Critica Sociale - anno XXXIII - n.6 - 16-31 marzo 1923

èRITitc• .!soeIALB o im apporto di zeri politico.:!Ilorali,' o un'insidia· simÒe a quella del cavallo di 'Troil1; ed, è in reailt;ì (anche senzà ~n. chiaro calcolo pJ·emed,iitato)' 'l'una ed l'altra cosa 1ns1eme . · · • . • · • : ✓' ·, ·., ***· _C0m'.1nq_ue sia, il problema'.che \Si.pone ·u 'buon- èitta– dmo· · 1tal1ano- .:_· seriamente ".cittadino·• .e seriamente "HaliaJio » - è quésto .. Il « carattere », non'. tanto indi– viduale _quanto collettivo, il carattere che è consapevòle :. matura_ f~11nezza di convincimento, e che è dignità, l'ìspetto d,i se, delle proprie· 1clee, della prop11ia coscienza-, è du,n,qu,e me-,r;oo oosi scal'Sa ne:lJJa viltà .pdi.ijtiica ,e ctv:i!le d:e!, IIl()plJ:,o pae.se7 . · : Gi_acchè ( è fu ,già detto), se u· prolètariato impiegò d1:1e anm a restare sconfl-tto, la gentè " civile », popdlare, li– berale, demo-sociale, rito.mista, ,rep1:1bblicana, ma·sso• n1ca, nazionalista, " mollò " e. va mollando in due mesi. Una parte di essa vide ,ed ebbe realmente nei Fascismo la immediata difesa dei suòi interessi materiali e tlel'le sue risc_osse partigiane; ma, per molt'altra· ·geRte, non proLe-ta:r1,a - e per quella stessa iPiù ·stnetbamente . e .fe– rocemente antiproletaria - il Fascismo significa la di– struzione di tutto ùn patrimonio ideale, ·1·adesiorÌe al ~-~sciSlJ!-O sig:q.ifica _il ri11~egan:i:~p_to __ di. tutti quei " prtn– mtpi. » coo fil viruciltore :scl).ermmsoe èio:m@I . " .i'llllmorta11 • per burla ... , . . . · ~ome rapidamente li abiura, 1à gerite "iiber~le ·o cri– stiana, masson.ièa e democratica! Altro che la conclamata " viltià " dei sovvertitori e de– gli " spaventapasseri " ro~sil Di Ì-à, -è stato il. colèra asia– tico, di là erarto uomini di neve, come ne tannò i ragazzi per gioco, con un .cappello in capo'~ un'a pipetta di cartà m bocca. Al primo scirocco, la .statua va in acqua. · I filosofi, Ministri· de,ll'Istruzione, preposti -per ufficio ali' " educ~zjone » delle novelle . generazioni, si _riman– giano il loro Dio fabbricato dall'uomo a propria ·ima– girie, e ingollano l'ostia in cut non èredbno; i popdlari oop,r01Ro 1e nudiità del CroceJlsso, con la oamic.ia nera,,e cosi accomodato, lo mettono nelle scuole perchè insegnÌ la carità cri~tiana ai ·fanciulli; i massoni mettono ii • fez » al loro grande Architetto, i democratici trovano. che la libertà e la sovranità popolare sono ombrelli che si possono .chiudere e aprire secondo il tempo ·che fa, i nazionalistì conciliano la loro concezione aristòcratica co1r1 l,a d-ema.g,0,gta de;glt ,ex,èapi d~ f.oille, ·e •de11emaisse . accolte nei Sintiacati. · Buoni ultimi, i riformisti' presentano ora le .creden– ziali delle loro bènemerenze in Sicil.ia dove g-iusta il metodo si'eroterapico, con l'innesto d'un' vacci~o pseudo– sociaI,ista, hanno tenuto 1ontan-o ilD v:aioiJ!o del ooctalilsmo genuino. · • · l'ffln c'è "principio"' che non· si trasformi e rion si trucchi per potere far parte del ballo mascherato, Se c;;ontinua un po', gli unici che abbiano almeno 1-'estetiéa di una· qualche logica feroce, sono ... i fascisti: · ' . ***. • I -Ma·se questa, piaccia o n01I1· piia,ooiJa,, è iliarea!Jtà; se .al– l'iltali.a pol'Ìltilcama'I!JOa il crur,alttete,-se il' Soo,at©- dove si aicco;Jg1ono i- ca,pt della oo,Ltrnra, i ma~trii -dai maestri· i ·m.odellt v:eirueraft>iQtl:' p-e'f ~a·gi10v'ieniltià - passà codi ooda:fda u.nanirrn11tàd,aJfil'"osaruna» al "=~ge» e viceversa, ·da Facta a Mussolini; se i partiti borghesi gareggiano· nella smania di "essere assorbiti»; se letterati e giornalisti, in occasioni di feste o banchetti nuziali dei governanti, si picchiano per esser primi all'ono_re di intonar 1a·can- ' zone.del giullare e per raccattare da terra i confetti; ·se, insomma, è -chiaro che, non essendovi " consistenza » \ di fedi nel campo borghesè, non era saldo sulle sue bas~ nè il regime costi~µzionale monarchico, nè _il Parlamen– tarismo democratic"o; non aveva solidità vera il seguito che il Socialismo pareva averé nel Paese, anche tra larghe zone·•di piccola e media borghesia; e non sàrebbe stato solido -e· duraturo un regime dive_rso µall'attuale; quali -deduzioni o quali rimpianti o quali speranze si può' ritrarnet. ·. .