Critica Sociale - anno XXXIII - n.6 - 16-31 marzo 1923

. èR11'1CA soctALE • Socialismoe-dolore Fu osservato più volte - e l'osservazionll calza anche oggi, quantunque il rilievo appaia ora, per un riflesso della situazione generale, meno spiccato - che tra le varie categorie di intellettuali quelle dei medi-ci e degli avvocati danno un più co,spicuo contributo di proseliti al ,socialismo. Per gli avvocati si sono avanzate spiegazioni punto reverenti, come quella d'una demagogia politica ·che s'innesta t'acilmente sul tronco -clella demagogia profes, sionale. Per i me-clici si dice invece, con maggior s enso di rispetto, che il loro spirito subisce l 'influs.so e la sugge,stione dello spettacolo quotidiano d i d-0lore e ·di miseria, cui li costringe l'esercizio della loro professione. In realtà, nella maggior pa1'!.edei casi, questa s·piega– zione data per i medici vale anche per gli avvocati, e più particolarmenie per quelli di essi che trattano cause penali. I dolori e le ,miserie che la vita rivela ad essi, giorno per giorno, negli aspetti più tragici e più imme– diati, accentuano nel loro spiTito l'insofferenza dell'am biente éhe li genera o li ,stimola, e l'impnzienza cli urni– palingenesi. Del resto ciascuno di noi ha potuto constatare nella sua esperienza quotidiana, e sopra tutto nella propria interiore esperienzll, codesta caratteri.stica rivoluzionaria ciel dolore. Coloro che hanno sofferta la guerra non soltanto nel corpo, ma. anche - e sopra .tutto - nello spirito, ve– dono e sento-no oggi la vita con occhio e con cuore affatto mutati. Essi hanno ricercafo le cause del loro dolore e ,si sono dovuti inesorabilmente proporre l'Jri– terrogativo del ·destino de gli uomin i. Ora non si può dire che attraverso coct,sto proces.so p ioologico si formi senz'altro una coscienza socialista: cèrto è però che matura uno stato d'animo assai pi:opizio allo sviluppo di una concezione socialista' della. vita. · La formazione di code,sto stato d'animo è stupen– damente rappresentata in alcune pagine di Schopena.uer sulla .simpatia. « QuaT!,do il l~mbo d'el velo di Maia - egli scrive -, simboleogiante l'illusione dell(I. vit(I. individuale, si è sa!levato innanzi aoli occhi d'un uomo, in modo da non· ft1.1'Più alcuna. differenza eooistictJ, tra la 11,ersona.sua e quella degli altri UQmini, in modo da pren.dere altre·t– tanto interessamentQ alle sofferenze d~oli, es"tranei che alle proprie, in modo da prestarsi per qU/l_$lOa sçiocor– rere i miseri . con vera devozione, cosi: d,a sacriO,qarsi anche P,eril .b,en~altrui,,q11,est'uomo, oiunto a riconoscere sè come minima p!].rte del tutto, considera come· proprie. le inf!'nite sofferenze d'ooni essere vivo e de1<eaccooliere in s.è anche il doiore del mondo ». . *** Ma se il socialismo - come ·concezione e pratica della vita - att inge d al dolore un'isJ:>irazione ed uno s\imolo cosl !orti, lfl.no a qual punto codesta concezione e co– desta prat ica del la vita potranno eliminare il dolore·? E' questo il punto di vista d a cui il p roblema del so– ciali.smo a noi più vivamente interes.sa, poichè in esso si identifica il problèma inte grale del la vita, secondo la concezione sociali.sta che mi piace definire con alcune bellissime parole d1 Rinaldo Rigola: « ll socialismo ·è sopra tutto una forza morale. ll so– cialismo è una dottrina économica che tien conto dei fatti reali, ma riconduce tutti q~esti fatti verso un prin· · c·ipio etico ». · ·Farà, clurique, 'il socialismo scomparire il dolore dal mondo? Stando a quel che dice Nietz.sche, esso conseguirà il risultato perfettamente opposto. « Si erra - egli dice - nel valutare le sofferenze e le ·privazioni delle classi più basse. La verità è. che soffe– r1mze e m"ivazioni ci-escono con ia cultura, mentre 1. oràdi Più bassi sono i più ottusi: voler migliorare la loro posizione significa volerli ren(iere più suscett'ibili di soffrire •. E già era .scritto nell' • Ecclesiaste » che « chi accresce la sapienza accr'esce il dolore • · Ora sembra facile a prima vista obiettare che codesta ftl'os•oflapessimistica del dolore si f-Onda.sul presupposto errato -i:l.'unavisione statica del mondo; che vi si con– sidera. •cioè; e _vi si· drammatizza un'evoluzione degli $piriti sulla scena di un ambiente immutabile e irre– climib'ile;'ce che tlff tale pessimismo soltanto apparirebbe · 81bliotecaGirio Bianco giusti.ftcato, ,se \'era.mente nessun~ trasformazione di rapporti sociali e