Fiera Letteraria - Anno II - n. 32 - 7 agosto 1947

FI rnA LEl'fERARlA (Dal primo atto) Tempo; aiinO 1942, LuC>go:Monaèo di 8.aviera. Situuione: t->auJ l....aocrz, diretto1c di una delle maggiori Galle di edizioni musi· cali della Geunania, ha per moglie una ebrea: Tercsa. Per ina,primcnlo delle lei· ei di Norimberga, cade gotto le sanzioni delle lesgi razzia~i anche il coniuge di un ebreo o di una ebreii. Paul Gocrz è posto nell'alternativ.a o divoniare o dimettersi. No· ve'.la A!cc&ti, Teresa Goerz "iene nella de– terminazione di ic ""-1\'aru suo marito. Hanno telefonato quella ·rMttina stes.sa cLil Mini· stero, convocando il Dott0r Goen. 1i per co· municazioni gr.avi e urgenti n. Questa te!e· fonata è slata presa personalmcote da Te· resa Goerz. Paul si ree.i al Mini&tero e al suo ril01no a casa tro\'n ai piedi del ritratto di sua moiie una lettera. Sono in sceoo.il– Dott0r Coerz; i 1, ritrailo di Teresa, Goerz (che la rappteH:nt.a intera e talvolta par la); \'Autore, che a»olve ii ,nat111al còm· pilo di ricreare poeticamente eYimpoet:ci fa"tti della vita; il Padre e la Madre di Paul Goerz, che a dir vero -oon sono peuoMggi -in carne e o»a, ma due aàgome dipinte e sedute, coll003te ai lati del pa!coscenico (\,a Madre a 1inistra, il Padre a destra). che muo,ono le labbra per parlnre e g!i occhi per g114rdare rna per il re$1:o sono immobili e rnppresent.ano i genitori nonchè di Pau\ Coerz ma tutti i geni.iori, e i progenitori ancora, la parte immobile e con&erVatrice de!-le genera· zioni: le 1inerti acque presso la l'lva, che i;i;uardano le acque correnti nel mezzo del fiume. Alcesti di Samuele Tragedia di Alberto Savinio AUTORE (a Paul Goe,z) Lei, dottore. cerca la 1ignora) (Indica i 1 ritratto): Eccola. CoERz Che dice? .•. E' ;una pazzia I AUTORE scevo già. Que·la telefonata io l',upettavo. Ero una cacciatrice in aggwito. Sapevo che la tigre ~ebbe ,·enuta E J)er divorare te, niio povero Paul. Tutta' colpa mia, del resu. Era giusto che p,ovvedessi io stessa ,a cc-C" ciare la tigre. 'f4nte volte tu hai di~t:$0 me. Non abbiamo forSe s.empre 50!-tenuto la jH• rità dei diritti legali e 50Ciialitra uomini e donne} La moglie a sua \Oha deve difende· re i\.marito. Qu.ale migliore occasione di que· sia} Quando tu leggeriii questa leuera, io sarò ~ontana. molto lontana. Tanto lontana che nemmeno il V. 2, col, quale coloro che mi hanno costretta a questo vi-aggio lunghis.simo cr~no di vincere la guerra, mi potrebbe mai ,aggiungere 11. (Coen. lascia cadere la mano che regge la lettCia e grida ali'Autote) : CoERz Che vuol dire} ... Che vuol dird ... Me lo dica lei, che ha l'aria di saper tulio. AUTORE In casi come il ,uo, ruso vuole che ,i dica: u Sì · faccia cor;iggio u; ma ia lei io voglio dire parole meno comuni, soprattutto meno inutili. Le vog',io parlare di Akesti. (Goerz non capiscee). GOERZ Aie.etti} ..