Fiera Letteraria - Anno I - n. 10 - 13 giugno 1946

4 FIERA LETTERARIA '------------------------------------------------- RASSEGNA BIBLIOGRAFICA Don Camaleo e !Curzio Malaparte Ver~o M:.ilr.parte ci 1r0Hrcmo sempre, come lettori, i11 una condizione di diffi. denza c·he po1rà ~lacolarc il giudizio cri– tico. Qunn10 più la sua abilità for:'1 brec– cia nel no•lro intere8!1C ,con ri-.orse che più in~egnosc non si 1>01rebbe, maggior• mente wrìi irritala la nostra pre, cnzione. Siamo c.empre, ud ogni suo libro, nello .tlalo d'animo di chi giuoca aUc corte con un n,,ersario the, a priori, si conosce ca. pace di tulti i trucchi. E davvero Mnlnvar– t~ ce lu fo sotto gli occhi, con una s1rnor- Jinarin (le111rezzache non b31ila IH'rÙ a im– J>edirci di accorgercene e con dò di crea– re in noi di•agjo, senso ~ offesa e nello Ht:11--0 1empo disposir.ione a mandargliela buona ancora una volta. Di Mola1>ar1e &D(>piamo inianto che non ci duri1 mai un libro vero (,•ero ecntimenlalmente) e che )3 :,U11 ei;petla le1teratura mira t.oltanto a i>1,atcr. E du1u1ue è inutile aspetture dalla malurilà de~li anni il libro sincero, il ve– ro Malaparte, dal momento che uno scrit- 1ore è quello che è, di volta in volta, mai quello che potrebbe essere. Ora Malaparte è uno scritlorc tulio Jjbreseo, in1elle1tua· Jilltico. ricro tli un ingegoo che gli con• u~nte di tentare e.on varia fonuna lotti i gen~ri letlerari, daUa poe&ia in ver6i alla pro~ d'arte, dal racconto al libello, dal uggio alla su1ira. Non il teatro perchè lo 6Crit1or,. di leatro è un uOmo d1e vuole imporre ad un pubblico, dialetlicamente e sen1.imen1:1lmen1e, una aua verità; fare teatro •ignifìca convincere e Mala1>.'lrte non ha un.i \'eri1U da imporre. nè pui, ,·,.nvin– cere chi non 1>0:;.sied'esolidi com im·imen– ti . .i\on il romanzo. :.e non in ..en!òoova– gamente voltPrriano, gi.anhC il romanzo comporta il progresso di un mondo mora• le preci ..o seppure e:.iguo. Di liht,} in li• bro. di 8\\entura in avventura, Malaparte !'Cmmai la\ora incon!:apevolmente a per• fezionare un per»onaggio che è Jui steFso, il Malaparte. E ci tenterebbe ancora una ,oh.a di~egnarne i carotieri i;nlicnti, ma ..-ogliomo finalmenle parlare di Don Ca– nrnléo ( I). Ritorniamo però un momento aU"afTer– mazione iniziale di qu~to discorso per dire ehe la noslra difTideoz.a s'è più ,he mai acuita di fron1e aUe pagine di pi-efa· zione. Sarà col1>a n°"tra se J>erfino la d~ dica alla memoria di PJero Gobet.Li ci mette in ~o~petto? Almeno per quuta ra– gione, che Malaparte dedica il libro a Go– belli come a colui che. glielo suggeri e do– \Cva ellserne l'editore. E sarà vero •en✓.'al­ tro, ma ha tu11a !"aria d'ell'invof'azionc di una 1c~1imonianza per au1enticare l':1110 di rulllf'iln di un libro che 6.i nfTenua e~cro f.tato H'ritto nel 1926. Non dubitiamo cJ1e 1o abbia ~crillo allora: di tulio po1re1111110 accusare Curzio lranne che di ronformi– ~mo Il dubbio ci. \'iene <1uand'egli in– aiste, quando ci dice: Ile non crcde1e an– date a prenckre il mio Arcitaliano (il li– bro che raccoglie le fam06e cantate a Mu,llolinil e Hdre1e che vi è Aià annun· dato Don Camaléo. E poi, ci dice, f'U– C'81(' la rivi~1a « La chiosa» di Cenovft do– ve Dor. Camaléo u~cÌ a puntate nel '29 fi. no a d1e l'ira del Juce ne fece floitpende– re le pubblif'azioni e sequestrare il mano– •critto. Ci vorrebbe poco a riliconlrare fa verità d'i queste afTennazioni, ma è che que-tu storia. sa. troppo di manoscritto ri– tro, a10 in una bouiglia, complicandosi con ]'altrtt te~1imonianza del proto dei Pvligra– fìfi Hiuni1i di Bologna che a dia1anza d_i tanti anni "fru~and() nel ca~~e110 1>olve– ro~ di un hanc:-one rinvenoe le bozze già corrc11e e pronle 1>er la atam1>a » e coaì 1'nu1orr potè tornarne in posse ... 110, <iuale, dice mudestamenie .Mulapar1e, ARCT{E,QLQGJA « Lai.In leggere alcuni tra i libri migliori ! • 1~ dotte mo,alitò simboliclie. Dire che 1~er d'Ora la ragione questo mito a cui ha :-acrificato forse tanta parte di mov1mcn:1 immediati - è una difeso contro la uito., significa accogliere quella figura combauu– ta tra nalura e volontà che sembro per lui la più persuasiva. o·ors voleva vincere la appar»i in Italia negli ultimi vent'a1111i, e --------- fru <1ue:,li il mio 0011 Cama.léo ». GIUSEPPE LUGLI: Roma A nhca . Il ccn• lro monumentale (Roma, Bardi. 1946) pp, XVlll-632, 188 ',IL, 9 ta~, Questo nuovo \'olumc del Lugli è l"ulti- passione, dommarla con unti misura di ar– mo &viluppo ci, un opera apparsa nel 1925 monia (inventare una Grecia meld/isica più in forma e con limiti modesli sotto il lito- esatta dell'antica) che temiamo continu,11ncn– lo: • La zona archeolpgica di Ro;na ». Non le di veder mutata in astrazione. Questo Il– '! t~n.tta _più tuttavia di uuo guida delle an- / more ci trattiene dall"aderire pienamente a 11ch11ad1 Roma ad uso delle persone colte d'Ors. a cui tanti consensi ci legano: e pur ma di un vero e proprio manuale in o/' che, ricon~sccndo 1..on Ancc-,chi che la .&ua ro– pur essendo privo dJ oa:ni lccniciuno e n,an- gione non è impassibile, che il gioco crla tenendo nella deKrizione stretta aderc11za una pcnn (e si difende dall'angoscia con a1 monwncnti e alla topografia in modo da csorciami di figure geometriche), ci ostinia. restare utilissimo n chi vuole farsi a.:com- mo a non lasciarci persuudere dal suo pngnare da" esso sui luoghi, ha acquist"lto classicismo in cui vediamo una difesa co– la inquadratura btorica e topografica, le no- sì simile alroffcsa da abolire la vita in tizie degli edifici scomparsi e infine la po::r- favore di un ordine astratto e per :ioi for• te documentaria e biblio2rafica che c,:n,no se impossibile. scarse o ma.ncavar.o del tutto nei volumi prc. cedcnli e che sono proprie dell'opera pili FHAl\CE~CO TE:'\TOHI direttamente scicnt1fic.a. I manuali esistenti sullo a1esso argomen- POJ~SJA lo oltre ad essere pubblicati all'estero S<•no ------ da lcmpo esauriti. Quindi il libro suscite– rà molto interesse nel -vasto ambiente de– gli studii classici perchè, trn gli .altri sl·oi pregj, ha quello di esser aggiornolisa:•no: tanto. che contiene molte notizie rela11ve alle ultime scoperte non i:ubblicate ,1\trove e bellissime piante, disegnate capre11sainen- 1c dal Giamondi. delle zone attorno al ('.,.m. pidoglio le quali costituiranno una a:rad1ta sorpresa anche per ali iniziati. Il