Fiera Letteraria - Anno I - n. 10 - 13 giugno 1946

MUSICA h.·,OR STRA WJNSKIJ: Poélique musicale. t "lrigì, E.d. J. B. Janin, Colze. e La flute dc ;->an •· 1946 Due an,.= fa Strawinskij teneva un cou-: di lezioni-con1e._ - ..e all'univers••' ,.., Har– vard dalla cattedra di poetica di Charlcs Eliot 0 Norton. Queste stesse lezioni, raccolte, sono ora state pubblicate a Pat igi sollo il titolo c Poetica musicale •. li libro non ha pretese eccessive: tutto è espresso con t-e:nplicit3., con chiarezza, sen– za alcuna approssimazione falsamente poe· t1ca: Strawinskij dà così la sensazione di dire in realtà una verità, la • sua verità•· peraltro, che è quella che noi già conosce– vamo, e ben più efficace, espressa in suoni. E perciò che le sue conclus1oni sono sempre conseguenti e difficilmente discutibili. Alcuni giudizi assai interessanti, sulle più discusse ed importanti personalità di compo– stori, intercalano le considerazioni di carat– tere generale~ Verdi, Gounod, \Vagne, (contro il quale è particolarmente: violento), Schoenberg, giudizi, che acquistano partico. lare interesse per il fatto che riAettono l'at– tività critica d1 un musicista come Strawin skij. Nel capitolo del libro e Presa di contatto», Strnwinskij tiene a precisare il valore di al– cune parole che facilmente si prestano ad equivoco, e sulle quali insiste perchè ne farà uso frequente nelle pagine seguenti. Il mu· s1cista, a contatto di un pubblico universi– tario, diventa filologo, del resto assai acuto ed efficace. Il secondo capitolo tratta del fenomeno musicale in quanto esso e emana dall°uorno integrale munito delle risorse dei suoi sensi e nrmato del suo intelletto»: esamina il processo creativo e termina con lo studio degli elementi della music.n e della morfolo. gia. :La composizione ed il compositore for– mano r oggetto della tcrz.a lezione: i! mi· racolo dcli~ cr~azionc è ravv'1cinat 0 all'abi– lità dell·artigiano e impostato sulla dialettica • necessità-libertà •. Negli ult'lmi due capi• toli si parla della tipologia musicale, dello stile e del -,roblema dell'interpretaz'lone e della critica (entrambi frettolosamente affron– tati e abbandonati senza alcuna eflcttiva so. luzionc). Alcune pagine, poi . .90no riservate all'esame dello spirilo borghese. del mccc• natismo del modernismo cd accademismo: sono qu,cste le pi,1 brillanti, le p:,ù pil'lcevoli scritte con spirito e vivacità; mn non ol_tre– pauano, n nostro avviso, la raffinata chiac• ch)era di salotto. Il prelflo magg·1ore di questo libro è. come dice Claude Rostand, la mancanu a»oluta di ogni nebulo11-a metafisica: Strawinskij si comporta piuttosto come un fisico. Cosa che 11'1 accorda a meraviglia con H titolo di • poetica -. nel senso che egli stesso restitui. ace que1ta parola. MASSIMO BOGIANCKINO WILLIAM BECKFORD, Vath•t trnduzi<>– ne di Cia1me Pintor, saggio introduttivo di Alberto Moravia, Einaudi, pag. XXI– I17, L. 70. La versione - pubbli_cata postuml'l, daJ. l'Einaudi, in questi giorni - del V dtheJi d·1 Beckford dovuta a Giaimc Pintor. oltre a essere, se non andiamo errati, la prima eh quell'opelll in lingua italiana, è anche tra le migliori che siano apparse recentemente intese a d11fondere la cultura e 111letteratu– ra inglese ne.Ila nostra società. Sorto nel momento )n cui la cultura illu· ministica cedeva alle prime curiosità romt1n. tichl!'