• Che c•entra A!ceati} AUTORE non avertene a male - eh-e imprenione di u perdita n al ritorno da quelle mie visite 50lit.irie al fiume, ritrovare qui a c.iaa ,il te di or..i, dopo il te di allora che ave,o laacia· to sul, patapello del ponte Mauimilil}no. Ci sono alcune sottili varianti del tradimento che la legge sulradu·tcrio non contempla, ma alle quali il nollro animo non può rimanere indifferente. D.a qualche tempo in qua,. le mie visite ~I fiume si erano f-atte più fre· quenti. Tu hai già capito. Non per rievo· care una felicità srnnita, ma perchè cercavo un amico, un allealo. li ,uo movimenlo jn· st.incabile m'i1pirava fiducia. Ri,pondeva a un ,mio de,id.erio .empre più urgente. Que– ~ città nella qua!e vi\iamo è 10Hocata dal· la terra. G~da una e.aria geografica. Stia:· mo proprio nel cuore dell'Europa. T er ra da ogni parte, tena, terra. La tena llroz· za l'uomo. lo iStupidisce, lo dispera. Que· ste aisi che periodicamente scuotono la Ger rnarria, che altro sono se non i di,perati ,for zi di un $Cpolto vivo} La terra stringe torno torno q~to paese, lo strozza, lo porta al· l',isteriamo e alla pazzia. Tena, e t~rra, è s,empre Jerra. E ancora in primavera e in estate le foglie degli alberi a un poco di vento si muovono. Ma d'inverno che la neve per sei mesi de'l'anno copre ogni casa di una ininterrotta immobilità, la stupida pia· nu~ da una -parte, e la stupida barriera delle montagne dnll'altra, a'lor.a toltanto il fiume continua a camminare, e paSN scuro e lucido in mezzo al bianco immobile e lterminato. PCT questo ~o ho pensato 4J fiume. I fiumi sono chiamati ccle llrade che camminano 11. Che immagine indovinata I E' la sola strada si compiono e spariscono s,enZa.laaciar tr~c– cia. Non così le azioni ,ingolari, le ezioni ecc.ez .!!)nali. le azioni geniali, In ogni azione geniale c'è del cristiano. Si riconosce l'azio· ne geniale <4.1 sentimento di partecipazione che essa diHonde intorno <1 sè. Creda pure, dottore: lei non ha bisogno di mandare in giro partecipazioni di morte. Alla morte ge· niale della signor.a Coerz, ogni uomo che non abbi.,;i un gomitolo di budelli· al posto del cuore e una spugna di gomma ai posto del c~rvel:o, partecipa naturalmente. lo, la morte di su-, moglie posso di,e che la muoio io stesso. GOERZ Vonei d.awero sapere come ci ,i comporla in casi di questo genere. Devo ringr4ziarla oppure offendemi} AUTORE Mi ringrazi, dottore. GOF.RZ E allora grazie, Quanto a'le partecipazio· ni. che io le mandi o non le mandi, non ha importanza. Tanto le autorità n4zi1te, qu.e· ste colo"41i impreaarie di morte, non amano che si parli de.la morte, questa loro lpCCia· lità. CelOlia. AUTORE E' vero... Lei, con molto gaibo, mi ha l4tto capire che io ho detto una tciocchezz.a. lo però, da~ mio punto di vista che è di· verso e pi.\) lrargo, 10 dlC; le ICiocchezze le dice lei. Non direi. Les dieux s'en llonl, i ritratti re stano. Quale altra ragione, se no di farci fare il ritratto? E quale 4ltra ragione della paura di CCftunidi farsi fare il ritratto} (Paul Gocrz. vede La busta ai piedi del ri· tratto). Nesauno più di Alce.ti ha diritto di en– trare in quella tituaz.ione. Oggi una figura risorie e Ù rinnova, ed è \a figura di Al– cesti, La vita è un gioco di figure e di fal· ti. agitati dal caso. Ma COii sembra ~ noi. Se f01,1imoforniti di ttrumenti ottici più acu· ti, 1COprirenvnodentro qu~a apparente con· fusione una certa quale rego .arità. Ricono· sceremmo tra le innumere1.oli figure alcune che si ripetono, perchè parteci~no di una DUE POESIE GO<RZ . mede.ima 'J)C'Cie. I tipi comuni noi li rico· Un.a lettera I (Si china a raccogliere la !10$C.