Critica Sociale - XXXV - n. 23 - 1-15 dicembre 1925

296 CRITICA SOCfALE tre aggiunge un 'inciso sulla nècessità di conser– vare Ja forma repubblicana. d! Governo, è reti– cente in quanto no:v accenna che, per salvare questa forma :riepubblicana e salvare. lo Stato dal dominio della plutocrazia monopolistica, il par– tito socialista è dispostq· ad assumere il Governo anche ool concorso di rappresentanti di altri par– titi e classL Solo in un punto c'è allusione impli– cita a questa convergenza di azione con altre forze, per la difesa daì pericolo della guerra, là dove,.in un inciso aggiunto, si acoenna allo Statuto giuridico internazionale, e cioè alla Società delle Nazioni; ma, anche ristretto a questo punto, l'ac– cenno alla collaborazione· è sottinteso, quasi si • avesse scrupolo dì confessarlo. Si è soppresso, è vero~ il passo della mozione di Erf urt~ in cui si affermava che tutte' le altre classi sono legate a1 principio della proprietà individuale e si propon– gono di mantenere le basi della soci.età attùale; ma mentre questa canoellazione può esseve ecces– siva, perchè infatti-nessun'altra classe o partito, · · fuorchè il pro~etariato e ·n partito socialista, aspi– rano alla socializzazione dei mezzi di produzione, viceversa non basta neppur essa a colmare il di– fetto di una esplicita dichiarazione della possi– bi.ità temporanea di un'azione comune fra prole– tariall(.>' e altre e.assi, e delle forme 1e, de.i limiti in C.li questa collaborazione può avvenire. In un solo punto la revisione è stata compiuta in forma cniara e radicale. · · Il programma di Erfurt parlava di un abisso sempi'e più 1argo fra abbienti e non abbienti, ed era tutto' quamo ,ispiralo al concetto di un -cre– scente peggioramento nelle oondizio:ni deUe classi lavoratrici, assillate da « crisi sempre più intense e devastaLrici, per causa delle quali la mancanza ,gen~ra.e di sic.i.rezza è divenuta lo stato n.ormale uelìa società » ; , e soggiungeva che queste, crisi sor.. o testimonianza c,1e « l'organizzazione attuale . della società è impotente a contenere e dominare l'esparn,i.one_delle forze produttive » . lJalla mozione di Heidelberg ·quest'ultimo in:– ciso; è stato tolto, perchè, a deua del Braunthat, il cònoetlo che esso es_prime ha servito di base a tutte le correnti estremiste, pronte a cogiiere e a pretendere che il Partito cogJ,.iessel'occasione di tutte le crisi dell'eoonorilia borghese per ten- , tare La sua rivoluzione deiinitiva, mentre la. ge– nuina dottrina socrnUsta non ha. mai accolto il concetto chre il socialismo debba sorgere come Fe– nice daUe oeneri del capitalismo e la rivo,uzi_one del 1918 ha a:µzi fornilo la prova (sempre a della del Braunthal) che il periodo di depressione del– l'economia capitalistica offre le condizioni più sfavorevo1i che si possano imaginare ._per una ri- voluzione. socialista. . E ancl;ie il primo accenno aUe crisi è stàtd fortemente attenualo: non più si afferma che•esse siano sempre più intense e devastatrici, ma si dice soltanto che in occasione di esse crisi; le quali << seguono ad ogni periodo di prosperità ecvno- · mica », si fa, più grave per i layqraLori il pericolo de11a disoccl.lpazione. Ma s9pra tutto è importante l'afformazione,Ti- · badita in due punti, cne la classe operaia, mercè 1~ ?rgani ~zazio.ne e 'la lotta che con essK può so– slenere, rie.