Critica Sociale - XXXV - n. 23 - 1-15 dicembre 1925

302 .CRITICA SÒCIALE peraio, durante le ore libere, di istruirsi divertendosi, di sviluppare armonicamente il suo corpo, di ~rricchire il suo spirito e' 'di nobilitare il suo- cuore. Non deve trattarsi, beninteso, di una qualsiasi coa– zione, come fiQgono credere certi buoni apostoli della libertà, del laissez faire, làisser pa.sser, che ironiz– zano leggermente sulle nostre intenzioni e gridano pa– ròle di abbominio contro. quelli che vorrebbero - secondo loro -, dopo aver. disciplinat_o il lavoro, disciplinare il ·riposo. A nessuno, spero, passerà pel capo _la stramba idea di oom 1 andare all'operaio ciò che ·,egli deve fare per occupare le sue ore libere e di' or– dinargli, dopo· il lavoro, di passare alle 18 alla pa– lestra ginnastica, alle 20 al bacino di nuoto, alle 21 al cinematografo. Lo soopo è di moltiplicare le occa– s.ioni di piacevoli svaghi, lasciando intera all'operaio la libertà di scegliere quelli che gli garbano megliò. Non si tratta di ris0Ivere con la coercizione un pro– blema così vasto, compless6 e delicato. « Il problema delle otto ore - diceva Boutroux in risposta a, un'in– chiesta bandita dalla Rivista Je sais tout - è il più importante che possa proporsi in una democrazia. Io mi _sovvenni spesso di questa frase di Goethe: « Ciò che iè. più' difficile all'uomo. è ~come ut'ilizzare le sue ore libere». Come dunque organizzare i riposi di cui godrà domani il mondo del lavoro? Non bisogna esser tropp0 sistematici; le individualità devono essere ri– spettate. Riflettendoci, mi sembra che uno dei migliori elementi di svàgo utile è il· giuoco sotto tutte le suè forme, non escl'usa l'innocente partita di boccie che in altri tempi io giuocavo coi miei genitori. Anche il canto è· un ottimo motivo di riunione. Si può cantare in seno . , alla famiglia, che è la base della società; difendiamolcl' in nome della salute. e della -morale. Moltiplichiamo i campi di giµoco, le associaz:oni musicali; istituiamo delle passeg'giate, dei gi~rdini per gli abitanti deUe città; fondiamo delle biblioteche. La glovane America ha compreso ed ha effettuato tutto ciò; imitiamola., pùr tenendo contQ, beninteso, della- nostra mentalità particolare ». · (Continua) LUIGI PIERARD, Ciò -c.he si. stampa Movimenti politici e ·soci~li in Inghilterra · . dopo le guerre napoleoniche. Due notevoli studi recenti del. fecondo teorico del gildismo. G. D. H. Cole, sul riformatore radicale poli– tico Cobbett e sul riformatore sociale ,Owen (1) sono, per lo studio dei fenomen,i politici e sociali inglesi ma– nifestatisi nel periodo bellico e postbellico napoleo– nico, altrettanto· interessanti, quant-0 la recente inchie– sta ·del Philip sul problema sociale nell'Inghilterra mo– d_e~na _(?). lo è per lo studio ·dei fenomeni analoghi ve– r_1f1catis1 m conseguenza della guerra mondiale. Il pe– riodo di tempo. nel quale operano i due grangi rifor– matori. sopratutto il Cobbet, è, infatti, dominato dalla crisi sociale ed economica della guerra e del dopo– guerra napoleonico. « L'intensità della lotta contro 'la Francia .:_ ..scrive il Gole nel volume su Cobbett - prima contr.o i ·giacobini poi contro Napoleone, ma– schera-i vasti cambiamenti che avvenivano nella stes'sa Gran Bretagna durante tutto il periodo delle guerre . francesi. Se la rivoluzione francese· e l'avvento di Na– poleone erano fatti di vitale e preminente importànza' per il mondo, i mutamenti contemporanei nella interna struttura deHa società inglese erano non meno impor-· tanti e non meno un~versali nei loro effetti. Mentre il mondo lo..ttava per abbattere le ·nuove forme ·politiche che la Francia rappresentava e predicava, ,dietro di esse i:naturava µell'industria e nelragriooltura una· ri– voluzione ·ben altrimenti sovversiva. Le nuove forze economiche- si sviluppavano dietro la spada della mo- (1) Cole G. D.: The life of William· Cobbett. - London, \V. Collins Sons ap.d Co. Ltd. 1925., Cole G. D. 1-1.: Robert Oiuen. ·- London Ernst Benn Ltd 1925. ' . (2) André Philip: L'Angleterre moderne. Le problème so– ciale. L'éxpérience tr.availliste. - Paris Editions G. Crès et Co 1925. · ' ., ·Biblioteca Gino Bianco rente aristocrazia feudale e ·traevano ·dalle necessità: , finanziarie e dalla opportunità commerciale della guer– ra un maggio_rimpeto e un aumentato potere. Il capita– lismo si uni al feudalismo ne1la lotta contro Napo,– loone e fu un elemento essenziale della :fua disfatta. L'Inghilterra comperò fa vittoria, come comperò gli alleati