'PPO 1:o– IonurristiCf1met11e (po:chè privi di de.•tino. è 0J1.'.11t~o dai po/is1ilisti d, Vene:in, Ro. mli, Milw10. Torino. ecc.) è nutum/o u,, dualismo tra umi cuhura cl1e ha giù riJol• lt, una parte ciel s110 momlo ( e può eU~• re pc, t.s. Kochoaka e le i:etratc med,oe– vdi) ed ut•a volontaria accademia dove già a prfori è d:chittrata /'ar1ali.1i lln• gui~tica per 011eriere una maggiore. univ.?r· soCtà a quelle so51a11~ 11g11olm-e111e urgen• li in Savelli. lh-:1rro MoRUCCHIO Una copia L 800 Abbooaruenlo annuo I... 1700

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