-,cead impedire.il peggioramento delle proprie .couctizi-0ni, ~ conseguire anzi un migliora– mento, a tener testa al capitaiismo « come un ri– .va,e in ug_ùa.icondizioni» ; af.Lermazi<0ne radorza– ta dall'altra, espressa in altr,o punto, cne l'azione· del pro.etariato sul terreno polidco riesce a conte- . nere i male1ic1enetti ché suUe direttive dello Stato ~vrt:,b~e l'infl1:1sso del supercapitalismo finan- z1ar1O. . · 11 ~ne_ha.1ni.portanza· non solo come ~onstata~ BibliotecaGino Bianco zione di fatto, ma anche perchè, abba~donando il concetto che da un estremo aggravarsi del male nasca la sola possibilità della salvezza, affer– ma che la forza progressiva del proletariati? ·può, almeno in parte, dominare le forze della nta so– ciale; e fa scaturire H proposito e la ~pl'ranza che alla liberazione si possa ghmge;re attraverso tma graduale elevazione, per virtù di una co– scienza e di una volontà continuamente operose. E auest-0 concetto si riflette nel programma d'a– zio_neche segue alla dichiarazione di principi e che pubblicheremo e commenteremo nel pros- simo numero. ' IL VICE. la · IO[ialinaiion~ n!II' a~riroltur Alla parte, pubblicata nello scorso numero, d~i capitoli che nel recente libro del Kautzky (La. ri– voluzione proletaria e il suo programma) trattano dell'agriooltura e della socializzazior..e delle grandi aziiende .agricole, facciamp seguire i paragrafi che trattàno della socializzazione della piccola pro– prietà agraria e della industrializzaiione dell'a– gricoltura. · tJer quel che riguarda l'argomento del primo di questi due nuovi paragrafi, siamo semp,re dell'o~ pin'ione, che già e.spritnemmo nella postilla (pub– bticata :oel n. 17 di quiesl'anno) agli articoli del H.iguzzi su questo medesimo soggetto, che cioè la viLa1ità della picoola proprietà non· potrà esser vamtata se non a1ia stregua della proporzione fra la capacità sua e quella della grande azienda agri– co1a _asoddisfare nel miglior modo i bisogni della vita sociale, a dare, c10è, il massimo P,rodotto lordo; e che questa prop9rzio11re non potrà esser · stabi,it~ se non in base a dati e a cilr,e precise, rac..:,01tecon una larga indagine, in paesi che of– frano la massima variet~ possibUe cli condizioni naluraii del suolo, di situazioni 1economiche, di esperienze tecniche ed ,economiche in materia' di agrioo1tura; e così via. È questo un còmpito di à1Lo interesse teorico e pratico, che potrebbero opportunamente ass,01Yer:e,associanqo le proprie' torze, l'Istitulo internazi,ona1e d'Agricoltura di homa e l' Llùicio internaziona,e del Lavoro di Gf– nev:ra. Quanto all'argoinentb trattato uel secondo paragraio, cne 10 s101-1amentodelle grandi città e. · ii rh9rno cteg1ioperai verso le zone agric01e siano tini desiderabili, è cosa che nessuno può conte– stare; coine è pur vero, forse anche oltre· i limiti accennali dal K., che vi sono oggi varie circo– stanze cne. tendono a contrastare e far regredir.e il pro~sso, di, accentramento della popolazione neue città, che fù, nei decenni passati, effetto dello sviwppo industriale. 01tre alle ragioni accennate da1 Ka.utzky (possibilità di trovar mano d'opera a miglior mercalo, vicinanza delle materi~ prime), c'è anche ·lo svimppo dell'uso dell'energia elet– trica come forza motrice, la possibilità d1 un fa– ci.Letrasporto dei prodotti, anche da luoghi non attraversati da terrovie, a mezzo di tram elettrici o a vapore o a mezzo di camions. · Non a1trettanto concorde sarà il giudizio sulle consegue~ che i.L.Kautzky v-0rrehoe trarre da questo riacoostamento topografico del lavoro in– ·ctustria1e a1. lavoro agricòlo: e cioè una fusiooo più intima di queste o,ue forme di attività produt– tiva, aue qua1i dovrebbero essere applicate, con opportuna distribuzione di ore, le stesse braccia · in ciascuna g1orn'!lta. Il Kautzky stesso non in~ tende per altro di far proposte categoriche: pro– spetta la cosa come desicterabi1e; ·riconosce che non v'è sinora a~c_,maesperienza che possa testi– moniare-se 1acosa sia possibile o no; a.herma che, ad oini modo, un'idea di questo. aenere dovrebbe . I

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