volume comprende il Campidoglio, il Foro Romano, i Fori Imperiali, la Valle dcL l"Anfiitcatro con parie dell'Oppio e de.I Ce– lio, H Palatino, i Fori Olitorio e Boario con il Circo Ma53imo: cioè la parte essen– ziale della città antica. Ci aua-uriamo che il Lugli possa qunnto prima darci in succcs• aivi volum~ anche la illustu1zione del rt;sto .lelln città e del 11uburbio ~. \L \.OLI" AUGUSTO GUIOJ: Covenlr!J Pa1111ore, Brescia, Morcelliana, I94G. p.ig. 165, L 120, Leggiamolo ciunquc. Chi è Don t:r,1110• /éo? 'è pili nè meno che un nutc.;11ieo camaleonte, unu specie di luccr1olu11c con oodn, <11rnt1ro uimpc, pii.stole sulla pelle, e con Ja. leggendaria focohia mime1icu. Malaparte la •o lunga intorno a ba-.ilisd,i, salamandre e camaleonti; l! per eu-.i dire ferralo sull'argomento, tauto da doggiure una <'OSJ>icuu,gu•to:.a ed uzioi:.a t•rudiYio– ne. Quel che oppnre più singolare C che unchc Mussolini la sapeva ht.nga sui rn– ma.leonti. Fra. Muac,olini e l\folapar1c ~ S\'olge al galo1>1>atoio di Villa llorghcsc una dotta discuBsione e il duce uggiungc :1 quelli di Plutarco ( c.hc cita ;i mcmorinl. n Plinio, 11 Galeno, Luca.no. gU int·redi– bili testi di Cristoforo Encelio, Mosuno e Pinciero per lacere del Cardano e di Gi– rolamo Mercuriale. Menlre dura il collo– <1uio fra i due C<'co che un vero cama– leonte cade sulJa fòJ)µlla di CurL,io, cui .MuS.!!olini rh•olgc l'invito di lenerselo e di allevarlo. Il che .Mala1>arte (a volentie– ri nutro.udo l'nnimalelto 1·011forti do-.i di Leib11i1do, di Uacone, di Vohnirc, di Rom,· 6eau, di Lu llruyi:rc e non so qu:1111111llri spirili sommi e SlltCgiudicali. Il ca11ml.-011. le è buon 6Colaro: Jel re:;10 la sua rucohii mimeLica gli C0ll!ò'Cnle di assorbire let1e– ralmen1e il contenulo di un libi-o so) che vi si sdrai 60pra. lm1>ara a parlare e gli usi deJ moJ1do. Ac.quislato con la porol:i anche uno •lato civile e bauezwto comt• Don Ca.maJeo, lit butta nella politica tanto da diventar deputalo. Deputato fasci,rn? Con un camaleonte, e cor1 quell'educ:1lio– ne, meglio andar cuuli nelle definizioni sbrigati,•e. Comunque, diventato aulorc\ o– le parlamentare, <e J'i1aliono 1.1 quallro zampe» - rivela in un memorabile di– scorso In stretlissima parentela d1e lo h.. - ga a Mussolini, :11 Gran Camaleonte, al Cesare <)ej camaleont.i. E ehi è lui, Ovr Canu:ilèo, s enoq la coscienza sletiSa di Mu~– solini, la sua immagine ,H suo specchio! Anzi, insinua lo storico, Doh Cnnmléo è un altro MU&SOlinio Muswlini me,lefi1111,. « Con <1uea10 libro - dice la ,mmcl,Nte SAGG/ editoriale - MalaJ>31"1eha archi1ettato la ____ _ La poesia di Patmorc doveva ancora c:sse. re veduta nel suo cammino di fede e nel– la religiosità. degli alati d'animo e delle ,i– fleasioni, ciascuna assorbita concettualmente nel problema d animo. DoPo le pagine di PrRZ (che aveva pur mosso, in Italia, un ìnlcreue csdusivamenlc letterario allorno al– la poesia di Patmorc_l, queslo studio di Augu. sto Gu:.:!; insiste con particolare ':nitezUI 11ullc viccnae interiori del poctu dclrA ngcl. Talchè, se da una parie !"impianto storico- 1,:tterario della poesia di Patmore appnre i:,iuttoslo 801lOpQsto e limitato dull'intcrcssc •puituale e religioso e a ciò si confor- 1na anche il Guidi traduttore del thild'a PucchoK e di A melfo - la comprensione dei valor, formali e della sensibilità natu• raie di P&.tmote trova un commenlo adegua– to ai momenti dell'inquietudine morale. più straordinaria beffa d1e SIJ mai nppar• MASSIMO PEIBOCCHI: L'uomo e la sto ~ion: J:~=r~~U~~~;;sr~c:ti q('::~:iifrdi ria e altri saggi e svugh=. Bologna, Zuni- bdfa, use:i1 di scherzo, ll()i troviamo d 1 e chelli. 