. il Beckford è alato e continua ad ~- Nei romanzi come ne·, racconti e nei 1t11ggi Aldous Huxlcy •·era sempre mosao nella dimensione dei nostri giorni ha per. &0naggi che si potevano mcontrnre all"an(CO· lo di strada, quando addirittura non era• no riconoscibili col nome e cognome di vi– venti. Ma questa volta egli trova la sua materio. nei primi decenni del '600 e il pro.. tagonista &otto il saio d·un famoso cappuc– cino (1). Dopo tanta (nel senso più nobile della parola} cronnca, Huxlcy affronta la etoria. Ed è incontro. nel modo e per ali effetti, quanto mai scrio, impegnativo e rie. co di sorprese. Il libro cu.i ci riferiamo, e che ora nppa· re in un· eccellente traduzione italiana. vuol essere nei suoi tratti cster'1ori la biog-rnfia di coJui che al secolo fu Francetco Le– dere du T remblay, barone di 1affliers, in religione padre Giuseppe da Paria:i e per la stor'1a aneddotica l'E.minenzo Grigia. Cioè il principale collaboratore di Richelicu e il vero ministro degli esteri d1 Luig'I Xlii. Ma se Hux.ley è risalito addietro di oltre tre se. coli, non per questo si sente meno vidno a.I tcm.po nostro e. se è andato a evocar ls figura, oggi swtavagante, d"un ministro in saio e piedi scal2i, non per questo pensa meno agli attuali uomini di ,tato in marsi– na o in uniforme di g:encralissimi. è egli ha scrupolo di scoprire il suo. gioco sin da pl'lncipio, presentandoci padre Giuseppe in missione diplomatiCA aJlc porte di Roma: , I suoi pensie~i e i auoi sen1imcnti e i auo1 desideri appartengono alle condizioni che hanno determinato 1n modo significativo il mondo in cui viviamo oggi. La strada bat– tuta da quei piedi scalzi e c.alloai portava per il momento a.Ila Roma di Urbano VIII. Ha portato ~n seguito all'agost.o del 1914 e al 1ertembre del 1939. Nella lunga catena di delitti e di pazzie che legn il mondo presente a quello passato. uno degli anel– li di più fata.le importanz.a è dato dalla Guerra. dei Trent°anni ». 01 codesta guerra Padre Giuseppe fu un responsabile. Fin qui siamo sul normale piano della storia cui Huxley cerca di dare la più fon– da p;oapettiva possibile per reagire .-!l'er– rore, da lui deprecato, di trattarla • come se foeae cominciata 90Jtanlo ieri•· Ma un FIEHA LETTERARIA sere riten1.1:.::, dai suoi cor.l",rallCl appunto, I e f. d un ~reromantic~, ~art• '.'•pc ~elle inc_ertezze o n I e n z e e dei prepotenti st· ,noli a nccrcare 11 nuo• vo démone, as11_me al \Valpolc, alla signo– ra Radcliff'". al Cowper e magari anche al Blake. ·,1a l°odicma lettura suggecisce, r.t• to· .o 11ll"opcra del Bekford, un'altro clima, degli Editori direi meno angusto e obbligato. che può es- E.oa ·SAN. _ Tra le case editrici di nuova sere anche partecipe del gusto decadente, ma che si giova. s.>pratutto, di una Viva e robusta linfa poetica in cui il .gusto, la mo– da e la maniera vengono totalmente igno– rate per dar luogo a una schi~tta cflusione del senl'lmento. C°è, nel Beckford, una di– sposizione a cantare. come ìn tutto l'idillio, tcne·rissimo. dei due fanciulli Nouron1har e Goulchenrouz che non sembra voglia esse• re avvertita e che, forse, è essa sola ancora a giustificare l'interesse della sua opera e ad attirarvi su l'atten2.ione. La famiglia del Beckford, favolosamente ricca, quasi con un eccesso un po· ridico• lo di scrupolo, procurò che il maestro delle discipline musicali di quell eccezionale ram– pollo fosse, a sua volta, ecce2ionalc e si as– sicurò, nel palazzo di Soho Square, niente· meno che il massimo successo londinese del momento, nè si lasciò imprt:ssionare dal fat. to che il massimo successo era un signori– no di otto anni. il viennese \Volfgang Ama~ dcus Mozart. Si immaginerà difficilmente l'accordo tra quelle due indoli assoJutamen– te contrastanti e del resto ambedue prodi– giosamente assimilatrici. Il