Ìamo senza difficoltà, come il tipo caro· b.usta, ma indugia ad. aprir!'.a)., lo.'°·:· lo. ':O. gna, ·il Jipo imbec.i le, o quel tipo cosi he· che ,igni6ca una lettera al piedt d1 un n· quenle dre riunisce in tè i due tipi prece· I. tratto. ' cedenti, ed è il tipo irnbeeille·carogna. Ma i Quando aBli ariosi campi Di luna torna a spirare AfTore di primm)e1a; L'IMMAGINEDELLA MADRE tipi più rari noi li leniamo per model'i uni· (all'Immagine del Padre) ci, magari per modelli 1C0111par1i, come i di- Credo che ci siamo. Tereaal COER7. (in un grido} Come r arida fra.,c;ami ris.ento, Ri.sparmiaf<,dal crudo anno e dal se/o. marzo 1947 L"iMMAGltlEDEL PADRE E~re do\'lebb 0 già s'l.pere che non può ,i,pondere. nos.auri. Battano due 50Ji individui a costi· tuire una specie? Dai tempi precedenti il tempo storico, attraverso mi'lenni e millenni non $toricizzati, e atlraver50 millenni e mi lenni storicizzati. 50ltanlo ora noi abbiamo la ri· prova che Ake.ti -icin i: "-n \Tldil"iiduo 1114 una Teresa specie, C'~evamo Alceati di Peli.a: ora noi conosciamo Alcesti... Come si chia· mava il padre della signora} II. Un'epoca dilegua, E ora tra qu,este dispoate mura AUTORE (a Gocm) Strani tempi, dottore. Lei non ha a~cora capito cho il tragico va pre50 con comicità. Come può ti~derle la signora se 11!}non apre 1a lettera? (Paul Coerz apre la lettera e comincia a leg· t<'ri>t GoERz u Lascio que1t,1 leller.a.ai piedi del mio ,i– tratto. Cosl. mentre IU la legger.ai. .. 11 (S'interromPe e si guarda attorno). AUTORE Capisco. Una 'lettera come uquesta 11, la più u intima u probabilmente che !!I lignora le h,a mai KZitto, lei penta che non COll\'Cflia leggerla in preseraa di estr4nei. Ciutto, Ma ci. sono veramente ettzanei qui} Vediamo un po' Ci 10no io, che 1Cno l'aut0re e che, ~ tale, ho la re,ponsabilità e per meglio dire l'iniziattva di quanto avviene denlro quetto imbito; e ci IOnO (indie.a. le immagini del Padre ~ della Madie) i ,uoi gemtoti, queste due mummie che, come tutti i geni· tc.-i, non h.aMO oc.chi per il .futuro ma -,'– tanto per il ~palo, ouia per quella parte del tempo che non ha più a.esreti..• Vada pure avanti. (Goerz ricomincia a leggere). • CoERZ Co1ì, mentre tu la leggerai, ti ICIN"berà di udire la mia voce. Non dicevamo che que– sto mio ritratto è parlante} AUTORE (Tra sè): Me l'aspettavo. In una slotin co· me questa, la freddura non pote\"a mancare. E' forte il c.\50 di ricordare ch'e nell'..incon· lro fortuito delle parole, i Greci ric0006Ceva· no la voce della divinità} GoERZ (Continuando a leggere): Mèrito del l"IOllro amico Savinio. I ritratti che fa Sa,inio sono somiglianti. I pittori che nonos:inno fare ri· tratti IOffliglianti, hanno messo in giro la voce che un buon ritr41lo non deve somigliare al mode!lo. AUTORE Scu,,i. dotto,e, le voglio raccontare una sto· riella. J1 nùnillro dePa m..