1946. Mtilaparte dice m('l 1 le cose serie. Ci r<110 Non è facile pnrlare di un libro che ~a. pagine ,ruUa natura del Camal,·onte 1,oliti- come questo, esacnzialmentc idoneo al tcm– co (che, sia dello u11a volta ~r semvre. po cd ai complessi che lo agit/\no. Potrem· è il popolo italiano, è Mussolini ed è nn- mo tutt'al più rilevar" 1n euo l'animus dello ~:~e.M:!~:;~ :>~: : 7ù l'iie::~~f 11 ° 1 ;,:~1~:~; a1udioeo. che tra storicismo e irrnzionaliamo Il distacco d1 Patmorc dagli interessi dello società circostante (e proprio per un im– pegno di fede che l'epoca permetteva AOl• tanto attraverso un isolamento di uomo e di scrittore) non nega l'inflenz.a di Hunt e d1 Rossetti. di Millais e di \Voolncr, cioè del preraffneliti11mo più manifcs-to e dcc.ora• tivo, dei pittori più che dei letterati. L'inde. casa ascendenza spirituale del Movimento di Oxford e di Newma.nn a1giungc capacità mcditaliva e interiorità. al processo persona• le di Patmore verso la fede cattolica. E per– tanto quel che 11°eraescluso da un11 influen• za lelterarin (il Patmorc solo, il Patmorc schivo e racchiuso!, ritornerà in funzione di un quadro completo della poesia cnttolicn inglese dell"ottoccnto, là dove Patmore sarà ri801to non solo come fermento rclig1oso. mn come equilibrio e reagente lellcrario. Quel che ha già reulizzato criticamente ì\ Guidi con questo studio su Patmore, avrà modo d1 apparire nel suo progresso storico-spi, ituale m un lavoro cui sta attendendo, un·antolo– gia cri :icl.'I sui poeti cattolici inglesi del– l'otto' ~nto e novecento. G10Rc10P1-nnocc111 la moralità che vi è implicita. O <-he ,, 1101 (i due punti su cui si dibatte, come ogni <tire che Malaparte ha colto nel fcguo. altra, anche la di11ciplina storiografica), r:– Pure il Jibro non riesce a raggiunger~ la trova con mano sicura la tr1'ccia dii una, sia dignità di certi comtlonimenti famosi del pure intimamente angustil\ln. ma incontro– gcnere, neppure di quelli più def'isornenle vertibile modernità: • La ragione - scrive scondali&Lici, 1x1m11llletai.r.~. Princii>almcn• - prendendo nel suo csplicm11i consapevo– le n causu del gusto di strahre, congenia~ l·ezza della propria forza e validità, ricono• le in Malaparte, del piacere della digres- sce al tempo stesso i propri limiti. e vince 11ione 1>reziosa tra erudita e mondnnn, del- gli sfaldamenti deterministici e contingcn– l'allrazione per la tro,•ala sensazionale tiatici accettando la presenza della trasc.cn– J>er il calembour; n cagione del bi-unii- denza »: e aggiunge: • che non può che nismo decorativo che egli ha ereditalo dal esscre religiosa, cristiana. la sola che abbia suo illustre J>rcdeeessore al Cicognini. un senso e una consequenzialità». Correla– Chiuso