Beckford preten• derà, .settant'anni dopo. in un'epoca cioè, in cui non potrà più essere smentito dal• l'interessato, nientedimeno che alla paterni– tà dell'aria N0n più andrai Jor/allone amo· roso delle Nozze, sfuggitagli, durante una lezione di solfeggio, e velocemente 1Jppun– tata dal maestrino. Non importa che l"episo. dio sia inventato - con lu stessa sicumera, il Bcckford pr_etenderà più tardi d'aver cor. rette le armonie d'un passaggio nella Chi– mène di Sacchini - importa. piuttosto la scelta dell°aria. quel rivendicare sè stesso in uno degli aspetti più gelosamente liri– ci del mondo mozartiano. Com'è noto il tema dell'aria Non più andrai viene •'citato" dallo stessv Mozart nel penuh'1mo quadro del Don GiOc)anni, colle parole Questa poi la conosco purlroppo che stanno lì a ironiz– zare appunto sul successo che aveva otte• nuto l"aria nelraltra opera. La fanciullesca spensieratcua che il risentimento appt:na nutrito per il sospetto d'una trcscp, tra il damerino e la fidanzata, tinge, in Figaro. d'un lieve e favoleggiato sconforto. di una ironia cui solletica un pnncipi 0 di pianto e che si sublima, nel Don Giooanni, nel tra– gico macabro e spettrale, con appena un ritocco armonico, è ancora la medesima c-he an·,ma e profuma )·idillio del Vothek. Gli nitri registri di quell'operetta nnta, insieme dall'infatuazione volterriana e dalla • noia ~ la delusione d1 chi poHedcndo tut· ti i mezzi per menare una vita più che uma.na scopre tuttavia che è uomo e che tutte le sue ricchezze e i suoi talenti non pos. aono ca.mb 'lare questa sua condizione » (Mo– ravia) siano essi nel comico - come nella scena del corteo infangato o nelll'l carica– tura di Carathis innanzi l'amaro finale - o nel tragico scenografico - com"è nella famosa descrizione delia reggia del dé.nw -– nc Eblis che tanta fortuna avrà, altmver· so 11 Colcridge e il Poe. presso le genera• 2ioni simboliste - pogginno tutti su un ori. gine letteraria che va dalle Mille e uno notte all"Ariosto, al Mihon. fino ai prcsenlimenti romantici, fiutati in aria come si fiuta la moda. dell'episodio del cimitero violato in cui assistiamo nddirillura a una parodia del– la poesia sepolcrale del Gray e dello Young. GABRIELE BALOINI ooslituzione o che si sono rinnovate negli ultimi tempi, merita uno particolare segna– lazione la casa Editrice Sandron, trasferita– ai da Sdlerno a Roma, Que.tla casa, d1e ha pubblicato tre volumi che lwnno avuto lu– .tinghiero successo, •'Poeti leUoni'', ''Svezia" e •'Interviste di Jrodo 1 ', quest"ultimo scrit– to do Marcello Venturo/i e do noi già 1c• censito, annuncia un interessante program– ma, Numerosi oolumi stanno per uscire ne/– le tre collane "Le lettere", ''Le arl1'' e · Le scienze''. Per /aoorire lfl diffusione del Ji. bro in Italia, la stessa ca.-,:oha indetto tra i librai un concorso dotato di 5 premi per complessi~ lire 200 mila. li termine per partecipare al concor50, precedentemente fis– sato al 30 giugno 194C. è stato prorogao al 31 ottobre 1946. * Minuziano. L"edilorc Minuziano, che già !li è imposto per lo se, i età e la cura dei suoj 1.10/umi, annuncia come imminenti nel– la collana ''Estetica'' i seguenti voltfn\i: Strenne: La regolo del gusto; Galilei: Dia. logo della musico antica e della modl!rno. Nella collana '•T esl'imonianze di artisti'': lngres: Noie e pensieri; De Nittis: Note e ricordi; Strawinsky: Cronache dello mia oito. * Edi2ioni U. - Anche questa caso non dorme sugli allori ptsssati, e annuncia alcu.