· rl'èl penos~ d·isdegno che lo spettacolo ci procaccia, dobbiamo- imputare solo o principalmente la violenza tascista che ha· alzato il sipario e levate le maschere, · o, p_:u:r serib!llild~buonié le 'nostrè proteste, e [a, nos•tra .ri– serv_a per la concezione· e i" metodi fas~isti, dobbiamo riconoscere esser stato dolotosa.r:µente utile che: la triste e ·cruda verità sia portata a1l 'ar.ia -e al sole? . Ai c1q1iprim.i - per anziaI). i.tà e per intelletto - del " fascismo, t~l~ ma,Jicanza d,i carattere della politica ita– li~a ·noo :ra,es-oe-nuov,a.. ,fu ,oorta;Ip.entelllJel!1e « radtose » giornate del 1915. che essi misurarono. la inconsistenza· della coscie~za. politica in Italia, e compresero· quanto possa una_mmoranza d,'audaci. E· anche aul'Estero quelle gwrnate r1veJ:arono la verità sul « -carattere » italiano. Poi la_guerra e la vHtor,ia misero in luce altri asp~tti e altre forze profonde e gra,ndi della nostra stirpe: forze attive, e forze passive che diventano,· in certe situazioni prezio·se. · · ' A ?uez:ra finita, anohe noi potemmo saggiar.e, come la mob11Ità e la infatuabilità delle folle. proletarie, così (e ben più) la non resistenza, la mancanza di fibra della borghesia - quella che oggi fa tanto' la spavalda! - pro~ta ad .arrendersi a un bolscevismo di stoppa, come oggi va al séguito di un movimento in cui non ha vera , nè consap!lvole fiducia. . . , . . , Che, s~ _èvèro (come certo è) che m;ia partè di queste _ades1om' nasconde l'astuto intento di entrare nellà cor- rente per. dih1irla, per, snaturarla, per deviarla; ebbene, ciò appartiene a ur:i machia.vellismo scettico che, non. fa onore alle .f!du,cazioi:iepolitica di una nazione civile. Ma non è questo solo aspetto, è tutto lo spettacolo che. ;a_ P.?cò onotf ... E 1 color,c'iche, •co,n,stolida partigianeria ~(js1;1mle a qu_,c,llla, df . ~er.ti .giornalisti nei primi mesi- della nostra gueFa eh~. dipingendo l',eserc;~toii,u-striaco.sempre co:ciardo, ,sempre i.ri.fug:a, n,0111 s•avv ,edev.an ,o che .quella offèsa alla. verità era, insieme,· anche' una·· svalutazione ~ella vittoria del nostro 'esercito)' colo'to, dui:ique, ·che sto– l!damente- esaltano. la .tacile ,rapidità· della vittoria fa- - scista contro ,un avversario che non oppone alcuna re– sistenza, non s'accorgono che tolgono così valore alla vittoria e dànho a un tempo 'l'impressione che l'Italia sia un p_aese privo di 6gni s6lidità m6rale, dove ogni fed~ :vac1Ila e ogni conviRzione crolla al primo. urto o alla prima. minacc;ia di urto?. In tale situazione quella _parte di cittadini ~he rimane nelle sue posizioni• ideali, senza pose eroi-che se'nza vane mina.cere, come senza viltà di offerte e di dediz.ioni, rap– pr!lsenta, ancora una volta, al polo opposto del Fascismo !_'unica forza, per lo meno moralé, che rivendichi· da,'. vanti al mondo il prestigio della " serietà politica » ita– lia·n·a, neJliuniversal!) dispersione d•ei. « valori' morali.». GIOVANNl '!llBORDI. 111.Nazione; patria, umanità :< 35 bis) a) Le ragioni materiali dell'idea imita1'ia.. Alt11a volta, a proposito di una disçUssione fra Alessandro Levi, il quale aveva sostenuto che in Mazzini ,il concetl,o ce·n~raJefosse quello di dove– . re, e 1 il Vidari, il quiàle.affermava invece ohe tale •funzione di ca;'rctine'.spett.asse :aJ concetto "di po– polo, io notavo come il dissidi,o potess~ e,o,rnporsi ,nel l"iconos-cere quale più profondo, per M·azzina il concetto della missione, uh~ fonda e costituisce un J}opol-o. ed a lui si impone oome -sac,ro impe– 'rativo mo-riale. In que.sto còrwetlo cli' missione sta l'ess-enz,adel– la nazione (« una nazione è una missione viven– te>>),e il valoI"e sacro della patria per Mazzini: "°La nazionalità e' la pa·rte c;he Dio ha prescritto a o,gni gente nel lavoro llJ11~mita:Tiio: la missioni, il, compito _che ogni Popolo deve adempiere s,u1'la terra, perchè l'idea divina po-ssa àttua:rsi nel mon– do; il segno della sua p·ers-onalità e del grado· che egli occupa tra i popoli, suoi fratelli >>. (:Jòì. Ora non è -a meravigliarsi se, movsendo da que– sl,i principi, -~;=izz.ini,sopm _ed oltre o-gni altra (35 bis) Cont.inuaz. v. num. 4. (36) Srritti ed, ined., XII, 84-5.

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