di condizioni ambientali corrispon– desse al processo di spiritualizzazione umana; mentre in r,ealtà le due cose aptpaiono oorre1ative, così che tanto più diqiinui,scono le as,ll.erità e le disarmonie dolorose. yuanto ·più s'eleva il tono della vita interiore. , Se uon che l'accennata correlazione ha un suo signi– ficativo rovescio: in quanto che, ,se diminuiscono le· ragioni attuaU d el dolore, s'intensLflca la capacità di soffrire; cosicchè l 'umanità.di domani S-Offriràcertamente tormenti, scrupoli, mortifica zioni che oggi sfiorano ap– pena la FlOStra.anima, senza turbarla seriam ente. Questo contra,sto tra le cause che tendono a.cl accre– scere e quene che tendono ad alleviare il dolore può tuttavia esser su·perato. Per fortuna, così indivìdual– mente come ,socialmente, non è la quantità del dolore che importa, ma la suìt natura. In codesto criterio è 1a'. soluzione del tormentoso problema. Il dolore appa1:e radicalmente diverso, .secondo che è considerato .dal punto di vista individualistico (borghese) o da quello solidaristico (socialista). E in codesta dif– ferenziazione, appunto, è il senso d~l progresso umano. Nella concezione borghese il mondo è un microcosmo . che si riassume •e iùealizza ncll'inclivi<lUo. L'egoismo è !"inspirazione di ogni attività, cosi come l'interesse con– creto eri immediato ne è la regola tassativa. Lo sguardo dell'individualista non vede il legame ton– ctiamentale che unisce g).i uomini alle -cose e tra di loro: il suo spirito non coglie il ritmo della vita universale li bene ed il male sono il suo ben.e· e-d il suo male. · Da ciò la naturale conseguenzll, di un ottimismo e di un pe,ssimismo vincolati a.I proprio successo personale. s:egli soffre, la. vita è_,una condanna; s'egli gode, la vita è un prem10. Se 11 suo sogno fallisce, il mondo p_erde significato e ragione: egli si isola in una spinosa solitudine, intossicata di rancori e d'invidia. E poichè intorno a lui. infiniti altri uomini, agitati ùal suo stesso tormento, gli contendono disperatamente il .successo, e poichè è nella natura <lell'egoismo l'essere insaziabile cosi come la limitazione è nella natura delle cose, ne deriva pei; lui uno stato di perenne sofferenza. Quarido poi il mondo sembra negargli ogni possibilità di succes~o o di rivincita egli spinge la sua rprotesta fino al suicidio. , ' Per chi riesce, invece, ·a spezzare le catene del proprio egoismo e d a. fo rzaTe i conflni del proprio orgoglio, il mondo .si tras.tl ,gura radioalmente. Il dolore personale. si disarma per l ui nella contemplazione dell'infinito do– lore altrui; la gioia degli altri, an-1!:ichèaccendere vel– leità -di conèorrenza; gli diviene raglon{l della sua gioià. Ciascuno ,sente d'amare sè stesso nella gioia che gli <là l'amore per gli altri. In. una parola il proprio_ dolore si fa rassegnazione: il dolore altrui si soggettivizza in simpatia. E :Poichè il ,dolore altrui appare infinitamente più grande del pro– prio, l'impulso attivo delLa simpatia ha facilmente ra– gione delle crisi 1"inunciata1"ie della ra,ssegnazione. Anzi codesta rinuncia costituisce l'alone di di-sinteresse In cui pìù liberamente agi,scono gli impulsi della simpatia. Co-desta, appunto, è la trasfigurazione del dolore in senso socialista: dolore individ.uale che si fa sociale· stimolo di guerra che si fa li(lvito di· solidarietà; ran; 1ore che si· fa tenerezza. Sa rà tolt o, in-sotnma, al' dolore quel carattere d'ingiusfizia che.lo fa più amaro a sè e più perjcoloso nel rapporto con g li altri. . · E il male a~sumerà un carattere impersonale., che eli– m-i:nerà l'orrore delle vendette e delle rappvesaglie: ,quel carat,tere impersonaJe che già moralizza la predicazione del socialismo in questa. crepuscolaue vigilia, ma che troppo pochi uomini ancora sono in grado di attribuirgli. *** In çodesta trasflgurazi-0ne del dolore qome rifleS1S0 del male del mondo - è il senso più pFofondamente idealistico e religioso del sociali6mo. Udii una volta Enrico Gonz.ales, che, difendendo in Corte d'Assise alcuni compagni imputati di eccitamento all'odi-O_ di classe, ricordaya mirabilmente ai giurati. que. ~ta·ver1tà. La quale è più vera çhe mai •oggi, mentre, m tanto abbrutimento di: ,spiriti, imbarbarisce an-0he il dolore. ANirONIO GREPP.I. RIG,t,MONTI• GÌU811PP■, q1rent1-r••'Pt>n1a,l,il, St!l,b. Tip.,• LA P&IJIODlQA •Ji,o:r,u1.1,11.p,\, • · Vi& M~va., 17. Mil~no \

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