– nc importanti novità, tra le quoti: Emry Raves: L'anatomia della pace, un volume che ha avuto noteoole succeuo in Ameri– ca e che è staio definito 1 'il /aro che illu– mina Io !loia oio oerso la pace nel!' era oto. mica''; Lionello Venturi: / pittori moder• ni; f..nrico Tedeschi: L'architettura in ln– ghillerro; Lamberto Vitali: Marino Marini. LETTERE LATTl'vE FOLCO MARTINAZZOLI: Seneca, Studio sulla moro le ellenica ncll' esperienza ro– mano. La nuova Italia. Fuenzc 1946 pa– gine Xll-306. L. 180. L·interessc che il Mart.i,na.z.zoli porta n Se. neca non è soltanto di indole erudita e filo– sofica: è un interesse morale e politico. Se. neca è stato per il nostro autore più che un fiolsofo, un direttore di coscienza, un ecci• latore ed un liberatore di anima. Sia dalla prefazione che lungo .il corso del volume, si intravede questa adcitionc del critic 0 al suo autore. Tale posizione spirituale è identi– ca a quella di uno studioso tedesco. il Schu– mnchcr, che. nel 1942, scriveva essere quel. lo d·oggi un tempo nel quale la parola d1 Seneca poteva tornare ad cs&ere vitale. non solo vitale, ma apportatrice di saJvcz– z.a per gli uomini che cercano una guida nei problemi della vita. Da tale punto di vista la filolog"ia si illu– mina e si accende di interessi attuali, giac• chè essa non vuol esaere una curiosilà me– ramente speculativa. ma una ~ndagine dram– matica e viva di quella che è IR condizio.. ne umana. li Martina2.zoli nel primo capitol 0 porta la 11un attenzione allo studio dcll'nmb~cnlc let- tcrano e filosofico in cui si h, '118 la pcr– sonnljtà dello scrittore e attraverso :-1 una opporlunn esemplificazio,;e, ai motivi e ne~ si estrinseci dei moduli della filosofia e del pensiero scnccano. dibattuto da una parte dal disgusto della vita circostante e dall'al– tra attratto a inserirvisi onde modificarla e cotreggcrla a1travcr30 compromessi e patteg– ginrnenti. Le oscillazioni e I pcrlurbnmenli di stile sono perturbamenti dello :.pirito: di qui la smcerità tesa di molte pagine di Seneca a forte colorito rettorico. Il teatro di Seneca è consideralo come una esemplazione giovamlc di magnanimi– tà e di grandezza ideale profilata sullo sfon– do del mito, cpperciò di valore negativo. Il terzo e il quarto capitolo sono i più densi e anche i più interessanti perchè tcn· tano di districare il nodo delle aporie in cui Seneca si è impigliato: particolarmente sug. gesl'lve le pagine dedicate a Seneca come fondatore di un nscc_tismo laico. Il Mar• tinazzoli reagisce contro i giudi2i neiativi degli storici della filosofia e della letteratu– ra antica su Seneca, svtilutalo anche co• me pensatore originale, e ne c0rregge e mo. difica le asserzioni con lo studio appassio– nato e documentatissimo dei problemi mo– rali, che hanno affaticato lo spirito del cor• dovano. e Tra J·azione e il peMiero, Sene– ca ha gettato un ponte: la nostra interiorità morale - di carattere essenzialmente cogi– tativo - può aver presa sul mondo esterno. modificarlo e divenire così - nel sen,o più ampio della paroln - azione ». GI\C01'10 BALDI:.'\( CRONACHE MARCIAPIEDE ROMANO di Elconorn del– la Pura. O.f..T. - Edizioni del Secolo. Roma (1945). Png3. ISO • L. 85. (Copcr– t.ina a colori e numcro~e tavv. di Livio Apolloni). La str.nfottenza e I indifferenza dei roma– ni è nola, troppo fomosn: g:ente se 11e la• menta dovunque: è forse spiegabile col– l'essere .- Roma caput mundi)•· Non so dirlo. nè sa dirlo Eleonora della Pura (.he in e Marciapiede romano -. ha raccolto la e cronaca • della città, l'indifferenza deg:li indigeni, la loro strafottenza boriosa. e li tempo che vi si perde largamente, ricupe– rabile in episodi e aneddoti e casi, facce umane e nvvcmmenti, mura uomini e co• !ore. Sì, le stesse cose potrebbero c:\pitare, svolgersi a Milano o C/\lania: si sente petò che .