nel giro d'i cento, anz_ichè di Ire• tivAmentc trattando di Hu 0 1zinga lo sottol:. cento pagine, condouo con minori distra- nea e lo commenta, con intelligente finezza. zioni e capricci, con maggior rigore, cun Ma, in verità, trattando ..1 di constatazioni. più attenzione oi punti vivi de11a favola, quali sono le segrete vie che di!Tcrenzic– con una pr08a prolissa e artefatto, Don ranno la .90luzionc cri111ian.1di cui sopra da POETI LE.TfONI CONTEMPORANEI u Camaléo poteva riu11cire un'opereltn Sllli• quella • tutta umana, senza possibilità di cura di MARTA RASUPE. Versioni italiane ~ic~n d~a:t!:. :::i,~o~:::li!~~Jat':'~n 11 1~ 1~ sosta~ziali risoluzioni rcligios-· » di Johan di D. VAl,ERt. f.. SEIIRA, E.ADAMi. Edi- più etofTa di letterato cinquecentesco d1e Huizinga) Senza insistere sulrintcrrogativo san - Roma, 1946. pp. 220, il... 230. di !ibellista @etlecentesco, e insomnrn, lo che ci pare investa la parie esscnzia1-- dcUa abbiamo detto in altra occasione. egli storiografia di Petrocchi, ci pare cht. gli 8 i Più volte la poesia lettone ha varcato 1 aspira vis.ibilmen1e a rimanere et1/<mt pro- debba riconoscenui anche per avere esami- l"angusto confine della lin2ua ~r affron- dige e en/ant gaté per tulla la vila. noto con dullile fermezza delle creature poc• tare un più ampio oriz.zonte e per a:iungerc LIBERO BIGl'RETTI tiche, dal Magnlohi al Tommaseo, da Serra ad una più vasta cerchia di leuori: ric..or 1 - Ct:RZIO M.ALAPAIITF.:Don rc111A.:,Va!Jccchi, 1946. BELLE ARTI Ccmur!Pn. Fi, NINO BARBANTI I: Biennali. ,. a Rivièrc. Quanto al primo, ci sembra che dcremo l"nntologia tedesca di f.ckardt-Ska · Petrocchi. venendo ad ammetterne la vali- berg e quella inglese di Matthcws, ombc– dità stilistica in sede atoriolil'.rafìca. consenta due accurate e assai interessanti. Ma I.o. ad una solux.ione aemplic..,mentc negativa grossa antologia di poeti contemporanei che ove non rimandi, oltre che all'elemento pre· Marta. Rnsupc ha felicemente condottu a illuministico chiarito con esattezza, a quello termine con !"aiuto di alcuni italiani - conlroriformist'ico e secentesco di cui si veda Diego Valeri, Euore Serra, Eu;ienio Ada. nelle e confessioni » al Granduca pubblica- mi - è cerio superiore a tutte quelle che te recentemente da F alqui. Se al ziuoco ma• l"hanno preceduta: non solo per complctez. galo1tiano, in altre parole, mancava il /rii- za e vastità, ma anche per il guaio e per ,on 11 ouoeau del Redi O del Bartoli. non ne il riaore che hanno presicdu10 alla scelta Tridente, I94.S. pp. 132 Con questa aua ultima fatica ino B~r- bantini ha, ai può dire, impostalo e uffi. c1almcnte aperto il que,silo pondcro90 della Biennale d"arte di Venezia, tema di c11pita. le importanza e per la nostra cultura e per il n08tro mercato delle arti figurative e, an– che, per il noat·ro turiamo. era a53Cnte quel riverbero pieno di prcsen- ~il:~;io vdtounnc~ ~~ 0 :li;: 11 ;:ilu;:e::~:: ;: E' fin dal 1912 che Ba.rbantini porge la sua attenx.ione di esteta e di umanista 8lln grande imprc&a veneziana, della quale. nd ogm succca.siva ripresa. andava tracciando i pregi e le manchevolezze, fino a che nel 1932 non veniva diffidato a