Critica Sociale - anno XXXIII - n.6 - 16-31 marzo 1923

.( Cl;llTICA SOCIALE bia fatto, che il piano inglese, a differenza dell'ita– liano, calcola i cinquanta miliardi dovuti dalla· Ger– mania, non per le sue obbliga,zioni iniziali, ma per quelle che le rimanevano al 31 dicembre 1922, e che quindi alla somma proposta sono da aggiungersi, per un calcolo esatto, i versamenti già fatti in denaro o in natura, i quali restano acquisiti a vantaggio di chi 1i ha ricevuti,· così come i beni di Stato cx-au– striaci da noi ricevuti, il piano inglese non sarebbe dovuto apparire ai nostri delegati così spregevole e rigettabile. La discussione sui punti particolari a– vrebbe, poi permesso di migliorare le condizioni, sia in ràpporto alla maggiore incognita del diritto ame– ricano, sia in rapporto ai 500 milioni oro che -l'I– talia ha depositati ma non prestati all'Ingbilterra, se è vero che, a differenza dell'oro prestato dalla Francia, l'Italia non ha mai percepito per essi nep– pure un centesimo di interes_si. * * * Si sp'ega ~orse quindi come il ·Gov1;rno francese, il quale persegue il fine politico di inedebolire a t~t– 'ti i costi la Germanfa e di costituire il monopolio' ih– dustriale ferro-carbone, abbia trovato nel piano '.in– glese l'occasione per affermare un più fo1ie dissenso, rompere gli accordi ed invadere la Ruhr. Non si comprende invece come l'abbia seguita l'Italia, che nella questione delle riparazioni non ha che uno scopo economico, di portata bene limi– t~ta, che dalla occupazione della ·Ruhr, o da ulte– riori complic·azioni politiche, "non può aspettarsi che il fallimen,to totale o parziale delle sue aspettative, e che ha un prevalente interesse àlFannullamento · dei crediti inglesi o americani. ' Tanto meno spiegabile e approvabile è il contegno della Delegazione italiana - negativament~ critico di fronte alle proposte inglesi, e passivamente inerte di fronte al pericolo della rottura e dell'invasione, in quanto ogni ritardo a una pacifica soluzione rap– presenta per l'Italia una perdita secca. Si può comprendere e si comprende l'atteggia– mento del Governo francese, il_ quale perseg11e un evi– dente scopo. politico manterie1'.do occupate le pro– vincie del Reno, e continuando a tenere in armi 800 mila uomillli; e prende perciò pretesto da una ina– dempienza di forse meno che 100 milioni oro, per travolgere l'Europa nell'avventura della Ruhr. Ma che l'Italia non abbia neppure tentato di trat– tenerla, non si spiega, non si giustifica. Si dice che nel 1919-20 la Germania offrisse 100 miLardi di indennità; pare certo che nel 1921 ne abbia offerti 50. Ma, ogni giorno che passa, con la occupazione militare, con la disorganizzazione della finanza, con le anomalie dell'industria e di tutta la economia, le possibilità di pagamento rapidamente diminuiscono, anche al di là di quella che può essere stata la naturale cattiva volontà dei Governi. ; Anche coloro i quali ammisero facilmente dappri– ma che, nel con:;orzio degli ex-belligeranti, la Ger– mania dovesse assumersi la parte delle ricostruzioni, hanno dovuto oggi chiedersi se i danni apportati alla economia tedesca dalle occupazioni, dalle re– strizioni, dalle limitazioni, non andassero a supe– rare i danni delle devastazioni belliche. Il dfstacco della Ruhr è poi il disastro, l'anemizzazione più profonda. L'avventura francese,_ anche trionfantr, · non compenserà mai la spesa e i danni dell'occupa– z'.one. L'Italia rischia non solo quel poco che potrebbe ancora avere di riparazioni, ma compromette, come l'Inghilterra, il risorgimt)nto dei suoi commerci. Una nazione che importa il (joppio di merci di quelle che esporta ha un primo e supremo interesse a promuo– vere, con la ripres;i. normale degli scambi, fa dimi- BibliotecaGino Bianco - nuzioue dei prezzi. Una nazione che abbisog·na di carbone hon potrà mai crede:re di avere difeso il suo interesse col ma_ndare tre ingegneri nella Ruhr, ad assistere, parzialmente complici (o sospettati taili), ad uno stato di cose -che -paralizza l'escavazione ed esportazione ~el carbone. Noi crediamo che ncm solo .non si sia sufficente– mente pensato alla pace d'Europa, ma