- così • capilan solo a Roma: nei nu• rner06i capitoli di questo e marciapiede .,. c'è Roma, i fatti sono fatti di Roma. kcali e locali.uabili al di là della topogmfia in– dicata, segnala. Il disconivo friabilissimo di certi esigui capitoli è legato agli .1spetti esteriori e deteriori della città. - mn non come e documento»; e quando •crnbra che un,1 vena di mistero maturi, penetri la cro• sta del marciapiede, In cronaca s1 mula in romanzetto o romanzesco rotocnlco, non tlnn. noso alla città tuttavia. capace di 8(\ppor– tare ben altro. Le illust:azioni di Livio Apol– loni precisano e puntual1zwno i! QUtUllochti r attualità hn operato su Roma, sono r • rm. tiroma » che s'affida alla scoperta non tlel sensazionale d.a cronaca nem aibbene del ,ensazionalc che v"è nel costume odierno. E' come dire che siamo davanti ol 1-isturì d'un medico spietato che taglia e operi\ senza curarsi del pa;iente. HENATO GtA,'\I 5 SCJENZE MlL1 :r.LE GIUA: Stono delle !lcienzc cd cpastemo1 ...,:.., (Galilei, Boyle, Planck), To– rino, Chiantorc, : 0 46. in 8°. pp. VIll-300. L. 200; Storia della t,.i,:.7'•ca (dall'Alchi– mia alle dourinc moderne), Torino, Lhian– tore. 1946. in 8° grand..::. pp. Vlll-392, L, ,00. Questo libro di Michele Giua, (Storia del. le scienze ec/ epistemologia}. rappresenta l'esempio di che cosa debba intendersi per storia delle scienze. Da molto tempo non si aveva p'1Ù !"occasione di le~gere un libro serio. severo. oculato e sereno come questo. Il primo capitolo, puoJ utiimente essere lct• to .inche da coloro che professano storia del– la medicina e delle scienze naturali: si trat.. ta, infatti, ~n esso, della identificazione ~el– le scienze con In metodologia scien!ifica, dcL r approfondimento del problema della logi. ca naturalistica, non come prima forma di conoscenza, ma dass1ficatona a scopo pra– tico della distinzione tra scienza teorir.;i. (o pur;) e scienza applicata (che deve ormai finire), dell'abuso dello scientificismo nella vita sociale, della scicnz1ocrazia e della tee• nocrnzia. H valore conoscitivo delle scienze viene finalmente trullato nel quadro generale di tutlA la vita dello spinto. e dalla lettura del libro si hn un chiaro concetto di che cosa sia la epistemologin: non la vecchia filosofia della scienza, ma l'esame critico dei concetti scientifici, cio?- il problema me– todologico per eccellenza, corrispondl!'nte al– J"odierno bisogno. sempre più sentito, di rivedere i dati fondnmentali delln costruzio. ne scientifica: studio d, tutti i rapporti che, pur derivando e pur partenti da diversi cam– pi. vengono a trovarsi, ad un dato momen· to tra ciò che sembra conclusione della scienz.a e ciò ch'e sembra conclusione della filosofia. Il Giua studia v-1.ri problemi metodt>lo– gici legati allo s,,iluppo moderno delle scicn. ze fisiche e naturali e la storia delle scienze moderne in 1apporto alb.."'ep·1stemologia. S1u. dia \I Galilei. fondato1c de!ln fisica speri– mentale, il Boyle, chimico che allcrma In discontinuità della materia_ cd il Planck, autore della teoria dei quanti d'energia. MA, intanto, da un nome nll'altro. eia unn teoria all'altra, si paS$a in rassegna quasi tutta la sicenz.a, da Galilei ai nostri iìorni. Ora, in questi ·g1orn1. seguendo proprio questo metodo della epistemologia moderna. il Giua. ha dato alla luce anche una densa e Storia delld chimica• (Chiantorc, Torino): e.tposizione dottrinaria. biografica, e biblio– grafìcn di tutto ciò che può interessare il chimico od un intelligente cunoso della 11toria delle nostre scien~c. Il libro non è di facile lettura. Per seguirlo. p.igina per paaina cd .appassionarsi, bisogna conoscere già_ alme. no nelle sue lince essenziali, la chimica. Cer– to. è un libro utilissimo, in ~ue!lto dilagare. che ci oppr1n1e, di opere di divulgazione, pili o meno ben fatta. 