·uina di una R4zio· •ne del bacino o,ientale del Mediterraneo o. non importa di, q-..a1e, diede ordine un gior no a una torpediniera di raggiungere Cfeia. Quindici giorni dopo la torr,ed.iniera ritornò, perchè n Creta non c"era più 11. COERZ u Stamattina, come tu sai, la telefonata del ministero la Pfesi io stessa. Or.a tu lai quali erano le e1 gravi e wgemi comunicazioni ,,. A me non hai bisogno di dirle. ~ cono· CoERz Samuele. AUTORE 014 noi conosciamo Alcesli di Samuele ... Prego. (Coen ao'leva la mano che regge La let· tera. ma il suo gesto rimane a metà). (Silenzio di Goerz e dell'Autore. Cade in quella pausa il dialogo ha l'Immagine del pa· dre e l'Immagine della madre. Pe,chè La VOCe del Con.tervatori1mo non è continua, ma in· termittente, e approfitta delle pau1e del Rin· novismo per collocar,i), L'IMMACINEDEL PADRE (AWlmn14gine de'la madre): Poveuccia I Non era poi COli malvagi.a come tu vol,evi darmi a intendere: L'IMMAGINI. Dil.LA MADRE Ha capito il ,uo do\-ere. L.IMMAGINEDEL PADRE Balle. mia cara moglie I Non c•è dovere che polla costringere una donna ad amma2: zar.i per conlef'Vare il posto e\ marito, anche le è il po.io di direttore della più grande casa di edizioni mu,icali della Germania. Quello è più che dovere: è aaaific.io . L'IMMAGINEDE..l.LAMADRE I soliti .paro!oni I Tu, mio povero gru'lo, sci lCl"llP,e pronto a ewiharti, b4sta che ci sia di mezzo una donna. AUTORE (Alle Immagini): Fate silenzio! Non ve· dete che quelli volb"i interventi abba.asano il livellJ della situazione} Che inceuante botte f' àuta invernale Mi sen:o, anch'io, il granello Di sabbia che giù ,otola Senza parere nell'irreparabile Gola della cleuid,a. Ora son fallo inerme Di fronte ol riJJO e al pericolo, come Pridmo innan:.i alr me. E se null.a è mutato dai felici G forni, come sii ·oggetti dello xra Gidcdono là su marmi inanimaH; che mi sia rimasta apert4. Con quale altro mezzo potrei andarmene di qui} Perchè an· darmene bisogna. Se no è la morte per me; e anche per te, mio povero PauJ.. Come tra· ver•:ne quello enorme cerchio di terra, pie– no di Cauleitem., di Ces14po, di S.S.} La ferrovia no, perc:M le ,tazioni IOTIO guardate. L'automobile no, perchè le atrade IOllO guar date. L' aerop 1 ano no, perchè gli aerodr0mi tono guardati. Non rimane che il fiume. Sul fiume nessuno mi cercherà, nessuno mi fer mcrà. E il fÌUJnc \1l, c.4mmina da solo, tra· vC!"sail cerchio di terra, ,i lascia indietro ~ Gauleitcrn. la Gestapo. le S.S.. pa»a iin altri paesi, arriva al mare, entra nel mare. La. libertà!. •. Paul ! Mio caro Paul I Quan· do tu avrai finito di leggere questa lettera, io avrò fiR(l!menle quello che ho sempre desi· derato, e che finchè lla\"o su quella terra Sof– focala dalla terra non potevo avere: la li· bertà u. (L'Autore sbolla in una grande l11a1A). CoERZ (Le Immagini del 1>4dree della madre ab· banano