neppure al– l'interesse dell'Italia. · G. MATTEOTTI. Al di làdelfenomeno< 1 ) Chi guardi, di questi tempi, lo spettacolo della folla variopinta che fa a gomitate per collocarsi in prima fila dietro al carro' del trionfatore, P. allunga ambo le mani per presentare con la destrà :i- 1 titoli della propria fedeltà e per prendere con la sinistra gli spicci@li' del sovrano gradimento, è tratto,· dopo vinti -i primi urti d'i vomit,o, a meditare. ben ·ai di là del fenomeno, Il metoç.o seguito dal fascismo è certamente e deplo– Ì'~voln:ien'te respçitisabile di avere alimentato la pil'l_nta d·e1timore_ cortigiano, e queste multif,ormi adesioni sono spiegabili in parte col manganello e col purgante. Ma v'è anche una parte di esse, e v'è una parte « in » esse, per le forme e per i limiti eh~ raggiungono, che non è giusti'ficabile cop la violenza altrui. Spesso esse sem– brano una volontaria svisceratezza servile-, UII11'l voLuttà <li inginocchiarsi, che .va oltre ogni necessità obiettiva e ogni prepotenza o imposizione del più forte. · Qui _non· è questione nè di ragionevole saggezza, nè· di sano ·rejilismo; non si tratta del legittimo desiderio di cniiaril·e e precisar!) la .propTti,a pos1iZiione,e cìo,è - ' senz-a intingere la propria fede nè sconfessàre la propria @pera n.è riftutare le proprie responsabilità - dl respin– ·gere acclilse, sosp·etti, responsabilità che non spettano. E neppu.re ,si tratta di sapientemente adattarsi .a uno stato di fatto, che esiste anch-e se ci spiace, e entro cui si deve pur vivere; nè di dignitosa rinuncia a quelle pose ·e a quei gesti di ftérezza pura1'nente fqrmali, che in certe ·condizioni sono ridicoli, come è buffo e· miserevole il nobile diventato povero ohe· vuole ostentare le foggie e le esteriorità àel perduto- splendore: , Si tratta. invece di adesioni nçm imposte, non chieste, non nec;essarie; spontaneamente offerte nelle forme e coi mqdi della più umiliante corqgianeria: dedizioni è,pro- , stituzioni ideali, ch,e perdono qualsiasi valore per la lòro -stessà•' ripugnante e patente menzogna, per lo s·pu– dorato e, a:d un temp@, balordo rinnegamento di ogni precedeFJJte principio o programma o pensiel'o. . Nel carnpo pr@le-tario, l'offensiva fascista ha proàotto innegabili devastazioni, materiali' e anche morali. La violenza intimidatrice da un lato, la necessità_ •di vivei:e , dall'altro produssero e, in parte, giustificano molte di queste capitolazioni. Ma pur senzà parlàre ·(anche per non ripeterci) di adesioni (;Juasi spontanee, che trovano ampia spiegazipne nella affinità elettiva di una, psico– logia viotenta, la quale si incontr~. e d!lpprima si urta, -e poi ben pr~sto ·si int~nde con un'altra psicologia v;io– lenta che arriva da tutt'altra parte (in mancanza della dittatura rivoluzionaria di Bombacci, _venga pure la dit– tatura -l'L'VOlll!Zilolll,atia di Mussolllilnm);pur Se!M,a poo:1ar-e rU questa gente, quant'altra ce n'è che 'oggi eone la gara della « iede],tà ·al reg,ilme », preoon.ta t ,cert,ilftcat.iJ falsi ~l suo fllOltàsciism.o delLa p,rim'orai; e A, d-ipLomi,,,o,ppor,turna– mente retrodiataii~ d,e~suo, J.eali6mo liltto;r:iJo,I Ora sarebbe· interessante sapere che valutazione si f/1, al Supremo Comando Fascista, di queste adesioni ·in ·massa di gente presa'. da uno di quei pànichi -contagiosi che son propri degli erbivori usi a vivere in branchi. Le voci al riguardo, nella stampa fascista, e sulle. bocche stesse dei più alti capi, sono varie .. Da· un lato si van– tano la crescente unanimità e le vaste adesioni, dall'altro c'è chi non si stanca di ripetere il " troppi ·fascisti! ,, e di reiterare_ l'allarme contro. questa invasione di... ani– mali inferio•ri nel campo dei leoni, la quale rappref;lenta , · (1) Qu~to articolo ci a~rivò troppo ~a;rdi.per ""6er pubblicato nel numero passato. Cett, aocenm a smgol, episodi pa,iono per– tant.o, per il .rinvio çlella pubblioazione, meno « attua.li ». Ma è pur troppo, a/ituale, oggi oo!"e 16 giorni fa, così la dia.gnosi complcss1vu., come •la ·oonclus1òne mora-le ohe ne scaturJèce. ' (Nota. del-la Critic~).

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