11cientifica e storico– scicntifìca. Pcrchè. questa volta. non 1u trulla d'un libro di storia, nel senso comunemente ~n– teso: ma di un inquadmmcnto storico dei risultati scientifici, d un'analisi storica d'o. gni tappa del progresso scientifico. Da Avo– gadro n Cnnnizznro, dall'nlchimia all'elettro. nismo, dalla violenza elettronica alla fisica nucleare: è tutta In storiil. della chimica. che si presenta a noi. informata e documentata. Tutto il travaglio della ricerca chirnrcn, nel suo grad~nle progredire attraverso il tempo, è chiarito: chiarimento. quebt0, eh"~ soltnn• to p06sibile al lume dell'epistemologia_ HENATO BE-rl'ICA G10VANNINl u N INCONTR O SINGOLAR E G,ome uu simile mondo non s'è ancor<\ disfatto) Huxlcy lo spiega. contrapponen– dogli l'opera di un'esigua minornnz.a d1 ton- Aldous Huxley e la storia politica tcmplativi, ndde:,.trati in ciò che egli chia– ma la • teoria teocentrica-. e il • metodo mistico». per • la traaformazione radicale e permanente dello personalità II e In sua unione diretta con Dio. Sono toli m!stic\ aiffatto piano non può bastare alle sue esi– genze: • Se padre Giuseppe non fo88C stato altro che un esperto nel gioco della poli– tica di predominio. non ci sarebbe alcuna particolare rt1gionc per scegliere lui tra un buon numero di ooncorrcntì •· Prima però che politico, padre Giuseppe fu per since· ra voca2ionc un religioso della più stretta C">Sscrvanza, familiare con le più alte forme della gnosi cristiana. e addirittura un mi1,ti– co che per diretta conoscenza e unHiva • sa. pevn pur quale~ del mondo dell1 eternità. E qui si rivela il tcm.."I sostanziale del libro. che è • In storia di un uomo che tentò di conciliare la pohtica con la religione spi– rìtuAle •- E' codesto tema. non solo nella sua in– dividmu.iore particolare di padre Giuseppe, enigma psicologico. asceta puro quanto ~m– puro polit.ico, mo nel auo aspetto genera– le a imporsi allo spinto di Huxley. E' il problema del rapporto tra attivismo e m1- sticismo, fra vita mondana e vita contem– plativa. In la politica di potenxn e il be– ne o. in breve. tra politica e religione, po– lit.ica e morale. T aie rapporto attraverso J;, 6gura eccezionale di Padre Giuseppe, com• posi2ione l'l.nornala dei due estremi, tende nl bianco e nero, rischia di divenire addi– rittura quello tra Dio e il Diavolo. generato dalla bontà, è uno dei temi prin– c·1pali e più tragici della storia umnnn ". E aveva anche visto che il rapporto non è solo individuale, poichè vi è tutta • un in– tera categoria di azioni • più importanti in Huxley n<'n si Sottrae a una ,\mile 1e– sponaabilità, anzi .spinge n fondo e pone ' !"alternativa nei termini più perentori_ Nel- le prime pagine egli s'era pur dimo11tr.1l0 sensibile alla complessità del problema, ri– conoecendo che l'attivismo può venir mosso da disinteresse e bontà, anche <.e eodcsta forza morale finisce coli"• esser sfruttata dai governanti della Chiesa e dello Stato per il raggiungimento dei loro acopi general– mente sinistri•. così che • questo servirsi, da parte delle forze del male. del potere certo senso d·ogni altra, • che gli individui compiono non per proprio conio, ma da parte e a va.ntagg'10 di qualche organizza. z.ione 