gli occhi confusi. Quanto a Coerz, egli non sente -i baui commenti dei $1.lOÌ ge· nitori. CostOfO per lui non M>nO Se non due jrruMgini immobili e mule). (Indignato e soprattutto stupefatto): Che le (L'Autore fa cenno a Goerz di continuare. prendd ... Ride I Cocrz ricomincia a leggere). AUTORE GoF.RZ Mi è venuta fuori come uno ,tamuto. Non HMi serviva una ,-ia d·uscita Ho sceho per a'legria: per entusiasmo. L'azione com· il fiume. Quale via migliore} Q~ndo erava· -p_iu~?a ,ua mogli<: è ~osì alraordi.nariament~ mo fidanzati, tante ,olte abbiamo guardato .,1mpatica. che su_sc1tam me una mefrenab1· a5sietne que,to nostro 'fiume, dal parapetto le ilarità. del ponte Mas.simili.ano. Poi ci siamo sposa· ti, 50n0 nati i b,1mbini, e il fiume, di sera, non sir.mo più andati a guardarlo. Che pec· calo que~o inv~dente burocratismo nella -vi· GOERZ Ma che parole ~ramp,late usa lei I Sim·· patica la morte di mia mog 1 ie} AUTORE la! lo però, qua'che volta, 50no ritornata a gaardare il fiume. Da sola. Non te ne ho Lei. dottore. conosce il greco} mai parlato.◄ Mi avresti detto che non G0F.RZ ;t ;=rva~ ;ici.fa :~noNo!c.cat:r~~e ,id~ Per quel t.1nlo che si studia a scuola. Ma !°avvenire. Ci piace conservare g 1 i og- quale ncs,o ... getti, i ricordi, i J'7ioghj iinplicati ìn qual· AUTORE che ix»tro momento di felicità. E non arnia· Sin pati,e, patire assieme, partecipate al mo il mutamento. Che impreuione $trana - patire altrui. Le az.ioni di carattere comune di ALCESTE ANGELINI Se qui tutto fui un profilo che resiste AU'auid1.1acicenda, E fenno è il grido di chi sà conce.ne Senz'ambascla al deMino; O,bita sì ditJersa. La mia Oita sortì Che stento a riconoscermi Il virlltJllo di ques!a sofferenza. A Itri :siamo da ieri: impetuosa Fiumana ci dioide Dallà .smaaliantc riva Ove ae.scemmo e creJJfure illnorale Aspetta a fa~ larve, pena, numero Con kt sua ,mala frode... Aspro odota il ginepro r.ella ca.sa Del mio ,ilo-mo: Ori~ BUizz:a ancoro Freddamcnle dall'arme che s'appanna Di rugiada e .J; morte, oer,o l'alba Dei celti ,onnolcnti. Forse è s~ato un uilio il tempo. /nquiet~ Riprendono le cure, l'esistenza. mcuuraprik 1947 COERZ Perchè mi offende} lo non intende\o o(· fenderla. AUTORE Nemmeno rio. Le mie pa,ole erano .em· plici e vere. Ho voluto dire che anche lei, come la mauima parte degli uomini, dà un grande valore di tcrietà alle tciocc.hezze, 11:F lo perchè e.erte aciocchezze, in determinati momenti, acquitt~o peto di aerietà, e schiac· ciano, uccidono. Ma mutuo forseì Ces: aano di Cl5Cfe sciocchezze} Que.lo naz.i· smo che tehiaccia milioni di uomin~ e mi– lioni ne oc.ide, e porterà alla rovina Il IUO paese. questo naziNM è una 1Cicochezza. E che aia una sciocchezza ,i vedrà al'a fine, te lei avrà puienza di a&pettare e le non morrà PJima. Ma può morire lei} Sua mo· glie è rnorta perchè lei viva. Lei dunque non può morire. Sicherlich/ Se anche gli lC&'ll" bi di questo genere non dovea,sero più ellCI' ri,pettati. vorrebbe dire che i mostri hanno ,vuolato di v4lore anche i va'ori 1upremi. E questo non è: non