continua.re Se questi scritti chiaroveggenti formano il tessuto connettivo del volume. il vrcgio e.a.pitale di eaeo va però ricercato in qud rapidi e concrell e~ami critici dell'opera e del pensiero di alcuni Ira i più insigni capo• 11itor'1succedutisi, durante il periodo "uac• cennato, nelle eale della maSBimn e primt, e11posizione internnzionale d"arte moderna. Siano RC>&80 ed Ensor nel 1914 o Cézanne e Archipenlco nel 1920, aia Spadini nel 1924 o Modigliani nel 1930, Barbantini polnriz– za la sua attenzione r,,u nomi e su u-,min che, per un verso o per I" altro. avev:ino davvero detto una parola nuova, viva e du– ratura e ne traccia dei profili mono,p,3fici determinanti e oi-mai essenziali per la b. bliografia di ciascuno. tirru:nto storiografico. Rigoroso ,. lucido il pericolo di farai 80praffarc dal docum~nto: saggio sulla coscienza storica di Serra, che cioè da un idcule di completezza storica che ci guida con coerenza ali'• abitudine aispo- non trova aiu111ificnzionc fuori del clima sto nll'intcrno dialogo, nriosomente pcnelra· e della lmQ:"und'origine. Di questo invece ~oen:\:auc~n~uco d7s:!l::io~:~ 1 \Ìinr~!:~c/c:~:: la Rasupe c<I i 9uoi collabornlori si son ne affidando alla generazione che gli so.sui- resi conto ed hanno cercato perciò di re• rà. In ogni pagina, si può dire, di questo :~~d~:t:~;e •,:el~er::on~o:~ ::g~:;~~ ebo~: libro. una mente umanistica che sorveglia tesimo, a una loro indipendente vita in con attenzione i punti vcrificnti e le rispon· italiano. dc1ze d1 un'applicazione gnoseologica. I~ E' vero che la duplice rifusione del te– qunli si rcaliz..z.ano quasi senza alcuna di- 11to(traduzione letterale - versione libera,n~nte 1erepanv.. Ma tale è la finezza e la estcn- artisnca) comporla spes90 anche un allon– sione del giu0co. che ne n11scc, di quando tanamcnto piullosto pericoloso dnll'ori1ina– in quando, come un'u11pcllativ<1. tm le cui le. Ma anche senz..'l confrontare tulle le ver- ~:e:t0e110q~:•;~e 8 ~:v:,",:ot:t:;:~--libri :ul~~i r:'. sioni, possiamo risc.onlrnre la fcdel1à con cui è atnto od esempio, tl'.'SO dal Serrn il lm. stnurazione roman.n del 181.S rende poa guaggio pesante e prezioso di Virza v la sibile un diacrclisaimo riconoscimento di co- malizia della • Canzoncina d"anv:,rt' ~ di muni affeui ~ civiltà. B."ln:la: l'nderenza al t~sto parola per pi..ro- f'1m1n CCIO l- LI\ I I la, quasi miracolosa, della • Figlio del Re• di Rtiinis nella traduzione di Valcri; In fr..111. LUCIANO ANCESCHI. Eugenio d'0, 5 chcu:a di certe liriche minori d1 Sknlbe in. ,._ terprctate da Adami. Iniziare qui il discor- ad esso forà bene di ricorrere chi vorrà me– glio ragguagliarsi sulla poesin contempora– nea di questo piccolo popolo b11hico. Il qua~ le vanta, ohre che le sue ormai famose poc• sie popolari riccheggi<11Hi l'antico sostrato pagano e mitico 1ndoeropeo con una im– mediatezza a cui è no,\ estranea la lingua (miracolosa sopravvivcnzn che forma la feli– cità dei filologi e dei linauistz) anche qual– che poeta di un valore indiscusso. come il R8ins, che meriterebbe a g'msto rigore piena cittadinanui anche nel!e maggiori letteratu. re europee, LUIGI S,\L\•Jj\J AUGUSTO MAZLE"l7"1 . T ,anta poesie. Tip. Antonioli, Gozzano I94.S, PP. 30. L. 7;_ Queste poesie così dislanz'1atc nel tem• po (dal 1933 al 19431 rcslano quasi sempre fedeli a un diario del cuore. Prove più semplici le prime, uguali a confessiom della vita; disposte le ultin1c ad ambizioni di gioco mentale preparano inl)ieme una fi. gura di sincerità sofferta e di fedeltà che tembTa •z:i11ponderc alla storfa personale. Anche il linguaggio dalln inisum piana e umile passa a una più chiusa •: -.errata in cui possono riconoscerai le •letture. Ma la prima umiltà era più vera, somigliava all'innocenza: ora queat.n poesia confina col g'l.oco, appare più mlelligente ma fo· .se meno impegnata con l'anima. Come acm• prc quando la volontà ai sostituisce alle immagini nalurah, F. 'L ERRATA CORRIGE Nel n. 7, recensendosi il volume di p0e. !ie Città infcticc, un errore di stampa ha mutilato in Micl1e/i il cognome dell'au– tore, che è Michclini. FIERA LETTERARIA ,--E' A DISPOSIZIONE DEI LET– TOIII PE:11PIIOCUIIARE LORO ATI"flAVEIISO LE LlllnElllE, E SENZA ALCUN ONEflE DI COMMISSIONE, TU1TI I VO- LUMI DESJl)EflATI Sl'EDIZ/O/\/ A MEZZO STAM– PE RACCOMANDATE. l'RA.,– CO DI PORTO CONTRO 1/, PA– GAMENTO ANTICIPA1O [Jt,:/, l'/lEZZO DI COPE/lTINA; O CONTRASSEGNO Al, l'llEZZO DI COPt:IITINA CU,1V.ff0 OAU.E 01.t," :,,1-'J::St:POSTALI 11/, l'Ul<O COSTO, olivetti l1ll M40/a . l"'r'""'""''" ter.ta ser,e P,of_ C. W. V ALENT/NE E' inteJligente vostro figlio? Pcrd1l• \lala1>ttrte ci raccontn le vicen– de di <1ue~to libro. non meno for111notc di , 1 uclle auribuite a Kavutt, nnd1°cs~o sal– valo rnira,·olollameJ1Le dopo aver allr:wer– lluto l'Europa, dalla Ru&:iia alla Spagna? Per due moti\i. Il primo ce lo dirhiara e,ili -..u•a•Q: (< Se Don Camaléo non (oll;;e già .,,aio pubblicalo nel 1928 quandt} Mu~– •olini tra \Ì\O, Oél?i rinunt.icrei for:.e a darlo a.llr -tampe. '\on è degno Jii uno arrillore c:-oprire di ridicolo un morlo Ee è ,ero clic i morii non ai po'1aono difen– der,·». E non po-..iamo rhc clar~li r:ip:io– ne. 11 "f"<'ondo mo1i,o (' quello di •1vvolo· rure w10 6Ua te--i intorno ulla inrliJ>t•nden– za d 11:i lcll<'t.llura italiana sollo il foc.ci – l'mn. "Jndipt•ndrnza per convinrtrsi della Altrettanto ,mporlantc ci sembra il c:-.pi– tolo di chiusura dedicato alrancora ignoto segretario generale di domani, L. F. i/ nuot>O cla,sicismo europeo; Rosa e 50 ,mila validità di questa lirica fu()n elci cli. Ballo ed., Milano 194 5, pp. 131- ma originale e accennare alla sua •torir'I ci Da Anceschi, che è da qu11si vent',mni I r,,embra fuori di luogo, tanto più che con il pili attento lettore, in Italia, cli Eugenie- rigore di unn l"'anlleua cui non fa vdo nl-1 d Or~, non ci_ si atte.ndt>va 1111 11nggio me-no e-un, pregiud_17io nazionalistico la ordinn1rice 1 prt>c180e sottile, un eimmc meno 1mpf'"g 11.1 --11"'II Antoloiim. ha premesso alla raccolto uno 10 di quelle orbilror1edadea r<iustamenle t:.i. <1tudi'>t>lt>;i:ante- e- ns!'lai pil1 che inform<1tivo: IL \IE1"0J)0 l-,;LAIJOJU1'0 J)A UNO DEI 1'10 l\'O'fl l':,ICOU)CI li:UHOPf;J PER l,A VALUTA/.IONJ-.; DI.U,tè AT1'l'l'UJHNI Nf;I l<AGAZZI b oteca Gino Bianco

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