80Cialc, com~ una nazione, una chie– sa, un partito politico, un ordmc religioso eccetera: e che • non vi aono problemi mo. rali più difficili di quelli conneHi con que. ~~r~is~~:a~~p;r:,:ri°nit 1 /:';~~an~=~ui~a:lc" e-i: sto genere di azioni•· conserva la terra, l'nntiscl11co e l'antidoto Mo col procedNe del libro Huxley tellJe di tonti umani veleni; è tale teocentrismo, sempre più alla semplificazione e all' 11 hcr- • il lievito che hn salvoto il mondo civiliz– nativo., tanto da scrivere per ci.empio: e Più znto do una totale 1rntod1struzione ». :c,:;ù d::!~ut~o~~~in~i djhi:s:toe c:,~c\ndc:;;'. L'esposizione di che COt-a Huxley preci- ranza di elevare la politica al loro livello sam,cnte inte:1dn per teocentrismo e :nislici. morale, e sempre la politica è riuscita a smo ci porterebbe molto in lungv (il seni() trascinarli aiù al busso livello morale tau cui di quei termini non sembra corrispondere glj uomini d1 s:ato. in quanto fanno della :rc~: 11 :i~;t:~::i~ii,\:\:ar~e~he : 1 :J::~ ~~!e~~ politica. &<>nocostretti 8 vivere•· E ancom. trismo sui generis, codesto rnistic'1smo pu– apoditticamente: • Un uomo non può 6Cr- ro dell'Huxley (tanto • puro• che non può vire due padroni: Dio è geloso e le conse- dirsi nemmeno cri:.tinno più che bramini– guen2.e dell°idolatrin iOno disaSlrote •· Fin- co) non bastano a riscattare tanta svnlutozio– chè l'aspetto generale dd tema eommcrge ne delln politica e 80pratutto tanto amisto– onchc la figura di Padre Giuseppe e ci 110-- ricismo. viamo d1 fronte ad un capitolo intitolato ~en. Sotto l'angolo di silfntte idee il vichicmo z'altro .- Pofilica e religione». • mondo degli uornmi •• la sloria. appare Il capitolo contiene 088Crvn2ioni acute e tutto un peccato Sl!'nUI remissione oceano vive sulla guerra coeidctta • di popolo t, di nequizie e di tenebre. Sola luc~, le esi– sull'idoa europea uccisa nel 1919, sul pie- li 6ammelle di pochi contemplativi. Ma tn• :~:rm:!:~~i7en:::~:r:i°cl l~o;;'lii~~;is~ob~:i le v1aionc non può encre la nostra, ncan– Huxley conferisce nuove prospettive &turi- :;edid~~i~i::::~r~:!eB~~h:~:alj ~rM::. che, senza però perderne di Vista l"essenza thausen. Vico ci app1Hc più e attuale II di tutta moderna che ne fa un portato fn1ule Huxley_ I dell'industt'lalismo. Ma i punti eh~ sopralut• Il che se mette in dubbio In funzione di to ci intcre"8no in codeS t o capitolo (cune guida apirituale, cui forse il libro uspirnva, cond~sivi del .proc~S50 ~nt?le che ha por. nullu toglie ,al suo valore di documento frn lato I Autor~ • scrivere il hb~o)_ sono d~e, i più interessanti che !"intelligenza europea La svalutazione assoluta dell az1onc .politi. ci abbia dato in questi anni. Ardita e!lCI· ca, • sempre predcSlmata a_ u~. par2iale, e citazione intellettualist1ca. E tuttavia nelle 9: volte perfino totale. auto-,~vihmento •; e contraddizi.oni di Pndre Giuseppe uno ru- 1_altrettanto assolut.n svalut~z1one della 1 sl<>• 1 tc di noi stessi può ceito riconoscersi e r~a, ~a ~unle • _se e espressione della vo.on - molti probl~mi di filo10fin e di morale ~gi- ta d1 010, lo e soprntutto ,n senso n1.:3all• - - . . vo • (un seguito di delitti e di insanie eh" ~l~m\n que~te pagine "Ono pur noatn pro- sono atti di dio:obbedienUt nlln volontà di- · \ IJ vina, e ed è soltanto in questo senso che ta-1 1 OU I/Z \llltl li atti e le 8ciagure che ne conseguono pos. --- sono essere considerati come provvid~n (I} AtDOllS HuxL(Y: L'Eminenza Gril{ra z.iali »). Vlilano. \1ondadori. 1946, pp 330. I. 220. Biblioteca Gino Bianco

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