può essefe, La 1upe,i0" rità del bene 1Ul mnle,, è che il bene, a cominciare da un certo punto, è inafferrabi– le. Noi diciamo, allora che il bene è Ili"" blime. Può 4,nche essere una forma di vi· el~accheria. Comunque. a cominciare da un determinato punto, il bene si sottrae a ogni presa. Come combattere con l'ombra. Vedrà come finirà il nazi51l'l0.Finirà ,in niente, co· me finiscono le sciocchezze, tutte le ,cioc· chezze; come è de,tinalq_ a finire ogni equi· valente del nazi"1\0, quest.1 ,ciocchezza. Non si laaci il'udere dal tragico del nazim10. Più l'uomo è sciocco, più si tene del tragico per mascherare la propria sciocchezza. E co· me ci tengono alla loro tragica ,ciocchezza questi tragici sciocchi ! Per farla brillare me· glio, la circondano di ,tioto e di silenzio. Fanno tacere ,intorno la VOCe stess,a de\la morte. che è lll voee che gli uomini a,col· !ano con maggiore curiosità, con maggiore 3 intercsk, con ma.sgior rispetto... Mi tcw.i, dottore. lo continuo a chiacchierare, e non penso che lei ha ancora CUIfinire la ,ua lct· tera. Prego, continui. GoF.Rz et Per dire la verità, avrei prelento un a'.· tro fiume. Non che l'Isa, non ,ia un fiume hellinimo. E' fresco, giovane, pulito. Ma l'Isa, ,i getta nel Danubio, e il Danubio sfocia nel Mar Nero, e il Mar Nero è un 11\/!rechiuso. Anche là troppa terra intorno. Avrei preferito il Mediterraneo, meilio an· COJa rOceano. 0-.e 1trana COia I Sto per com· piere l'atlo più importante della mla vita (perch•è io sono coaciente, 1ai. delrimporlan· za delratto che sto per compiere) e ogni t.1nto mi perdo in particolari di gusto I Ho studialo attentamente il percorro. L'ho llu· di!ltO da turista. Mi 10no anche informata della ve'ocità media dei fiumi. Circa due chi· lometri all'ora. Che viaggio lungo I M,1 che importa c.orrereì lo in questOI10no ~ « mo· derna u. Lo dice anch~ Matilde- Non ho la 1mania de!la velocità. Andrò pi~no piano. ,Tanto, non credo che il problema del tenr po mi preoccuperà gran che. PotrJ1i seguire il mio \,iaggio sull'at'.o.nte dei ragazzi, tavola 43, regione balcanico-danubiana. Se lutto n bene e non incontrerò Ollacoli, sarò nel Ma, Nero •.. No, non mi va di far calcoli. F.al 1 i tu per me. Ma quali ost.,,coli dovrei incon· trare 1ulla mia freaca e liquida strada} Tu apcSIO citi quel frammento di Enc'ito, Al la impouibilità per l'uomo di scendere due voi· te nel mede1imo fiume. Molto ho pensato a quelle parole di Eraclito, da qu.Qndo ho tcel· 10 il fiume come ,~icolo pc.- uscire da questo nero labirinto. Molto ci ho penaato, per il piacere di penwire che, me, le parole di Eraclito non mi riguardano. Nel fiume- t0 tc.enderò una volta IO!a. E non acqUe di· -verle pua.eraMo topra di me. ma le mede– .ime acque mi •ranno intor1}0per tutto il viaggi•. compagne fede'i. Ora li ,oglio dare• alcuni particol.tri w come tc-enderò nel 6ume. H&i· forse pensato che io mi potCNi buttare dall'alto del ponte Mauimiliano} Non ane– lli ragione di penure ca.I male di me. E' un modo brutto, da disperati, E io - in.i· sto 1SU quetto punto - non c.ompio un atto da diaper•t.a. ma cosciente e ragionato. E· 10p,attutlo un modo aMWdo. Come le per prendere il treno. ci si butta11e dall'alto di un cava!cavia, 11Ui tetti del con,oglio che pe.Na IOtlo. E poi non voglio farmi male. Baderò come a circondarmi di cu«ini. n En· trerò u nel fi~ come ai enlr,e, nel treno. u Prenderò u il fiiume come ù .prende il tre– no, e in modo da rendere inapplicabili a me le locuzioni dei c.ronilti, ccbuttani a 6ume 11, eccetera. Che volgarità I Tengo a chiarire la mia aituazione: -io non sono una doM.a che si amma.na : sono una donna che ,1 I.ibera le 1teua u. Mi resta da. parlare de!lo lllile di queq lettera. Per quello che poNO giudi· care da me., queata le$tera è molto di\-ena dalle so 1 ite lettere di cqloro ·che ltanno per affrontare la morte. Te lo voglio dire: ~ in gran parte merito tuo. Ricordi qua,ndo nel" testi di fuma.re } Sono P4nati dodici aMi. Ricordo esattamente, perch~ tu smetteeti di lumare il giorno 1teuo che nacque il noetro piccolo Klaw. Ciora;io ti tdegrafò e Sa· li.burgo e tu l'ltomalti lUbito. Dopo un p:>' che stavi nella mia came,a, io, vedendoti nenoso, ti dilli: n·Qui c•~ il bambino e ci 10no io. Ma 1e vuoi fwnare una 1i1aretta, caci in corridoio n. Mi ritp0ndesti: c1 Non fumo più », come 1e tu mi aveui detto: « Non vivo più .,• Capii tubito. Per un hr malofe come te, smettere di fumare è quali come ,mettere di \ivere. Poi mi dicelli come ti aiutatti in quello Jon:o. Ftngevi di CMe" re· due U aecondo te prendeva in giro il pri· mo. Cli diceva: n Tante storie per~ · non fumi più} Guàrdati: fai .chifol n. Mi IOhO adoppi.Qta. nch'io. E' Tere&a Seconda che ti Krive. E Tere&a Seconda dice a Tere1oa Pri· ·rna: nTante atOfie pe,d.è de1oimorire ì Gulr dati: fai Khifo I 11. (Goerz lfflette di leggCJe e abbau,, lent.· mente la mano ~ regge la lettera. Nello ,forzo di contenere il dolOfe, vibt.1 come un pioppo al venlo). AUTORE Perchè hl smeuo} Non e 'à forae un po– tcritto} GOERZ (Con ,oc:e e,tremamente debole): Si, c'è un poacritto. (Mentre Coerz 10lleva lent.mente la mano che regge la lettera, la h.aae pronunciata poco prima da lui è ,ipetuta da un"4ltra voce). Voa: 51, c'è un poacritto. (E' una voee femminile. Una voc:e ca 1 ma e dolce. Chi ha parl.ato} • : Qu .e.ta voce inalpettata, que.ta voce inef– fabile. questa voce mir,1col01a non sutoila :1i:'ì~gi~ill~~u=tenèe idetC::·dr~= non l'hann<>neppUr udita. Certe voci ,i geni· tori non le poNOno dire. In verità, q~C'lla voce ellarg.a il campo del 1 11 fiducia di là dalle cose che l'occhio vede, di là dai SI.Ioni che l'oreechio ode, Le paro'e: li 51, c'è un poscritto 11, tono state pronunciate dai ritratto. Non è Italo detto più ·volte che il 1it111ttodella ,ignora Coerz uè parlante 11} RITIUTTO Riapro la lettera. L'avevo chìuaa e depo· 11:a .qi piedi del mio ritratto. Mentre stavo per uac.ire, \cdo a un tratto 1ulla soglia della mia e.antera un uomo vestito da tciatore. Por t..ava un berretto a visiera piatta, ma era pri· vo di faecia. Non mi fcee nè paura nè aor

RkJQdWJsaXNoZXIy