di Europa, coi sussidii forniti dai suoi lords del denaro. L'aristocrazia vinse la guerra indebitan– dosi coi capitalisti. E questa malaugi.:,.rata alleanza sconfisse. non tanto la Francia, quanto il coinun popolo d'Inghilterra ». Se la « rivoluzione industriale >> fu una delle cause della profonda crisi oociale -che· si mani– festò in questo periodo - il (< periodo rivoluziona– rio » della storia del movimento operaio inglese - la guerra e i suoi effetti ebbero parte notevole in questa . crisi -e nella politica dii reazione adottata -dalle classi -dirigenti. Terrore del giaoobinismo, panico della rivo- , luzione· favorivano\ d'altra parte, H ,formarsi nelle classi dirigenti. tanto nel e vecchie come nei nuovi lords del'– l'industria, di una mentalità disposta a giustificare le peggiori enormità del sistema di fabbrica nasGente e a Nedere in ogni movimento di riforma politica e di organizzazione operaia; gli inizii di un movimento ri– voluzionario nazionale. Il giacobinismo era lo spettro bolscevico dell'epoca, così come il « socialismo gia– cobino » era il « comunismo milHare » del bolscevismo contemporaneo. Ma la guerra ·determina anche nella . vita economica fenomeni analoghi a-quelli che abbiamo ,esperimentato in questi anni. Durante la guerra: ec– cezionale prosperità degli affittuari e dei proprietart!, con conseguente-concentramento delle,aziende, e specu– lazioni sui fondi; rapido arricchimento degli specula- , tori.- i « profittatori di guerra», corruzione generale, scioperi; enorme ,aumento ,del debito pubblico e delle imposte; inflazione e corso forzoso e relatlvi effetti. · Nel dopo-guerra: crisi agraria; depressione industriale; deflazione e ritorno all'oro, che contribuiscono ad a~– gravqre la disoccupazione e la miseria generale; ri– volte spontanee, repressione violente; reazione, ditta• tura· e sospensione dei .diritti costituzionali :.....i fa– mosi sixacts del t817 -,., Gli scrittì politici del Cobbett sono un interessante documento il quale attesta che i pr.oblemi che là de– mocrazià del dopo-guerra napoleonico. dibatteva allora in Inghilterra, sono, in sostanza, quelli stessi che affaticano i partiti demoeratici in questo nuovo dopo– guerra. Gli scritti del Gobbett sulla inflaz:one e la de– flazione. sul debitQ pubbiioo e s:uimodi di fronfeggiarne gli oneri tornano a diventare di attuaUtà. Le conse– guenze della guerra creavano, d'altra parte, alleati. alla democrazia radica.le capeggiata 'dal CQbbett nella sua lotta oontro l'oligarchia politica e l'asservimento e l'i!ll– miser.imento delle m~sse. La gente, scrive il CQle,·aveva avuto tempo di rimettersi dall'ubbriacatura della vittG– ri-a e di calcolarne il costo. Pochi, fuori deUe file dei ,(profittatori di guerra>?, erano ormai contenU della loro condizione. Non· solo i ,poveri, i proletari, ma larghi strati delle alassi medie e delle stesse classi superiori erano in una situazione sconfortante; sopra– ·tutto i piccoli· es~rcenti e oommerc:anti e gli artigiani qualificati eFano particolarmente accessibili alle· idee. di riforma politica propugnate dal_CQbbett. n Gobbett è anzi propriamente, secondo il Cole, il ((leader» delle cla·ssi più colpite dal procesw di transizione dal vecchio al nuov-0 regime indush·iak Conscio dei malanni della (< schiavitù della fabbrica», .egli considera però la fab– brica come un'eccezione, una eccezione mostruosa e de– plorevole. Per quanto riguarda il diritto di libertà sin~ d·acale. non crede che il sindacato sia un mezzo efficace per l'aumento dei salari e atto ad eliminare le cause della miseria cres.cente. Queste cause dovevano ricer– carsi n.el sistema finanziario - i finanzieri, egli diceva, non Pitt, sono i veri padroni del _governo -, negli alti tributi necessai:i per· il pagamento degli interessi d~i debiti inflaz:onati, nella crisi conseguente alla po– litica di deflazione,· nel sistema p0litico vigente. L'u– nico reale rimed1o perciò la riforma politica e quindi tutti i suoi 'sforzi oono diretti a incanalare· H malcon– tento Wfiolare verso la riforma elettoralé ai fini di 1.1,na radicale riforma parlamentare. Salvare la nazione dalla miseria e dal disastro finanziario era, secondo lui l'u– nico mezzo per prevenire la rivoluzione e ricondur~e la stabilità e- il « buon tempo antico »; da ciò, i suoi sforzi per associ~e il movimento della riforma politica in ogni manifestazione di violenza e per dirigere tutte le forze verso l'agitazione costituzionale per la r~forma._

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